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Autore: Bab1974    09/07/2015    3 recensioni
Storia partecipante al contest di cloe sullivan 'Contest a bivi'.
Lee Jordan, dopo che George è stato lasciato dalla sua ragazza, cerca in tutti i modi di trovargli una nuova compagna che lo capisca.
Quando crede di esserci riuscito, però...
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: George Weasley, Lee Jordan, Luna Lovegood
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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La ricerca dell'amore
La ricerca dell'amore
(è lunga e sorprendente)




George sospirò per l'ennesima volta. Lee Jordan, che dopo la morte di Fred aveva preso nel negozio il posto che era stato del gemello defunto, scosse la testa, chiedendosi come fosse possibile soffrire tanto per una donna. Okkei, essendo gay dichiarato forse non era molto ferrato sull'argomento, ma vedere il suo titolare così abbattuto lo metteva in ansia e ne risentiva il lavoro. George depresso, per qualsiasi motivo, non si divertiva nel suo lavoro e in questo caso gli scherzi non venivano bene.
Era appena riuscito a riprendersi dalla scomparsa prematura del fratello, che un'altra tranvata lo aveva colpito in pieno, ripiombandolo nel baratro. La sua ragazza, che sembrava l'unica donna nell'intero universo che lo amasse com'era, burlone e sempre pronto allo scherzo, non era innamorata al punto di esserne pure complice, poiché George, abituato com'era a convivere in simbiosi con Fred, cercava, forse senza neppure rendersene conto, una spalla con cui ricreare la stessa armonia. O almeno qualcosa di simile: era impossibile avere con altri il rapporto che aveva con Fred.
-Se la incontro per strada gliene dico quattro.- pensò irritato, mentre cercava di dare forma a quella che doveva sembrare una zucca, mentre in realtà era una Caccabomba travestita. -Una montagna di pupù, piuttosto, ecco cosa sembra! L'unico compito di George, questa volta, era di dare una forma decente a questo scherzo e neppure questo è riuscito a fare!-
Riprese in mano lo scherzo, cercando di dargli la forma voluta, poi prese una decisione drastica. Doveva trovargli una fidanzata! Una ragazza che lo comprendesse, lo amasse e lo appoggiasse, ma che, soprattutto, adorasse quanto lui costruire scherzi. O che lo supportasse e lo sopportasse nella loro realizzazione.
Lo sapeva, non sarebbe stato facile. Aveva, però, un sacco di tempo libero, quando non era sul posto di lavoro, non avendo ragazzo. Lo avrebbe usato per analizzare, controllare e infine scegliere la donna giusta per George. Doveva fare in fretta! Quell'anno ci sarebbe stata la prima gara del Mondo Magico sugli scherzi nuovi e più originale e aveva bisogno del suo aiuto per riuscire a vincere il primo premio.



Cominciò analizzando le donne che compravano gli scherzi da loro, ma notò che nessuna di loro sembrava davvero interessata all'oggetto in sé. Era importante la vendetta, la reazione che potevano provocare, il male che potevano fare. Donne spesso ferite, tradite, o abbandonate, che volevano rendere fan per focaccia, magari moltiplicando all'ennesima potenza.
Doveva trovargli una donna che lo potesse capire.
Che avesse qualcosa che lo rendesse pieno e soddisfatto.
Che non si potesse lamentare per la sua passione per gli scherzi.
La soluzione gli apparve all'improvviso una sera, durante la festa di fidanzamento di Ginny e Harry. Luna Lovegood e Neville Paciock, fino a qualche tempo prima tanto presi l'una dall'altro, si presentarono separati, fra lo stupore di tutti.
Neville, a chi era interessato ai suoi affari, spiegava, in maniera molto cavalleresca, che si erano ritrovati discordanti su alcune, basilari faccende.
Luna, nella sua completa incoscienza, ammetteva che Neville non sopportava l'idea che lei credesse all'esistenza dei Nargilli e dei Ricciocorni Schiattosi.
-Non è male, per l'occasione si è perfino lavata i capelli. E non è una che si aspetta la perfezione dagli altri, almeno spero.. Ci serve un'aiutante al negozio. Potrei chiederle se è disponibile. Sono certo che scoccherebbe la scintilla nel giro di poco e George tornerebbe la solita, adorabile canaglia.-
Auto convincendosi di aver elaborato un ottimo piano, l'avvicinò accanto a una decorazione floreale, mentre era intenta ad osservare qualcosa fra il fogliame.
"Luna, posso aiutarti? Hai perso qualcosa?" le chiese nel tentativo di attaccare bottone.
La ragazza si voltò e con il suo sorriso sulle righe.
"No, sto solo osservando delle larve di Aquavirius. Non è facile trovarle in casa, deve essere un ambiente che gli piace molto."
Lee non disse a Luna che quella pianta non c'era fino a qualche tempo prima, che l'aveva vista portare in casa apposta per la festa, o chissà quanto avrebbe viaggiato la sua testolina fantasiosa. Sorrise, cercando di non toccar più l'argomento.
"Luna, scusa se ti disturbo, volevo chiederti se sei interessata a un lavoro?" esordì, senza troppi giri di parole e per non farle pensare che all'improvviso fosse tornato etero e che la volesse abbordare "George e io stiamo cercando una commessa, qualcuno che ci aiuti nella vendita degli scherzi mentre siamo assenti, oppure occupati in laboratorio. Ti interesserebbe?"
Luna mosse la testa da un parte, osservandolo con attenzione. Lui notò che portava, come sempre, la solita collana di tappi di Burrobirra, i soliti orecchini a forma di ravanello e l'immancabile bacchetta infilata dietro l'orecchio.
"La proposta mi alletta. Mio padre mi da tutto ciò che voglio ma non mi dispiacerebbe guadagnarmi qualcosa da sola. George è d'accordo? Mi sembra poco interessato al momento." disse indicando il rosso che sedeva triste con il bicchiere sempre pieno di alcolici.
"La sua ragazza lo ha appena lasciato. E indovina perché? Era convinta che amasse i suoi scherzi più di lei. Non ti sembra assurdo?"
"Le donne sono fatte così, non si sopporta che ci si interessi a qualcosa più di loro. E non solo le donne. Guarda Neville e me. Ci siamo lasciati perché mi piace vedere cose che lui non immagina neppure. Tranne i Thestral, quelli li vedevamo entrambi, perciò era l'unica cosa su cui non litigavamo." Sembrava osservare verso l'infinito senza un punto che attirasse la sua attenzione, poi il suo sguardo tornò a fissare Lee "Ti dispiace se mi avvicino a George? Potrei chiedergli se c'è qualche problema per la mia assunzione."
"No davvero!" esclamò Lee, non riuscendo a credere nella fortuna che gli stava capitando. Le cose stavano proseguendo da sole. "Vai pure, può essere che tu riesca a distogliere la sua attenzione da quella là."
Vide Luna avvicinarsi all'amico che di distrasse dal suo bicchiere e le rivolse l'attenzione. Lo vide osservare un attimo verso di lui, poi cercare di concentrarsi su quello che diceva la ragazza. Lee sperò che non fosse già così sbronzo da dire idiozie e da non capire quello che stava accadendo. Dopo qualche minuto si lasciarono salutandosi. Sulle labbra di entrambi aleggiava un sorriso leggero. Lee vide George avvicinarsi e si preparò a controbattere a ogni sua contrarietà.
"Scelta interessante. Perché Luna? Non credevo che ti piacesse."
"Non deve piacermi, solo essere la nostra commessa. Sono stato colto dall'illuminazione del momento. Ho pensato che dopo essere stata lasciata da Neville, fosse abbastanza disperata da venire a lavorare con noi. Inoltre le piacciono le cose diverse, non come a una tipa di nostra conoscenza." Nell'ultima parte il suo tono raggiunse la giusta dose di disprezzo e George finse di non sentire l'allusione poco nascosta alla sua ex.
"Pensavo che durante la mia depressione post relazione, mi avresti rifilato qualche bel ragazzo con cui poterti infognare nelle pause."
-Invece ho pensato a te, somaro mannaro.- pensò stizzito, ma disse altro "Ho pensato che avere una commessa, potesse incrementare la nostra clientela femminile, non penso mica con l'uccello io! Non sempre, almeno. Se poi con Luna non dovesse ingranare, la tua idea non è affatto male. La prenderò in considerazione in seguito."
Risero assieme, come non accadeva da tempo. Già Luna aveva fatto un piccolo miracolo.



La ragazza era professionale, anche se continuava ad essere strana. Alcuni clienti si spaventavano delle sua maniera di esporre i prodotti, anche perché riusciva sempre a parlare dei suoi animaletti immaginari, ma la maggior parte la trovava simpatica. Oltretutto era sincera in una maniera disarmante e non vendeva scherzi a chi non ne avesse disperatamente bisogno. All'inizio Lee e George temevano che i loro guadagni sarebbero calati miseramente, ma, con stupore, si accorsero che i clienti aumentavano, più lei si accaniva. Sembrava che maghi e streghe la trovassero di loro gradimento.
"C'è qualcosa di straordinario in questa fanciulla." commentò George ammirato "Attira la gente come il succo di zucca le mosche."
"Se ti piace perché non l'inviti a uscire?" buttò lì Lee, come se fosse un'ispirazione del momento, mentre in realtà erano settimane che attendeva il momento giusto per dire quella frase.
"Non so. In realtà trovo che Luna sia molto carina e interessante, ma mi sembra presto per buttarmi in una nuova relazione. Non credo che lei sia una idonea a una botta e via e, in questo momento, non me la sento di intraprendere qualcosa di serio."
"Se ti interessa, però, dovresti pensarci su." obbiettò Lee "Anche se è una ragazza particolare, piace molto. Ho visto molti clienti che le fanno il filo e l'unico punto che sconvolge tutti è il fatto che abbia una fervida immaginazione."
"Fervida immaginazione? Ora si chiama così la follia dilagante? Ho come la sensazione che tu stia cercando di accoppiarmi con lei. Mi spiace che ultimamente la mia attenzione sia stata flebile, ma comincio a stare meglio e ti prometto che entro la scadenza riusciremo a realizzare uno dei migliori scherzi di tutti i millenni."
L'enfasi nella voce di George lo rincuorò. Si spaventò un pochino quando vide che si avvicinava a Luna con una delle Caccabomba a forma di zucca, ma sapeva che era la sua maniera di testare il futuro. Luna accettò lo scherzo che le esplose in faccia. Non se la prese, anzi scoppiò a ridere. Adorabile fanciulla, così perfetta per George con tutti i suoi pregi e i suoi difetti. Lee si complimentò con se stesso per il lavoro che aveva fatto e vedere George, finalmente rilassato, che puliva con il proprio fazzoletto il viso della ragazza, lo fece sentire meglio. Ora nulla poteva andare male. Il corso dei suoi pensieri fu interrotto dal campanello della porta che si apriva.
"Vado io." annunciò a gran voce, perché i due potessero continuare qualsiasi cosa stessero facendo e corse ad accogliere il cliente. Si trattava di Harry Potter.
"Qual buon vento, non ti si vede spesso da queste parti. Hai intenzione di fare qualche scherzo a Ginny?" Lee gli tese la mano e se la strinsero.
"In realtà ero venuto a vedere com'era il negozio ora che avete Luna come commessa e devo dire che lo trovo moto migliorato. Si nota la mano di una donna. C'è meno caos del solito." Notò il cipiglio irritato di Lee e si corresse. "Non che prima non andasse bene." Non aggiunse altro, sperando che il ragazzo si distraesse dalla gaffe appena fatta. "Volevo parlare un attimo con Luna, da quanto lavora lei qui e io al Ministero della Magia, non ci vediamo più. La vedo molto occupata con George, però, ripasserò."
"Quando vuoi."
"Ho saputo che hai assunto tu Luna e tutti hanno la sensazione che stia cercando di farli mettere assieme. Non pensavamo che avresti fatto una cosa del genere." 
"Ho la faccia del pervertito? Anche voi, che si vede che non avete poi tanto da lavorare, credevate che avrei assunto uno stallone da montarmi sotto al bancone?" Lee era davvero irritato dalla sensazione che dava a tutti.
"No, in realtà, tra di noi, si credeva che tu fossi innamorato di George e che avresti approfittato del fatto che ora è single per provarci con lui. Mi spiace aver pensato male, anche perché sarebbe insopportabile per te vederli strisciare l'uno sull'altro come due serpenti in amore, in questo caso. Scusa il disturbo e salutami George e Luna, appena torneranno fra di noi."
Si salutarono e Harry uscì, lasciando Lee in uno stato semi confusionale.



-Io innamorato di George? Davvero, la gente non sa più come passare il tempo! Credo che me ne sarei accorto se mi fosse accaduto di pensare a lui più del dovuto. Certo, ultimamente, da quando quella là lo ha lasciato, ci ho pensato davvero spesso, ma solo perché volevo che tornasse a creare degli scherzi decenti e vincere il premio come miglior scherzo nuovo dell'anno. Sono un bel po' di galeoni.- Pensava Lee, cercando di aggrapparsi alla speranza che il suo cuore aveva cominciato a battere più forte solo perché offeso dalle parole di Harry e non perché lo infastidiva che George cominciasse a tenere Luna per mano e le soffiasse dietro l'orecchio. La ragazza non sembrava per nulla infastidita, anzi, sorrideva e non nella solita maniera disincantata. Era un sorriso vero, divertito, malizioso. Lee si sentì mancare il fiato.
-OhMMerlino, sono innamorato di lui.- pensò, rendendosi finalmente conto di ciò che agli altri era apparso lampante. -E ora come faccio? Non ho nemmeno la possibilità di tentare di spiegarmi e la colpa è solo mia che l'ho buttato tra le braccia della prima ragazza disponibile. Non saprò mai se avrei avuto una minima speranza con lui, se si mette con Luna. Ho come la sensazione che sarà proprio così. Stanno appiccicati come due lecca lecca al sangue appena succhiati. Disgustoso!-
Perse di vista ciò che stava facendo e si concentrò tutto su loro due, studiando una maniera per farli separare, dopo che si era dannato l'anima perché si unissero.
-Perché ho la sensazione che non sarà altrettanto facile?- E rimpianse la propria poca lungimiranza.



Intanto, fra George e Luna...
"Allora, ci sta osservando?" chiese la ragazza allungando una mano su un braccio muscolo del rosso. Il suo volto era sempre sulle righe, ma, diversamente dal solito, stava macchinando qualcosa. Certo, non lo aveva fatto tutto da sola, ma le era bastato dire ai suoi amici che aveva la sensazione che Lee stesse cercando di fidanzarla con George, per fare partire il piano. Lei doveva solo avvertire Harry, con un anello fatato, tipo quelli che usavano per incontrarsi durante le riunione dell'ES, per farlo correre e mettere la pulce nell'orecchio al moro. Intanto aveva messo a parte della situazione George, fingendo di tubare con lui.
Cercando di non farsi notare, il ragazzo osservò il proprio dipendente mandare fulmini dagli occhi, neanche fosse il Dio delle Saette, fregandosene persino di un paio di clienti che cercavano di attirare la sua attenzione.
"Direi di sì. Sembra piuttosto irritato. Ci sono un paio di nostri affezionati clienti e lui non li ha neppure visti."
"Ma tu, che provi nei suoi confronti? Fino a qualche settimana fa eri fidanzato con una donna, non vorrei che si illudesse troppo."
George rise nervosamente.
"In realtà, anche se sono un tipo monogamo e fedele, sono piuttosto ehm... flessibile sull'argomento. Mi sono divertito un mondo a Hogwarts, non solo con gli scherzi, mentre esploravo la mia sessualità. Credo di aver baciato mezza scuola dalla mia età in su, di ogni genere sessuale. Non ho mai avuto occasione, però, di pensare a Lee in quella maniera. Si dava delle arie da etero e gli piaceva la mia ex, all'epoca."
"Gli uomini sono un po' più lenti a maturare e anche a capire le proprie inclinazioni sessuali, perciò non è così strano che Lee abbia capito più tardi che gli piacevano gli uomini. Cosa ne pensi, allora?"
"Non so, rischio di perdere il mio migliore amico, se non funzionasse, per non parlare che è l'unico che mi apprezza come sono."
"Se non funziona con lui, non troverai mai nessuno che ti ami e sopporti i tuoi scherzi. Per me vale la pena rischiare."
George scosse la testa sorridendo: quando voleva, Luna sapeva essere convincente.



Lee, con un sospiro, diede la sua attenzione ai clienti che lo richiedevano, dopo non sapeva neppure lui quanto tempo in cui si era distratto. Stupidi maghi che desideravano scherzi, che potevano essere pericolosi, pur di vendicarsi di torti subiti o semplicemente perché erano delle carogne dispettose. Servì tutti con una faccia da serial killer, alcuni gli chiesero se il suo volto, sempre sorridente, fosse colpa, o merito, a seconda del punto di vista, di una qualche nuova pozione. Ringhiò in malo modo a tutti quanti e quando George, alla fine della fila di clienti, gli mise una mano su una spalla, rischiò di morderlo.
"Ehi, vengo in pace. Volevo ringraziarti per il consiglio che mi hai dato. Parlare con Luna è stato illuminante."
Lee sentì la tentazione di picchiarlo, ma fece un grosso respiro e si trattenne.
"Che ti avevo detto?" disse fra i denti "Uscirete insieme?"
"No, non credo che siamo fatti l'uno per l'altra, ma mi ha aperto uno spiraglio. Vorrei parlartene. Che ne dici se stasera ne parliamo davanti a una Burrobirra fumante, o qualcosa di più forte, se preferisci?"
"Ehm, sì?" Non capiva bene che cosa stava succedendo, sennonché non era successo il disastro che credeva.
"Bene! Dopo uscendo di qui, andiamo direttamente a mangiare qualcosa." Si sporse, sfiorò le labbra di Lee con un bacio e lasciò senza parole e con una faccia felicemente ebete.
"Lee, che fine ha fatto la tua faccia arrabbiata? L'effetto della pozione è finita?" chiese un cliente che era tornato perché si era dimenticato di comprare qualcosa.
"Non credo che esista una pozione del genere."
"Peccato, se ci fosse la userei con quell'oca giuliva di mia cognata. Ride sempre come una scema e senza motivo." E se ne uscì.
Beh, almeno se nella serata fosse calato il silenzio, avrebbe potuto suggerire a George di fabbricare una pozione del genere per il concorso. Un'idea brillante, sì!



  
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