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Autore: emily12_    11/07/2015    0 recensioni
Se chiudeva gli occhi poteva ancora sentire il freddo che avrebbe dovuto provare: un brivido che si diramava per la spina dorsale fino alle braccia.
Mai come in quei mesi Simon aveva capito quanto potessero essere importanti i ricordi.
Il ricordo della vita che scorre sulla pelle o del cuore che batte.
Ora era un vampiro, e in un certo senso non faceva più parte della vita, perché sarebbe vissuto per sempre.
* * *
Accese la luce della sua camera e si guardò attorno ritrovando tutti i suoi oggetti di sempre.
Sempre?
Eppure sentiva una sorta di ronzio indistinto nella mente che gli faceva prudere le mani, come se qualcosa non andasse affatto.
Genere: Generale, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Izzy Lightwood, Jace Lightwood, Sebastian / Jonathan Christopher Morgenstern, Simon Lewis, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 7


Non è un po' strano un vicolo buio come luogo in cui darsi appuntamento?”

Andiamo vampiro, non vorrai dirmi che hai paura?”

Mi chiamo Simon e non sono più un vampiro, per tua informazione.”

La ragazza gli si avvicinò raccogliendosi i lunghi capelli biondi in una coda e Simon notò che i suoi occhi quella sera erano talmente scuri che si confondevano con l'oscurità della notte.

Okay, okay. Seguimi, ti mostrerò in cosa consiste il piano.” disse lei.

Abbiamo un piano?”

Lei alzò gli occhi al cielo a metà tra uno sbuffo e una risata.

Il ragazzo la seguì per qualche vicolo fino ad arrivare ad un edificio dalla facciata scrostata e invasa dalle macchie di umidità.

Lei estrasse dalla tasca una chiave e aprì la porta, dopodiché salirono la scala a chiocciola fino ad arrivare ad una porta di legno scuro, lei la spinse ed entrarono.

Che posto è questo?” chiese Simon guardandosi attorno meravigliato.

C'era più di un centinaio i libri accatastati lungo le pareti, un tavolino, una cassa di legno e un letto con le coperte verdi chiaro nell'angolo.

Lei si avvicinò ad un cucinino facendo scricchiolare il pavimento sotto i suoi piedi, prese un bollitore e lo riempì d'acqua, dopodiché lo mise sul fuoco.

Thé?” chiese sorridendogli.

No, grazie.”

Edvige si avvicinò ad una pila di libri nell'angolo e ne prese due, si sedette su alcuni cuscini che erano sparsi sul pavimento e invitò Simon ad accomodarsi accanto a lei.

Le sue dita sottili fecero scorrere velocemente le pagine fino alla 245.

Tre medaglioni. Tre chiese. Un medaglione in ognuna. Dobbiamo prenderli tutti e tre, fare collidere le coordinate degli ingranaggi interni e tutti i demoni della città saranno costretti ad ubbidirci .”

Non mi sembra un piano molto furbo.”

Edvige alzò un sopracciglio.

Noi non abbiamo bisogno di un esercito.”

E come vorresti vendicarti? Lanciando coni gelato?”

Simon sospirò sentendo crescere dentro di sé la rabbia per come gli Shadowhunters che credeva suoi amici lo avevano trattato: “Sarebbe un'idea.” disse infine “a me piacciono i gelati.”

Edvige storse la bocca e fece per dire qualcosa, ma il ragazzo la precedette: “Ascolta, lo so, anch'io sono arrabbiato, ma non ti sembra di stare esagerando?”

Non...non sai nulla di cosa hanno fatto a me. E no, non sto esagerando.” disse la ragazza con il respiro accellerato.

Cosa ti hanno fatto?” chiese Simon incuriosito.

Lei scosse la testa e lui non insisté.

Che posto è questo?” chiese invece.

Casa mia. O almeno, per ora sto qui.”

Come mai?”

Si vede che per il momento non ho altro posto in cui stare. Non sei molto perspicace, mi sembra.”

Lui annuì senza ribattere.

La ragazza si alzò e verso l'acqua del bollitore in una tazza.

Sicuro di non volerne un po'?”

No, grazie, sono a posto.”

Lei portò la ceramica alle labbra, poi rimise la tazza sul ripiano del cucinino e disse: “Pensaci per favore a quello che ti ho detto, okay?”

Simon annuì.

Lei aprì la finestra e inspirò l'aria notturna.

Non mi hai ancora detto come mi hai trovato e chi sei.” le fece notare Simon.

Lei scosse la testa accendendosi una sigaretta: “No, non l'ho ancora fatto.”

Questo l'ho appena detto io, tu dovresti dire qualcosa come ok ora te lo spiego.

E' complicato.”

Allora non so se posso fidarmi di te.”

Fidati e basta.”

Il fumo fa male.”

Hai ragione vivrai una settimana in più di me e in quella settimana pioverà.”

Che divertente che sei.” rispose lui ironico.

Lo so.”

Hai ereditato gli occhi da tuo padre o da tua madre? Non li avevo mai visti simili.”

Da nessuno dei due.” disse lei scrollando le spalle.

Impossibile.” rise Simon “e allora come fanno a essere così scuri?”

Riflettono la mia anima.” disse lei con un sorriso sghembo, poi scosse la testa “Scherzavo.”

Simon alzò le spalle: “Dovrei andare ora.” disse.

Lei annuì e al ragazzo sembrò di scorgere una particolare tristezza nei tratti del suo viso.

Prima di uscire gli cadde l'occhio su una foto tra i libri accanto alla porta, e mentre Edvige finiva gli ultimi due tiri della sigaretta, la raccolse.

Nella foto c'erano una ragazza e un ragazzo, l'uno accanto all'altro che sorridevano; riconobbe che la ragazza era Edvige, mentre il ragazzo con gli stessi capelli chiari e gli stessi occhi scuri non gli sembrava di averlo mai visto.

Sul retro era riportata una data di diversi anni prima e vi era scritto: Jonathan ed Edvige Morgestern.”

Quel cognome doveva averlo già sentito, ma per il momento non gli diceva nulla di significativo.

Rimise al suo posto la fotografia prima che Edvige se ne accorgesse ed uscirono insieme ion strada.

Tornarono nel punto dove si erano incontrati parlando di qualunque cosa di poco senso gli passasse per la testa.

Tu sei fuori.” concluse alla fine Simon.

Mai quanto te.” rise lei, ma al ragazzo parve che anche quella risata fosse triste.

Ci vediamo.”

Domani?”

Okay.” acconsentì lui.

Mentre Edvige spariva dietro un cassonetto dell'immondizia e una Toyota, il ragazzo pensò che gli ricordava un angelo perché sembrava così piccola, indifesa e buona; ma se era un angelo sarebbe stata un angelo caduto, un po' come Lucifero.

Forse un tempo Dio l'aveva amata, lei ne portava ancora i segni nei lineamenti del viso, ma poi era finita a terra e si era spezzata da sola le gambe, le era rimasto solo quello storto sorriso triste e degli occhi macchiati dall'inquinamento; ora gli faceva quasi paura.



Scusate tantissimo per il ritardo! Purtroppo questo capitolo non è venuto come speravo, ma spero che vi piaccia lo stesso almeno un pochetto e se appena riuscite non tiratemi troppi pomodori addosso pleace!

Emily




  
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