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Autore: arashinosora5927    08/07/2015    0 recensioni
"Maya, amore mio, finalmente ti ho trovata, vuoi diventare mia moglie?" chiese Giotto inginocchiandosi ai suoi piedi.
"P-Pri hem,Giotto,non c'è niente che desideri di più al mondo!" rispose la giovane Maya spostando un ciuffo rossastro da davanti ai propri occhi.
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Altro Personaggio, G, Giotto
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Era una serata piovosa e all'interno della grande reggia si resprirava un'aria molto pesante. "Devi sposare una donna!" disse con fare di chi è abituato a comandare la bellissima donna con i capelli dorati e gli occhi azzurri agitando le mani nervosamente. "Sì, madre", rispose sommessamente il giovane uomo di eguali colori. "Cosa penserà la gente di questa città se vede che mio figlio non si sposa? Penseranno che sia sufficientemente bello o intelligente per diventare principe o capo". Il giovane e bellissimo uomo suffò e il padre anche egli con gli stessi tratti somatici andò vicino al suo amato figlio e scombinandogli i capelli con una mano disse guardando dritto negli occhi sua moglie "Vanilla, stai tranquilla, davvero il nostro Giotto si sposerà presto e ci darà tanti spledidi nipotini", poi guardando fisso il figlio "vero Giotto?". Giotto accennò un sorriso che esprimeva più accondiscendenza che accordo e si dileguò dicendo "Mi ritiro nei miei appartamenti". Con passo felpato ed elegante fece strusciare il mantello sulle mattonelle con lo splendido mosaico dello stemma della famiglia e giunse alla sua camera senza mai togliere il sorriso dalle sue labbra. Aperta la porta abbandonò formalità e convezioni e si lasciò cadere sul letto scocciato. "Uffa, ancora si ostinano a tentare di farmi sposare, non capiscono che io non voglio?". Chiuse gli occhi e si ricordò di quel giorno tanto speciale che si figurò nella sua mente come se stesse accadendo proprio in quell'istante: aveva 5 anni e stava disegnando con G, il suo migliore amico e quel giorn non avevano fatto altro. Sua madre era entrata sorridendo nella sua camera e stringendo il suo biondino dorato e il suo rosso fuoco aveva detto "Un giorno il mio piccolo Giotto si sposerà, vero Giotto?". Giotto era arrossito all'istante e aveva risposto mostrando uno sguardo sorpreso "M-madre, ma io sono piccolo!". Sua madre lo aveva stretto forte al petto all'istante e aveva detto "Infatti ho detto un giorno, Giottino di mamma". Poi se ne era andata nonostante egli avesse ripetutto più volte "Non voglio con un dolce sorriso sulle labbra, lasciando Giotto nella disperazione più totale. Con tutto l'imbarazzo evidente grazie al rossore sul suo viso aveva chiesto a G "Che dici? Mi devo sposare?". G aveva sorriso ed era arrossito e poi aveva risposto "Sì Giotto, dovresti sposarti, però con me, io solo sarò la tua sposina".

A quelle parole Giotto aveva sorriso e un secondo dopo le loro labbra erano unite in un bacio casto da bambini. Entrambi erano felicissimi e Giotto fece indossare a G il vestitino da damigella della sorella Eve con tanto di velo e tenendolo per mano era andato dalla madre a dichiarare la sua sposa. "Madre", disse pimpante entrando con fare elegante e composto nel grande salotto "madre, le voglio presentare la mia sposa, si chiama G, ho deciso che sposerò lui". Vanilla a quelle parole scoppiò a ridere divertita e disse "Voi due siete proprio amici eh? G, sarai una sposa perfetta per il mio Giotto, benvenuto in famiglia". G aveva sorriso e il padre di Giotto guardava a metà tra il divertito e lo stupito la scena. G aveva risposto abbracciando Vanilla "Grazie mamma, sarò una splendida moglie". In effetti a cinque anni G sembrava proprio una bellissima bambina, sebbene Vanilla sapesse bene che era un maschietto. Dieci anni dopo una scena simile. Giotto e G avevano studiato tutta la giornata ed erano esausti, si erano addormentati sul letto tenendosi per mano automanticamente senza neanche pensarci. Vanilla aveva sentito il bisogno di rinnovare l'invito a sposarsi al suo figlioletto quindicenne dunque era entrata e aveva svegliato i due. "Giotto, amore di mamma, ormai hai quindici anni, dovresti proprio sposarti!". Giotto a metà tra l'assonnato e lo stizzito aveva detto con fare ironico e snervato "Buongiorno anche a lei madre". Vanilla lo aveva stretto al petto ancora una volta, sempre la stessa storia, e poi aveva continuato "Giotto, io voglio dei nipotini e voglio che il mio ometto si sposi una bella donna e sia tanto felice", poi si era girata verso G chiedendo aiuto e aveva detto "Sono sicura che G, la pensa allo stesso modo!". G, sorpreso e ancora un po' assonnato aveva subito detto "Sì, sono daccordo Giotto dovrebbe proprio sposarsi". Vanilla aveva sciolto l'abbraccio e guardando fisso nei lapislazzuli uguali ai suoi aveva detto "Vedi anche G è daccordo! A chi stai aspettando?". Giotto mise la testa tra le mani e poi ricambiò lo sguardo della madre con un tocco di sfida dicendo "Madre, io non mi voglio sposare, nè mo nè mai!". Vanilla se ne era uscita di nuovo dicendo "Cambierai idea, Giottino di mamma". Più che infastidito si era girato verso G e gli aveva chiesto "G, d-d-davvero credi che io debba spo-spo-sposarmi?". Era imbarazzatissimo! G con altrettanto imbarazzo aveva risposto "Sì, Giotto, credo che dovresti sposarmi". Dette quelle parole G si era buttato sul corpo di Giotto facendo combaciare le loro labbra e ridendo aveva detto "Come dieci anni fa, eh Primo?". Giotto era arrossito e aveva risposto "No, G, come mai prima d'ora". Si erano scambiati un dolce sorriso e poi G con una mano aveva accarezzato la guancia fatata di Giotto e pian piano si era avvicinato alla passionale bocca. Giotto aveva chiuso gli occhi in attesa di un bacio e G vedendo quell'espressione tanto divertente era scoppiato a ridere "Hahaha, Primo, dovresti vedere la tua faccia!". Giotto era arrossito all'istante e imbarazzato aveva nascosto la testa tra le gambe. Si era sentito rifiutato. Un secondo dopo G aveva preso le sue braccia sciogliendo quella scomoda posizione e si era sistemato addosso a lui in modo tale che stessero entrambi comodi. "G, che cosa fai?" aveva chiesto Giotto a metà tra il sorpreso e lo spaventato. G non aveva risposto, ma si era avvicinato alle sue labbra e gli aveva strappato un altro bacio casto. Dopo quel bacio G non aveva saputo resistere, aveva preso le mani di Giotto e le aveva portate sopra il cuscino all'altezza della testa e con uno scatto lo aveva baciato sempre più profondamente tanto che Giotto non riusciva a respirare. "A-aspetta" aveva detto Giotto sciogliendo per un attimo quel dolce bacio. "Non riesco a respirare, puoi metterci meno foga?". G era sbiancato e baciando i lapislazzuli che si rispecchiavano nei suoi rubini aveva detto "Certo, Primo" e aveva ripreso il bacio con meno foga. Le mani di Giotto giocavano con i capelli di G, un tempo tanto lunghi e ora media lunghezza, le mani di G scorrevano agilmente lungo i fianchi di Giotto e lo stringevano sempre di più a sè. Entrambi avevano iniziato ad ansimare, i respiri sempre più veloci e i corpi sempre più roventi. Egli aveva infilato una mano sotto la camicia di G e con fare di chi ama comandare disse "Ora ti slaccio la camicia G!". A quelle parole G era diventato del colore dei suoi occhi e staccando le mani di Giotto dal bordo della sua camicia aveva detto "Giotto, perdonami, io ti amo, ma non mi sento pronto per una cosa del genere". Giotto aveva sorriso e aveva detto "A pensarci bene, neanche io". Poi gli si era buttato addosso e baciandolo passionalmente aveva detto "Anche io ti amo G, ti amo da sempre, da quando ti conosco e se devo sposare qualcuno voglio che questo qualcuno sia tu e nessun altro". I loro baci e le loro carezze erano diventate sempre più intense ed erano state interrotte quando la giovane balia era entrata e trovandoli sul letto avvinghiati e catturati in un dolce bacio aveva detto "Signorino Giotto, signorino G, voi avete una relazione?" Entrambi si erano staccati all'istante e poi sorridendo mano nella mano avevano detto "Sì". La Balia Chilope aveva sorriso e aveva detto "Lo sapevo, sarà il nostro segreto". E da allora era iniziata la loro relazione. Erano fidanzati da 10 anni ormai, erano molto felici insieme. Nessuno sapeva della loro relazione oltre a Chilope, nemmeno Daemon che sapeva sempre i fatti di tutti lo sospettava anche solo minimamente.
Una sera a tavola sua madre, in occasione dei18 anni di suo figlio, gli di aveva svelato la leggenda del cielo e della tempesta e Giotto era rimasto molto colpito. "Si tramanda da anni ormai" aveva iniziato, "che ogni dieci anni un membro della famiglia Vongola partorisce un boss dalla fiamma del cielo, questo boss è dotato di capacità davvero più che straordinarie, più incredibili di quanto si possa immaginare. Il boss cielo diventa ben presto inseparabile col suo guardiano tempesta e tra i due nasce un rapporto così forte che il suo guardiano tempesta diventa la sua vita stessa. Si tramanda anche che tra i due nasca un rapporto anche più forte di una semplice amicizia qualcosa come un amore, un amore incredibilmente forte che li porta a potenziare ancora di più la loro fiamma attraverso l'unione". Qui si era fermata e aveva detto "Ma io non ci credo Giottino di mamma. Sai poi te lo immagini un amore tra due maschi? Bleah, che schifo, non può esistere una cosa del genere, è contro natura e fino ad ora nella nostra famiglia non è mai successo". Giotto a quelle parole era sbiancato, dunque sua madre era una nemica nell'affermazione del suo amore. Distrutto da quella reazione aveva detto "Madre, cosa c'è di male in due uomini che si amano? L'amore è amore, tutto!". Vanilla, fino ad allora mito indiscusso fuorché l'argomento matrimonio di Giotto, cadde irrimediabilmente "Ma Giotto, due maschi non possono avere figli e non possono continuare la nostra famiglia, ecco che c'è di male e comunque Giotto dovresti proprio sposarti ormai hai 18 anni". Giotto era impallidito si era congedato dalla madre e disperato era giunto in camera a piangere al pensiero che sua madre odiava la sua relazione e sarebbe impazzita scoprendola.
Facevano male quei ricordi e sul letto pensava e ripensava a come non poteva svelare la sua relazione col bellissimo G. Un attimo dopo grazie alla sua fiamma si era lanciato in volo dalla finestra e si dirigeva verso quella di G. "G", disse dando dei piccoli colpi alla finestra, "G" lo chiamò di nuovo. G vedendo Giotto sorrise e aprì all'istante la finestra facendolo entrare. Lo baciò appassionatamente e poi notò il suo sguardo triste. "Giotto, amore, che succede?" domandò allarmato. Giotto si buttò tra le sue braccia e gli raccontò l'accaduto. Dopo aver ascoltato bene le parole di Giotto, G disse con sguardo triste "Primo, penso che vi dobbiate sposare davvero, sarebbe meglio per tutti". Sentendo le parole di G, Giotto scoppiò in lacrime "E che ne sarà di noi? G, io ti amo, tu non mi ami? Non posso mandare tutto a farsi benedire!". G sorrise e disse "La nostra relazione continuerà, ma voi sposerete una donna di tutto rispetto, darete un erede a vostra madre e tutti saranno felici". "G" disse Giotto "Ma che cazzo stai dicendo? Di giorno faccio il perfetto marito e di notte sto con te? Ma sei impazzito?". Poi si illuminò "Ho un'idea migliore". Detto ciò, prese per mano G e lo trascinò in bagno. "Spogliati!" gli ordinò. G arrossì all'istante "M-ma Primo, non ho proprio voglia ora". "Fai come ti ho detto e basta!" gli ordinò nuovamente Giotto. G cominciò a slacciarsi la camicia e ben presto fu davanti agli occhi di Giotto proprio come la madre lo aveva fatto, nudo e crudo. "Quanto sei bello G" disse Giotto accarezzandogli il petto. "No, voi siete bellissimo amore mio". Si baciarono e Giotto disse "Non c'è un secondo da perdere!". Uscì dal bagno lasciando G nudo con uno sguardo interrogativo e tornò poco dopo con un'elegante lingerie in pizzo nero e gli disse "Metti questo". G arrossì e un po' snervato obbeddì all'istante. Guardandolo Giotto si rese conto che non andava bene e gli disse "No, non ci siamo, non sembra un seno!". Prese della carta igienica e cominciò ad imbottire il reggiseno di G. "Oooh, perfetto!" esclamò soddisfatto, mentre G ancora confuso e imbarazzato non riusciva a proferire parola. "Bene G e ora metti questo vestitino azzurro". G non riuscì a fare altro che obbedire agli ordini e indossate anche le scarpette bianche sembrava davvero il corpo di una donna. "G, sei bellissimo" disse Giotto felice. G spazientito gli urlò contro " Mi vuoi spiegare che cazzo stai facendo?". Giotto impallidì e si rese conto di quanto era staco scorretto e subito si scusò "Perdonami G, ho pensato di trasformarti in una donna, così potrò sposarti e mia madre sarà felice e anche io". G sorpreso e perplesso disse "Non penso funzionerà" e Giotto con uno schiocco delle dite chiamò Chilope e disse "Vedrai mio piccolo G, Chilope ti trasformerà in una giovane donna affascinante di tutto rispetto". Pochi minuti dopo G aveva acquistito il nome di Maya e aveva dei splendidi boccoli rosso fuoco, i lineamenti più graziosi del mondo ed era truccato a regola d'arte. "Primo, mi sento un po' in imbarazzo in queste condizioni" disse G. Giotto strigendolo forte tra le sue braccia disse "Mi sento un po' in imbarazzo "Giotto", non "Primo" G, da oggi in poi sarai Maya". "Giotto è una follia, non può funzionare!" ribadì G, ma Giotto lo ignorò completamente e corse in sala da pranzo. Fecero il loro ingresso elegantemente, Giotto teneva il braccio di G sotto il suo e regalemente la guidava verso il centro della casa. "Buonasera madre" proferì guardando Vanilla "questa bellissima donna è la mia futura sposa". Vanilla vedendo la splendida donna cominciò a felicitarsi e le andò vicino "Lieta di fare la tua conoscenza, sono Vanilla, la tua futura scuocera". G porse la mano dolcemente avvolta in un guanto e tentando di fare una voce femminile disse "Piacere mio, io sono Maya". Giotto la baciò davanti alla madre proprio come si conveniva e poi disse "Ho intenzione di propormi, qui, ora, davanti a voi, oh madre". Vanilla sorrise e aspettando la scena vide suo figlio prendere una mano alla giovane Maya e inginocchiarsi ai suoi piedi. "Maya, amore mio, finalmente ti ho trovata, vuoi diventare mia moglie?" chiese Giotto sfoderando un bellissimo anello con al centro un diamante dalle sfumature rosate."P-Pri hem,Giotto,non c'è niente che desideri di più al mondo!" rispose la giovane Maya spostando un ciuffo rossastro da davanti ai propri occhi e mostrando i suoi occhi scintillanti". Vanilla cominciò ad applaudire e G lasciò che Giotto la prendesse per i fianchi e lo baciasse profondamente. Il matrimonio fu celebrato il giorno dopo con grande felicità di tutti soprattutto degli sposi e così iniziarono a convivere come sempre, non che prima le cose fossero diverse. Vanilla iniziò ben presto un nuovo tormentone "E quando mi date un nipotino?" e anche un altro "Dove è finito G? Non si vede più in giro da quando ti sei sposato". Un giorno G non ce la fece più anche perché continuare a fingersi una donna era una cosa estremante sfrustrante e disse "Primo, non ne posso più, io non sono una donna e non sono Maya, se vostra madre vi ama allora non deve importarsene, se non vi ama io vi porterò via e vivremo per sempre insieme altrove". Giotto annuì e disse "Andiamo a dirglielo". Entrarono elegantemente all'interno della sala da pranzo e giunti vicino a Vanilla Giotto esordì "Madre, le devo parlare!". Vanilla con uno sguardo un po' contrariato disse "Potete anche smetterla con questa farsa, G ti accetto come sposo di mio figlio, ma in occasioni speciali dovrai fingerti Maya d'accordo?". A quelle parole i due sbiancarono e G togliendosi la parrucca disse "Grazie infinite Vanilla, non permetterò che nessuno tocchi il suo Giotto". Vanilla sorrise e disse "Ah, voi due vi siete proprio sempre amati eh? E vada per G e Giotto ,però alle mie amiche dirò di Maya, vedete di non farvi sgamare". I due scoppiarono a ridere e G prese in braccio Giotto baciandolo passionalmente e poi gli disse "Vi amo Primo". Giotto disse accarezzandogli una morbida guancia "Anche io ti amo G". Vanilla guardò intenerita la scena, infondo lo aveva sempre saputo e niente era più importante della felcità di suo figlio. Prese in mano il suo ventaglio ed esordì "Però io voglio un nipotino". I due si guardarono sconvolti e Vanilla ridendo disse "Scherzavo, scherzavo,voglio la felcità dei miei bambini".

   
 
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