Film > Jupiter - il destino dell'universo
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Autore: MadLucy    07/07/2015    3 recensioni
{backstory - pre!Jupiter Ascending | hints Balem Abrasax/Seraphi Abrasax}
Dopotutto, le riunioni di famiglia sono una noia mortale, è risaputo.
Genere: Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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BKTS Di guacamole spaziale ed egoismi costosi.




Comparve come sempre, come se uno spiffero della corrente intergalattica l'avesse soffiata accidentalmente al loro cospetto, quando ormai tutti erano seduti al tavolo da una decina di ore.
«Buongiorno, cari. In ritardo?» sospirò Seraphi, frusciando insieme alle stoffe celesti dell'ampissima gonna arricciata, le braccia d'avorio inguainate della luce di una nebulosa a cui stavano passando vicino, e che colmava le loro vetrate come specchi. Saltò sui sandali di rame biondo. «Lo so. Pazienza. Mi perdo un po' di tutto, in questo periodo. Per esempio, lo sapevate che abbiamo un duecentosettantunesimo piano? Io no. Sto invecchiando, non c'è altra spiegazione.»
Titus la salutò con un gesto cordiale, distraendosi da una coppa di succo di ribes. «Buongiorno, madre. Mangiate del pane, è squisito oggi, e dolce come il vostro sorriso.»
La colazione era apparecchiata nel fasto copioso di un tavolo imbastito per sette metri, e Seraphi vi prese posto con l'indolenza di non ha bisogno di ottenere venia. Il suo figlio più giovane si serviva di fiori di zucca al miele e nexis, il surrogato della cioccolato su Horus, una delle numerose tentazioni a cui non riusciva a resistere. Kalique coglieva da un pianta che s'innalzava dal vaso delle conchiglie contenenti una polpa verde e salata, che le si scioglieva sulla lingua e le modulava la voce di un paio di ottave. Balem invece non mangiava affatto; leggeva, sfogliando con le dita degli schermi virtuali i cuoi contorni azzurri lampeggiavano in controluce. Quando la madre entrò, sussurrò i suoi ossequi e la osservò in sospeso per alcuni istanti, come se cercasse di risolvere un enigma inesplicabile, poi curvò il collo. Lei lo carezzò fugacemente con lo sguardo, per poi ignorarlo con malizia.
«Scommetto che il nuovo piano è solo per te e le tue compagnie» proseguì scherzando rivolta all'altro, sedendosi con grazia su una sedia che apparve dal niente adeguandosi alla curva del suo fondoschiena. «Stanotte, quando se ne sono andati, c'era una carovana lunga come la via lattea. Tu pecchi d'ingordigia, Titus.» Lo ammonì scuotendo l'indice, simulando una severità bonaria.
«Molto probabile, sì.»
Seraphi giocherellò con un'ambra grossa come uno scarabeo, incastonata all'anello. «Abbiamo rimandato talmente tante volte di seguito che non ci speravo più. Siete così belli che è uno spettacolo vedervi insieme, però sembra che facciate il possibile per negarmi questo piacere.»
«Non dimenticate che anche voi siete una donna impegnata» obiettò Kalique, sorridendo. «Non siete quasi mai libera dalle vostre mansioni, eppure i vostri figli sentono la vostra mancanza.»
La madre scrollò il corredo di boccoli bruni come cavatappi. «Forse non ci tieni così tanto a vedere me, però ho notato che gli aggiornamenti che invio ai database dell'arredamento delle tue stanze arrivano sempre graditi e puntuali. Allora,» continuò, mentre la figlia abbassava la testa mortificata, «immagino che quello che intravedo di scorcio sia il programma di bilancio di Lenorra.»
«Difficile che a suggerirvi questo sia stata l'immaginazione» rispose Balem. «Lenorra raggiungerà la completa maturazione tra soli quattrocento anni. È già oggetto di speculazione sul mercato.»
«A colazione non si trattano certi argomenti, fratello» lo rimproverò Titus con leggerezza, senza riuscire completamente a celare il disappunto per l'esclusione che lui e Kalique dovevano subire quando si introduceva gli affari nella conversazione. L'unica volta che si era infiltrato nel loro studio mentre si consultavano, chiedendo di fare parte del loro "piccolo club privato", aveva ottenuto solo di essere preso sulle ginocchia da quella che all'apparenza era una ragazza più giovane di lui, un buffetto sulla guancia di compassione e un poco velato invito a non disturbare più, se ci teneva ad ereditare almeno un satellite delle dimensioni di una balla da biliardo.
«Chiedo scusa, fratello. Non intendevo turbare la tua digestione.» Ugualmente, Balem chiuse le mappe virtuali con un movimento delle mani affusolate. La madre notò che non aveva preso nulla dal tavolo.
«Non mangi? Non si può vivere di gloria, altrimenti io avrei già trovato il modo per farlo.»
«Non sono affamato.»
Seraphi riempì un boccale di vino. «Allora brindiamo, perlomeno. Alla nostra famiglia. Agli Abrasax e il loro database per l'arredamento...»
«Madre, perdonatemi-» Kalique non parlò in tempo per impedire che il vino che la donna stava versando in ciascun bicchiere straripasse dall'orlo sulla tovaglia. Lei sollevò la testa.
«Oh, Kalique, non ti avevo guardata finora. Hai il vestito dello stesso colore del mio. Perchè non me lo hai fatto notare? È semplicemente spregevole!»
La figlia si strinse nelle spalle. «Vado subito a cambiarlo.»
«Ferma lì.» Per un attimo, gli occhi di Seraphi parverono quasi rilucere di minaccia. «Lo cambierò io, per questa volta, anche se devo ammettere che quel modello ti invecchia moltissimo, figlia.»
Si alzò e, con un movimento fluido, sotto lo sguardo trepido e accigliato di Kalique e quello malizioso e un po' avido di Titus, si slacciò il nastro che legava la veste dietro il collo, lasciandosela scivolare di dosso fino al pavimento. Poi scavalcò agilmente la pozza di seta, che si fece liquida e venne assorbita nel pavimento, per poi ricomparire lavata e stirata nell'armadio. Ancheggiò per qualche istante sul posto, di fronte alla variopinta scelta che le si presentava una volta premuto un pannello sul muro, finchè non si decise per un abito rosa cipria che scopriva generosamente la schiena e una porzione lunga e scultorea di gambe da fenicottero. Balem sapeva benissimo perchè sua madre lo stesse facendo, a parte per la tendenza all'esibizionismo di cui faceva mostra così volentieri. Voleva metterlo a disagio, esercitare indirettamente il proprio potere su di lui, vederlo indifeso e indebolirlo di fronte ai suoi fratelli, per dimostrare che in fin dei conti non importava chi dei tre se la portava a letto, comandava sempre Seraphi Abrasax. Non la guardò. Non aveva bisogno di guardarla, per sapere in quale frammento di pelle della coscia strusciava il suo manto di capelli e quanti delitti perfetti compisse ogni giorno ciascuna delle sue ciglia. Si concentrò su un canestro di ciligie. Dissimulava così spesso che ormai avrebbe fatto fatica a esprimere qualcosa di autentico. Titus intanto ghignava, si godeva quelle pagliuzze di lussuria gettate all'aria come glitter. Se solo avesse saputo.
«Siete la più bella del reame, mamma, ma non c'è dubbio che la vostra unica figlia femmina sia in procinto di spodestarvi...»
La risata di Seraphi fu squillante. «Parli come se non avessi deciso ogni singolo tassello del vostro DNA. Lei non è progettata per spodestarmi per bellezza, come tu non sei progettato per ereditare il mio impero. Quando vi portavo in grembo sapevo già di che colore avreste avuto gli occhi, quale sarebbe stata la vostra prima parola e con quanto di ketchup avreste mangiato le patatine fritte. Siete i miei piccoli prodotti in serie.»
«E quando avete... progettato me,» domandò Titus, formulando quella parola con un pizzico di divertimento, «cosa volevate creare?»
«Più di una volta me lo sono chiesto anch'io» fiatò Balem sovrappensiero, così piano che nessuno parve udirlo.
Seraphi mandò un bacio al figlio minore. «Ma è ovvio. Un bambino adorabile. Eri l'infante più grazioso di tutte le galassie, con quelle fossette e gli occhioni azzurri... Non ti ricordi?»
La sorella intervenne. «Io mi ricordo perfettamente, visto che ero quella che doveva rincorrerlo nei corridoi della casa.»  
Titus a sua volta le baciò il dorso della mano, con galanteria, supplicando di essere perdonato per quell'incresciosità. Seraphi fissò Kalique ostile, come si fa con il ragno che non deve avvicinarsi più di così se non vuole andare all'altro mondo, dimenticando che il ragno ha più paura di te di quanta tu ne abbia di lui. Balem, se ne fosse valsa la pena, avrebbe sorriso. Non amava sua madre, amava la fiera deforme e degenere che vi cresceva sotto l'epidermide nobile, amava tutto ciò che i suoi fratelli non conoscevano di lei e non avrebbero mai potuto far altro che fiutare spaventati. La amava quando i suoi difetti la inghiottivano. La amava quando si sintonizzava sulla sua stessa composizione genetica, quando recitava per lui la loro parte preferita, quando lo scopava e lo chiamava il mio bambino. Sei lei lo avesse amato, lui non l'avrebbe amata così tanto. Le sue menzogne, la sua piccolezza, la sua falsità erano il suo fascino più grande. Un'orchestrazione perfetta che Balem finanziava fino a bucarsi le mani. Seraphi Abrasax era una matriarca che non si era creata una famiglia per solitudine, ma che aveva finito lo stesso per renderli cani da compagnia. Gli investimenti le piacevano solo rischiosi. Nella sua vita c'era bisogno di elettricità. Obbedienza e elettricità.
«Balem, caro? A cosa pensi?»
Balem rimirò il suo sopracciglio inarcato, il suo egoismo splendente e costoso come una pietra.
«Non vorrei sembrare scortese» bisbigliò, «ma ho urgenza di ritirarmi per un bagno.»
«Non sarò certo io a impedirtelo, tesoro.»
Entrambi lo avevano fatto solo la sera prima, nella stessa vasca, ma dopotutto per svuotarla e riempirla bastavano cinque minuti. E, qualsiasi conversazione Balem e Seraphi dovessero intraprendere, poteva avvenire anche nella stessa vasca. Il figlio uscì e si chiese quale fantasiosa scusa avrebbe trovato la madre per raggiungerlo. Dopotutto, le riunioni di famiglia sono una noia mortale, è risaputo.




















Note dell'Autrice: Perchè su internet ripetono incessantemente che questo film fa schifo? A me è piaciuto ç.ç Dai, già solo perchè c'era Eddie non poteva fare schifo. Ma poi anche la trama era originale e adorabile! Io voglio le fanart, le fanfiction, i libri, il sequel, il prequel! *-* Il sick!pairing Baleraphi è uno spettacolo. Adoro il fatto che ci sia una sezione apposta su efp. Spero che il fandom italiano si popoli. Grazie per aver letto, chi volesse recensire verrà premiato con un pianeta virtuale, ;)
Lucy
  
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