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Autore: Blood Candy    07/07/2015    1 recensioni
Vai a te che osservi il foglio suo bianco. Lo studi, scruti ogni centimetro di quel bianco candido ed immacolato. Non bianco neve però, è più un bianco asettico da ospedale psichiatrico.
Vai a te che pensi che non hai scritto nulla. Niente. Zero.
Neppure una parola.
Genere: Drammatico, Thriller, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Frank Iero, Gerard Way
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Vai a te che osservi il foglio suo bianco. Lo studi, scruti ogni centimetro di quel bianco candido ed immacolato. Non bianco neve però, è più un bianco asettico da ospedale psichiatrico.
Vai a te che pensi che non hai scritto nulla. Niente. Zero.
Neppure una parola. 
Nessuna schifezza, neanche una stupida idea, una base di qualche aborto che mai vedrà la luce.
Pensa alla tua mente vuota. Pensa alle tue mani sudate. Pensa all’orologio che va avanti. 
Pensa che neppure a lui interessi. 
Pensa che ti hanno lasciato tutti, e sei solo.
Pensa che anche i tuoi amici ti odiano.
Pensa a quanto stronzo sei.
Prendi il tuo cinismo cronico e il tuo pessimismo innato e pensa che è tutto ciò che ti rimane.
Potresti usarli per uccidertici, pensi.
Ora dissolvenza su un primo piano soffocante, la lancetta corta ha compiuto un giro. Vai avanti veloce fino ai 2 giri. Poi corri fino ai 4.
Panoramica veloce della stanza, vai alla sedia vuota.
Il pubblico deve emettere un coro di “OOH” di stupore, lascia loro il tempo. 
Soffermati sul foglio bianco che più bianco non è.
Lascia al pubblico il tempo di ipotizzare. Lasciali sognare.
Stacco nero.
Vai a te disteso a terra, vai alla pozzanghera di sangue in cui giaci.
Sei stato proprio stronzo a morire sai? Non hai pensato alla povera domestica che domani passerà e dovrà pulire?
Lascia che il pubblico si faccia domande.
Torna a dieci giorni prima, quando avevi un nome. Un età. Un’identità. Una vita. Una sbronza terribile. E qualche dozzina di pasticche e farmaci in corpo.
Frank ti si avvicina.
È preoccupato, forse. Non senti ciò che dice.
Riesci solo a sentire confusi canti di animali mistici, e le voci nella tua testa. E capisci che non hai bevuto abbastanza. Che non hai preso abbastanza pillole. 
Primo piano sulla faccia di Frank. L’immagine è sfocata, il suono distorto. L’inquadratura traballa.
Sul suo volto l’espressione non la si distingue. 
La smorfia della sua bocca potrebbe essere un sorriso, o un vaffanculo. Vai a te che barcollante non sei certo di voler sapere cosa sia. Perché bastoni e pietre potranno pure spaccarti le ossa, ma niente potrà mai ferire quanto le parole.
Vai al casino che c’è dentro alla tua mente fottuta dall’alcol e dai farmaci, lascia voce al monologo che si sta creando, per una volta. Non soffocarlo. Non di nuovo. 
È il momento che anche tu soffra un po’, bastardo.
Vai alla tua mano che pesante piomba sul mobiletto del bagno, mentre guardando il mondo attraverso il vetro appannato che son le tue retine cerchi col tatto la boccetta di Devorcet.
Il braccio di Frank irrompe prepotentemente nell’inquadratura. Il pubblico pensa sia il tuo salvatore. Il pubblico sbaglia. Lascia loro tempo, forse capiranno.
Il braccio di Frank si getta sul tuo, la sua mano variopinta di tatuaggi sbiaditi afferra il tuo polso.
Fa il solletico. Tu ridi.
I canti di balena attorno a te diventano più forti, e senti la tua testa esplodere.
Vai alla boccetta che cade nel lavandino. Guarda dietro ai tuoi vetri appannati tutto il suo contenuto che va perduto nel buco, e gettati verso questo.
Maledici i tuoi movimenti rallentati, e torna al monologo che finalmente sta sbocciando, come un fiore a primavera, nella tua testa.
Nessuno ti vuole, dice la voce nella tua testa.
Tutti ti hanno lasciato, dice.
Sei un fallito; tutto ciò che hai costruito lo hai distrutto, cosa vivi a fare?
Stai zitto, dici.
Taci, dici.
Ho mal di testa, dici.
Non ti ascolterò, non di nuovo, dici.
Dai rispondi, perché vivi? Che senso ha la tua esistenza? 
Non ti ascolterò più, ripeti.
Non mi piaci, dici.
Non puoi scappare da questa domanda, non puoi scappare da me, dice la voce.
Io sono te, dice, tu non ti piaci? 
No. No no no no no.
No.
Non mi piaccio, no.
Io mi odio.
Io sono lo schifo.
Io sono la rovina di me stesso e di chi mi circonda.
Io sono la merda pura.
E allora vattene, abbandonami anche tu come hanno fatto gli altri.
Lasciami solo a morire nel nulla che ho creato. Lasciami perire nella merda che è la mia esistenza.
Lasciami affogare nell’alcol.
Torna alla voce nella tua testa, ma Frank è qui, dice, lui non ti ha abbandonato. Vuoi ferire anche lui, bastardo senza cuore che non sei altro?
No. Sì. Non lo so.
Voglio che mi odi, voglio che tutti mi odino. Voglio che mi lascino solo. Voglio sparire, diventare memoria. Voglio morire prima di esser morto.
Stacco nero.
Vai a Frank che esce dalla porta sbattendola. 
Ci rinuncio, urla.
Vaffanculo, urla.
E tu svieni sul pavimento del bagno.
Torna alla scrivania, al foglio bianco.
Quando la voce nella tua mente tace, e solo tu parli.
Pensa che ti hanno lasciato tutti, e sei solo.
Pensa che anche i tuoi amici ti odiano.
Pensa a quanto stronzo sei.
Prendi il tuo cinismo cronico e il tuo pessimismo innato, pensa che è tutto ciò che ti rimane e ficcatelo nel culo, perché non puoi farci assolutamente nulla.
Non stai bene, pensi.
E scrivi.
Lo scrivi, lo ripeti.
Lo urli.
Lo piangi.
Vai a te che corri al bagno, prendi il Valium dal mobiletto.
Torna a te che, strafatto di Valium, con un sorriso in volto prendi la tua penna di sottile metallo arrugginito dalle tue lacrime salate.
Vai a te che tracci una bellissima lunga linea sul tuo braccio.
È rossa. Ma non rosso tulipano, è più rosso campo di tulipani imbottiti di nitroglicerina che ci faranno esplodere tutti.
Stacco nero.
Primo piano del tuo sorriso del cazzo sulla tua stupida faccia morta.


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Quanto tempo era che non pubblicavo in questa sezione? Troppo.
Beh eccomi qua con.....qualcosa.
Una one shot cinica da morire che rispecchia tutto ciò che penso in questo momento, l'influenza di Palahinuk che si sente anche troppo e una crisi perchè ho appena eliminato tutti i testi che ho scritto negli scorsi quattro anni. *sigh*
Eggià...mi ero convinta di non saper scrivere, mi sono sentita una merda e presa da un attacco di panico ho cancellato tutto. Sono una deficente, lo so.
E ora? Beh pensavo di riscrivere in questo stile anche give me a kiss to remember, perchè ci starebbe bene, credo...
Ora è mezzanotte, dovrei dormire ma muoio di caldo quindi inizio il lavoro :3 bye
   
 
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