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Autore: steph808    11/07/2015    1 recensioni
Cinque amiche in università, alcuni animali che fanno pasticcio, la nascita di un amore travolgente… e nessuna trama sensata.
In brevi capitoli di circa 80 righe (su un normale programma di scrittura) questa storia racconta alcune scene di vita in università e improbabili avventure semiserie liberamente tratte dalla vita reale e dalla fantasia più sfrenata, con l'obiettivo di divertire, poi di intrattenere e infine di far riflettere, perché anche le storie senza trama hanno un filo conduttore.
Genere: Comico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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capitolo12
Capitolo 12
Nel quale secondo certe teorie l’universo dovrebbe esplodere
 
Ero nell’atrio dell’università e stavo aspettando.
«Ehi, ciao!»
«Ciao, Luisa!»
Mi fissò con interesse.
«Come stai?»
Lei sorrise. «Bene.»
Non era un sorriso di circostanza, mi sembrava che stesse davvero bene come aveva detto.
«Hai tagliato i capelli?»
«Già. Sono tornata al mio taglio “normale”».
Bisognerebbe studiare come mai le donne quando hanno bisogno di un cambiamento nella propria vita si sfogano sui capelli. Io li ho sempre avuti all’incirca corti uguali e questo dà un’idea di quella noia totale che è la mia esistenza. Luisa li aveva fatti crescere quando era fidanzata e li aveva tagliati non appena s’era lasciata.
Una storia d’amore finita male. Lei aveva investito parecchio in quella relazione e questo le aveva fatto ancora più male.
«Tu come stai?» domandò.
«Lo sai com’è la mia vita. Penso a molte cose e ne realizzo poche.»
«Stai scrivendo?»
«Sempre.»
È significativo che Luisa me l’avesse domandato. Nel gruppo delle mie amiche non pubblicizzo mai il fatto che mi piace scrivere. Vado famosa come la musicista del gruppo e mi accontento. Altre persone, invece, conoscono il mio hobby.
«Perché ridi, Stefania?»
«Perché non mi hai chiesto se sto studiando. Mi consideri una scrittrice professionista o dai per scontato che mi aspettano dieci anni da fuoricorso?»
Luisa inclinò la testa e mi sorrise ancora. Ci conosciamo bene, io e lei, anche se lei studia giurisprudenza, quindi non siamo colleghe di corso.
Ci aggiornammo reciprocamente sulle ultime novità, semplici chiacchiere che si fanno ogni volta che in università si incontra qualcuno. Posso passare le settimane, io, a non fare altro che scambiare quattro chiacchiere con varie persone.
Luisa doveva andare a lezione dunque mi salutò.
Io stavo sempre aspettando quindi rimasi in atrio.
«Isa? Isabella?»
«Ciao!»
«Che ci fai qui?»
Era davvero il giorno degli incontri casuali.
«Vado in segreteria. Se non torno tra cinque ore chiama la polizia e dai l’annuncio che sono scomparsa.»
Isabella è matta ma simpatica. Non ho mai capito cosa le passi nella testa ma il risultato è che starle vicino è spassosissimo.
«È un po’ che non ci vediamo. Che hai combinato di bello?»
«Ah, non chiedermi nulla!»
Aveva la faccia tipica di una che dice una cosa ma intende l’esatto opposto.
«Hai avuto qualche problema?»
«Direi proprio di sì. La casa di mia cugina è saltata per aria.»
Sgranai gli occhi. «O mamma!»
«Sì, ma lei non era in casa. In compenso quando sono arrivata io ho trovato la polizia, i pompieri e mezza Parigi.»
«Che c’entra Parigi?»
«Mia cugina vive a Parigi!»
«Tu eri in Francia?»
«Sì, ero andata a trovarla, ma questo è solo l’inizio della storia. Ti interessa? Te la racconto?»
«Chiaro che mi interessa!»
«Allora accompagnami in segreteria. Te lo spiego mentre facciamo la coda. Raccontare tutto richiederà… all’incirca 12 ore. Dovremmo arrivare quasi fino allo sportello, per quell’epoca.»
Stava scherzando ed esagerando sui tempi d’attesa, ma non troppo.
«Non posso, scusa, sto aspettando una persona…»
Lei si grattò la testa.
«Beh, hai il mio numero. È una storia movimentata ma divertente.»
«Non ho dubbi, se c’eri tu.»
«C’era anche mia nonna… conosci mia nonna?... credimi, lei è molto peggio di me.»
Mi domandavo cosa c’entrasse la nonna di Isabella con la casa di Parigi.
«Saltata per aria, hai detto.»
«Sì, certo! Una bomba!»
«Una bomba nel senso figurato o nel senso…»
«Una bomba! Bum!» Agitò le mani. Le veniva da ridere.
«Ti stai approfittando della mia amicizia. Mi stai prendendo in giro, vero?»
«No, per nulla!» Alzò le spalle. «Controlla, se vuoi!»
«Oh, sicuro! Scrivo su internet “bomba a Parigi” e in un paio di minuti le teste di cuoio fanno irruzione in casa mia e mi arrestano per terrorismo!»
«Non ne sai nulla, tu, di servizi segreti.»
Mi guardò con un’occhiata che significava: io, invece, ne so parecchio.
«Beh, scusa, la segreteria m’aspetta.»
«M’hai incuriosito con questa storia. Ci sentiamo presto!»
«È una minaccia?»
«Certo che sì!»
Baciai Isabella sulle guance e se ne andò.
Io stavo sempre aspettando, dal che dedussi che o ero in grande anticipo oppure la persona che aspettavo era in grave ritardo.
Sofia si materializzò vicino a me.
«Ehi, da dove sei sbucata?»
«Sei con la testa fra le nuvole come al solito, Stefania. T’ho pure salutata!»
«Hai incrociato Luisa e Isabella? Erano qui un attimo fa…»
«Chi?»
«Isabella e Luisa, le mie amiche…» Sofia scosse la testa, non aveva visto proprio nessuno. «Impossibile!» ribadii. «Isa era qui un attimo fa! Devi averla vista per forza!»
 
NdA
Lascio a voi ogni considerazione sul fatto che Luisa sia la protagonista del mio “nuvole di dubbio” e che Isabella sia la protagonista di “complotti casuali”.
  
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