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Autore: spiritodellaspada    12/07/2015    1 recensioni
Uccido. Scelgo di essere un assassino. È così. Tutti fanno così. È giusto così. Così deve essere.
Lei, ancora tra le mie braccia, esala l’ultimo respiro. Perde le forze e la lascio accasciarsi a terra. Ecco. Sono un sopravvissuto. Oggi.
Non sono più un “Non ancora morto”.
-In un mondo in cui per vivere è necessario sottrarre la durata vitale di altre persone, in un mondo in cui amare è una condanna, il protagonista crescendo si trova a dover affrontare la realtà ed a fare i conti con i propri sentimenti.-
Genere: Fantasy, Sentimentale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ora.

Uccidi o muori.

Uccidi o muori.

Uccidi o muori.
 

Uccido. Scelgo di essere un assassino.
È così.
Tutti fanno così.
È giusto così.
Così deve essere.

Lei, ancora tra le mie braccia, esala l’ultimo respiro. Perde le forze e la lascio accasciarsi a terra. Ecco. Sono un sopravvissuto. Oggi.
Non sono più un “Non ancora morto”.
 
Guardo il palmo della mia mano destra. La scritta rossa che è apparsa non lascia dubbi. L’ho uccisa. Ma non importa. Tanto sarebbe morta presto. Le mancava poco. Sul palmo la luminosa scritta rossa sembra scomparire lentamente. Non dimenticherò mai questo momento. Il passaggio da “Non ancora morto” a sopravvissuto. Il passaggio da puro ad assassino. Non dimenticherò mai il suo viso da bambina. Non dimenticherò mai il suo corpo privo di vita steso a terra. Non dimenticherò mai il palmo della mia mano con su scritto:  +1
 
Jen e Kima mi corrono incontro urlando e festeggiando. Altri miei amici applaudono a gridano qualcosa. Sono per la maggior parte  “Non ancora morti”. Ho un sacco di amici, ma quelli veri sono Jen e Kima. Jen è più piccola di tre mesi rispetto a me. Kima è ancora neonato, ma non lo sarà per molto, fra qualche settimana sarà il suo compleanno: compirà quindici anni e diventerà anche lui un “Non ancora morto”. Jen mi si butta addosso come fa sempre, io come sempre non sono minimamente in grado di reggerla. Kima la imita e finiamo tutti e tre per terra. Nel frattempo si è radunato qualcuno accanto al cadavere di…come si chiamava? Non me lo ricordo.  In fondo la conoscevo solo di vista. È venuta da me. Mi ha fatto vedere il palmo della sua mano, le mancavano dieci ore. Già, quando ti manca un solo giorno di vita ti appare il conto alla rovescia sulla mano. Parte da ventiquattro ore. Quando arrivi a zero, sei morto. Io le ho detto che mi dispiaceva e che non potevo darle nulla. Lei si è messa a piangere e mi ha detto che voleva darmi il suo anno. Dovevo scegliere. Ho scelto di sì. Ed è morta, o meglio, l’ho uccisa.

«Diavolo, Lime! Potevi essere anche un po’ più passionale eh!» mi dice Jen.
Ehm… sì, Lime è il mio nome. Si pronuncia “laim”, come il frutto. E…no. Non potevo essere più passionale.
«Jen, madonna, è diventato un sopravvissuto e tu vai a guardare come bacia? Diventi ogni giorno più perversa.» ribatte Kima.
«Lo dicevo per la ragazza eh. Siete voi che siete insensibili!» dice lei ridacchiando.
«Allora, sopravvissuto, come ti senti?» mi chiede Kima con un sorriso.
«…normale.»

Non mi sento diverso dal solito. Cioè, forse dovrei. Ho baciato una ragazza per la prima volta. Uhmm. Forse non mi ha fatto molto effetto perché qualche secondo dopo me la sono ritrovata morta ai miei piedi. Probabile. Ho ucciso qualcuno per la prima volta. Boh. Non sento niente in particolare. Dovrei essere felice. Sono un sopravvissuto. Ti chiamano così quando ottieni il tuo primo anno di vita. Funziona così. Tutti quelli che non hanno ancora compiuto quindici anni sono chiamati neonati. Io li ho compiuti sette mesi fa. Dal momento in cui li compi hai in dotazione un anno di vita. In quell’anno devi trovare qualcuno che ti ami. È così che il tempo passa da una persona all’altra. Se qualcuno è innamorato di te, baciandoti morirà. A volte capita anche con un abbraccio. Insomma, serve del contatto fisico. Quindi, per sopravvivere devi trovare qualcuno che ti ami a tal punto da morire per te. Il tempo che ricevi uccidendo qualcuno varia in base alla durata vitale dell’innamorato. Nel mio caso alla ragazza mancavano poche  ore. Per cui ho ricevuto un anno. Nel caso in cui avesse avuto un anno di vita, ne avrei ricevuti tre. Se ne avesse avuti  tre, cinque. E così via. Per i numeri intermedi si arrotonda per eccesso o per difetto. Per esempio se una persone possiede due anni e mezzo, essi varranno come tre, poiché sono più vicini al tre che all’uno, per cui il ricevente acquisterà cinque anni.
Abitiamo nella “periferia”.  Chi riesce ad acquistare dieci anni di vita ottiene il diritto di andare in città. Qui, fra noi poveri, i sopravvissuti al primo anno di vita sono pochissimi. Per questo si chiamano sopravvissuti, per questo quelli che non hanno ancora trovato nessuno che li ami si chiamano “Non ancora morti”, perché moriranno quasi sicuramente. Quando superi il primo anno e diventi sopravvissuto, cominci ad avere qualche possibilità in più. Voglio dire, quanti quindicenni ci sono disposti a dare la vita per un altro? Pochissimi, se non nessuno. Gli unici casi in cui si sopravvive al primo anno sono le coincidenze. Come la mia. È capitato che la ragazza stesse per morire. Io le piacevo e invece di morire da sola ha preferito darmi il suo anno. Ma solo perché sarebbe dovuta morire comunque, dubito che se le fosse mancato più di un anno si sarebbe lasciata uccidere da me. È per questo che più tempo manca alla tua vittima, più tempo ricevi. Per avere qualcuno che si lascia uccidere con più di un anno di vita, devi averlo fatto proprio innamorare. E per questo ricevi più tempo. Insomma, se vuoi sopravvivere, devi trovare qualcuno che sia disposto a dare la sua vita per te. Io ce l’ho fatta. Sono sopravvissuto, ma a volte penso che mi sarebbe convenuto di più rifiutare il suo anno e aspettare di morire.

Qualcuno sta piangendo sul corpo della ragazza. Chissà perché si era innamorata di me.  Mah. Non voglio vedere tutti i suoi amici piangere perché l’ho uccisa. Io non ho fatto nulla di male. Sarebbe morta entro poche ore. Anzi, è morta realizzando il suo sogno d’amore. Va bene così.
«Andiamo.» dico camminando dalla parte opposta a quella dove si trova la ragazza.
«Dove?» mi chiede Kima prendendomi sotto braccio.
«Ovunque, lontano da qui.» 



Ciao a tutti, innanzitutto grazie per aver letto questo capitolo. Vorrei chiarire alcune cose riguardanti la mia storia. L'idea originale a cui mi sono ispirata non è mia, ma del film "In time". Chi l'ha visto potrebbe trovare degli aspetti in comune, tuttavia ho pubblicato la storia fra le originali perchè solo l'idea degli orologi è tratta dal film, tutto il resto come personaggi, trama e tutto è inventato da me. La differenza fondamentale fra il film e la mia storia è che nel film, a differenza di come spiegato in questo capitolo il tempo passa senza problemi per chiunque da persona a persona, mentre nella mia storia i sentimenti svolgono il ruolo centrale. Spero di essere stata chiara, se trovate delle analogie o differenze che vi lasciano perplessi chiedete pure ;)
Ho intenzione di pubblicare un capitolo a settimana. Non ho ancora finito la storia ma sicuramente non sarà corta, penso anche più dieci capitoli, quindi buona lettura e grazie! Al prossimo capitolo.
  
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