Scritta per la Drabble Night del gruppo fb "We Are Out for Prompts" per Elisa
Au in cui Gabriel è il clown che Dean assume per fare uno scherzo a Sam il giorno del suo compleanno.
 

Coulrofobia

Gabriel decise che non lo pagavano abbastanza per questo.

Quando lo avevano contrattato per un compleanno si aspettava di trovarsi davanti come minimo una banda di bambinetti urlanti – e che altro avrebbe mai potuto capire da uno che dava come nominativo “Sammy”?

“Coraggio, continua a respirare nel sacchetto, stai andando benissimo.” Gabriel cercò di sembrare il più confortante possibile – e lavorando spesso con i bambini ci riusciva parecchio bene – e strinse il gomito a “Sammy”, l'omone di due metri che si trova rannicchiato in un angolo della sua casa in preda a un attacco di panico.

Era un lavoro semplice, gli aveva detto lo stronzo dall'altra parte del telefono, un tale Dean, quando lo aveva contattato. Gli aveva dato un indirizzo e gli aveva detto che l'unica cosa che avrebbe dovuto fare sarebbe stata urlare sorpresa e spruzzare acqua in faccia a Sammy, il “fratellino” del suddetto bastardo.

Gabriel non si era fatto troppe domande, Dean pagava bene e in anticipo e un lavoretto extra non faceva male – non è che lavorando come clown si guadagnasse molto. Solo che quando aveva suonato alla porta dell'appartamento il suo spruzzino era almeno un metro più in basso di quello che sarebbe dovuto essere e il ragazzo che aveva aperto la porta era indietreggiato con un urlo di terrore e aveva cominciato a iperventilare. Oh, sì Sammy andava proprio matto per i clown.

Si era sfilato il naso rosso, gettandolo in un angolo chissà dove, mentre il ragazzo si accasciava sul pavimento.

“Ok, ok, continua a respirare.” aveva trovato un sacchetto di carta in cucina e lo aveva costretto a respirarci dentro, mentre cercava di togliersi il cerone con la manica della casacca colorata.

Il risultato non era stato dei migliori, ma almeno Sammy aveva ridacchiato dentro il sacchetto e Gabriel aveva pensato che almeno in parte era riuscito nel suo intento.

“Grazie.” fu la prima cosa che disse, non appena riuscì a parlare di nuovo.

“Uhm, beh, dovrei dirti /Buon compleanno, Sammy!/ ma non credo servirebbe a qualcosa adesso.”

“É Sam, in realtà.”

Il clown sorrise, un po' inquietante visto il cerone mezzo sciolto sulla sua faccia. “D'accordo, Sam. Io sono Gabriel. Non sapevo avessi paura dei clown, altrimenti avrei detto di no a tuo fratello.”

Sam alzò gli occhi al cielo. “Dovevo immaginare che ci fosse lui dietro tutto. Sono anni che mi dà il tormento perché secondo lui questa paura è assurda.”

Gabriel annuì, comprensivo. “Dolcetto?” chiese, tirando fuori dalla manica una barretta al cioccolato. “I dolci risolvono sempre tutto.”

Sam lo fissò indeciso. “Sì, grazie. Dopotutto mi devi qualcosa per avermi fatto paura. Ma cos'è il tuo asso nella manica per fare colpo?”

“No, mi aspettavo di trovare dei bambini. Se avessi saputo che dietro alla porta ci sarebbe stato uno come te avrei preso quelli con il mio numero di telefono dentro.” gli fece l'occhiolino. Sì, stava flirtando. Crisi di panico a parte, Sam era proprio il suo tipo di ragazzo.

“É una fortuna allora che io mi ricordi il mio a memoria.” gli sorrise Sam. “Ma te lo darò solo se non ti vestirai più così.”

Gabriel inclinò la testa, osservando la piccola macchia di cioccolata che gli decorava l'angolo della bocca. “É un sacrificio che posso fare.” poi cominciò a guardarsi intorno alla ricerca dei un foglietto.