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Autore: Lady Lazarus    07/07/2015    1 recensioni
[Artisti musicali altro]
Afterhours- Non è per sempre.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quando ti ho sognato eri un goccia…

 

Una goccia.

Sento la pesante densità di una goccia.

Così inosservata, una goccia. Nel suo silenzio mille schianti da soffocare.

Una goccia -che non è una lacrima- perché i giovani cuori a furia di fallire non piangono più. A Roby può interessare?

Eppure scivola con la stessa velocità, si allunga e deforma per raggiungere la base, l’approdo, perde la propria identità quando senza coraggio affronta il vuoto.

Così leggera perché non c’è nessuno a sostenerla.

Appiattirsi, fondersi, sentirsi tutt’uno con ciò che è più basso, oh piccola goccia.

Sei a tuo agio solo tra gli estremi.

 

E poi?

E poi anelare l’oceano, per non lasciare traccia.

Un tuffo nell’amorfa e rassicurante indifferenza.

Peccato che l’oceano sia di gomma, che non abbia alcuna intenzione di accogliere, per cui non resta che ribalzarci contro, come tanti addii pronunciati troppo in fretta.

L’oceano, la base, tutto ciò che è liscio e regolare, tutto ciò che rappresenta l’annullamento, il superamento di confini troppo stretti che emarginano, perché fortemente irregolari, che se ti ingoiano è solo per risputarti, a pezzi.

Pezzi di porcellana, pezzi di roccia.

E a pezzi non si riesce ad esprimere ciò che si ha dentro (che non voglio sapere, che vuoi sapere, che proprio non voglio sapere, che adesso voglio sapere…)

A pezzi si soffre e basta, in ogni singolo, centuplicato frammento.

Ma sento davvero di aver qualcosa qui dentro me, una bile corrosiva che si rimesta ad ogni sospiro, un inferno che questa crudele acqua salata non riesce a placare.

Se almeno fossi qui a fingere di cullarmi, mon frère d’election, se avessi la tenerezza di ingoiarmi lentamente, ad occhi chiusi, quale naufragio potrebbe essere più dolce?

Ma io posso annegare solo in una lurida vasca da bagno.

 

Il resto, sai, è un po’ il mare…

Quello che per gli altri è solo imbarazzante e virtuale.

Quello che per gli altri talvolta può diventare reale.

Quello che ormai non riesce a farti più del male.

 

Continuo a sognarti, piccola e serafica goccia.

Perché appartengo alla stessa pioggia.

Perché attendo lo stesso schianto, perpendicolare, come quelle formali parallele che si incontrano almeno all’infinito, per fare tutti più contenti.

A me è negata la speranza di incontrarti persino lì.

 

(Perché sei il mio più dolce pensiero - anche se non sei più vivo, anche se non sei più capace di amare - me.)

   
 
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