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Autore: Ipox_017    09/07/2015    1 recensioni
Connie Spice è una ragazza detta da molti strana, particolare, eccentrica, matta, con il corpo nella realtà ma la mente in un altro mondo. Non che abbiano tutti i torti, il suo modo di vestire, di comportarsi la rendono agli occhi della gente una ragazza fuori dal normale, ma a Connie non le è mai importato niente di cosa dice e pensa la gente. Se le piace tingersi i capelli di un colore strano lo fa, se vuole mettersi quella maglietta con quei colori sgargianti lo fa. Se deve decidere dal cambiare totalmente o rimanere se stessa, ovviamente, decide di diventare ancora più stravagante di prima. La sua filosofia era “essere diversa”, e la rispettava in tutto e per tutto, anche nel suo carattere. Curiosa, estroversa, testarda, caparbia, coraggiosa, ribelle. Un vulcano sempre attivo. Ma purtroppo anche lei, come tutti i ragazzi, ha un grosso problema con il mondo.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hiccup Horrendous Haddock III, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Allora questa è la quinta, se non sesta volta che provo a pubblicare questo benedettissimo capitolo, ma non si vedono mai i dialoghi. Speriamo che adesso vada meglio. 
Buongiorno :D. Allora sono una semplice ragazza con la pazienza di un geco che ama leggere. Da due annetti ho iniziato anche a scirvere storie fine a se stesse, quindi mai pubblicate. Quando ho scoperto EFP ho quindi pensato di pubblicarne una qui per questo eccomi qua. Sono anche un'amante dei film Disney e DreamWorks. Ho visto sia Dragon Trainer che Dragon Trainer 2 e mi sono innamorata (davvero gran bel film). Così mi è venuta questa ideuccia che spero vi piaccia. Se ve gusta por favor lasciate una recensione.
Buona lettura ;)


Connie non sopporta il suo mondo. In questi ultimi quattordici anni, da quando ha preso conoscenza, non ha fatto altro che imparare ad odiarlo. Tutto, senza esclusione di isole sperdute e luoghi dimenticati da Dio. Lo trova noioso, corrotto, pieno di gente inutile che smette di vivere solo per sopravvivere. Lei è una ragazza molto riservata, che dalla mattina alla sera sta davanti al computer o alla televisione, non esce mai, tranne ovviamente quando deve andare a scuola. Ma adesso ci sono le vacanze estive. Molte volte ha desiderato che la sua vita fosse uno di quei tanti film che ha visto. Vorrebbe essere un’eroina, una strega, una fata, un animale mistico. Vorrebbe combattere al fianco di valorosi guerrieri, compiere magie straordinarie. Cadere per poi rialzarsi più forte. Invece è solo una semplice ragazza di diciannove anni, senza patente, senza un ragazzo, con criceto per amico e con dei piedi così tondi che se cade non riuscirebbe ad alzarsi proprio. La cosa che le dava più fastidio era che tutte le persone del mondo, oh almeno tutte quelle che conosceva, riuscivano a trovare il loro posto nel mondo, mentre lei no. Lei si sentiva a disagio continuamente, sempre fuori luogo in tutte le occasioni, e già erano poche. La cosa era straziante per lei. In più la sua famiglia non era poi la migliore al mondo, anzi. I suoi genitori sono spariti dalla sua vita quando aveva solo tre anni, lasciandola vivere con sua nonna e tornando sei anni dopo con il pretesto che lei li vada a salutare dopo averla praticamente abbandonata. E poi anche se sono tornati, per Connie non sembra proprio, sembrano più assenti di prima invece. Come se non bastasse poi decisero di avere altri due figli così per abbandonare anche loro e scaricarli alla ragazza. E per dare il colpo di grazia, alla povera Connie ci pensa la vita sociale. Che poi nel suo caso è meglio dire asociale. Per tutti gli anni del liceo se n’è stata in un angolino con i suoi libri, il suo mp3, i suoi occhialoni neri e le felpe coprenti. Cercando di rendersi invisibile agli occhi scrutatori della classe, ai commenti offensivi delle sue compagne snob, e dalle prese in giro dei suoi compagni odiosi. Più volte è capitato che i professori si lamentassero con i suoi genitori perché non era sociale con gli altri e perché non partecipava a nessuna attività extrascolastica, gita o gruppo di studio. Alcune volte avrebbe voluto urlare ai professori di farsi gli affari propri. Secondo lei era solo una povera sfigata con una vita pietosa. “La vita è una lotta alla sopravvivenza, se perdi l’occasione per trovare il tuo posto nel mondo finisce che sei fregato, a meno che non cambi mondo o dimensione attraversando un portale magico”, diceva sempre. E aveva ragione.
 
Connie era sdraiata sul divano con il suo cellulare tra le mani e le cuffiette nelle orecchie. Mentre ascoltava la musica ad occhi chiusi si immaginava, come sempre, il suo mondo magico. Persone strane, animali fantastici. A volte inseriva anche i personaggi dei suoi film preferiti e immaginava di vivere un’avventura d’azione con loro, diventando a volte la loro sorella, a volte la loro migliore amica, oppure il loro fidato aiutante. Insomma se c’era qualcosa che sapeva davvero fare molto bene, era viaggiare con la fantasia.
Non appena finisce la canzone, e di conseguenza l’avventura che stava sognando, apre gli occhi e si mette seduta.
Il bagno chiama, pensa.
Così si alza, attorciglia le cuffiette attorno al cellulare e lo lascia sul divano. Grave errore il suo perché i suoi fratelli, Frenchy e Terrence, due gemelli, non aspettavano che questo. Le due piccole pesti nacquero dieci anni fa quando Connie ne aveva nove. Lei li vuole un mondo di bene e anche loro a lei, ma sono ancora piccoli, testardi e i peggiori combina guai di tutta la città. Gli piace fare scherzi, a volte di pessimo gusto, e molto spesso i vicini si sono lamentati. Ora come ora se i due gemelli ne combinano qualcun’altra rischiano di finire al collegio. Ma finché hanno Connie, non gli succederà niente. Lei è la loro protettrice. Ma non è stato sempre così, quando i gemelli erano più piccoli, e quindi combinavano il doppio dei danni, la maggior parte erano rivolti a Connie. Così la ragazza piano piano si costruì una guida per sopravvivere ad essi.
Regola numero uno: non avere mai una sveglia normale, tenere quella del cellulare. Una volta, quando Connie aveva quindici anni aveva una sveglia di quelle antiche, con quel suono fastidioso ma decorata con farfalline e fiori. L’aveva puntata per il primo giorno di scuola alle sette. La sveglia suona e lei tutta elettrizzata si prepara. Quando scende in cucina si accorge che non c’è ancora nessuno, così urla chiamando sua madre, che scende guardandola stranita e preoccupata.
<< Connie cosa stai facendo? >>
<< Mamma sbrigati non voglio arrivare tardi il primo giorno di scuola >>
<< Tesoro sono le quattro e mezza di notte >>
Ecco perché non bisogna usare una sveglia normale, tenere quella del cellulare e assicurarsi di conseguenza che abbia un codice di blocco.
Regola numero due: chiudere sempre la porta del bagno e della stanza da letto.
La ragazza stava facendo la doccia, all’improvviso sente la porta aprirsi.
<< Il bagno è occupato per chi non l’abbia capito >> disse. Il problema è che i gemelli l’avevano capito fin troppo bene. Entrarono e le presero l’asciugamano e i vestiti. Così quella povera ragazza quando uscì si ritrovò ad usare il tappeto per coprirsi e raggiungere la sua stanza. Mentre un’altra volta i gemelli entrarono in camera sua proprio mentre era in intimo e fu così che capirono che l’uomo era diverso dalla donna.
Regola numero tre: tenere oggetti personali di grande valore, tra cui specialmente il cellulare, fuori dalla portata dei gemelli. Potrebbe costarti la faccia un paio di volte.
Regola numero quattro: Cambiare la password di ogni tuo aggeggio elettronico ogni settimana, i gemelli sono ovunque e sempre e potrebbero vederla senza che tu te ne accorga, in più è meglio che sia molto lunga.
Regola numero cinque: mangiare a tavola il più lontano da loro. Potrebbero sputarti nel piatto o nel bicchiere o peggio scaccolarcisi sopra.
Regola numero sei: quando si dorme ritirarsi nella propria stanza e chiudere la porta a chiave se non ci si vuole ritrovare dei baffo e degli occhiali fatto con il pennarello o una maschera di panna creata dalla tua stessa mano.
Regola numero sette: mai dare il permesso ai gemelli di giocare con Rogers, il criceto di Connie, gli farebbero degli esperimenti e farlo morire. Chiudere la gabbia con un lucchetto di ferro.
 
Terrence aspetta che la sorella chiude la porta del bagno, dopodiché da il segnale a Frenchy che da dietro il divano veloce afferra il cellulare e raggiunge Terrence. Ridacchiano e scappano via per il corridoio.
Quando la ragazza esce, passandosi una mano fra i capelli e accorgendosi che il cellulare non c’è più sorride divertita.
<< Oh ma dove avrò messo il mio cellulare? Ero convinta di averlo lasciato qui. Che ci siano i folletti del vento a prenderlo? >> comincia a recitare e i gemelli, nascosti dietro alla porta del corridoio che da sul salone, continuano a ridacchiare.
Sono sicuri che Connie non li troverà mai e invece, subito dopo la porta si chiude e urlando e ridendo cercano di scappare via. Connie li lascia andare, si diverte a giocare con loro. Inizia a inseguirli ridendo a sua volta. I gemelli si passando continuamente il cellulare, stando attenti a non farlo cadere.
<< Appena vi prendo vi mangio tutti! >> urla lei imitando la voce di un troll.
Frenchy lascia il cellulare a Terrence e corre in camera a prendere le pistole finte. Ne passa una a suo fratello che nel frattempo gli passa nuovamente il cellulare, e iniziano a simulare con la bocca il suono degli spari.
<< Jack! Aggira il mostro da dietro! >> urla Terrence a Frenchy che obbedisce.
Connie è in mezzo al salone, Terrence dietro alla poltrona e Frenchy dietro ad un mobile.
<< Simon! Al mio tre spariamo nelle gambe, facciamo crollare il mostro >> dice Frenchy posando il cellulare che aveva in mano. Il gioco era cambiato, il cellulare non aveva alcun valore. Ormai avevano avuto quello che volevano, cioè il gioco.
<< Uno! Due! Tre! >> urla Frenchy.
<< Fuoco! >> Terrence.
Iniziano a “sparare” e Connie inizia a saltellare come se dei veri proiettili la stessero colpendo. Poi si butta in ginocchio e finge di morire.
<< Si! Abbiamo vinto compare Jack! >>
<< Si compare Simon, abbiamo vinto anche questa battaglia >>
Entrambi si mettono in piedi vicino alla sorella sorridendo vittoriosi. Frenchy si abbassa guardando Connie da più vicino.
<< Rrraaaa! Ti ho preso! Adesso ti mangio tutto! >> urla la ragazza afferrandolo velocemente e iniziando a fargli il solletico mentre il fratello urla e si dimena. L’altro in piedi ride come un matto.
<< Ahahah. Dai adesso basta >> dice Connie lasciando andare il fratello che però rimane seduto in mezzo alle sue gambe. Terrence lo raggiunge e lei li abbraccia.
Respira affaticata, diciannove anni si sentono anche se non sono tanti.
<< Connie? Chi sono i folletti del vento? >> chiede Terrence con quella sua vocina.
<> dice toccandogli il naso con il dito facendolo ridere.
<< Non è vero, non esistono i folletti del vento te li sei inventati >> dice Frenchy incrociando le braccia.
<< Si che esistono! Sono ovunque, ma noi non possiamo vederli. Vengono da un mondo magico il cui nome è un  segreto. Purtroppo sono in pochi quelli che possono vederli >>
<< Chi li può vedere? >> chiede Terrence.
<< Solo chi sa sognare >> risponde lei.
Gli passa una mano sulla fronte levando alcuni capelli ribelli dal suo piccolo volto.
Quante volte aveva sognato di tornare bambina per poter vivere nell’innocenza e nella fantasia un’altra volta. Ma le cose sono cambiate, si cresce e l’unica speranza che c’è per non perdere di vista se stessi e diventare dei semplici individui uguale a tutti gli altri, è continuare ad essere dei bambini dentro. Cosa che Connie faceva molto spesso.   
<< Ho avuto una bellissima idea. Chi ha voglia di cinema? >> chiede.
<< Io! >> urlano insieme.
<< Ma aspetta. Tu non sai guidare! >> dice Frenchy.
<< Usate un po’ di immaginazione >> dice lei alzandosi.
Sposta il tavolino e al suo posto, proprio di fronte al televisore ci mette il divano. Poi va in cucina e i gemelli la seguono.
Lei gli mostra un pacco di pop corn.
<< Siii! >> urla Frenchy.
<< Andate a scegliere che film guardare >> dice lei mentre inizia a cucinare. Non se lo fanno ripetere due volte e corrono via.
Una volta finito di preparar i pop corn li mette in una ciotola mischiandoli con il sale e poi va in salone spegnendo la luce.
I gemelli hanno già messo il film e stavano aspettando Connie per avviarlo. Lei si mette nel mezzo fra tutti e due a gambe incrociate con la ciotola in mezzo alle gambe.
Terrene avvia il film e in casa cala il silenzio rotto solo dalle voci della tv.
 
Guarda a destra dove c’è Frenchy e a sinistra dove c’è Terrence. Entrambi stanno dormendo con addosso alcuni pop corn schiacciati. Ridacchiando in silenzio si alza, va in cucina per posare la ciotola nel lavandino e poi torna in salone. Prende Terrence in braccio, con un po’ di fatica lo porta a letto mettendogli il pigiama. Stessa cosa fa con Frenchy. Poi risistema tutto il manicomio creato con i pop corn e rimette apposto il divano e il tavolino. Prende il cellulare dal mobile in cui suo fratello lo aveva lasciato e guarda l’orario. È l’una e diciassette minuti. Lo mette nella tasca posteriore dei jeans e torna di nuovo in cucina per riempire un bicchiere d’acqua. Mentre beve si appoggia al davanzale della finestra guardando fuori e in pochi secondi si ritrova i fantasticare. Basta un solo minuto di silenzio che il suo cervello si estrania dalla realtà.
Ad un certo punto sente la porta d’ingresso aprirsi. Lascia il bicchiere sul bancone e va a vedere. Sono i suoi genitori che ridono mentre entrano e chiudono la porta.
<< Oh ciao tesoro. Sei ancora sveglia?   >> le chiede sua madre.
<< No sono sonnambula >> ribatte lei scocciata. “Che razza di domanda era?”
<< A quanto pare qualcuno è di mal umore…di nuovo >> dice suo padre lanciando un’occhiata a sua moglie che annuisce.
<< I gemelli dove sono? >> le chiede sua madre evitando di farla rispondere al padre.
<< A letto >>
<< Di già? Che metodo hai adottato stavolta? >> chiede ancora la signora.
<< Pop corn e film. E adesso scusatemi vado a letto anch’io. Sono stanca e badare a quei due non è per niente facile >> dice Connie camminando verso la sua stanza.
<< Lo sappiamo >> dice suo padre sospirando.
<< Oh ma davvero? >>
<< Connie, non ricominciare >>
<< Non ho cominciato io per la cronaca >>
<< Quando smetterai di rinfacciarcelo? Abbiamo sbagliato lo sappiamo, ma cerca di capire >> dice suo padre.
<< Cerca di capire? No, non cerco di capire. Dovevate pensarci diciannove anni fa. Adesso è troppo tardi. Dite di provarci ma dove e quando? Siete sempre fuori. Dite anche di aver sbagliato con me ma lo state continuando a fare con Frenchy e Terrence. L’estate è cominciata da un pezzo ormai e mai, neanche per un weekend siete stati a casa! >> sputò con rabbia e ribrezzo guardandoli trucemente. Li odiava. Non perché non c’erano mai, ma perché stavano facendo la stessa cosa che avevano fatto a lei ai suoi fratelli e non voleva che loro soffrissero come lei. Nessuno dovrebbe mai.
I suoi genitori non dicono niente sapendo che ha ragione. Si guardando dispiaciuti e imbarazzati.
<< Buona notte >> dice alla fine andandosene. Si cambia indossando il pigiama e si mette a letto. Guarda per un po’ il soffitto. “Ho ragione. Non mi pento di una sola parola che gli ho detto” pensa. Poi si addormenta. 

   
 
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