Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
Ricorda la storia  |      
Autore: _sonder    10/07/2015    5 recensioni
[Attenzione: spoiler per chiunque non abbia letto il manga]
Caporale, tu salti e combatti sulle rovine dell'umanità; spieghi ali libere, che tante battaglie hanno visto.
| Prima classificata a pari merito al contest Who we are, indetto da Stareem sul forum di EFP. |
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Nickname:_sonder su EFP/ _Sonder sul forum di EFP
Titolo: Ali stanche
Fandom: Shingeki no Kyojin - L'attacco dei giganti
Personaggi/Pairing: Levi Ackerman, Kenny Ackerman (menzionato); Nessuna coppia
Generi: Drammatico, Introspettivo
Avvertimenti: Spoiler!
Rating: Arancione (linguaggio scurrile, ma non troppo, accenni a scene crude)
Introduzione: Caporale, tu salti e combatti sulle rovine dell'umanità; spieghi ali libere, che tante battaglie hanno visto.
Note: Riferimenti alla biografia di Levi, ma soprattutto alle vicende e alle tavole del capitolo sessantanove del manga. Accenni lievissimi allo spin-off.
Partecipa al contest Who we are indetto da Stareem sul forum di EFP.











ali stanche

Anche Kenny ti ha lasciato.
Come lo stoccafisso che non era, ha atteso la morte per sputarti in viso la verità. Una traccia del suo - del vostro - sangue ti macchia la pelle e l'odore di carne bruciata, misto alla saliva, riempie l'aria. Pieghi le labbra per il disgusto; l'occhio segue la chiazza, mentre la sfreghi con un fazzoletto.
È morto a testa bassa: ha il volto scavato dalle ustioni. Ricordi bene come scuoiava le vittime, con la solita carezza del metallo; perché adesso somiglia a un animale consumato dalla vita.

Tu, che sei soltanto Levi e quel nome ti basta e avanza; tu, ai piedi di un tronco, guardi un altro pezzo della tua vita andarsene. Sollevi gli occhi al cielo: non era ciò che immaginavi, quando cercavi la luce dai bassifondi della capitale, come un topo che segue la via aperta da un filo d'aria e corre, risalendo pietra e fango, pur di incrociare la radura.

A osservarli meglio, gli alberi sembrano soltanto mani: i palmi vuoti di un'umanità che grida e punta le braccia in alto, in segno di resa, a chiedere una pietà che il sole non concede.
Il calore del giorno non riscalda; è solo un ulteriore, banale, inferno di carne sudata e corpi mutilati. Lamenti di morte lacerano il paesaggio e assalgono i soldati; si stirano fino alle nuvole, che guardavi con Farlan e Isabel.
Memorie andate tirano pacche sulle spalle e restano dietro il tuo cammino.

Anche Kenny ti ha lasciato.

Quando eri soltanto un moccioso, tutto occhi e viso smunto, tentavi di assorbire la forza del tuo patrigno. Insudiciavi le dita di sangue e reggevi un pugnale, magra eredità di Kenny, come piantavi i denti nel pane: usando la disperazione degli affamati.
Se ne andava, vestito di bianco, un sorriso del cazzo a uncinargli la faccia e l'aspetto ripulito da cagnetta del sovrano. In piedi, ti dibattevi a calci e pugni, la rabbia fra i denti e l'avversario a terra. Non avevi bisogno di un vecchio pazzo dalle rotelle eccitate alla vista delle viscere.
Eppure, lo seguivi a distanza.

***


La pioggia crepita sul tetto. Sono i passi rapidi delle truppe: bussano sulle tegole divelte, trovano la via per entrarti nelle orecchie e saltano nel vuoto, accompagnati dallo stridio dei fili, dalla propulsione del gas. Danno un colpo, due e tacciono: cadono nelle pozzanghere, piombano sul rigurgito di un gigante, intrappolati nella gola di un enorme predatore. Altri fratelli giacciono come avanzi di un pranzo, fra calzature ricoperte di bava e armi senza un padrone. L'erba è un tappeto di carcasse: compagni.

E ti rimane in testa - ronza, come una mosca - quel cognome, Ackerman.
Lo indossi assieme alle ali spiegazzate del mantello, quando iniziano le tue capriole nel vento. All'acqua piovana si aggiungono le girandole di sangue e la certezza di un tonfo più sordo al suolo.
Porti dentro ogni lapide: l'abbraccio stanco di tua madre e i morsi della malattia, gli occhi sgranati di Isabel e il corpo di Petra, schiacciato come muschio contro la corteccia.
Non puoi permetterti il rimpianto di voci lontane, i ricordi di un padre mancato. Rincorri il sogno di Erwin.
Dei tuoi uomini resta il pugno che leverai in alto, finché questi polmoni ti permetteranno di ingoiare fiato e polvere.
  
Leggi le 5 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti / Vai alla pagina dell'autore: _sonder