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Autore: I Sogni di Elen    08/07/2015    2 recensioni
DAL SECONDO CAPITOLO
"Fu a quel punto che qualcuno prese il polso di Meredith, tirandola verso di sè.
Meredith sorrise felina e accarezzò la mascella del ragazzo, ma quando i suoi occhi incontrarono quelli di lui rimase pietrificata.
Charlotte le aveva ripetuto tante volte cosa fare in caso qualcuno l’avesse riconosciuta, a sentire la rossa era una cosa che accadeva abbastanza spesso, ma in quel momento sentiva la testa maledettamente leggera, il panico cominciò a stringerle lo stomaco."
Meredith è una studentessa universitaria che per pagarsi gli studi lavora come stripper in un locale. Daniel e Meredith si incontrano prima casualmente, poi lui scopre il 'lavoro' di lei.
Da quel momento sembrano destinati ad incontrarsi ovunque.
***
Una (e più) storia d'amore fuori dagli schemi ..e ho detto tutto.
[Con la collaborazione di Maki Chan]
Se vi abbiamo incuriosito, passate a dare un'occhiata!! ^_^ (inserite la vostra storia fra le ricordate per ricevere da parte mia un messaggio in cui vi informerò di ogni aggiornamento 😊 oppure lasciate una recensione!)
Elen;-)
Genere: Erotico, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Universitario
Capitoli:
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Capitolo Due 
betato da Maki Chan
 
Quella sera le ragazze del burlesque erano le prime a salire sul palco, il loro numero avrebbe preso un bel po’ di tempo. Meredith era stravaccata sul divano di cuoio scrostato, affianco a Fred. Il ragazzo giocherellava con la sua mano, come al solito. 
Fred era alto, i capelli decolorati in un biondo quasi bianco, leggermente mielato, in contrasto con le sopracciglia scure; era in topless, come durante gran parte delle serate al Timmy’s e indossava un paio di jeans sdruciti e rovinati ai bordi da cui si intravedeva l’elastico dei box. Sembrava più etero di uno stallone texano, eppure…
Fred aveva i tratti morbidi ma al contempo maturi, paradossalmente ruvidi come quelli di un uomo, per sembrare più grande lasciava crescere qualche millimetro di barba che gli irruvidiva la mascella. 
In quel momento canticchiava una canzone dei Queen, Bohemian Rapsody: “Mama, just killed a man \Put a gun against his head \Pulled my trigger,\now he's dead \Mama, life had just begun \But now I've gone and thrown it all away \Mama, ooo …” la melodia alquanto malinconica stava facendo venire a galla tutto il sonno represso di Meredith, che aveva chiuso gli occhi con il proposito di schiacciare un pisolino prima dello spettacolo.
-“Che stai facendo, Mer?! Non puoi concederti di stare senza far nulla. la risvegliò la voce di Charlotte, una vivace rossa, una delle regine del Timmy’s. 
Charlotte l’aveva presa da subito sotto la sua ala quando Meredith era entrata al Timmy’s con l’intenzione di trovare lavoro. Si era sentita come un pesce fuor d’acqua, con l’idea che spogliarsi non richiedesse un particolare talento. Charlotte l’aveva trascinata nella piccola sala prove dietro il palcoscenico di legno su cui ci si esibiva, dove i rumori della folla che riempiva il locale arrivavano soffusi. Le aveva sorriso velenosa, per rispondere allo sguardo sospettoso di Meredith, e le aveva detto -“Tu sei la solita ragazza che non conosce il mondo, immagino, piena di pregiudizi e di idee sbagliate” Meredith aveva provato a dirle che non aveva pregiudizi, ma non si sentiva tanto ipocrita da mentire così spudoratamente, perché era ovvio che Charlotte avesse ragione. La rossa aveva continuato a sorriderle e le aveva spiegato cos’era realmente il Timmy’s, cosa si faceva e infine le aveva fatto capire che, in realtà, per spogliarsi davanti ad un pubblico ci voleva eccome un talento. Meredith all’inizio aveva distolto lo sguardo, rossa in viso, Charlotte le aveva urlato: “Guardami! Non sarai mica una suora!” era stata una specie di sfida e Meredith non era mai riuscita a tenersi lontana dalle sfide, così aveva guardato. 
E poi era arrivato il suo turno, doveva imitare le mosse di Charlotte. Così aveva scoperto di possedere quel particolare talento.
-“Cosa hai preparato per stasera?” le chiese Charlotte, riportandola indietro dai ricordi. Si era seduta sullo schienale del divano e le stava spazzolando una ciocca di capelli con lentezza.
-“Sexy con classe” rispose Meredith, alzandosi dal divano e sorridendo a Fred, quindi dirigendosi verso la cabina con il borsone su una spalla.
-“Di che si tratta?” sentì chiedere da Charlotte, al di là del camerino.
-“Vedrai” borbottò Meredith, cercando di farsi sentire dall’amica, saltellando su un piede per togliersi i pantaloni. Sfilò la maglia e l’intimo, quindi afferrò la biancheria di pizzo nero -che consisteva in un bustier semitrasparente e un tanga abbinato- dal borsone e poi infilò l’abito rosso in stile Valentino, ovviamente falso, confezionato per lei dalla costumista del Timmy’s. Era un abito mozzafiato, aderente fino a metà polpaccio e poi drappeggiato e aperto a campana fino a terra, senza spalline. Infilò le scarpe di velluto bordeaux con il tacco vertiginoso, prese in un negozio di roba usata in stile pin-up -era bastato strofinare del pennarello indelebile rosso sulla punta e sui tacchi per farle tornare come nuove-, pregò Dio di non cadere rovinosamente faccia avanti. Uscì e Charlotte emise un fischio giocoso -“Sembri una diva, amore, una vera diva” le girò intorno -“Peccato che non credo tu sia all’altezza di quei tacchi” disse alla fine, Meredith scosse la testa e sorrise ansiosa.
-“Non sei d’aiuto, amore” ribatté, andando a sedersi davanti ad uno specchio libero.
-“Quando sei agitata dai il meglio di te” disse la rossa.
-“Ma io sono sempre agitata!” esclamò Meredith, concentrata a tracciare una riga di eye-liner decente.
-“Infatti” disse Charlotte, e prima che Meredith si rendesse conto che le aveva fatto un complimento, la rossa sgusciò via verso Fred.
Meredith riuscì a finire di truccarsi in tempo, quindi fu il momento per lei di prendere il posto delle ragazze del burlesque.
Meredith prese un profondo respiro e salì sul palco, presentata dalla voce potente e amplificata dai microfoni di Tim. Stare sotto i riflettori non la metteva in agitazione, al contrario delle voci che aveva sentito prima di entrare al Timmy’s: in realtà la aiutavano a non distinguere i singoli visi nella folla nera e compatta del pubblico.
La musica cominciò con il suo battito pulsante, come quello del suo cuore, e Meredith sorrise amabilmente, spingendo i pensieri verso un angolo nascosto della mente. 
Chiuse gli occhi, imitando le mosse seducenti che aveva provato con Charlotte un paio di giorni prima.
Spegnere i pensieri, con i mesi, era diventata una cosa molto più semplice di quando lo faceva durante i saggi di danza a Nestor.
Nestor era una piccola cittadina sul confine, noiosa e non differente da qualsiasi altra cittadina americana. Un posto dimenticato da Dio. Non conosceva un singolo adolescente di Nestor che volesse rimanere lì a vivere e crescere dei figli, con l’eccezione del figlio del pastore probabilmente.  I suoi si erano trasferiti a Nestor quando Florence era ancora piccola, più o meno quando Meredith cominciò il liceo, mentre Bonnie lo finiva e Florence usciva dalle elementari. Prima avevano vissuto a San Diego. Le tre sorelle avevano sempre sentito il bisogno di tornare a casa.
Mentre alcuni ricordi di Nestor le tornavano davanti agli occhi, Meredith si chinò in modo felino e accarezzò la mascella di un uomo lì vicino che la guardava con occhi bramosi.
-“Mi dai una mano, tesoro?” chiese all’uomo, lui annuì e la prese per i fianchi, aiutandola a scendere nonostante il salto fosse relativamente basso. Meredith appoggiò lentamente i piedi a terra e diede un bacio sulla guancia all’uomo, che le aveva rifilato cinque dollari, incastrandoli nella scollatura del vestito rosso.
Meredith fece un giro fra la folla, raccogliendo circa venti dollari, quindi tornò sulla passerella e si voltò, dando la schiena al pubblico e abbassando la zip sulla schiena come le aveva insegnato Charlotte. 
La rossa conosceva i più nascosti segreti della seduzione e aveva cercato di insegnarli a Meredith, dal modo in cui stringere la zip per far risaltare i polsi sottili e le dita lunghe -con le dita allargate e il mignolo all’insù- fino al modo di distendere la gamba durante una piccola passerella per far sembrare i fianchi più tondi e la vita più sottile. Meredith ricordava ancora lo stupore nel vedere che tutti i consigli di Charlotte funzionavano, provava ancora quella sorta di ammirazione per una seduttrice nata come lei.
Arrotolò la parte superiore del vestito fino ai fianchi, fece una piroetta con le braccia alzate sopra la testa e l’abito scivolò lentamente giù per le gambe con un “avvitamento” molto bello a vedersi. Scavalcò lentamente l’abito, fece l’occhiolino ad una ragazza che stringeva il braccio di quello che probabilmente era il suo fidanzato ed improvvisò una passerella. 
Il ritmo della canzone si era fatto più veloce e Meredith decise che era ora di “diventare selvatica”, per usare i termini di Charlotte. 
Stavolta non chiese aiuto all’uomo per scendere dal palco, dondolò le gambe e fece un balzo. Con una mossa studiata si guardò distrattamente intorno, quindi si diresse verso il tavolo più vicino, accarezzando di tanto in tanto la spalla o il braccio di chiunque gli si parasse davanti.
L’uomo al tavolo le sorrise e alzò una banconota da dieci. Meredith gli fece l’occhiolino e si sedette su di lui.
-“Dammi una mano” sussurrò, l’uomo sorrise e Meredith gli prese le mani, quindi le portò al primo gancetto del bustier e alzò l’indice davanti al volto dell’uomo -“Solo uno”
Il tipo sganciò il gancetto e allungò le dita verso il secondo, Meredith fu veloce a prendere i soldi e a bloccarli sotto l’elastico del perizoma, contro la coscia, quindi baciò sulla guancia l’uomo e si diresse verso un altro tavolo.
Alla fine del primo numero radunò sessanta dollari, quindi tornò dietro le quinte, riallacciando il bustier per coprire il seno.
Charlotte le sorrise e le fece l’occhiolino -“Sei stata brava. Ora vado a risvegliarli io” Meredith ridacchiò e la guardò prendere il suo posto. Fred intanto stava chiacchierando con un gruppo di ragazzi che lavoravano al Timmy’s da qualche mese ma che sembrano avere molta grinta.
Le ragazze del burlesque si stavano preparando per entrare in scena dopo Chalotte, poi sarebbe stato il turno dei ragazzi e verso le due Meredith avrebbe fatto il secondo turno, dopo quello di Fred.
Il sabato sera si stava aperti fino a tardi, a volte fino alle cinque.
Meredith sbuffò e si sedette sul divano con le cuffiette dell’iPod nelle orecchie, pronta a far trascorrere il tempo il più velocemente possibile. In quel momento, le sarebbe piaciuto stare a letto a leggere con una bella tazza di tè fra le mani, aveva più o meno tre romanzi ancora da finire e altri quattro nella lista di “libri da leggere” oltre a tutti i libri universitari che Mr. Elman amava somministrare ai suoi studenti.
Fece un breve pisolino. Venne svegliata da Fred che le porgeva una tazza gigantesca di caffè, a quel punto prese dal borsone nero i suoi libri e cominciò a studiare per il test di lunedì.
Il tempo passò, i numeri si susseguivano uno dopo l’altro e le informazioni si fissavano nella mente stanca ma determinata di Meredith, fino a quando non venne l’ora di prepararsi.
Ormai aveva ingranato e salendo sul palco non aveva più bisogno di concentrarsi per spegnere i pensieri, fra sé e sé continuava a ripetere le nozioni del libro per fissarle meglio nella mente.
Era vestita da segretaria, con una gonna a tubo grigia e la giacchetta coordinata con grossi bottoni di velluto neri, oltre agli occhiali neri. Charlotte le aveva raccolto i capelli in uno chinon tirato e Meredith si era lasciata truccare dall’amica, che le aveva dipinto le labbra di un viola scuro e opaco. Indossava delle ciglia finte in stile drag e Charlotte le aveva fatto uno smokey eyes praticamente perfetto in tonalità grigie e nere.
Sul palco c’era già James, che faceva la parte del capo. Era seduto dietro ad una scrivania e faceva finta di leggere dei documenti. Meredith si avviò direttamente verso di lui, nessuna musica di sottofondo, solo qualche schiamazzo della folla che riempiva il Timmy’s. Per lo più erano tutti concentrati a osservare la scenetta, Meredith la trovava abbastanza banale ma lei e James avevano provato talmente tanto la “coreografia” da sapere che non era banale.
-“Hey Ma-ma-mama!” canticchiò Meredith, atteggiando la voce ad una tonalità bassa e roca -“I like the dirty rythm you play” disse, avvicinandosi a James. In quel momento cominciò la canzone, una delle più famose negli ultimi mesi, Hey Mama di David Guetta. 
James appoggiò i fogli sul tavolo e la guardò con le sopracciglia alzate, fingendosi piacevolmente sorpreso. Come da copione, Meredith fece un paio di piroette e gli fece segno con il dito di avvicinarsi. James sorrise e si alzò, Meredith lo tirò dalla cravatta portandolo al centro del palco e ballandogli intorno. Seguendo il ritmo della canzone, tolse gli occhiali e sciolse i capelli, accarezzò la mascella di James e riprese a ballargli intorno. Stavolta James, come avevano deciso insieme, la prese per i fianchi e la avvicinò a sé. 
Maggior parte dei passi li avevano copiati da Dirty Dancing -avevano preso le mosse più seducenti, non il balletto finale-, uno dei film preferiti di Charlotte. 
Ballarono per un minuto buono, alternando passi di danza allo spogliarello vero e proprio. La folla aveva riconosciuto la canzone e forse qualcuno anche i passi, che erano un susseguirsi di ondeggiamenti dei fianchi e baci sul collo e sul petto.
Quando entrambi si ritrovarono in intimo, venne il momento di scendere fra il pubblico.
Fu a quel punto che qualcuno prese il polso di Meredith, tirandola verso di sé.
Meredith sorrise felina e accarezzò la mascella del ragazzo, ma quando i suoi occhi incontrarono quelli di lui rimase pietrificata.
Charlotte le aveva ripetuto tante volte cosa fare in caso qualcuno l’avesse riconosciuta, a sentire la rossa era una cosa che accadeva abbastanza spesso, ma in quel momento sentiva la testa maledettamente leggera e il panico cominciò a stringerle lo stomaco.


Buonsalve!
Eccoci di nuovo qui, con il secondo capitolo ^.^
Prima di tutto, ringrazio Whakaritea (bellissimo nome!! oltretutto hai una bellissima foto del profilo!) per la recensione al primo capitolo della storia e i mille complimenti! 
Immagino che il bello delle recensioni non sia solo "aumentare" l'autostima di chi scrive (o anche abbatterla, in effetti, ma in quel caso penso sia giusto perchè vuol dire che uno scrive di m****) ma anche rendere i lettori "reali", ecco perchè dovete recensire ... dopo questa attenta e matura riflessione, torniamo alla storia!
Ringrazio anche chi ha già messo la storia fra i preferiti e i seguiti (sincermanete non me lo aspettavo, non così prestooo!!!) e sappiate che ci avete fatte contentissime :* (SMAK!!) 
Sapevo di aver detto che avrei aggiornato venerdì pomeriggio, ma sono stata presa dalla "sindrome del novellino" e quindi ho pensato di aggiornare a metà settimana, presa completamente dall'entusiasmo :3 Ma venerdì pomeriggio potrete aspettarvi comunque un capitolo...
Per il banner bisogna ancora aspettare, mi sto ancora organizzando, anywaaaayy...spero che lo vedrete presto.
Detto questo, vi saluto e alla prossima!
Elen;-)

P.s.
RECENSITEEEE!

 
  
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