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Autore: Ortensia_    10/07/2015    2 recensioni
In quel momento, Akashi pensò che avrebbe voluto essere per davvero un criminale. Forse, in un simile frangente, Nijimura avrebbe scelto di servire la legge come gli aveva detto tempo addietro e ora, in qualche modo, ci sarebbe stato un filo più spesso a tenerli uniti.
Invece non erano niente, solo due particelle evanescenti destinate ad attrarsi e respingersi per l'eternità.

[NijiAka senza pretese per il compleanno di Nijimura e, già che ci sono, dedicata a mughetto nella neve, che me ne aveva chiesto una un bel po' di tempo fa.
Bad Blood – Taylor Swift]
Genere: Erotico, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Seijuro Akashi, Shuuzou Nijimura
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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Bad Blood





Akashi percepiva ancora un senso di intorpidimento lungo le gambe, fino alla punta dei piedi, l'addome teso, impiastricciato da sparute gocce di sperma ormai secco. Il latrato lontano di un cane si intrecciava al respiro profondo che con regolarità risaliva lungo la gola e poi scivolava via dalla bocca, insinuandosi nella sottile insenatura delle labbra dischiuse.
Quando si soffermò sullo spazio vuoto accanto a sé, deglutì appena, forse nel tentativo di alleviare il dolore acuto alla gola, riarsa dall'orgasmo recente.
Akashi chiuse gli occhi e ascoltò il latrato, sorprendendosi un poco quando ebbe la sensazione che fosse sul punto di scemare, per poi rendersi conto che in realtà non era mia diminuito di tono ed era stato semplicemente sovrastato dall'irruenza della pioggia.
Doveva trattarsi di un temporale estivo, come quello a cui lui e Nijimura avevano assistito attraverso le grandi finestre dell'aula di musica, in seconda superiore.


You made a really deep cut
and, baby, now we got bad blood




Akashi aveva riso e Nijimura, punto nel vivo, si era voltato con la fronte leggermente corrugata e il naso arricciato e gli aveva detto con tono vagamente alterato che non era il caso.
«Parli sul serio, Nijimura-san?» ma Akashi era tornato serio in un istante, le labbra increspate in un piccolo sorriso dovuto alla lusinga scaturita dalle parole dell'altro «davvero saresti disposto a seguirmi ovunque? Anche se io diventassi, ad esempio, un criminale?»
«In quel caso...» Nijimura aveva indugiato, probabilmente perché la domanda di Akashi era giunta inaspettata «in quel caso diventerò un poliziotto.»
«Mi arresterai, Nijimura-san?»
«Eh?» Nijimura aveva sussultato e si era voltato verso di lui con il viso vagamente arrossato «A-Akashi, ma che ti prende oggi?»
Akashi aveva riso di nuovo, ma non aveva risposto alla sua domanda: la visione di un fulmine che squarciava il cielo nero aveva improvvisamente gettato le sue parole nel vuoto.


Now we got problems
and I don’t think we can solve them




Le parole che non aveva pronunciato in quella occasione, Akashi le aveva custodite per anni in forma di pensiero. Quello che aveva percepito quel giorno, e tutte le volte in cui aveva avuto l'occasione di passare un po' di tempo solo con Nijimura, era pura felicità.
Quando sgusciava fuori dalle coperte, la mattina, non vedeva l'ora di lasciare l'opprimente dimensione di casa Akashi e andare a scuola per vedere Nijimura: lui, in un certo senso, era un po' come quel fulmine luminoso che all'improvviso aveva squarciato e dissipato le nubi nere.
A quel pensiero, Akashi aprì gli occhi e sollevò le mani, contrasse appena le dita bianche e magre nell'oscurità della stanza, così calda da risultare soffocante, così profonda da sembrare una spessa rete di maglie indistricabili.
Si girò sul fianco e schiuse un poco di più le labbra, lasciando andare un sospiro vagamente tremante quando anche gli ultimi residui di eccitazione scivolarono via dal suo corpo, poi sfiorò le lenzuola fredde con la punta delle dita.
In quel momento, Akashi pensò che avrebbe voluto essere per davvero un criminale. Forse, in un simile frangente, Nijimura avrebbe scelto di servire la legge come gli aveva detto tempo addietro e ora, in qualche modo, ci sarebbe stato un filo più spesso a tenerli uniti.
Invece non erano niente, solo due particelle evanescenti destinate ad attrarsi e respingersi per l'eternità.

You know it used to be mad love,
so take a look what you’ve done




«Dopo la cerimonia di fine anno partirò per Los Angeles.»
Akashi aveva sollevato gli occhi ed era rimasto in silenzio per qualche istante, – dopotutto conosceva la situazione e non avrebbe avuto senso chiedergli quando sarebbe tornato a Tokyo –.
«La cerimonia si svolgerà fra due giorni...» allora aveva mormorato con un filo di voce.
«Lo so.» Nijimura teneva lo sguardo fisso davanti a sé, ma Akashi non sapeva dire esattamente cosa stesse guardando.


‘Cause, baby, now we got bad blood




Akashi, però, ricordava che i suoi occhi erano fissi sulle labbra di Nijimura.
Quella volta aveva pensato di baciarlo, e nonostante l'occasione si fosse ripresentata quella notte stessa, pochi giorni dopo il ritorno di Nijimura da Los Angeles, e fosse stata immediatamente consumata, quel desiderio rimaneva vivido e insoddisfatto.
Non era stato come lo aveva sempre immaginato: i baci rabbiosi, il sesso frenetico e il rancore che lo aveva spinto ad affondare unghie e denti nella schiena e nelle spalle di Nijimura avevano spazzato via l'immagine romantica che lo aveva rassicurato ogni qualvolta si era concesso qualche fantasticheria su una possibile riconciliazione.
Akashi chiuse di nuovo gli occhi e strinse fra le dita le lenzuola sottili, affondò i denti nel labbro inferiore: se fosse stato realmente un criminale, avrebbe ucciso Nijimura. Sentiva di odiarlo, eppure era consapevole che se fosse rimasto senza di lui non sarebbe stato più in grado di rialzarsi.


What was shining now it’s all rusted

Akashi chiuse solo per un istante gli occhi e si scostò i capelli dalla fronte con un rapido movimento della mano.
La pioggia percuoteva con forza i telai colorati delle auto, l'asfalto bagnato ribolliva a causa dell'afa notturna e della forza impetuosa dell'acqua che si insinuava inarrestabile in ogni anfratto.
«Nijimura-san!» come per il latrato del cane, Akashi ebbe l'impressione che la sua voce fosse stata completamente sovrastata dal rumore penetrante e continuo della pioggia.
«Nijimura-san!» gridò più forte, il viso frustato dalla pioggia calda, le gocce brillanti impigliate nelle ciglia scure e sulle labbra.
«Akashi?» Nijimura si voltò e, nel vederlo fermo sotto la pioggia, si affrettò a raggiungerlo per coprirlo con l'ombrello.
«Perché mi hai seguito?» appena furono entrambi sotto l'ombrello, al riparo dalla pioggia, Nijimura riprese a parlare «sei fradicio.»
«Avevi detto che mi avresti seguito. Che saresti rimasto con me.» Akashi parlò, la voce alterata dalla fatica della corsa; Nijimura, dal canto suo, abbassò lo sguardo e serrò le labbra, sfiatando appena.
«Non ho potuto.» Nijimura gli sfiorò una guancia con le dita e gli sistemò i capelli bagnati dietro l'orecchio sinistro «però sono tornato.»
«E allora non scappare in piena notte.» Akashi gli afferrò la mano e increspò le labbra in un sorriso forzato «un buon poliziotto non scappa dal criminale.»


You made a really deep cut
and, baby, now we got bad blood




Nijimura lo baciò con così tanta foga che Akashi pensò di non essere più capace a respirare, poi, non appena le mani del più grande scivolarono alle sue natiche, inarcò la schiena e rabbrividì di piacere.
Quando le loro labbra si separarono, Nijimura gli baciò lo sterno pallido e magro un paio di volte, per poi ripiegare sui capezzoli duri e caldi; la mano destra scivolò fra le natiche sode di Akashi, le dita della sinistra a stringere i capelli rossi ancora bagnati dalla pioggia.
Quando sentì le dita di Nijimura insinuarsi dentro di lui, Akashi singhiozzò sommessamente e si passò la lingua sul labbro inferiore, come a voler placare il fremito che lo aveva improvvisamente attraversato, per poi affondare le mani fra i capelli corvini dell'altro.
Nijimura si mosse con calma, lo accarezzò come se fosse stata la prima volta e, subito dopo aver stretto la presa attorno alle sue cosce, lo penetrò lentamente e restò fermo per qualche istante, in modo che entrambi si abituassero alla sensazione.
«Nijimura-san...» anche in quel momento, Akashi non aveva osato smettere di guardarlo neppure per un istante: amava tutto di lui, eppure era stato capace di odiarlo con una violenza tale da sentirsi quasi vuoto.
Nijimura adagiò la fronte contro quella dell'altro e sospirò sommessamente, il fiato caldo e tremante si spezzò sulle labbra di Akashi, che subito dopo sollevò il viso per stampargli un bacio veloce sulle labbra.
«Avevi ragione...» Nijimura sussurrò e chiuse gli occhi nel sentire le mani di Akashi scivolare lungo le scapole, fino al centro della schiena, per dispensare carezze ai graffi che lui stesso gli aveva inferto poco prima.
Paradossalmente, ciò che aveva spinto Nijimura ad allontanarsi immediatamente dopo il sesso, era stato il risentimento che aveva avvertito nei baci di Akashi, la freddezza in quel contatto sbrigativo e bestiale, piuttosto diverso da come lo aveva immaginato.
Finalmente accolto dalle braccia non più ostili di Akashi, Nijimura cominciò a muoversi dentro di lui, le dita strette attorno alle cosce del più piccolo, la bocca, ostinata e intraprendente, sul collo e poi sul lobo dell'orecchio ancora umido per la pioggia.
Akashi protese leggermente il capo all'indietro, gemendo sommessamente quando Nijimura si insinuò più a fondo, fin quasi a incastonare alla perfezione il proprio bacino alle sue natiche, e gli baciò il collo con più foga, sussurrando il suo nome in un sussulto roco.
Fuori aveva smesso di piovere, ma il latrato del cane, sovrastato dai respiri affannosi e dai gemiti, e infine dall'amplesso intenso e sfibrante, parve ad entrambi solo un'eco lontana, un vago ricordo perso nello spazio.
Nijimura si distese accanto ad Akashi, che si sistemò sul fianco, restando a contemplarlo in silenzio.
Nessuno dei due, per il momento, sembrava avere la forza di parlare, piuttosto continuavano a specchiarsi l'uno negli occhi dell'altro, si accarezzavano nell'oscurità, sfioravano lo sterno tremante con la punta delle dita e attendevano ad occhi chiusi che anche gli ultimi residui di piacere scemassero.
Akashi non sapeva dire quanto tempo fosse passato, ma all'improvviso Nijimura gli passò una mano fra i capelli bagnati e gli sorrise, per poi sussurrare con la voce ancora arrochita dall'amplesso.
«Alla fine penso proprio che io sia riuscito ad arrestarti.»


Now we got problems,
but maybe we can solve them






L'angolino invisibile dell'autrice:

Come ho detto nell'introduzione è una NijiAka che ho scritto per il compleanno di Nijimura. Pochi giorni fa mi sono resa conto che ho scritto solo due shot su di loro: in una appariva soltanto Akashi, l'altra era gender bender, quindi appena ho realizzato che presto sarebbe stato il compleanno di Nijimura (me ne sono accorta giusto tre giorni fa) ho deciso di approfittarne.
Non avendo nessuna idea mi sono ispirata a “Bad Blood” di Taylor Swift e ascoltando la canzone... beh, diciamo che è venuto tutto da sé, parecchio di getto (e probabilmente si capisce).
Oltre ad augurare buon compleanno a Nijimura, dedico la shot a mughetto nella neve, visto che mi aveva chiesto una NijiAka qualche tempo fa! (e poi volevo ricambiare la dedica alla sua MayuAka~)
Spero che la shot sia stata di vostro gradimento, una volta tanto non è molto pessimistica ù3ù
Alla prossima!
   
 
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