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Autore: SarahSlytherin    07/07/2015    5 recensioni
Una sera d'inverno Draco conosce una ragazza: si chiama Amelia, ha i capelli color mogano, gli occhi verde giada e un carattere difficile, costruito sulla base di grande dolore e sofferenza. E' l'inizio di tutto, di come il destino si possa incontrare proprio sulla strada per evitarlo. Nasce un legame indissolubile e complesso, eccentrico agli occhi di molti, ma attraverso il quale entrambi riusciranno a crescere, mettersi alla prova e, alla fine, carpire il meglio di un mondo all'apparenza senza speranza. E' la storia di come Amelia ha scoperto il vero significato dell'amicizia. La storia di chi ha conosciuto il sapore delle lacrime amare. Di chi, dopotutto, ha imparato ad amare.
Genere: Drammatico, Erotico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Blaise Zabini, Daphne Greengrass, Draco Malfoy, Il trio protagonista, Pansy Parkinson | Coppie: Blaise/Pansy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VI libro alternativo
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Real beginning

Chi vuole vivere è condannato a sperare

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Il Principe delle Serpi sedeva in un vagone dell'Espresso per Hogwarts, che lo stava conducendo verso il suo sesto ed ultimo anno in quella scuola di magia e stregoneria. O, come preferiva chiamarla lui, quella penosa scuola di magia e stregoneria. Avrebbe mollato gli studi entro il termine delle lezioni generali per aspirare a qualcosa di più elevato, più ambito, più grande. La sua insaziabile sete di potere ed il suo ardente desiderio di riscatto, lo avevano diretto verso un bivio e lui aveva preferito indirizzarsi verso la strada più sicura, ma che al contempo sarebbe stata la più ardua e imprudente. Le conseguenze delle sue scelte lo tormentavano spesso, soprattutto la notte, quando a fargli compagnia non c’erano altro che il ritmico soffio del suo respiro e la sua mente, che non impegnata alle attività quotidiane, si focalizzava sui suoi infausti pensieri. Per di più, non aveva nessuno con cui parlare per condividere, anche se per poco, il peso delle sue decisioni, perché nessuno poteva venirne a conoscenza. Era come annegare in mare e non poter domandare aiuto, nonostante ci fosse chi avrebbe potuto soccorrerlo.

Di fronte a lui sedeva il suo amico d’infanzia, Blaise Zabini, che con la pelle scura e gli occhi bruni faceva impazzire più di qualche ragazza delle altre Casate, ma una in particolare era la sua ammiratrice numero uno e si trovava proprio di fianco a lui: Pansy Parkinson. La ragazza, dai capelli color cacao e i lineamenti forti, si era perdutamente innamorata del compagno Blaise durante il terzo anno, ma non glielo aveva mai confessato. Solo con Draco, quando rimanevano da soli, si permetteva di fantasticare con occhi sognanti su una loro possibile storia d’amore e lui, da buon amico, era costretto a sorbirsela contrariato. Il treno era quasi giunto a destinazione e Draco si concesse un’ultima occhiata al panorama prima che la locomotiva si fermasse: i vetri appannati lasciavano intravedere, in lontananza, le numerosi torri del castello ed una fitta rete di alberi cominciò a delinearsi. Scese gli scalini e trovò ad accoglierlo una grande folata di vento gelido, che lo costrinse a coprirsi gli occhi con l’avambraccio.

***

Scese finalmente in Sala Comune per trascorrere un po’ di tempo da solo e si accomodò su una delle regali poltrone in pelle nera. Ripensò alle ore che avevano preceduto quel momento. In Sala Grande, le urla concitate e l’applaudire compulsivo degli studenti al ritorno ad Hogwarts, lo aveva infastidito più di qualsiasi altra cosa. Da dove aveva origine tutto quel loro entusiasmo? Gli piaceva forse dover tornare a studiare? Considerava la maggior parte di loro solo bambini troppo ingenui che non avevano ancora avuto l’occasione di conoscere le vere gioie di vivere. Per esempio, essere liberi era qualcosa per cui valeva la pena esultare. E lui non lo era.

Per non doversi imbattere ancora in pensieri troppo malsani preferì annegare il proprio malessere in una sigaretta, che estrasse dalla tasca e accese con un incantesimo non verbale. Si sistemò meglio sulla propria poltrona e chiuse gli occhi, per assaporarne profondamente il fumo che fuoriusciva ad ogni tiro. Udì dei passi cauti avvicinarsi ma tenne le palpebre serrate, deciso ad ignorare per poter, di conseguenza, essere ignorato. Ma il suo piano fallì ed una voce femminile ruppe il cupo silenzio.
-Scusa, potresti smettere di fumare? Non sei l’unico che non riesce a dormire.
Aprì gli occhi arrendevole e scrutò la figura che gli era apparsa di fronte. La voce apparteneva ad una ragazza che non era sicuro di aver visto prima di quella sera. Non era molto alta e teneva i pugni chiusi lungo i fianchi, il viso era in penombra e non riusciva bene a distinguerne l’espressione, ma avrebbe giurato di esser stato fulminato con gli occhi.
-Perché mai dovrei farmi dare ordini da qualcuno, specialmente che non conosco?
Chiese di rimando aspirando l’ennesima folata di fumo, disubbidiente. La ragazza indispettita, in pochi attimi aveva deciso di occuparsi personalmente della faccenda e gli aveva sottratto slealmente la sigaretta dalle dita.
-Ehi ma che cazzo fai?!
Draco, indignato, era saltato dalla sua poltrona. Gli occhi ridotti a fessure avevano seguito ogni suo movimento fino a posarsi nei suoi, che avevano di buon grado ricambiato senza segni di tentennamento.
-Amelia Alkins, piacere. Ora che mi conosci ho il permesso di spegnere questa maledetta sigaretta e tante altre.
Dopo aver concluso la frase fece abilmente scomparire ogni traccia di mozzicone con una fattura.
-Non intendevo letteralmente, Salazar!
Esclamò con il dente avvelenato e rivolgendole uno sguardo di fuoco. La ragazza al contrario sembrava aver recuperato la propria pace interiore e andò a sedersi calma su una poltrona poco più lontana.
-Se non riesci a dormire la sigaretta non ti aiuterà, la nicotina è nemica del sonno.
Affermò saggiamente.
-Chi ti ha detto che avevo problemi di sonno! Sono qui per pensare.
-Non credo ti sarebbe molto utile anche per quello.
Draco sbuffò esasperato a denti stretti, posando nuovamente gli occhi su colei che l’aveva importunato. La nuova posizione gli permetteva di distinguere alcune caratteristiche, come i capelli color mogano e gli occhi verde giada.
-Non ti ho mai vista prima d’ora.
Confessò ritrovando parte della propria stabilità.
-Sono appena arrivata infatti, frequentavo l’istituto delle Streghe di Salem. Non una gran scuola, sai.
-Quindi sei stata smistata questa sera?
Domandò un po’ perplesso, non era stato molto attento ai discorsi in Sala Grande, tantomeno allo Smistamento, ma era sempre un piacere accogliere qualche Purosangue. Sempre che lei lo fosse.
-Si, il Cappello Parlante ha detto che ero destinata a Serpeverde, non male.
Affermò rivolgendo un’occhiata alle lampade di luce verdastra che conferivano alla stanza un’atmosfera imperturbabile.
-Allora dimmi qualcos’altro di te.
-Vediamo.. frequento il tuo stesso anno, sono una Purosangue e detesto fare le presentazioni. Tu invece?
-Oh io non mi abbasso a questi convenevoli.
Il ragazzo portò una ciocca platinata dietro l’orecchio con fare spavaldo. La nuova arrivata preferì non insistere oltre e si alzò dal comodo divanetto per poter sbirciare fra i volumi posti ordinatamente nella libreria. Uno in particolare catturò la sua attenzione, la copertina era color prugna con rifiniture in oro. Lo afferrò e iniziò a sfogliarlo, la prima pagina recitava “Chi vuole vivere è condannato a sperare”.
-Non dirmi che ti piace leggere.
Esordì Draco annoiato.
-Si e credo che prenderò questo in prestito.
Terminò poco prima di congedarsi e dirigersi a passo svelto sopra le scale a chiocciola.
-Buonanotte colui-che-non-mi-ha-voluto-dire-il-suo-nome!
-Comunque sono Draco Malfoy!
La corresse, ma ormai lei era già tornata nella sua camera e non sarebbe riuscita a sentirlo.

 
 
   
 
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