Titolo: Tale
Of A Youkai and His Tiny, Little Human
Categoria: InuYasha
Personaggi: Kagome/Sesshoumaru, Inu No
Taisho/Inu No Kimi
Avvertimenti: Raccolta Drabble di 500ish
parole
Universe: Pre Canon, Canon Divergence
(?)
Prompt: What if Kagome fell into the well as
a kid
and landed in an era where Sesshoumaru hadn't quite grown into his
fluffy yet?
(Based on a fanart by YoukaiYume http://youkaiyume.deviantart.com/art/Sesskag-Cooties-246538254)
Note: Breve dizionario per alcuni
termini che è probabile trovare nell’andare avanti
della narrazione (non mi
piace inserire frasi in giapponese e non lo farò,
però alcune parole sono
troppo tecniche e in italiano non rendono per niente bene
l’idea, a mio parere.
E poi ho letto solo fanfiction inglesi su questo fandom e mi
è entrata in testa
solo quella terminologia, mi ci trovo più a mio agio LOL): Youkai
sono i demoni purosangue (Sesshoumaru e il padre, per
esempio), hanyou sono i mezzodemoni
(Inuyasha), ningen gli esseri umani
e miko le sacerdotesse (Kagome).
Grazie
per l’attenzione e buona lettura! ♥
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{1}
Discovery
Era stato uno strano
rumore a distoglierlo dalla caccia e a far scappare la sua preda, una
sorta di
sibilo e di risucchio insieme, seguito da lieve tremore del terreno e
dall’improvviso silenzio dell’intera foresta. E
poi, nella quiete, nacque un
flebile suono.
Sesshoumaru si alzò in
piedi, abbandonando la posizione accucciata ed ergendosi in tutta la
sua
piccola altezza: era indeciso. Suo padre gli aveva concesso fino al
tramonto,
dopodiché sarebbe dovuto tornare all’accampamento
con una preda degna del
primogenito del Grande Inu No Taisho – e se dapprima aveva
avuto intenzione di
ignorare quel brusio, catalogandolo come un’inutile
distrazione che gli avrebbe
semplicemente fatto perdere tempo, alla fine non aveva potuto fare a
meno che
cedere alla sua curiosità di cucciolo.
Aveva quindi fatto
dietro-front e aveva seguito quell’eco soffocato con la
stessa scrupolosa
concentrazione che aveva impiegato nella caccia, affinando i sensi e
notando
che il rumore acquistava volume e nitidezza man mano che si inoltrava
nella
foresta. Non conosceva il territorio – era soltanto la
seconda volta che
metteva piede nell’Est – ma il giovane demone non
temeva di perdersi, avrebbe
ritrovato il campo di suo padre anche bendato e con le mani legate.
Ciò non gli impedì
tuttavia di provare una certa apprensione quando le punte dei suoi
stivali si
fermarono ai bordi di una piccola radura, che sarebbe passata
inosservata non
fosse stato per il vecchio pozzo che si ergeva esattamente al centro di
essa.
Le foglie dell’edera che ricopriva il legno della struttura
avevano acquisito
una tonalità dorata all’approssimarsi del
tramonto, e la loro presenza era
probabilmente segno che il pozzo doveva essere abbandonato, o
semplicemente in
disuso.
Adesso che era così
vicino, Sesshoumaru riconobbe quel rumore per ciò che era
davvero: piccoli
singhiozzi disperati alternati a un respiro rapido e nervoso,
provenienti
esattamente dall’interno del pozzo.
Il giovane youkai si
irrigidì, temendo una trappola. Sollevò il naso e
prese dei profondi respiri
esaminando gli odori portati dal vento, ma non avvertì nulla
oltre il profumo
del bosco, del piccolo corso d’acqua che scorreva
più a valle e della deliziosa
fragranza di fiori, sole ed estate che aleggiava intorno al pozzo. Non
pareva
esserci alcun pericolo.
Sesshoumaru avanzò dunque,
e il rumore dell’erba che scricchiolava sotto i suoi passi
fece cessare
bruscamente il pianto; ma si fermò di nuovo quando una voce,
flebile e gracile
come il cinguettio di un uccellino appena nato, si inerpicò
su per le pareti
del pozzo fino a raggiungere il suo udito perfetto.
«C’è qualcuno? ... Mamma…
Jii-san?»
Sesshoumaru scattò verso
la struttura, la fronte aggrottata e gli artigli di una mano pronti ad
attaccare qualora la creatura rivelasse intenzioni sospette. Si
schiarì la
voce, modulandola in modo da somigliare a quella del padre, e
tuonò.
«Sei un demone?»
«Sono una bambina»,
rispose la voce, tremando leggermente.
Sesshoumaru non comprese
la risposta, così cambiò domanda.
«Sei un essere umano?»
Stavolta la voce sbuffò
infastidita tra le lacrime. «Sono una bambina»,
ripeté, sottolineando quella parola che di per sé
le pareva piuttosto
esaustiva.
«Hn», fece Sesshoumaru.
Drabble: 504 parole.