Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: niallerguitar    07/07/2015    2 recensioni
Il Trio è stato appena catturato dai Ghermidori, e portato in Villa Malfoy. La situazione sembra disperata e per Harry, Hermione e Ron sembra non esserci via di fuga.
"L'unica cosa che vide in quel momento fu sua zia mantenere la Nata Babbana per le spalle, con la bacchetta puntata alla gola. Vide Weasley e Potter dall'altra parte della stanza urlare. Poi fu tutto così improvviso.
-Expelliarmus- Draco pronunciò quelle parole con così tanta forza che sua zia, insieme alla bacchetta furono sbattute violentemente al muro.
Il biondo non pensò a quello che stava facendo quando prese la Granger tra le sue braccia, con l'intento di smaterializzarsi lontano da quel posto, lontano da tutto quel male. Non si accorse nemmeno che insieme a loro si smaterializzò anche un pugnale d'argento che era appena stato lanciato dalla furia incontrollabile di Bellatrix Lestrange."
Tengo conto di tutto quello che è successo nei libri precedenti e anche di quello che verrà, tranne la morte di Dobby e il futuro di Hermione e Draco.
Genere: Drammatico, Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 
Daily Prophet
8

Il sole era ormai alto all'orizzonte e , nonostante il freddo invernale, cuoceva bollente sulla pelle della Grifondoro. Lei e Malfoy erano in viaggio da qualche minuto, eppure si sentivano già stanchi. Gli alberi robusti e imponenti della foresta sembravano contorcersi su se stessi, quasi come se volessero piegarsi su di loro. Draco non aveva aperto bocca per tutto il tempo, tranne per quelle numerose volte in cui si era lamentato per le sue scarpe nuove, ormai ricoperte di terra, che avrebbe dovuto far lucidare al più presto. 
Hermione si fermò, costatando quanto ancora avrebbero dovuto camminare. Più la vista della ragazza si allungava, più aveva bisogno di alzarsi sulle punte. Sembrava quasi infinito il tratto da percorrere, eppure dietro gli imponenti abeti dalle foglie verdi, riusciva a intravedere dei tetti... infatti, quando si fu allungata maggiormente scrutò delle case. 
Saltellò per guardarle meglio, ma i suoi sforzi rimasero tali. Sconfitta, ripose i piedi sul terreno guardando di nuovo di fronte a sè. 
<< Allora, Granger? >> gli chiese Draco, impaziente. 
<< Credo ci sia un villaggio>> rispose prontamente la ragazza, indicando con le dita la direzione in cui l'aveva visto. 
Draco si alzò leggermente sulle punte, ma non dovette sforzarsi più di tanto per vederle: dei tetti di mattoni si susseguivano uno dietro l'altro, dando vita a quella che sembrava una piccola cittadina Babbana. Non avrebbero dovuto camminare molto per raggiungere il villaggio, o almeno lo speravano. Draco annuì schietto verso la Grifondoro, poi si voltò continuando a camminare. 
Il ragazzo, anche se non lo dava a vedere, sentiva la paura costantemente addosso. Il timore di incontrare qualche Mangiamorte, Bellatrix o peggio, i suoi genitori lo stava torturando. Non aveva ancora dimenticato quello che aveva provato il giorno prima, infatti se la sentiva ancora addosso quella sensazione; era come un macigno indelebile che portava sul cuore che non lo lasciava respirare. 
Scosse la testa, cercando di eliminare ogni brutto presentimento. Si concentrò sul sentiero, cercando di non inciampare in un ennesima pozzanghera. I suoi abiti, sempre lucidi e immacolati adesso erano sporchi e trasandati. Aveva un tale bisogno di farsi una doccia ed indossare vestiti puliti. Non era abituato a dormire sotto un albero, e di certo non aveva voglia di rifarlo. 
Se solo non l'avesse salvata... Era finito in quel casino solo per colpa della Granger, di quella sporca Mezzosangue che l'aveva condannato.
Ma, infondo, a peggiorare il suo umore era la consapevolezza che non l'aveva di certo chiesto lei di essere salvata. 
Era tutta colpa sua e del suo stupidissimo istinto. Ormai era un traditore del suo sangue e della sua famiglia. Adesso era condannato ad una vita senza l'appoggio delle persone a lui care. Una vita che avrebbe sicuramente passato da solo. 
Solo, ma libero. 
Forse, quella era l'unica prospettiva buona in tutta quella situazione. 
Poi, intravide chiaramente il sentiero della foresta aprirsi in una stradina, accompagnata da una vallata di casette in legno. Vide Hermione accelerare improvvisamente il passo verso un grosso cespuglio, accostandosi contro di esso. Malfoy la seguì, guardandola stranito. Hermione gli afferrò brutalmente la giacca, facendolo piegare verso di lei. 
<< Cosa diavolo fai? >> la rimproverò Draco, per poi essere zittito dalla Grifondoro. 
Proprio in quel momento, dal lato opposto del grosso cespuglio comparve un uomo dall'aspetto ambiguo che sembrava voler passare inosservato agli occhi dei passanti: aveva una lunga barba, dello stesso colore delle folte sopracciglia marroni. Dalla tunica azzurra che indossava fuoriusciva una lunga bacchetta di mogano dall'aspetto ricurvo. 
Dopo qualche secondo il mago li superò inoltrandosi da qualche parte nella foresta. 
<< Non puoi farti vedere da altri maghi, sopratutto se sono Mangiamorte. Ricordati quello che sei. >> lo avvertì, con la voce simile ad un sussurro. 
Draco ingoiò un groppo amaro, annuendo freneticamente. 
<< Non dovrebbero essercene molti, comunque stiamo attenti. >> 
Insieme si alzarono, allontanandosi dal loro nascondiglio. Il sentiero sembrava fatto di ciottoli, e tutto intorno si susseguivano case di legno dall'aspetto piccolo e indenne. Sembrava quasi un villaggio disabitato, se non fosse per alcuni vecchietti che stavano passeggiando davanti a loro.
I due maghi camminavano vicini, cercando comunque di non attirare l'attenzione su di loro. Ma era complicato visto che erano entrambi ridotti male: i loro vestiti erano sporchi e trasandati, come anche i loro capelli. Dalle occhiaie violacee sotto gli occhi si poteva intuire che non dormissero da giorni. 
Continuarono a camminare, non prestando attenzione alle occhiate indiscrete dei due vecchietti. Draco sembrava sull'orlo di una crisi isterica, i Babbani che gli camminavano attorno gli facevano venire la nausea.
<< Cosa guardano questi idioti? >> borbottò Draco all'orecchio della Grifona. 
Hermione buffò, ma sul suo viso comparve un piccolo sorriso. Voltò il capo verso la Serpe, solo per guardare l'indignazione passare attraverso i suoi occhi grigi. 
<< Guarda che paesaggio stupendo, Malfoy. >> disse Hermione, indicando con le dita la foresta in cui avevano dormito. 
Infatti, dalla laggiù, si poteva vedere benissimo che la foresta non si trattava altro che una collina che andava man mano ad allungarsi. Dava l'aria di essere una grossa montagna.
Draco sbuffò, non prestando attenzione a quello che diceva, completamente disinteressato. 
<< Troviamo un posto dove mangiare qualcosa e andiamocene, maledizione >> sbottò, nascondendo la bacchetta che era uscita leggermente dalla tasca. 
Due bambini biondi e sorridenti gli passarono davanti, giocando e sogghignando alla vista di un Draco infuriato. Lui non ci fece caso, continuando a camminare. Hermione, invece salutò i bambini alzando le labbra in un sorriso. 
Subito dopo, si fermarono di fronte ad un edificio, anch'esso di legno, dall'insegna a caratteri giganti che diceva soltanto: 'Bob's house'. Un uomo di colore uscì dallo stabile, passandosi le dita infreddolite sulla barba grigia. Draco guardò Hermione, facendogli segno di accomodarsi. La ragazza, dubbiosa, annuì. Quando mise piede nell'edificio, un'odore di alcool e muffa gli entrò fin dentro le narici, facendola soffocare nel suo stesso respiro. Sembrava un pub, ma quando si addentrarono fino in fondo notarono un'uomo basso e riccioluto dall'aspetto anziano riordinare delle chiavi appese alla parete. Il Bob's house doveva essere un'Hotel. 
<< Va a parlarci. >> gli disse Hermione, facendo spallucce. 
<< Non ci penso a proprio. Non parlo con i Babbani, io! >> sussurrò, digrignando i denti. 
Hermione sbuffò, e si vide costretta ad avanzare verso la scrivania dell'anziano. Questa, sembrava appartenere ad un adolescente piuttosto che ad uomo che gestiva un'Hotel, infatti era ricoperto da fogli e scartoffie varie. Un computer vecchio e malmesso giaceva di lato alla scrivania, e sembrava non venir usato da un pezzo. Draco guardò il portatile con curiosità. 
Hermione prima di parlare, si girò verso la Serpe pregandogli di cambiare Hotel ma fu troppo tardi farlo perché ormai l'anziano si era girato verso di loro. Appena li vide, le sue labbra si alzarono in un sorriso rugoso e con le mani si sistemò il parrucchino biondo.
<< Buongiorno ragazzi, benvenuti al Bob's Hotel. Io sono Bob, cosa posso fare per voi? >> chiese, allegro. 
L'anziano, infatti, credeva che i ragazzi avessero sbagliato Hotel visto che lui aveva come clienti soltanto vecchi scorbutici. 
<< Noi, emh... vorremmo prendere una stanza per questa notte >> sorrise la Grifondoro, titubante. 
L'anziano diventò paonazzo, troppo preso dall'emozione. 
<< Oh, certo! Che stanza preferite? Matrimoniale, singola, oppure preferite accomodarvi... >>
<< Singola. >> sbottò Draco, evitando che continuasse a parlare ancora a lungo. 
Bob annuì, e tutto emozionato si voltò cercando la loro chiave nel mazzo che era appeso al muro. Poi ne prese una lunga e dorata, porgendola ad Hermione che l'afferrò quasi con ribrezzo. Quell'uomo le faceva venire i brividi, ma sorrise comunque per non mostrarsi maleducata. 
Mentre si affrettavano a seguire l'anziano verso la loro stanza, questo prese a parlare agitando le mani per mantenersi il parrucchino sulla testa pelata. 
<< Sapete, in quarant'anni di attività non avevo mai avuto dei clienti così giovani! >> borbottò, aprendo con la chiave una porta arrugginita e dall'aspetto malandato. 
I due ragazzi entrarono nell'alloggio, spalancando le palpebre. La stanza era piccola e disordinata, aveva due letti, un comodino ed un armadio. Una porta di legno scuro, nascondeva una toilette. 
<< Bene- disse l'uomo -Volevo avvisarvi che lo scarico non funziona molto bene, così anche le tubature. Non abbiamo il servizio in camera, quindi se avete voglia di mangiare qualcosa potete venire direttamente nella stanza di prima, dove assaggerete delle pietanze cucinate direttamente da me!- poi iniziò a ridere -Sapete, siamo a corto di personale! >>
Hermione rise debolmente, guardando di sottecchi Malfoy che sembrava essersi immobilizzato. Poi riprese a parlare: << Riguardo al pagamento siete liberi di farlo adesso oppure doma... >>
<< Si, certamente >> sbottò Draco, indossando il sorriso più falso del suo repertorio. 
Lo afferrò per le spalle, spingendolo con delicatezza fuori dalla stanza. Il vecchio non poté aggiungere nulla che la porta gli fu sbattuta in faccia.
<< Ha ragione, mio padre! I Babbani sono fuori di testa. >> sbottò Draco, appoggiandosi alla porta appena chiusa. 
<< Oh smettila, Malfoy! Non essere così superficiale >> sogghignò la Grifona, che al contrario di Draco trovava quella situazione divertente. 
<< Non darei nemmeno uno zellino a quel deficiente! Si aspetta anche che lo paghiamo, certo! >> 
Hermione nel frattempo, non aveva voglia di ascoltare le solite lamentele di Malfoy quindi con uno sbuffo uscì fuori dalla camera, lasciandolo solo. Infatti, appena fu fuori sentì il ragazzo mandare al diavolo anche lei. 
Scese in fretta le scale, raggiungendo il piano terra in cui si trovava precedentemente. Adesso il salone non era completamente vuoto, infatti oltre a Bob (che era intento a lucidare delle medaglie) c'era anche un'uomo seduto al bancone che leggeva un giornale. 
Infine si sedette anche lei, desiderosa di mangiare. Avrebbe preferito di certo non farlo, ma il suo stomaco ormai non resisteva più ed esigeva del cibo. Iniziò a tossire, attirando l'attenzione del proprietario che si voltò allegro verso di lei. 
<< Cosa desidera... ? >> chiese, cercando di indovinare il suo nome. 
<< Hermione >> disse la ragazza, sorridendo. Infondo stava iniziando ad essergli simpatico. Trovava buffo il modo in cui si comportava e, sopratutto, trovava divertente la sua parrucca. 
La ragazza non ebbe il tempo di aprire la bocca che una piatto colmo di carne e patatine gli fu messo sotto al naso. 
<< Umh, raffinato >> sogghignò la ragazza con voce talmente sottile che fortunatamente Bob non sentì. Inoltre, era troppo occupato ad osservare orgogliosamente il suo piatto per accorgersene. 
<< Sai Hermione, quanto vorrei tornare ad essere giovane... Rivivere la mia gioventù >> sospirò con aria sognante, mentre si toccava ansiosamente la parrucca. 
Hermione annuì, annoiata. Taglio la carne ed iniziò a infilarsela tra le labbra, infondo non era disgustoso come pensava. Probabilmente era la fame a farle cambiare idea. 
<< Hermione, secondo lei quanti anni ho? >> chiese, con eccitazione. Poi rivolgendosi al signore accanto alla ragazza: << E per lei, signore? >>
L'uomo in tutta risposta riprese a sfogliare svogliatamente il giornale, non badando all'eccentrico vecchietto che aspettava una risposta da parte loro. 
Hermione infilò una patatina tra i denti e per non risultare scortese provò ad indovinare: << Sessantadue? >> 
Ovviamente voleva essere gentile, dalle rughe intorno alle labbra e agli occhietti minuscoli Hermione poteva intuire che ne avesse almeno ottanta. 
<< Sbagliato! Ne ho ottantadue! >> rispose, ghignando. 
L'uomo accanto a loro alzò gli occhi al cielo, ma non disse nulla. 
Bob riprese a blaterare, alludendo al fatto che sembrasse così giovane per via della parrucca che aveva fortunatamente comperato qualche anno fa. 
<< Poi, non fumo, non bevo e non magio pizza! Faccio una corsetta intorno al locale tutte le mattine, ed è per questo che ho un fisico ancora compatto! >> si toccò la pancia. 
Hermione si limitava ad annuire ogni tanto, addolcendo il suo sguardo teso con un sorriso. Poi a distrarla dalle sue patatine fu l'uomo accanto a lei che, infastidito si alzò dalla sedia facendola stridere sul pavimento. Buttò il giornale nel cestino sotto il bancone e andò via sbattendo la porta. 
<< Bah, probabilmente è geloso >> spiegò Bob, drizzando la schiena. 
Hermione smise di ascoltarlo, perché ad attirare la sua attenzione fu il giornale dell'uomo. Infatti notò con piacere che non si trattava affatto di un giornale Babbano, apparteneva al mondo magico. 
<< Io ho finito, Bob. >> sorrise la ragazza, indicando il piatto. 
L'anziano, svogliatamente, prese il piatto e si recò in un'altra stanza. 
Velocemente Hermione afferrò il giornale, e prima che Bob potesse tornare si fiondò fuori dall'Hotel stringendo i fogli con una mano sola. Fuori faceva freddo, infatti si strinse le braccia al petto per non tremare. La strada era deserta, quindi aprì velocemente il giornale guardandoci dentro. La Gazzetta del Profeta, in prima pagina ritraeva un articolo di Rita Skeeter. 
Hermione sbarrò gli occhi quando lesse il titolo dell'articolo. 
"Harry Potter, il bambino sopravissuto, rapina la Gringott" 
Accanto al titolo, Hermione vide una foto allegata in cui si ritraevano Harry e Ron in senna ad un drago. 
Sbalordita, continuò a leggere tralasciando le parti in cui la Skeeter annunciava al mondo magico quanto fosse delinquente e maligno Harry Potter per colpa dell'assenza e dell'educazione dei genitori mancati. 
"Harry Potter, è stato scoperto questa mattina alla Gringott in una camera blindata sicuramente non di sua proprietà. Non si sa per certo a chi appartenesse, ma di chiunque fosse delle fonti ci fanno capire che Harry era sicuramente intendo a rubare. Harry Potter, aveva quindi deciso di risolvere i suoi problemi finanziari rapinando nella nostra banca di massima sicurezza. Sfuggito alle guardie, dopo aver saltato in senna al drago-guardia delle camere blindate con Ron Weasley, figlio di Arthur Weasley, di lui non si ha più alcuna traccia. Il Ministero della Magia si occuperò del caso..." 
Hermione chiuse in fretta il giornale, stanca di leggere tutte le idiozie che quella giornalista aveva detto su di lui. Non che non ci fosse passato, ma adesso la situazione era sicuramente peggiore. 
La ragazza, comunque, trasse un respiro di sollievo. I suoi amici stavano bene. 
Almeno, erano riusciti a prendere l'Horcrux? Mille domande le passarono per la mente, ma per nessuna di loro sembrava avere una risposta. Non sapeva nemmeno come contattarli, Harry aveva detto che l'avrebbe aggiornata, allora perché non si faceva vivo? Una lacrima scese lungo la sua guancia, ma fermò in fretta le altre prima che potessero scendere. 
Buttò il giornale in un cestino, lasciandosi andare quella storia alle spalle. 
Nel momento in cui salì i gradini che portavano al Bob's House, sentì il gugulare di un gufo proprio dietro di sè. Subito dopo si girò, incontrando una civetta bianca dall'aspetto stranamente familiare. Appena la riconobbe le sue labbra si alzarono in un sorriso felice, finalmente un sorriso sincero. Accolse Edvige con una risata e la civetta guizzò sulle sue braccia sedendosi subito dopo sull'avambraccio. 
<< Edvige, avrai fatto un lungo viaggio- la salutò, Hermione -Mi dispiace, non ho niente per te >> continuò, mentre slacciava un pezzetto di carta dalla zampetta. 
La civetta svolazzò via, infuriata. 
Hermione sogghignò, e per un momento le sembrò di essere tornata ai vecchi tempi. Si sedette sulle scale, non facendo caso al freddo che si impossessò velocemente del suo fondoschiena. 
Aprì il foglietto, e con sua grande sorpresa invece di trovare la calligrafia di Harry trovò quella disordinata e pasticciata di Ron. Sorrise istintivamente e, impaziente, cominciò a leggere. 
"Cara Hermione, 
Sono Ron, sarò breve. 
Non posso rivelarti i dettagli su tutto quello che sta succedendo perché questa lettera potrebbe essere intercettata, ti racconteremo tutto appena potremmo. Ci manchi tanto, senza di te ci sentiamo persi. Io mi sento perso. Non sai minimamente come mi senti in questo preciso momento, saperti con quel Malfoy con la costante paura che possa farti del male mi fa morire dentro.
Speriamo entrambi di rivederti presto, e per favore: stai attenta. 
Un bacio, 
Ron." 
Quando aveva visto la calligrafia di Ron  si era immaginata una lettera meno intima, invece le poche parole che le aveva detto erano riuscite a scaldarle il cuore togliendo tutto quel ghiaccio che si stava formando attorno ad esso. Si portò la lettera al cuore, come se questa potesse così donargli ancora più calore. Chiuse gli occhi, immaginando di essere insieme a loro da qualche parte del mondo alla ricerca degli Horcrux. 
Immaginò di essere seduta accanto a Ron, mentre lui le teneva stretta la mano e le diceva che sarebbe andato tutto bene. 
Dio, se le mancavano. 
Non aveva mai provato sensazioni simili prima d'ora, probabilmente perché non aveva mai nemmeno lontanamente immaginato di restare lontano da loro per un tempo tanto infinito. 
Quando riaprì le palpebre, le lacrime cominciarono a scendere ancora una volta. Non si preoccupò di fermarle, era stanca di reprimere i suoi sentimenti. 
Aveva voglia di piangere ed urlare fin quando la voce le sarebbe mancata. Desiderava trovare qualcuno che gli tracciasse la strada per tornare da loro. Per poter tornare finalmente ad essere felice, vivere. Anche se la guerra la stava uccidendo, almeno il calore dei suoi amici avrebbe potuto donargli anche quel minimo di speranza che pretendeva dentro di sé. Quel calore che poteva scongelare il suo cuore ghiacciato, rimasto al freddo per troppo tempo. 
Strinse la lettera che Ron gli aveva mandato fra le dita fredde. Si alzò dallo scalino di marmo, aprendo con le mani tremanti la porta che la separava dall'Hotel. Ci si infilò dentro, cercando di non farsi notare dallo stravagante proprietario della bottega che adesso se ne stava tutto solo seduto sulla poltrona. 
Gli scalini sembravo barcollare sotto il suo peso ma Hermione non se ne capacitò, era troppo stanca per pensare a qualsiasi cosa. 
Si era quasi scordata della presenza di Malfoy quando aprì la porta della camera, desiderando solo adesso di averne prese due. Draco era sdraiato sul letto, con la testa rivolta verso il soffitto. Ghignò quando la vide entrare. 
Aveva l'aria distrutta, e non aveva ancora approfittato della doccia per lavarsi. Le sue guance erano rosse ed e i suoi occhi gonfi, aveva pianto? Comunque, Draco non stacco gli occhi da lei per tutto il tempo. 
<< Cosa diavolo vuoi, Malfoy? >> sbottò arrabbiata, mentre si dirigeva verso il bagno. 
Draco non fiatò, anzi  continuò a sorridere sotto i baffi. Si passo una mano sul mento mentre la osservava. Non negò a sé stesso il piacere di guardarle le gambe e l'addome piatto, non poteva negare del fatto che la Granger fosse attraente ma non l'aveva mai considerata tanto piacevole. Odiava quando pensava a lei in quel modo, perché sicuramente non era così tanto bella. Era solo l'unica ragazza che vedeva da giorni, la sua reazione era più che normale. Non provava nessuna attrazione fisica verso di lei, figuriamoci. 
<< Siamo di cattivo umore eh, Granger? >> ghignò, mettendosi a sedere. 
Adesso erano più vicini ed Hermione lo guardava dal basso, e preferiva guardarlo così piuttosto che dall'alto. Le dava una certa sensazione di sicurezza. 
Sbuffò, arrabbiata. Decise di non dargli retta quindi si voltò dandogli le spalle. 
Mossa sbagliata. 
<< E questa? >> disse, con divertimento. 
Le afferrò la lettera di Ron portandola vicino al viso pallido e appuntito. Hermione si precipitò su di lui per afferrarla, ma Draco fu più veloce. La Serpe si alzò da letto, e con riluttanza fece stendere la Granger al posto suo. Le tenne le braccia ed il corpo fermo, così che non potesse dimenarsi. Hermione cercò di liberarsi dalla presa stretta delle sue mani sul suo corpo, sentendosi disgustata da quella prigionia. Erano entrambi seduti sul letto, solo che Hermione era intrappolata sotto di lui. 
<< Malfoy, non provare ad aprirla! >> sputò, digrignando i denti mentre cercava con tutte le forze di levarselo di dosso. Era incredibile quanto fosse debole in confronto a lui. 
Il calore della sua pelle la stava distruggendo. 
<< Oh, scordatelo Granger >> sibilò perfido, stringendo maggiormente la presa su di lei. 
Con la mano libera aprì la lettera, e una strana sensazione si impossessò di lui. I suoi occhi gelidi passarono su tutta al superficie del foglio, leggendone ogni parola. Era come se in quel momento volesse uccidere quel Weasley con le sue stesse mani. Come diavolo osava?
Lesse le righe una ad una, mentre la sua rabbia aumentò ad una frase in particolare. 
<< "Io mi sento perso" >> imitò le parole di Ron, mimando una smorfia con le labbra. -Quante volte avete scopato eh, Granger? Si sente talmente perso >> aggiunse. 
Hermione sfilò un braccio dalla sua stretta e cercò di afferrare la lettera dalle sue grinfie, per evitare che lui potesse leggere ancora qualcos'altro. Draco non aveva il diritto di violare in quel modo qualcosa che sentiva così vicina a lei, così intima. 
Draco posò la lettera sul comodino e le afferrò l'altra mano, spingendola contro il materasso. Adesso si stavano guardando faccia a faccia ed Hermione aveva gli occhi lucidi ed il respiro tremolante. 
<< Ha paura che ti faccia male, eh? >> ringhiò, stringendo la presa sui suoi polsi. 
Hermione cercò di spingerlo via, muovendo il bacino e le gambe. 
<< Povero Weasley- sputò ancora, gli occhi ridotti a due fessure. Poi fece passare lo sguardo su tutta la lunghezza del suo corpo, vedendo con piacere che si stava dimenando sotto il suo. -Sa che potrei ferirti proprio qui, su questo letto >> sibilò infine, avvicinandosi di più a lei. 
In quel momento Hermione perse la pazienza, e con forza gli assestò un calcio nei testicoli. Draco mollò la presa, contorcendosi su stesso. Hermione scese dal letto, raccogliendo la lettera con le lacrime che ormai uscivano senza tregua, tracciando delle linee bagnate sulle guance. 
<< Sei uno stronzo, Malfoy! >> urlò, prima di infilarsi in bagno e chiudere la porta con forza dietro di sé. 

#SPAZIOAUTRICE 

Allora, scusate ma mi viene da ridere se penso a quello che ho scritto a proposito di Bob. Mi dipiace ma lo odoro, ceh tipo che mi è successo davvero di incontrare un vecchietto che mi ha raccontato tutta la storia della sua vita e io ho dimostrato molto interesse per il suo racconto certo.
Viva le virgole! 
Comunque, la parte con Draco avevo intenzione di inserirla nel prossimo capitolo ma avevo paura che senza quella parte il capitolo risultasse troppo stupido. Tutta colpa di Bob. 
Immaginate Bob che si sbatte tipo in testa le sue medaglie. Bob aka Dobby. Poi non so perchè ho scelto il nome Bob, è il nome meno originale del mondo dai. 
Vabbe, anche se questo capitolo è stato un parto spero che alla fine vi sia piaciuto almeno un pochino. 
Fatemelo sapere in una recensione!
Aspettate, dico l'ultima cosa è sparisco: ho corretto i capitoli precedenti dagli errori olè! *fa la ola* Ho il brutto vizio di non rillegere e commettere errori stupidi. Scusatemi. 
Vabbe pt. 2
Al prossimo capitolo! ;* ( cerco di fare una faccina carina senza risultare invalida ) 
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: niallerguitar