Anime & Manga > Card Captor Sakura
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Autore: Fabiola19    08/07/2015    0 recensioni
Le vicende di Sakura e dei suoi amici si svolgono ad un mese dalla cattura della Carta del Nulla: da allora tutti i segreti che circondavano la giovane Cattura Carte sono ormai noti ad ogni suo conoscente. Per esempio, il fidanzamento tra lei e Li si è esteso fino a suo padre Fujitaka, come persino il segreto di Kerochan e di Yuki. Dopo l'evento che coinvolse tutti nella magia della Carta del Nulla, si è più consapevoli dell'esistenza di poteri al dì fuori di questo mondo. Kerochan, dopo la scoperta della sua identità (solo dentro la famiglia di Sakura), decise di volare nell'emisfero Nord per stare in compagnia della sua famiglia che non vedeva da molti anni. Egli disse che vi sarebbe rimasto per un anno intero, almeno fino a quando lui stesso non cambi idea. Il riavvicinamento di Kerochan sulla famiglia di Sakura, avrà ripercussioni sul viaggio che la paladina delle Carte ed i suoi amici dovranno compiere, anche a causa della presenza di un nuovo oggetto magico: l'Unico Anello. Questo fu nascosto in segreto per molto tempo sotto il naso di Sakura, senza che nessuno se ne accorgesse. Starà a lei distruggere il misterioso Anello magico.
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Shaoran/Sakura
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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Una voce nell' ombra riecheggiava sempre più nel vuoto totale, una voce che quasi faceva da monologo, una voce fredda e sempre più ipnotizzante si andava a perdere nell'aria: << Il mondo è cambiato >>, iniziò a dire, come se stesse divulgando a tutto il mondo con un bisbiglio il pensiero comune: << Il mondo è cambiato >>, continuava: << Lo sento nell'acqua, lo sento nella terra... Lo avverto nell'aria... >>. Seguì una breve pausa: << Molto di ciò che era è andato perduto, perchè ora non vi è più nessuno che lo ricorda... >>. Fino a questo punto, l'immagine che era solamente avvolta nel buio completo si schiarì, quasi a focalizzare un obiettivo. E si intravide in un scintillio la creazione degli anelli magici, estratti dal magma incandescente da pinze meccaniche sostenute da un vecchio fabbro. A quest'ultimo gli venne affidato il compito di dare potere a diverse razze di natura fantastica a seconda dei loro bisogni: << Tutto iniziò con la forgiatura dei grandi anelli >> riprese la voce: << Tre furono dati agli Elfi, gli esseri immortali e saggi... Sette ai Re dei Nani, grandi minatori e costruttori di città nelle gallerie. E nove, nove anelli furono dati alla razza degli uomini perchè più di ogni altro desideravano il potere... Ma tutti loro furono ingannati, perchè venne creato un altro anello >>. Si fermò per un secondo, e in seguito la voce bisbigliante assunse un tono più preoccupante e incessante indicando in una cartina una zona marcata con il nome di “Mordor”: << Nella terra di Mordor, tra le fiamme del Monte Fato, Sauron l'Oscuro Signore forgiò in segreto un anello per conquistare tutti gli altri, e in questo modo legò a sé la sua crudeltà, la sua malvagità e la sua rovina >>. Sauron era rappresentato nella forma di armatura, cioè il suo corpo era interamente rivestito di armature metalliche, nessuno poteva sapere che aspetto avesse. In testa portava un elmo a forma di teschio, con l'aggiunta di due corna verticali a punta; aveva estratto il magico oggetto dal magma incandescente e lo stava facendo fluttuare nell'aria, per poi metterselo nell'indice della sua mano destra nera, e sembrava che l'anello illuminasse il dito su cui era stato messo quasi facendogli cambiare colore talmente era dorato. << Uno ad uno tutti i popoli liberi della Terra di Mezzo caddero sotto il dominio del loro Padrone, ma alcuni opposero resistenza...>>; grazie all'anello del potere, Sauron era in grado di sottomettere tante creature malvagie, quali orchi, per crearsi un esercito tutto suo per dominare i territori circostanti il mondo. Solo gli Elfi si opposero alle grinfie di Sauron dove ai piedi del Monte Fato, essi decisero di combattere per la loro libertà e per gli altri popoli della Terra di Mezzo: << Un' ultima alleanza di Uomini ed Elfi si diedero man forte, e sui pendii del Monte Fato combattè per la loro libertà >>.

Schiere di orchi carnivori armati fino all'osso, minacciavano coloro che volevano oltrepassarli; gli Elfi contrattaccarono scagliando contro le orribili creature cascate di frecce, mentre un elfo, con lunghi capelli neri, che stava al centro della prima fila di Elfi dava ordini in lingua elfica di sguainare le spade per colpire gli orchi che nella loro corsa si erano fermati ad un soffio dagli Elfi. Ne seguì una battaglia dove l'armeria degli Uomini e degli Elfi prevaleva sul nemico: << La vittoria era in pugno >>, l'elfo dai lunghi capelli neri ebbe il tempo di distogliere lo sguardo dall'orco che aveva appena infilzato con la sua lunga spada...e lo vide! Il suo sguardo, come quello di molti uomini ed elfi, si impietrificò. Sauron era sceso dal suo covo nel Monte Fato, armato di un lungo scettro, voleva fare piazza pulita di tutti i disturbatori della sua zona. Fece in tempo a vibrare un colpo dall'alto verso il basso con la mano destra, dove impugnava il suo scettro, ed intere file mescolate tra uomini ed elfi volavano per alcuni metri, e le loro carcasse finivano sbattute a terra, lontano dal campo di battaglia. Uno degli uomini, che portava sotto l'elmo una corona argentata (doveva trattarsi del Re degli Uomini), tentò di sorprendere alle spalle Sauron, ma quest'utlimo se ne accorse e dopo essersi girato, con un gesto con lo scettro, scaravento l'uomo contro una roccia, uccidendolo all'istante. Un altro uomo intervenne per soccorrere il Re, e quando il valido cavaliere si tolse l'elmo, dopo che lo aveva rimosso dal capo del defunto Re, tutti i presenti capirono che si trattò del figlio del Re perchè le sue mani poggiavano sul volto del padre e le sue lacrime lo irrigavano: << Fu in quel momento, quando ogni speranza era svanita, che Isildur, figlio del Re, afferrò la spada di suo padre... >>; Isildur si allungò per prendere la spada, ma come la toccò dal manico, il piede di Sauron era già sulla lama, e in questo modo si spezzò. Allora la mano nera del nemico stava per afferrare il collo di Isildur, ma questi pieno di rabbia staccò il dito su cui era posto l'anello con la sua spada spezzata, facendolo roteare nell'aria per finire al suo fianco. Sauron emise un urlo di dolore prima che il suo corpo si dissolvesse in un'esplosione, e il suo urto fu così forte da far cadere a terra tutti i presenti alla battaglia. La maschera che portava Sauron cadde con un tonfo nel terreno, insieme agli altri pezzi della sua armatura: << Sauron, il nemico dei popoli liberi della Terra di Mezzo, venne sconfitto! >>. Isildur, prese il dito che aveva staccato a Sauron, e si accorse che si sgretolava come se lo portava all'altezza dei suoi occhi per esaminare l'oggetto metallico che gli illuminava la faccia. Poco dopo la battaglia, Isildur divenuto nuovo Re del popolo degli Uomini, con la morte del padre, prese un pugno di soldati sopravvissuti allo scontro con Sauron, che lo dovevano scortare fino alla città degli Uomini. Quell'anello divenne per Isildur talmente prezioso che per paura di farselo rubare, se lo portò al collo come una collana. Ma egli e il suo esercito sulla via del ritorno, finirono in un'imboscata degli orchi. Un orco saltò addosso a Isildur, disarcionandolo dal cavallo. Come si rialzò in fretta, gli bastò sollevare lo sguardo per capire che erano circondati. Nella confusione più totale, egli per scampare all'agguato si indossò al dito l'anello, e subito divenne invisibile. Si gettò nel fiume più vicino per scappare sott'acqua, ma l'anello gli sfuggì dal dito rendendolo visibile alle frecce degli orchi. Quando cercò di allungare la mano per riprenderselo, le frecce velenose lo raggiunsero alla schiena e in pochi istanti il suo cuore cessò di battere, lasciando solo una carcassa galleggiante sulla superficie del fiume, e l'anello affondava con tutto il suo peso nelle profondità dell'acqua, e vi rimase per un lungo periodo: << Finchè quando si presentò l'occasione, esso irritì un nuovo portatore... >>. Una mano immersa nel fiume prese l'anello e la parte di terra su cui era poggiato. La mano apparteneva ad una strana creatura che si nascose in una caverna per ossrvare meglio il suo bottino, lontano dalla luce del giorno: << Il mio tessssoro! >>; era una creatura che era nascosta nel buio, non ancora riconosciuta: << L'anello andò nelle mani di una creatura chiamata Gollum, il nome preso dalla sua razza, e lì l'anello lo consumò: per più di 500 anni esso gli avvelenò la mente, e nell'oscurità del buio attese... >>. Un giorno l'anello scivolò dalle grinfie di Gollum, come se avesse deciso di abbandonarlo per sempre, rotolando e sbattendo contro ogni parete rocciosa che incontrava, e si depositò in un mucchio di foglie. Un visitatore che passava per quelle montagne per raccogliere funghi, si accorse di un anello smarrito e lo raccolse: il turista aveva gli occhi a mandorla, un cappello, una barba che cominciava a crescere lievemente e aveva un colorito grigio scuro come i suoi capelli. << Che cos'è? >> si domandò avvicinando la mano con cui aveva raccolto l'anello: << Un anello! Eh eh.. >> si rialzò per mettersi l'oggetto raccolto in tasca non appena sentì una voce piagnucolante: << Perduto! Il mio tessoro è andato perduto! >>, il visitatore così fece per fuggire da quel posto.

A distanza di 60 anni, un vecchio nella sua casa finiva in Giappone di scrivere un libro dedicato alla sua città natia Tomoeda, si trattava del bisnonno di Sakura Kinomoto, ovvero del nonno di sua madre.


 

   
 
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