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Autore: looking_for_Alaska    08/07/2015    3 recensioni
Eos è una dea minore bellissima, pacifica e piuttosto solitaria. Un giorno però decide di giacere con Ares, dio della guerra e amante della dea Afrodite. Quest'ultima appena viene a sapere del fatto, s'infuria e scaglia una maledizione contro Eos.
Passeggiando una volta per Troia, Eos incontra un giovane principe di cui si innamora follemente; decide quindi di implorare Zeus di renderlo immortale.
Da suo marito avrà due figli. Uno di essi però perirà sotto la lancia di Achille nella guerra di Troia.
Eos piangerà lacrime di rugiada, capendo fino in fondo la maledizione lanciatole da Afrodite.
Storia di una dea minore di cui non si parla molto, ma che mi ha colpito per il dolore che ha dovuto subire.
Genere: Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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1 anno dopo...

Era notte, ma presto sarebbe giunta l'alba.
Eos era sulla cima di una montagna. Quale non era importante.
Dalla morte di Mnemone, niente lo era più.
Strinse forte al petto il mazzo di stelle alpine che aveva colto per dirgli finalmente addio e proseguire con la propria vita.
Aveva passato ogni giorno di quell'anno a disperarsi, a fare incubi e a pregare Ade di restituirle l'anima del figlio.
Ma non aveva pianto. Non ci era mai riuscita, le lacrime non erano sgorgate.
In fondo sapeva che sarebbe andata  a finire così. E sapeva anche che era il momento di salutare l'amato figlio per l'ultima volta.
<< Ciao Mnemone >> sussurrò.  << Sono venuta per salutarti. Sì, sembra stupido, io sembro stupida, questa vita sembra stupida. E forse lo è. Ma tu non sei più qui. Non potremo più condividere nulla insieme. Non una risata ti scuoterà, non un sorriso ti illuminerà il viso, non una mano ti accarezzerà. Sai, tuo fratello Emazione non fa altro che incoraggiarmi ad essere forte. Anche tuo padre Titone insiste molto. Li odio entrambi. Non capiscono il dolore di una madre che si è vista strappare il suo bambino dalle braccia da un momento all'altro. Come possono capire? Non ti conoscevano veramente, Mnemone, ma io sì. Sono stanca di soffrire, amore mio, figlio adorato. Condivido il dolore di molte madri che hanno visto i figli uscire di casa ma non li hanno visti tornare. Non sono l'unica, lo so.
Ma tu eri " colui che tiene duro".  Eppure sei morto, sei volato via, lasciandomi qui da sola. Non so se ce la faccio ad andare avanti, Mnemone. Ma devo farlo. E l'unico modo per farlo è dirti addio.
Spero che tu possa perdonarmi >>.
Una folata di vento gelida la scosse. Eos gettò le stelle alpine, e il vento le portò via con sé.
Lacrime gelide cominciarono a scorrere sulle sue guance per la prima volta, e mentre cadevano divennero rugiada. Nessuna felicità bruciava in lei, nessun sorriso animava il suo volto.
Solo tristezza, rabbia, odio, rassegnazione e lacrime.
Tante, tante lacrime.
Eos dalle dita di rosa contò fino a tre, poi si lanciò nel vuoto.
E l'alba giunse.



   
 
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