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Autore: fedetojen    09/07/2015    1 recensioni
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Killian, una ragazza dalle mille passioni: ama la corea, la lingua, le usanze e da quando è entrata nel mondo dei k-drama, quelli sono diventati quasi la sua droga. Ma quando un incontro inaspettato viene a presentarsi, cosa cambierà nella vita della giovane Killian?
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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VII: Incontri non pianificati
 
"Ehi Kill" mi saluta Kyung-Mi.

"Ciao Mi-ssi" dico sorridendole.

Mi dirigo verso il bancone ed entro nella camera degli armadietti, lascio la borsa e prendo il grembiule del bar e mi dirigo vicino al bancone.

"Il nostro cliente abituale vuole che tu prenda il suo ordine" dice facendomi l'occhiolino. Mi dirigo al tavolo, dove era seduto.

"Dimmi" dico appena arrivo. Mi guarda e mi sorride.

"Sei ancora più bella con questo grembiule"

"Grazie, ma vuoi ordinare o vuoi rimanere seduto qui a guardarmi lavorare?" chiedo ironica.

"La seconda scelta è molto allettante, ma farò così: ordinerò e aspetterò che tu finisca di lavorare"

"Quindi il tuo ordine? " chiedi con insistenza.

"Il solito" annuisco e mi dirigo al bancone.

"Mi-ssi il solito di Wook-ssi cosa sarebbe?" chiedo mettendomi di fianco a lei.

"Il suo solito sarebbe la tua specialità: cappuccino con schiuma al cioccolato e disegno con il fiore" mi dice sorridente.

"Va bene, ora lo faccio" mi metto all'opera e dopo quasi cinque minuti di lavorazione, porto al mio cliente il cappuccino.

"Grazie" mi dice sorridente Wook-ssi.

"Mi fai compagnia?"

"Dovrei lavorare" dico dileguandomi dietro il bancone.

"Da quando è venuto, non ti toglie gli occhi di dosso" dice Mi-ssi.

"È da qualche giorno che sembra uno stalker, ma è piacevole" dico mentre prendo l'ordine di una coppia di fronte a me.

“Guarda da questa parte, perché non vai?”

“Perché forse sono a lavoro?”

“Il capo non c’è, il locale è semi-vuoto, me la vedo io” dice spingendomi fuori dal bancone. Sbuffo e mi dirigo verso di lui e mi siedo incrociando le braccia.

“Non sei molto felice vedo”

“Amo lavorare perché riesce a scaricarmi” dico guardandolo per qualche secondo e rialzandomi di nuovo. Mi prende il polso fermandomi.

“Sono io vero?”

“Sì sei tu. Fai ciò che vuoi quando vuoi, e a chi vuoi. Sei un attore famoso, non ti interessa cosa dicano su di te i telegiornali o le riviste?” chiedo curiosa.

“Faccio ciò che voglio e se lo faccio, è perché mi rende felice. Perché mai non dovrei fare qualcosa che mi rende felice, anche se sono famoso?” mi dice lasciando la presa dal mio polso e alzandosi e dirigendosi fuori dal bar.

Mi dirigo verso il bancone e Mi-ssi mi guarda con sguardo arrabbiato.

“Ecco, lo hai fatto andare via contenta?” chiede mettendo il broncio. La sfotto muovendole il braccio.

“Non fare così, ha detto che è un cliente abituale no? Verrà anche altri giorni, non preoccuparti” dico facendola sorridere.

La serata passa tranquilla e verso le 23 la serranda si chiude.
Così mi copro per bene, e cammino per le strade illuminate di Seoul, sotto piccoli fiocchi di neve che mi ricoprono la testa.

“Non dovresti camminare da sola a quest’ora di notte” spaventata mi giro e Wook-ssi ha le mani nella sua giacca nera lunga fino al ginocchio.

“Sei davvero uno stalker” dico ridendo sotto i baffi.

“Ti va di bere qualcosa a casa mia?” mi chiede.

“Sinceramente…” stavo per rifiutare, ma mi afferra per il braccio e contro la mia volontà andiamo in macchina.

“Io non…” dico guardandolo, ma non mi pensa, continua a guidare con gli occhi fissi sulla strada.

Sembra diverso, quasi strano.
Arriviamo al suo appartamento e non abbiamo aperto bocca, specialmente io.
Quella richiesta fatta su due piedi, mi fece pensare, ma decisi di non pensarci per una volta e lasciare tutto al caso.

“Ti piace il vino, vero?” chiede scegliendo una bottiglia dalla grande libreria dei vini.

“Sì” dico avvicinandomi al lavabo, e appoggiandomi con il corpo rivolto verso il salone.

Ne prende una con un’accurata scelta, mentre lo osservo senza la giacca e con la sua camicia bianca che mette in risalto il suo busto muscoloso.
Si avvicina al tavolo della cucina, stappa la bottiglia e prendendo i bicchieri da vino, li riempie porgendomene uno.

Alza il bicchiere come a fare un brindisi e faccio lo stesso.
Armeggia con il bicchiere facendo ondeggiare il vino al suo interno, dopodiché appoggia il bicchiere sul tavolo e lentamente si avvicina a me.
Lascio il bicchiere sul bancone della cucina.

“Wook-ssi…”

“Sssh” dice mettendo un dito sulle mie labbra.

Ha lo sguardo rivolto in basso.
Sfiora delicatamente la mano, e sale percorrendo tutto il braccio e mi accarezza la guancia.

Il mio respiro inizia ad aumentare, ma cerco di stare calma. Con la mano libera, stringe la mia mano sinistra.
Finalmente mi guarda negli occhi, con un modo diverso, quasi sconfitto e abbandonato.

La mano che poco prima mi stava accarezzando la guancia, passa dietro al mio collo e si avvicina alle mie labbra, iniziando così un contatto all’inizio leggero e poi più pesante, come a dirmi che lui c’è.
Mentre mi bacia, aumenta la stretta alla mia mano, facendomi sussultare.

In pochi secondi mi ritrovo seduta vicino al lavabo con le mie gambe intorno al busto di Wook-ssi e le sue mani che mi cingono i fianchi con una presa salda. I baci diventano come la puntura di uno scorpione, più accentuati e quasi dolorosi.

Abbiamo entrambi il fiatone e scelgo di fermare il tutto. Metto le mani sul suo petto contratto e mi allontano.
Quasi non riesco a capire che sguardo abbia, ma la luce nei suoi occhi è diversa.

“E’ meglio fermarsi qui” dico guardandolo confusa.

Mi osserva con delusione e con un pizzico di rabbia, ma si allontana e si dirige verso la grande vetrata con le braccia conserte.
Scendo dal ripiano e prendo il mio cappotto e me ne vado. Prendo un taxi e sotto la neve mi dirigo a casa.

Rimasi a letto tutta la giornata per poi recarmi al bar per lavorare il pomeriggio.
Messo il grembiule e il cappello del bar, mi avvio verso la cassa e aspetto i clienti.

Dopo qualche coppietta, dall’entrata vedo Wook-ssi che mi guarda qualche secondo e si dirige verso il suo solito tavolo.
Dopo qualche minuto entra un ragazzo un po’ troppo familiare: bruno, jeans scuri, camicia a righe nera e bianca, sorriso da 32 denti e occhi oscuri come pozzi, più conosciuto come Hyun-Shik.

Entra e sorridente si avvicina al bancone di fronte a me.

“Ciao!” mi dice sorridente. Non sapevo se nascondermi sotto il bancone, oppure rimanere apatica e rispondere con un ciao senza emozioni né gesti o optare per la cosa più ovvia: dargli uno schiaffo.

“Ciao” dico spostando il mio sguardo verso Wook-ssi che mi guardava con fare curioso. Abbasso la testa e subito divento triste e di cattivo umore.

“Un caffè doppio e un cornetto al cioccolato”

“Subito” rispondo senza guardare. Porgo lo scontrino e si dilegua sedendosi ad un tavolo.

“Buon pomeriggio Kill!” mi saluta Mi-ssi appena entra nel bar. Alzo la testa e la saluto con un cenno del capo.

“Cos’è, brutta giornata?” dice raggiungendomi dietro il bancone una volta cambiatasi. Con il capo indico Hyun-Shik al tavolo sulla destra.

“Oh. Vuoi che vada io a dargli il suo ordine?” chiede mettendo una mano sulla mia spalla.

“Si grazie” dico sforzando un sorriso. Solo Mi-ssi sa cosa io, abbia passato per lui. Sospiro cercando di scacciare via il malumore.

“E’ lui?” una voce profonda quanto arrabbiata, mi pone questa domanda.

Di scatto alzo lo sguardo e Wook-ssi mi sta fissando con sguardo evidentemente furioso.

“No”

“No perché sembra tutto il contrario” dice appoggiando le mani sul bancone e sporgendosi di poco verso di me.

Indietreggio e lo guardo abbattuta.

“Non intrometterti”

“Eccome se lo farò” dice dando un piccolo colpetto con la mano sul bancone e allontanandosi.

Rimango così a guardarlo sedersi alla sedia di fronte a quella di Hyun-Shik.

“Che ci fa lui seduto di fronte a Hyun-Shik?” mi chiede curiosa Mi-ssi.

“Lunga storia” dico aggiustandomi il cappello e cercando di coprirmi gli occhi.

I minuti passano mentre cerco di diventare invisibile, ma per quanto io cerchi di farlo, aimè sono molto visibile.

“Kill, sono più di dieci minuti che parlano. Non è che ora, si alzeranno e si prenderanno a pugni?” mi chiede preoccupata Mi-ssi.

Li guardo e decido di andare da loro.
Appena vicino a loro, mi inchino e rimango così mentre parlo.

“Mi spiace se questo cliente lo sta disturbando ma-”

“Disturbare? Come può disturbarmi un attore famoso? Non dire sciocchezze Killian” alzo il busto e Hyun-Shik mi sta sorridendo, mentre Wook-ssi lo guarda uno sguardo molto intimidatorio, ma appena Hyun-Shik lo guarda ritorna sorridente.

Ma cosa fa?
Finge che gli sia simpatico?

“Wook-ssi potresti venire un attimo con me per favore?”

“Certo” dice alzandosi sorridente. Lo faccio entrare nella stanza degli armadietti e appena chiusa la porta lo guardo curiosa.

“Cosa stai combinando?”

“Bisogna conoscere il proprio nemico”

“Il proprio nemico? E cosa centra lui con te?” chiedo curiosa avvicinandomi a lui.

“Se è venuto, un motivo ci sarà”

“Non c’è nessun motivo, non sei l’unico cliente in questo bar. Lo so, può sembrare strano, ma è così”

“Ti scaldi così tanto, quando c’è lui?”

“Hai completamente perso la testa? Se ti ho parlato di lui, un motivo ci sarà stato! E tu che fai? Gli parli anche? Be, allora sai che c’è? Va’ all’inferno tu e lui!”dico voltandomi, ma vengo tirata indietro e sbattuta contro gli armadietti.

“Mettitelo bene in testa, ieri sera era solo un accenno a cosa provo. Ma se lui ti tocca, solamente una volta, si pentirà di averti lasciato andare” dice vicino al mio orecchio, per poi uscire dalla stanza.

Metto una mano sul petto cercando di far calmare il mio cuore, che per poco non andava in iperventilazione.

“Kill?” mi chiede preoccupata Mi-ssi entrando nella stanza.

“Tutto ok” dico mentre esco dalla camera con lei.

Hyun-Shik non c’è, mentre Wook-ssi seduto, guarda fuori dal vetro.
A passo svelto mi dirigo verso di lui. Appena mi vede si alza.

“Dov’è andato?” chiedo con rabbia.

“Ha detto che aveva un impegno. Sicuramente con qualche altra ragazza” appena dice così, gli arriva uno schiaffo.

Noto che tutti si sono girati dopo il forte rumore della mia mano, contro il suo viso.

“Tu non lo conosci” dico a denti stretti mentre lui si alza. Quella frase è andata dritta al cuore colpendolo ancora una volta.

"Dio, quanto ti..." non finisco la frase, perché le lacrime sono sull'orlo e non posso esplodere.

"Tu cosa? Mi odi per averti detto la verità?" lo spingo mettendo le braccia sul suo petto.

"Va via! VA VIA! "urlo mentre lo spingo.

Mi blocca le mani e le butta giù facendole arrivare ai fianchi.
Lo guardo, ma ormai le lacrime scendono e la vista è appannata.
Lo vedo che se ne va, io mi dirigo nella camera a cambiarmi.
Sbatto l'armadietto ed esco dalla stanza.

"Scusa Mi-ssi"

"Non preoccuparti" esco dal bar ed entro in macchina, e sfreccio verso casa. Entrando in casa butto la borsa dove capita.

"Non solo viene al bar, parla con lui e mi dice quelle cose?!?" ero nera dalla rabbia.

"Inspira, espira" dico ad alta voce calmandomi.

"Lascialo stare Kill, lui non è nessuno. Devo studiare che questo sabato ho l'esame"

Allora mi dirigo in camera, prendo il libro di letteratura e inizio a studiare.
Cosa saranno mai 60 pagine? Per me niente, per qualcun altro sarebbero un problema studiarle in quattro giorni.
A me ne bastano solo due. 



ANGOLO SCRITTRICE: Ho aggiornato anche questa dopo millenni xD spero la storia vi piaccia e possiate lasciare qualche recensione, voglio sapere cosa vi aspettate adesso :3

Ji Chang-Wook

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Hyun-Shik
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