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Autore: NonTiScordarDiMe4    07/07/2015    4 recensioni
una giovane Izzy amareggiata, che cerca di mostrarsi più forte di quello che è, e Alec che, da bravo fratello maggiore, la consola, o almeno ci prova.
Ambientata prima di città di ossa ( per la precisione un anno prima) un breve momento della vita dei fratelli con il rapporto, a mio parere, più bello di tutta la saga.
Spero di avervi incuriositi ^^
[pov Alec]
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Alec Lightwood, Izzy Lightwood
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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FRATELLI

Sono in camera mia quando la sento arrivare. Sono mezzo addormentato, ma il rumore della sua porta che sbatte mi fa sobbalzare nel letto e svegliare di soprassalto. Per un attimo provo solo una grande confusione: cosa sta succedendo? Cos’è questo baccano? Poi i ricordi iniziano a riemergere nella mia mente intorpidita: questa sera Isabelle era uscita per incontrarsi con la sua ultima conquista, non che io abbia molta voce in capitolo sulla sua vita sentimentale, ma le serviva qualcuno che giustificasse la sua assenza, e di certo quel qualcuno non poteva essere Jace. L’avrebbe presa in giro fino allo sfinimento. E chi è l’unico idiota che la protegge sempre e comunque senza fare domande? Ma il sottoscritto, è ovvio. Mi alzo dal letto con un sospiro quando sento il trambusto di cose gettate per terra e qualcosa che assomiglia terribilmente  ad un singhiozzo soffocato a malapena. Izzy che piange? Cosa cavolo…? Esco velocemente dalla camera, rischiando di scivolare coi piedi nudi sul marmo lucido del pavimento e arrivo subito davanti alla sua porta che, ovviamente, trovo chiusa.
Busso delicatamente e subito faccio un salto indietro, respinto dal rumore di una scarpa scagliata con forza e dall’urlo “ VATTENE !” che proviene sorprendente chiaro da dentro.
“ Iz, dai, fammi entrare” ribatto
“ NO! Tornatene a letto!” è sempre così ragionevole mia sorella…
“ Ma non posso mica lasciarti così! Dimmi almeno cosa ti è successo …”
“ Non è successo nulla, capito? NULLA! Non ficcare il naso in cose che non ti riguardano!” nella sua voce avverto una leggera nota di isteria
“ Tutto quello che ti fa piangere mi riguarda eccome” questa volta la sento esitare e la sua risposta mi giunge fievole all’orecchio “… Non sto piangendo…”
“ E secondo te ci credo anche? Ma per favore, sei una pessima bugiarda. Ora fai pure come vuoi, aprimi o meno, io tanto non mi muovo di qui, dovessi restare davanti alla tua porta per una settimana. Non mi interessa”
Come avevo previsto la sento imprecare, poi la chiave nella serratura scatta e intravedo un occhio nero circondato da un alone di trucco che mi fissa truce dallo spiraglio della porta aperta. Izzy poi si scansa e mi lascia entrare.
La stanza è, se possibile, ancora più in disordine del solito: il tavolo da toletta è un ammasso di vasetti colorati e piume e metà dei cuscini sono abbandonati a terra insieme al vestitino da sera di cui si deve essere liberata in fretta e furia, incapace di tenerlo addosso un istante di più. Iz infatti, noto solo ora, è in biancheria, i capelli sciolti tutti arruffati come se ci avesse passato più volte le mani in mezzo.
Si siede sul letto a gambe incrociate, lo sguardo basso sulle unghie mezze mangiucchiate.
È uno di quei momenti in cui sembra terribilmente giovane, giovane come in effetti è. Dice a tutti di avere quindici anni ma in realtà le mancano ancora tre mesi prima di compierli, anche se tutta agghindata come va in giro potrebbe dimostrarne addirittura  sedici. A volte vorrei che non si comportasse così, cambiando ragazzo con la facilità con cui cambia umore, ma non gliel’ho mai detto. In fondo lo fa anche un pochino per me, per non far notare che, con quasi diciassette anni, di ragazza non ne ho avuta nemmeno una.
Sospiro e mi siedo accanto a lei, senza guardarla e senza avere la più pallida idea di cosa dire. Non sono bravo a consolare le persone. Sediamo in silenzio per minuti, poi la sento emettere un buffo suono con la gola e d’improvviso mi abbraccia, la testa premuta contro la stoffa del mio pigiama per nascondere le lacrime. Detesta piangere, lo so bene, lei che cerca sempre di dimostrarsi adulta, forte. Le accarezzo i capelli con dolcezza e la cullo nel cerchio delle mie braccia mentre lei insulta a mezza voce un po’ se stessa e un po’ quel  ragazzo che a quanto pare non si è  comportato esattamente come un gentiluomo.
Perché si comporta in questo modo? Perché cerca persone che non hanno intenzione di prenderla sul serio? Persone che possano anche solo pensare di meritarla? Pensa davvero che basti quello per non affezionarsi, per non soffrire?
A volte penso di essere l’unico che la capisce, e non è un vanto: Jace stesso la giudica una che gioca con i cuori dei ragazzi, solo per divertimento e senza rimorsi. È per quello che a volte  vorrei solo prenderlo a testate: non riesce proprio a concepire con la sua mente brillante  quanto Iz sia in realtà dolce e fragile, capace di amare con tutta se stessa ma con un immensa paura di farlo.
La stringo ancora più forte a me e cerco di trasmetterle con quell’abbraccio quello che non so dire a voce alta: ti voglio bene Izzy, non importa cosa pensano gli altri, io ti proteggerò sempre, sempre, perché so chi sei.
E un giorno troverai un ragazzo, qualcuno di dolce, sensibile, divertente che ti amerà e tu non potrai fare altro che amarlo. Non avere paura. Arriverà presto e non ti spezzerà il cuore.
Ne sono sicuro.

Note dell’autrice:  salve a tutti! Mi spiegate come si fa a non amare questi due? Sono terribilmente dolci *-*
Avevo assolutamente bisogno di scrivere qualcosa su di loro, spero di non averli completamente snaturati!
Poi, bè, non potevo non mettere un accenno a Simon alla fine, perché in fondo lo sappiamo tutti che Alec gli è riconoscente per come rende felice Izzy ^^
Se aveste voglia di scrivermi una recensioncina, anche solo per dirmi che la storia è orribile, ve ne sarei comunque eternamente grata!

   
 
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