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Autore: hajlss    07/07/2015    2 recensioni
" Giusto o sbagliato che sia, si amano. Ed è questo l'essenziale, Byun.
Promettersi amore e pensare solo ai contro, quello è sbagliato
Ma non lo è anche pensare solo ai pro e mollare la corda al primo ostacolo? "
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Baekhyun, Baekhyun, Chanyeol, Chanyeol, Chen, Chen, D.O., D.O.
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“La smettete per favore? Non mi non piace quello.” disse sospirando Jongdae, alzando solo per quell’attimo lo sguardo dal giornale su Baekhyun e Chanyeol, che, come li chiamava spesso lui, stavano facendo gli investigatori giustizieri specializzati in “amore”.

I due si guardarono per un attimo e poi scoppiarono in un risolino, facendo alzare gli occhi al cielo all’altro ragazzo da dietro il giornale.

“Hai pure il coraggio di chiamarlo ‘quello’? Ma per favore Dae, si vede lontano un miglio che ti piace! E poi, se non ti piacesse, non gli staresti così attaccato come una cozza. Ieri sera, al concerto, sappiamo tutti cosa avete fatto.” Disse Sehun, che si era appena unito ai due nell’interrogatorio, incitato da un secco e convinto annuire dei due compari.

Jongdae sussultò alle sue parole facendo un mezzo sorriso spontaneo al pensiero della sera precedente, poi chiuse il giornale e lo appoggiò sul tavolo con molta calma, poi posò gli avambracci sul tavolo, fece intrecciare le dita delle mani tra loro e si sporse leggermente.
  “E anche se mi piacesse, che problemi ci sarebbero?” esordì lasciando gli altri tre a bocca aperta da quella risposta, e non da una solita ramanzina delle sue.

Effettivamente a Jongdae piaceva, era il suo migliore amico, ma a lui piaceva. Gli piaceva il fatto che tutto il suo mondo girasse intorno a lui: erano compagni di stanza, di pullman, erano coetanei, avevano entrambi una bellissima voce e quando cantavano nei duetti era la fine del mondo, perché insieme avevano quella chimica che solo in poche persone si trova, si completavano a vicenda ed effettivamente alcune volte Jongdae esprimeva questi suoi sentimenti chiaro e tondo, per questo riceveva continuamente tutti questi interrogatori.

E anche lui, a sua insaputa, riceveva gli stessi trattamenti dalle due comare della situazione, che ormai amavano quella coppia alla follia.

“Problemi?! Non ci sarebbero assolutamente problemi! Quindi vatti a dichiarare subito deficiente!” gli rispose Baekhyun, cercando comunque di essere “gentile” e di metterlo a suo agio e a non impazzire per quei primi segni di ammissione di Jongdae.

A quella risposta, Jongdae tirò un sospiro di sollievo e si buttò a peso morto sulla sedia, incurvando le spalle e chiudendo quasi su se stesso, lasciandosi scappare un famoso “E se poi non gli piaccio?” con voce quasi dispiaciuta dopo un lungo silenzio passato a fissare il vuoto.

I due investigatori si guardarono lanciandosi uno sguardo di intesa e un mezzo sorriso furbo sulle labbra.
“Fidati, non succederà” lo rassicurò dolcemente Chanyeol, allungandosi verso di lui e dandogli un pizzico sul fianco, facendo scattare l’altro che, però, velocemente si ricompose nella sua posizione iniziale.
Jongdae dopo un po’ sospirò e si alzò, dirigendosi verso la sua stanza senza salutare nessuno dei tre ragazzi.
 
Quando tornò dalla sua quotidiana corsa pomeridiana, Jongdae trovò Baekhyun, Chanyeol e il diretto interessato a chiacchierare sul divanetto di nuove ragazze conosciute nel backstage del concerto della sera prima e, anche perché poco interessato sull’argomento, Jongdae decise di non intromettersi, soprattutto perché non voleva che quella conversazione sfociasse su altri argomenti, e così silenziosamente si recò in camera sua per fare una bella doccia e prepararsi per l’uscita che avevano organizzato Chanyeol e Baekhyun quella mattina dopo l’interrogatorio. Un'uscita a quattro. Baekhyun e Jongdae e Chanyeol e lui.
Ovviamente Jongdae non ne doveva sapere niente, doveva sapere solo che sarebbe uscito con Baek per fare un giro e visitare la città (e lasciare la stessa scusa all’altro innamorato) ma i due grandi geniacci si organizzarono nel terrazzo del salone, con Jongdae che dalla stanza aveva ascoltato per filo e per segno l’intera conversazione.


Jongdae con una mano tra i capelli era in boxer davanti l’intero armadio aperto non sapendo cosa mettere ma alla fine, optò per un semplice pantalone blu attillato, una maglia bianca di cotone e un cappello nero, anche se non ne era molto convinto.
 

“Vai da qualche parte?” gli chiese prendendo le chiavi, mentre l’altro si aggiustava un orecchino allo specchio.
Jongdae spostò lo sguardo dal suo riflesso all’altro ragazzo e gli sorrise.
“In realtà sì, non che ne abbia molta voglia ma…” e si interruppe per guardarlo meglio, sapeva che si era preparato, ma non sapeva come e finì per osservarlo qualche secondo in più del dovuto “... e tu?” concluse tornando ad aggiustarsi l’orecchino.
“Anche io… senti, che ne dici se entrambi diamo il buco e ce ne usciamo io e te da soli?” propose frettolosamente senza neanche pensarci, per poi pentirsene in un millesimo di secondo: e se dovesse uscire con una ragazza? Iniziò a pensare il ragazzo e cercò subito di aggiustare, anche se in malo modo, la situazione. “O-ovviamente se puoi, cioè insomma… Se devi dare buca magari a una bella ragazza per uscire con me, ma che dico! E se dovessi uscire con un ragazzo? Nono, intendo, insomma, con chiunque tu debba uscire, n-non…” e interruppe la sua balbuzie sospirando e incurvandosi nelle spalle, poi abbassò lo sguardo e un rosso fuoco iniziò a colorargli le guance e in modo leggero anche le orecchie.

Jongdae era quasi divertito da quel suo atteggiamento, lui era sempre stato un ragazzo molto introverso, soprattutto con le persone che non erano semplicemente buoni amici, e quelle poche volte che non lo era aveva sempre il dubbio di sbagliare e stare nel torto.

Jongdae si avvicinò a lui e con un mezzo sorriso beffardo in volto gli prese il viso tra le mani, ormai rosso, si avvicinò con le labbra al suo volto e gli lasciò un lieve bacio sulla fronte, che riusciva sempre a far calmare l’altro ragazzo in queste situazioni in cui diventava particolarmente agitato e sotto pressione.
“Sì, mi piacerebbe molto uscire con te” gli rispose annuendo e col suo usuale modo dolce e gentile mentre metteva, apparentemente in modo amichevole, un braccio intorno alle spalle d’altro.

 
E con un rumore di chiavi a segnare l’uscita dei due ragazzi, i due investigatori, che avevano spiato tutto dalle scale, si diedero un sonoro batti cinque entusiasti.
Il loro piano aveva funzionato.
  
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