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Autore: FairySweet    09/07/2015    0 recensioni
... "Perché sei ancora qui?" ma quello sguardo orgoglioso e vivace, figlio del tempo, figlio di un ricordo che custodiva gelosamente non accennava ad abbassarsi "Perché sei qui?" ma più provava a parlare con lui e più tutto diventava lontano e sfocato, lontano da loro, lontano dal mondo, lontano da ogni cosa che fino ad ora l'aveva sempre tenuta al sicuro ...
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anna Ristori, Antonio Ceppi, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                                                      Ho dato vita all'Amore




“Sei nervoso” “No, non è vero” "Smettetela di torturare quel pezzo di carta altrimenti tutti qui tradurranno i vostri pensieri" nascose le mani dietro alla schiena sospirando "Tutto questo è proprio necessario?" "L'avete fatto anche con me" scosse leggermente la testa sorridendo di tanto in tanto alle dame e ai conti, duchi e marchesi che passeggiavano per il suo parco "Penso solo che sia troppo presto. Non lo credi anche tu?" "Ammetete che siete nervoso?" "No" “Oh si che lo sei” esclamò divertita nascondendo le labbra dietro al ventaglio di pizzo “Oh andiamo papà. Credi davvero di potermi nascondere le cose?” “Quando sei diventata così?” ma Emilia sorrise posando la mano libera sul ventre arrotondato “Diventerai nonno a breve, Edoardo partirà per Torino tra qualche giorno dove diventerà un ottimo soldato e Ludovica …” “Ludovica è molto felice” esclamò divertita la ragazza sbucando dal nulla.
Aveva i capelli sciolti sulle spalle, raccolti da un semplicissimo fermaglio d'argento che lasciava ricadere dolci riccioli scuri. Un vestito leggero azzurro come il cielo che le fasciava la vita sottile permettendole ogni movimento e un sorriso enorme dipinto sul volto.
Assomigliava così tanto a sua madre da togliergli il respiro ogni volta che i suoi occhi gli sorridevano.
L'incarnato prezioso così chiaro e delicato, il colore dei capelli, la profondità del suo sguardo e quel sorriso meraviglioso “Perché non sorridete?” domandò crucciata osservando il padre “Ho promesso di essere corretto. Questo non comprende sorrisi o dolci convenevoli” “Nostro padre non sopporta l'idea che un giovane abbia intenzione di fidanzarsi con te” “E per quale motivo? Non è forse il normale corso della vita questo?” “Mi sa che hai proprio ragione” esclamò divertita Emilia prendendo a braccetto la sorella “Per nostro padre tutto è ombroso e scuro” “Vostro padre vorrebbe solo essere lasciato in pace” ma le braccia di Ludovica si strinsero attorno a lui costringendolo a sorridere “Non fate così, lo so che in fondo siete felice” “Hai solo quindici anni, sei così giovane” “Non sono più grande della mamma quando incontrò l'amore” tremò leggermente sconvolto da quelle parole così innocenti e pure “Non è così forse?” Emilia annuì appena nascondendo una lacrima leggera.
Dopo tutti quegli anni la sua assenza era più forte dei giochi, della vita che scorreva, fece un bel respiro sfiorando il volto della figlia “Hai ragione, è così. Tua madre aveva la stessa età” “Allora sorridete un po' per me, fatelo per me d'accordo. Non importa altro, voglio solo vedervi sorridere” “Come puoi chiedere ad un uomo così burbero di sorridere?” Emilia ridacchiò mentre il braccio di Edoardo si stringeva attorno al padre “Nostro padre ha scordato come si sorride. Per lui la parola risata ha assunto un nuovo significato” “E quale?” domandò incantata Ludovica “Non so dirlo per certo ma penso assomigli ad una malattia” “Oh andiamo!” esclamò Gregorio voltandosi verso il figlio.
Era diventato un giovane uomo ormai, alto e forte, con i capelli color del grano e gli occhi di cielo che profumavano di vita.
Gli assomigliava, gli assomigliava tanto, in realtà rivedeva in suo figlio la stessa adolescenza che aveva passato lui.
Edoardo era uguale a lui, concentrato, razionale, con la capacità di capire e comprendere ogni cosa attorno a sé ma c'era quest'altro carattere che ogni tanto si affacciava dai suoi occhi.
Qualcosa di folle, qualcosa che lo costringeva a lunghe cavalcate dove correva a perdifiato, dove poteva respirare il mondo ed era abbastanza certo che fosse colpa di sua moglie “Non eri impegnato con i preparativi del tuo viaggio?” “La mia sorellina merita la mia presenza” “Non saltargli al collo ti prego” “Ehi, quando mai ho fatto qualcosa del genere?” “Il conte Morelli te lo ricordi?” “Ludovica ha ragione, lo hai minacciato di morte” “Solo perché ha sfiorato Ludovica in mia presenza” “Quindi nessuno può toccarla?” “Nessuno con pensieri che includano lo scoprire se la mia sorellina è pronta ad essere donna” esclamò ironico ma Emilia ridacchiò spingendolo leggermente di lato “Sembri nostro padre, protettivo ed egoista” “Guardate che vi sento” “Voglio solo che sia al sicuro. Che nessun giovane con troppo ardore si accosti a lei regalandogli lacrime” “Ecco vedi? L'hai fatto di nuovo! Sei uguale a nostro padre. Cosa pensi che abbia fatto con me quando gli presentai mio marito?” “Oh per favore!” “Irrazionale come papà” “Al prossimo paragone che fate vi giuro che ne subirete le conseguenze” ma poco importava quello che diceva, continuavano a parlare escludendo anche solo l'idea di averlo tra loro.
“Ludovica è grande abbastanza per iniziare a scoprire il mondo” “Dovresti essere la sorella maggiore?” “State attento duca, l'ultima volta che mi avete risposto così siete finito a sedere nella fontana del giardino” “Sembri la mamma” “Meno male, almeno un po' di buon senso ogni tanto arriva fino al tuo pensiero” “In realtà sei più fastidiosa della mamma. Spero che tuo figlio sia un maschio, non potrei sopportare un'altra Emilia” Ludovica seguiva confusa quel battibecco che sapeva di tenerezza.
I suoi occhi passavano dal viso del fratello a quello di Emilia mentre suo padre se ne stava dietro di lei, con le mani posate sulle sue spalle e un bel sorriso sulle labbra “Non preoccuparti, non sono pazzi bambina mia. Si vogliono bene, ti vogliono bene ed è per questo che parlano così” “Non voglio che litighino per me” “Non stanno litigando. Vedi …” si fermò qualche secondo voltandola dolcemente verso di sé “ … è questo che fanno i fratelli. Si perendono cura l'uno dell'altro. Quando la tua mamma è volata in cielo sono morto assieme a lei. Emilia si è presa cura di me, di noi e lentamente siamo diventati grandi” “Non ricordo la mamma” “Lo so. Ma non devi avere paura. Ti racconterò ogni volta che vorrai il suo sorriso, la sua voce e la dolcezza del suo abbraccio” la tirò dolcemente in avanti nascondendola tra le braccia “Padre?” “Dimmi” “Mi promettete che sorriderete al mio fidanzato?” “Oddio” sussurrò alzando gli occhi al cielo.
Hai visto? La vita vince sempre sorellina” “Sei stato bravo amore mio” sussurrò divertita mentre suo fratello si sedeva sull'erba accanto a lei “Ludovica ti somiglia così tanto. È impressionante Anna, sei tu ma con un nome diverso, con una vita diversa e la mia damina presto diventerà mamma. Edoardo è così …” “Assomiglia a Gregorio ma c'è qualcosa in lui che mi fa sorridere” “Cosa?” domandò confuso soffermandosi sui lineamenti del nipote “Assomiglia a Martino, ti assomiglia Fabrizio” “Hai ragione” mormorò colorando quell'affermazione di orgoglio “Questa è una bella cosa conte. Mio figlio sarà un uomo meraviglioso perché porta dentro due cuori, quello del padre e quello di suo zio. Ho dato la vita ad un essere perfetto” rispose ironica voltandosi verso di lui “Hai dato vita all'amore” “Sono belle parole, ho dato vita all'amore” e in quell'istante, tutti gli errori e le cattiverie del passato svanirono di colpo mascherate dalla dolcezza di quattro cuori pulsanti che mai le avrebbero permesso di scappare via da loro.


 
  
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