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Autore: AbbyHolmes    07/07/2015    3 recensioni
Il bambino la guardò perplesso e meravigliato allo stesso tempo, poi, con fare incerto, strinse il suo mignolo destro con quello sottile della bambina e, quasi balbettando, fece il giuramento.
Genere: Fluff, Slice of life, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Abigail Sciuto, Timothy McGee
Note: AU, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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A chi, come la sottoscritta,
è uno/a sfegatato/a fan dei MCABBY.



Some promises last forever.


New Orleans, 1989.


Da poco più di un mese, la famiglia Sciuto aveva dei nuovi vicini di casa.
La famiglia McGee, papà e due bambini, Tim e Sarah, rispettivamente di nove e tre anni, si era appena trasferita a New Orleans, a causa del lavoro del signor McGee, un ammiraglio della Marina Americana.
Appena ricevuta la notizia di avere dei nuovi vicini, Abby e Luca, i figli degli Sciuto, eccitati all’idea di conoscere nuove persone, corsero subito nel giardino che confinava con il loro e suonarono insistentemente il campanello: l’ammiraglio McGee aprì la porta e, dopo che i due arrivati si presentarono, subito chiamò i figli e tornò in casa per sistemare gli scatoloni ancora pieni.
Tim e Sarah non fecero in tempo ad uscire di casa che vennero travolti dall’abbraccio stritolante di Abby, felicissima di avere qualcuno con cui giocare al pomeriggio, oltre a suo fratello.
Con il tempo, i quattro bambini diventarono amici, in particolare Tim e Abby, poiché erano nella stessa classe e prendevano lo stesso pulmino per andare a scuola.
Ben presto, scoprirono di avere interessi comuni: a entrambi piaceva fare piccoli esperimenti, guardare gli insetti usando come lente d’ingrandimento una bottiglietta di plastica con un po’d’acqua all’interno, sfidarsi ai videogiochi.
Lei voleva diventare una scienziata, lui un programmatore o un agente dell'intelligence.
 
Dopo nemmeno una settimana che i McGee si erano trasferiti, non c’era pomeriggio che i due primogeniti non passassero insieme, sia per fare i compiti, sia per giocare: Tim era un bambino molto timido e studioso e faticava a fare amicizia, mentre Abby, bimba molto sveglia e intelligente, seppur avesse bisogno di tempo per potersi fidare delle persone, faceva amicizia in un lampo e adorava stare in compagnia.
A causa di questa sua timidezza e del suo essere un po’solitario e, aggiungendo anche il recente trasferimento, il bambino faceva fatica ad essere accettato dai suoi compagni di classe, che spesso lo prendevano in giro. A sua difesa interveniva sempre Abby, che era la sua unica amica: essendo simpatica a tutti gli altri bambini, questi non osavano più tormentare il povero Timmy in sua presenza, temendo un nuovo rimprovero da parte della bimba dai codini corvini. Nonostante ciò, gli scherni non erano cessati, ma si verificavano sempre in assenza di Abby.
 
Quel giorno, circa un mese dopo il trasloco, Timothy era in giardino a giocare a palla, quando alcuni bambini della sua stessa scuola, si avvicinarono a lui e iniziarono a canzonarlo tra le sue proteste e le richieste di smetterla.
Abby, incuriosita dai rumori si affacciò dalla finestra di casa sua e, vista la scena, si precipitò in cortile, per prendere ancora una volta le difese di un ormai piangente Tim.
-Lasciatelo in pace!- gridò la bambina – Vi comportate così solo perché siete invidiosi: lui è intelligente e non giudica le persone prima di conoscerle, dovreste imparare a fare lo stesso!- aggiunse.
I bambini, colpiti dalle parole della loro amica se ne andarono e, da quel giorno in poi, nessuno osò più tormentare Timothy McGee, cercando invece di essergli amico e farlo ambientare il più possibile.
 
-Grazie.-
 
Quella flebile parola pronunciata dal bambino fece voltare Abby, che subito lo abbracciò e lo lasciò andare solo dopo essersi accertata di averlo stritolato per bene.
-Vedrai che ti lasceranno stare, te lo prometto. Anzi, facciamo un giuramento: ricordati che ovunque sarai, se avrai bisogno di me, ci sarò. E se c’è qualcosa che non va, devi chiamarmi e dirmelo. Non sarai mai solo perchè sarò tua amica per sempre. E tu sarai il mio migliore amico. Lo prometti anche tu Timothy?- disse la bimba dai capelli corvini allungando davanti a sé il mignolo della mano destra.
 
[All the scars we shared
I Promise, I swear

Wherever you go, just always remember
You got a home for now and forever
And if you get low, just call me whenever
This is my oath to you
Wherever you go, just always remember
You never alone, we’re bird of a feather
And we'll never change, no matter the weather
This is my oath to you]
 
Il bambino la guardò perplesso e meravigliato allo stesso tempo, poi, con fare incerto, strinse il suo mignolo destro con quello sottile della bambina e, quasi balbettando, fece il giuramento.
-La… la stessa cosa vale anche per te. Te lo prometto, Abigail.-
 
 
*****
 
Washington, 2012.


“Stop interrogating me!”
“Stop acting weird!”
“I AM weird!”
 
Il ragazzo la guarda con aria severa, quasi come se dicesse “Ricordi il nostro giuramento? Avevi detto che avresti chiesto aiuto, se ne avessi avuto bisogno. Perché non ti lasci aiutare?”
La scienziata (sì, perché aveva raggiunto l’obiettivo che si era posta fin da piccola) ricambia lo sguardo con aria colpevole, perché, quasi come se stesse leggendo nei suoi pensieri, si è accorta che, con il suo comportamento, ha appena infranto il giuramento.
Allora, ripetendo lo stesso gesto di vent’anni prima, allunga il mignolo destro verso l’altro, il quale ricambia il gesto, stringendo il suo dito.
 
-Te lo prometto, Timothy.
-Te lo prometto, Abigail.

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

_ABBY’S LAB_
I’m back again! Beh, oggi la mia permanenza su questo sito compie un anno e volevo condividere questa storiella senza capo nè coda con voi <3 Questa fic è nata in modo un po’ strano (*vocina fuori campo* “E a loro che je frega?”): inizialmente avevo editato un video con questa canzone ispirato alla gif che vedete a inizio storia (il video ha fatto la stessa fine delle fic, sepolto nel computer, lol), poi un bel giorno mi viene l’ispirazione e –puf!- esce fuori ‘sta cosa.
NdA: le età sono inventate, per quanto vicine a quelle dei personaggi della serie, così come il fatto che Tim da piccolo abbia vissuto a New Orleans (licenze scrittorie, sorry). Purtroppo, nonostante le mie ricerche, non sono nemmeno riuscita a trovare l'episodio cui si riferisce la frase citata. D:La gif che vedete là in alto è stata creata dalla sottoscritta.
Se qualcuno si stesse scervellando per ricordare la canzone che mi ha ispirato questa storia –non pensate troppo, sento rumore di ferraglia anche da qui, lol- cercate “Oath” di Cher Lloyd: devo dire che, nonostante non sia il mio genere preferito, ha delle parole molto belle *_*

Come al solito, ringrazio tutti coloro che hanno letto/ leggono/ leggeranno le mie storie, mentre non ringrazio Jen98 che altrimenti si gasa troppo. (Ovviamente scherzo, director <3 )
Ovviamente ogni forma di commento/recensione a questa storia è ben accetto, anche  se scritto in fretta e furia o lungo mezza riga. Alla prossima xx
Semper fi,
Abby ^^
   
 
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