Fanfic su artisti musicali > Fall Out Boy
Ricorda la storia  |      
Autore: unsynchronized    08/07/2015    1 recensioni
"Dobbiamo smetterla con questa storia. Tutto questo dilagare di "peterick" tra i nostri fan comincia a darmi davvero fastidio."
Genere: Fluff, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Patrick Stump, Peter Wentz
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
"Pete sono due anni che te lo dico ormai," esordì Patrick, dopo che riuscì a trovarsi in disparte con il bassista, in modo tale che gli altri non sentissero. I suoi occhi erano duri, ammonitori.
Pete lo guardò confuso. Sbatté le palpebre due volte, come cercasse di capire o ricordare.
"La mano, Pete. Prima, sul palco. Non devi toccarmi in quel modo. Non devi interagire così con me."
Il bassista non riusciva a fare chiarezza nei suoi pensieri. A che si riferiva Patrick? Dove aveva sbagliato?
"Pete. Mi hai toccato il sedere durante Saturday! E il pubblico l'ha VISTO!" la voce di Patrick salì di qualche tono. "Dobbiamo smetterla con questa storia. Tutto questo dilagare di "peterick" tra i nostri fan comincia a darmi davvero fastidio."
Pete mimò un "ah" con la bocca, senza emettere alcun suono. Dopo qualche istante rispose. "Okay. Ma perché ti dà così fastidio? Scherziamo in questo modo quando ci esibiamo da quando abbiamo iniziato. Se avessi saputo che ti metteva in imbarazzo, avrei smesso."
Patrick sospirò. "Pete, non è quello che fai a mettermi in imbarazzo. Siamo migliori amici, ci conosciamo da una vita. Solo le reazioni dei fan, il fatto che ci guardino come fossimo una coppia che non sopporto."
"Non capisco dove sia il problema."
"Il problema è che non è vero, semplicemente. E non mi piace che venga detto il falso."
Pete non sapeva che dire. Cioè, sapeva cosa avrebbe dovuto dire: qualcosa come "ok, non lo farò più" o qualche stupida battuta alla Pete Wentz per sdrammatizzare, farsi una risata e poi andarsene, come se non fosse successo nulla. Ma in quel momento aveva perso ogni capacità cognitiva e tenne la bocca chiusa.
"Hai capito?" gli chiese allora Patrick, con una voce più rassicurante di prima; vedendo la sua reazione, gli venne in mente che forse aveva offeso il suo amico. Non era di certo questa la sua intenzione; gli pose dunque una mano sulla spalla, per dimostrargli che non per questa ragione la loro relazione sarebbe cambiata.
"Allora iniziamo da subito. Non toccarmi," disse Pete, liberando la sua spalla dalla presa del cantante con una certa veemenza. Si voltò e uscì dalla porta, sbattendola dietro di sé. Il rumore richiamò l'attenzione di Andy e Joe, che stavano guardando una partita in tv, e rivolsero a Patrick uno sguardo pregno di domande. Patrick restituì loro la stessa identica occhiata: non aveva la più pallida idea di cosa fosse appena successo.
"Che hai detto a Mr. Drama Queen?" chiese Joe. "Che ha?"
Patrick scosse appena la testa e fece una smorfia. "Gli ho chiesto di evitare di starmi troppo vicino e di toccarmi in modi ambigui durante le performance. Tutto qui."
Nessuno disse niente, incerti su come agire, finché Andy non prese la parola. "Quello è il suo modo di essere e di esprimersi, Patrick. Forse si è sentito respinto."
Il cantante sospirò.
"Che permaloso." Non mancava una nota di rassegnazione nel suo commento. "Vado a parlargli."
Patrick uscì dalla stanza e trovò Pete nel corridoio, seduto per terra a pochi metri dalla porta. La testa era poggiata sulle sue ginocchia piegate. A Patrick sembrava così vulnerabile, tutto rannicchiato in sé stesso in quella maniera; nella sua mente iniziarono ad affollarsi sensi di colpa, anche se ancora non aveva chiaro come il bassista potesse essersela presa così tanto.
"Pete?" la sua voce era un sussurro. "Hey?"
Il ragazzo non rispose né alzò gli occhi, ma Patrick decise di procedere ugualmente. "Ascolta. Non era mia intenzione offenderti, né limitare il tuo genio artistico, o, non so, la tua personalità o il tuo modo di esprimerti. So che quello sei tu. So che non ti piace dover seguire regole o che altri ti dicono cosa fare e cosa no, non era mia intenzione inibirti. Il mio era un discorso di pubblicità, di marketing, di media, non una critica nei tuoi confronti."
Pete alzò la testa e rivolse a Patrick due grandi occhi lucidi. Deglutì e cercò di non far tremare la sua voce.
"Hai detto 'tuo modo di esprimerti', penso tu abbia azzeccato."
"Sì, beh. È stato Andy a suggerirmelo, ma -"
"No no no, Patrick. Non hai capito che intendo." Pete chiuse gli occhi per qualche secondo, quando li riaprì sembrava aver acquisito maggior coraggio e fermezza nel suo tono. "In quel modo io esprimo NON il Pete Wentz - personaggio. Non il bassista dei Fall Out Boy. In quel modo io esprimo il vero me, e che gli altri lo vedano, che ne siano testimoni… Non è qualcosa a cui do troppa importanza."
"Penso di aver perso il filo. Se non lo fai affinché il mondo lo veda, perché lo fai?"
"Per farti capire ciò che non posso dirti a parole."
"Farmi capire?" Patrick aggrottò le sopracciglia. "Cos'è che non puoi dirmi?"
"Patrick. Non potrei smettere di toccarti, di guardarti con occhi sognanti. Non potrei mai non stare accanto a te. Non ascoltarti cantare da vicino, non sentire il tuo sudore, che odora di passione, dedizione e duro lavoro. Non potrei accettare di non avere contatti con te, perché ho bisogno di avere contatto con te. Ho bisogno di toccarti. Di poterti ammirare liberamente. Anzi, vorrei poterti amare liberamente. Ecco il punto. Io ti amo, Patrick, ma in privato sono bloccato; sul palco è più facile, ci lasciamo tutti andare un po' di più. Avevo reso il momento dell'esibizione l'unico momento in cui permettevo a me stesso di coltivare il mio amore. Era il mio piccolo segreto, pazzo e maniacale, lo so. E so anche che è folle il fatto che io ti ami. Devo smetterla e basta. Devo tacere e mettere a tacere ciò che provo. Peterick non esiste."
Gli occhi del bassista assunsero una velatura rossastra, che andò a contaminare il bianco attorno alle sue iridi. Come se la sua innocenza, se fino a quel momento era stato considerato innocente dal suo amato, fosse stata irrimediabilmente macchiata di peccato.
"Pete, io non… Avevo idea."
"Lo so."
"Sono stato brutale."
"Colpa mia che mi faccio assalire da sentimenti sbagliati."
"Non esistono sentimenti sbagliati."
"Ah no? E come lo definisci, questo?" Pete grugnì. "Dovevo stare zitto."
Patrick guardò il ragazzo negli occhi per qualche momento, un'espressione impassibile stampata sul suo volto. Sembrava stesse per dire qualcosa, e in quell'attesa, Pete aveva l'impressione che il cuore volesse distruggergli la cassa toracica e abbandonarlo. La sua voce si ruppe. "Patrick… Di' qualcosa, ti prego…"
Patrick chiuse gli occhi, e Pete fece lo stesso, stringendoli. Era finita.
Pete non vide che Patrick avvicinava il proprio viso al suo e, quando percepì il suo respiro sulla faccia, Patrick lo stava già baciando. Fu languido e non durò poco. La lingua del cantante si muoveva con lentezza, indugiando ogni tanto; voleva cogliere appieno il sapore di quell'istante. Il bassita si lasciò condurre, e imboccò presto la via della gioia e del desiderio.
"Il tuo errore," disse Patrick una volta separati i due volti, "è stato dare per scontato che in realtà non ti amassi anch'io."
Pete strabuzzò gli occhi. "Aspetta, stai dicendo che…"
"Che lo voglio almeno quanto lo vuoi tu. E soffrivo per il fatto che tu mi facessi tutte quelle cose sul palco perché pensavo che non ti avrei mai avuto concretamente. Ma ora non dobbiamo più fingere. Possiamo amarci qui, nella vita vera."
"Possiamo?"
"Dobbiamo. Se il tuo cuore lo vuole. Io lo voglio."
  
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Fall Out Boy / Vai alla pagina dell'autore: unsynchronized