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Autore: sallythecountess    07/07/2015    0 recensioni
E’ che a me non importa, va bene? Non mi importa se sei un maledetto riccio e farai ogni cosa per tenermi lontano. Io sono forte, molto più di quanto tu pensi, e con pazienza e dolcezza mi farò piano piano strada tra i tuoi aculei. E sì, farà male, fa male ogni volta. A volte fa tanto male da spingermi a chiudermi da qualche parte per leccare le migliaia di ferite che mi infliggi, ma poi torno sempre, perché malgrado l’apparenza, non sono una facile da vincere. Non mi arrenderò, perché credo fermamente che la parte morbida, dietro a tutte quelle spine, sia la cosa migliore che esiste al mondo. L’ho intravista, credo per mezzo secondo, ma è bastato. E da allora ho deciso che non importa quanto ci vorrà, quante lacrime dovrò versare e quanto dura sarà la battaglia: mi farò strada piano piano tra le tue spine e riuscirò ad accarezzarti la guancia morbida, per farti capire che va tutto bene e non sei in pericolo.”
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo II
“ no, no, no, no ti prego. Tu non puoi sapere quello che hai detto…ti prego, deve essere una casualità…”
“Va bene, faccio finta di non aver visto tutte le serie circa cinque volte, e di non rivedere il finale tra il dottore e Rose ogni volta che sono triste e, soprattutto, di non avere un’agenda a forma di Tardis…va bene? Beh ammetto di aver visto l’ultima serie una volta sola, quindi effettivamente non sono molto preparata. E’ che non sopporto…”
“…Clara? Neanche io!”
Gridò Luca incredulo. Nessuno degli altri presenti aveva la minima idea di cosa si stessero dicendo, ma non sembrava importare. Chiara e Luca si capivano perfettamente e per quanto bizzarro fosse il loro linguaggio, furono tutti francamente sollevati all’idea che lui avesse trovato qualcuno con cui parlare delle sue cose strane.
Chiara, dal canto suo, era incredula. Era single da circa due mesi ed aveva incontrato parecchi uomini e per quanto carini e sexy potessero essere, generalmente erano noiosi da morire e la spingevano a stufarsi in un nanosecondo. Ad essere onesti, non erano loro ad essere noiosi, ma lei ad essere perdutamente innamorata di un altro e dunque a paragonare sempre chiunque all’uomo impossibile, eppure con Luca non successe. Probabilmente perché non lo trovava un bel ragazzo, o forse perché le sembrava troppo simile a lei, eppure Luca fu l’unico ragazzo in tanti mesi a non subire il confronto immediato con quello che lei aveva ribattezzato “Il gigante di ghiaccio”. Era strano e divertente parlare con lui, aveva un che di surreale. Sapeva di aver trovato qualcosa di estremamente raro e prezioso: qualcuno che amava le sue stesse cose, eppure non aveva ancora capito quanto prezioso fosse il dono che le era stato mandato. C’era uno strano feeling tra lei e Luca, e sembravano costantemente finire l’uno le parole dell’altro.
Luca, invece, era letteralmente sconvolto. Ok, già solo parlare con la ragazza per cui aveva una cotta “dal tardo Settecento” per usare le sue parole era sconvolgente, ma Chiara era oltre ogni previsione. Le sapeva tutte, le capiva tutte e aveva una conoscenza quasi enciclopedica dei suoi film e telefilm di fantascienza preferiti. Se avesse potuto costruirsi una donna al computer, l’avrebbe creata esattamente così, e questo gli trasmetteva un terribile senso di euforia misto a un miliardo di altre sensazioni. Voleva parlarle di tutto, scoprire tutto, ma più andava a fondo più lei sembrava essere simile a lui e questo in un certo senso era francamente terrificante.
  Rimasero in piedi, uno di fronte all’altro a parlare e ridacchiare per circa dieci minuti e fu assurdo. Luca pensò che non potesse essere reale, perché lei sembrava essere troppo preparata su certe cose, ma non solo. Chiara condivideva la sua opinione su quasi ogni cosa e per quelle poche cose in cui non erano d’accordo sorrideva e diceva “ok, ascolta… spiegami la tua opinione ed io ti spiegherò la mia. Vediamo chi ha ragione insomma…sembra che abbiamo lo stesso cervello, quindi è strano che possiamo permetterci opinioni differenti.”
Era esattamente quella la sensazione che Luca provava. Sì. Sembrava che condividessero gli stessi pensieri e le stesse sensazioni e molto spesso, anche se non si erano detti certe cose, le davano per scontato, sapevano che se per loro era così doveva essere così anche per l’altro. E si conoscevano da circa un quarto d’ora.
“Sì, ok, non è che possiamo continuare il cineforum da qualche altra parte? No perché mi sto annoiando a morte…”
Ringhiò Alessandra dopo quindici minuti di conversazione e solo allora i due si accorsero del tempo trascorso e con un po’ d’imbarazzo Chiara sorrise e tornò accanto a sua cugina, lasciando il povero Luca quasi disperato. Non poteva assolutamente lasciarla andare e quei suoi stupidi amici volevano andare al discopub e…oh andiamo come avrebbe potuto parlarle al discopub? Come poteva scoprire cosa lei pensasse di Silente o del quarto transformers, o della versione cinematografica de Lo Hobbit in un discopub? Andiamo! Doveva trovare qualcosa…qualunque cosa.
Ok, ad essere sinceri Luca ormai si immaginava già sposato con lei e con cinque figli di nome Matt, David, Ginny, Fred e Arya. Dispettosi pargoletti con il meraviglioso aspetto da fotomodella di Chiara e il suo esuberante carattere. E immaginava di poterla stringere a sé tutte le sere, al ritorno da lavoro, quando costringevano i ragazzi a guardare Doctor Who o a giocare al gioco preferito di Chiara che, contro ogni aspettativa, si era scoperto essere Street fighter. Capito? No una roba stile Candy Crush o Ruzzle o queste cose da signorina, eh no. Lei non era una donna comune, per la miseria. Insomma quello che Luca aveva in mente era una grossa famiglia nerd con la donna più bella del mondo, eppure a guardarla da lontano si accorse che aveva di nuovo lo sguardo spento e si chiese dove diavolo andasse di tanto in tanto.
Sapeva della sua rottura col fidanzato e conosceva anche Davide. Era un gran bel ragazzo, decisamente più bello di lui, e poi…aveva un certo carisma. Tutti amavano Davide al mondo, e per un istante, pensando a questo, Luca si avvilì e tutti i meravigliosi piani di una famiglia andarono a farsi friggere, ma poi Chiara alzò lo sguardo e ridacchiando gli fece sentire da lontano la sua suoneria del cellulare. Così, Luca tornò determinato.
Per Chiara era stato bello chiacchierare finalmente con qualcuno che avesse i suoi stessi gusti, ma Alessandra era possessiva nei suoi confronti, e una volta tornata sola i suoi mille pensieri tristi erano ritornati. Il gigante di ghiaccio l’aveva conquistata così, con due chiacchiere, eppure loro non avevano in comune le stesse cose che lei aveva con Luca. E poi qualcosa di strano era nato in lei, si era accorta di una cosa: per quindici minuti lei non aveva pensato a lui, si era distratta. Così una parte di lei le intimò di continuare quell’esperimento e…non sapendo come fare si era giocata la carta della suoneria. Come una ragazzina di tredici anni. Eppure aveva funzionato.
In un attimo il giovane aspirante regista era scivolato accanto ad Alessandra e si era frapposto tra lei e Chiara, facendole tornare il sorriso e disse “ok e se invece di andare in quel posto squallido e per subnormali andassimo a mangiare una semplice pizza da Giovanni? E’ un posto carino, tranquillo e c’è l’orchestrina jazz…”
Chiara capì che stava decisamente tentando di provarci con lei e si disse che doveva immediatamente farlo smettere, eppure…le piaceva il jazz. Così decisero di cambiare piani e…Luca decise che doveva salire in auto con lei. Non aveva in programma di sedurla, ma sapeva che l’unico modo che avesse per affascinare una donna era parlarle, ed infatti fu un viaggio piacevole il loro. Fino a quando lui non decise di parlare davvero troppo.
Vedete, le persone che hanno delle ferite sono come tanti piccoli ricci: sono chiusi completamente al mondo, indossano una maschera per fingere di stare bene e di non avere nessun problema. Quando però incontrano qualcuno che sembra un po’ “riccio” come loro, decidono di allentare piano piano la presa. Questo stava facendo Chiara, stava allentando la presa, rilassando gli aculei. Con Luca non era necessario fingere, non era necessario neanche ridere forzatamente, era tutto naturale e spontaneo come se si conoscessero davvero. Sembrava che lui sapesse dei suoi aculei e di tutte le sue ferite e che sapesse esattamente come gestirli. E lui era convinto di aver capito tutto, ma questo lo spinse a sbagliare.
Aveva deciso di provare a parlare di qualcosa di “reale” che non fossero film, manga o musica. Non disse niente di particolarmente sbagliato, chiese soltanto a Chiara come mai quella fosse la prima volta in cui usciva con loro, eppure lei si richiuse immediatamente e gli ci vollero molte ore per farla aprire di nuovo e ci riuscì solo aprendo gli aculei e mostrando la parte fragile del suo corpo da riccio.
Nota:
Eccomi qua. Siete un po' curiosi di capire cosa sta succedendo? Vi interessano questi strani personaggi? Fatevi sentire, io vi aspetto.
   
 
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