Libri > Percy Jackson
Ricorda la storia  |      
Autore: AnnabethJackson    12/07/2015    13 recensioni
| Percy!Genitore | Comico | Slice of life |
__________________________________
La vita di un semidio, si sa, non è mai semplice. Si è costantemente sotto la minaccia di mostri, divinità dalla personalità bipolare e chi più ne ha, più ne metta. Ma c'è un fattore, per nulla trascurabile quando si scopre la propria natura divina, che non si menziona mai, forse perché pochi hanno il privilegio di superare i venti anni e mettere su famiglia. Ebbene, se Percy Jackson avesse saputo che diventare genitori voleva dire quello, probabilmente sarebbe rimasto vergine a vita...
Genere: Comico, Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Percy Jackson, Percy/Annabeth
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A


Perché no, papà?








La vita di un semidio, si sa, non è mai semplice. Si è costantemente sotto la minaccia di mostri, divinità dalla personalità bipolare e chi più ne ha più ne metta. Ma c'è un fattore, per nulla trascurabile quando si scopre la propria natura divina, che non si menziona mai, forse perché pochi hanno il privilegio di superare i venti anni e mettere su famiglia. Ebbene, se Percy Jackson avesse saputo che diventare genitori voleva dire quello, probabilmente sarebbe rimasto vergine a vita...
… Okay, forse non proprio a vita, ma per lo meno prima di procreare si sarebbe premurato di usare un preservativo, ecco.


 


Ebbene, erano circa le 15 di un normalissimo pomeriggio. Come ogni giorno infrasettimanale Percy era uscito da lavoro con un po' di ritardo e, ansioso di ritirare la figlia da scuola prima che questa venisse rapita, aveva dovuto superare un paio di semafori rossi. Nulla di troppo pericoloso, insomma.
Diretto verso casa però, era inciampato nel traffico newyorkese quotidiano e, avendo seduta accanto la bambina, non poteva certo mettersi ad imprecare pesantemente in greco antico contro quei deficienti degli altri automobilisti. Purtroppo per lui, Annabeth aveva insegnato a Charlie 
– Charlotte  la loro lingua madre divina, quindi quest'ultima sarebbe sicuramente andata a riferire tutto alla mamma non appena avessero messo piede in casa.
Già, già, una bella fregatura.
Charlie era impegnata a giocherellare con una riproduzione della Tour Eiffel, un regalino di Annabeth dopo l'ultima, prestigiosa pagella che la figlia aveva portato a casa.
Proprio come sua madre.
«Papi?»
La bambina alzò lo sguardo dal sedile del passeggero, spostando tutta la sua attenzione sul padre, il quale le lanciò una breve occhiata interrogativa.
«Che c'è, tesoro?»
«Posso invitare Maddison a dormire da noi, sabato?» chiese con i grandi occhi verdi, ereditati dal padre, spalancati.
Percy lasciò passare qualche secondo prima di rispondere, in cerca delle parole migliori.
«Ecco, amore, sei ancora un po' troppo piccola per i pigiama party. E poi non credo che la madre di Maddison sarebbe d'accordo. Aspetta ancora qualche anno poi ne riparleremo, okay?»
Percy si diede mentalmente una pacca sulle spalle, congratulandosi con se stesso per la risposta matura e non troppo dura che aveva dato a Charlie. Dopotutto, era davvero sicuro che la madre di Maddison non sarebbe stata d'accordo con quell'idea, visto il modo protettivo con cui trattava la propria figlia.
Rimase stupito, però, quando Charlie annuì alla sua risposta, tornando al suo modellino di metallo senza alcun broncio sul viso. Insomma, di solito tendeva ad essere più insistente e un tantino logorroica quando si impuntava su una cosa. Quella era senza dubbio la prima volta in assoluto, da quanto aveva imparato a parlare, che Charlie accettava una risposta senza continuare con le domande. Dopotutto, era pur sempre figlia di Annabeth, nipote della dea Atena.
«Papi?»
Ecco, aveva parlato troppo presto.
«Dimmi, amore.»
«E se invece di Maddison, invitassi il mio amico Mark Fisher?»
«Assolutamente no!» rispose immediatamente Percy con gli occhi sbarrati sulla strada.
Dentro si sé il figlio di Poseidone non sapeva bene se proibire a Charlie di rivolgere la parola a qualsiasi amico maschio, oppure di segregarla nella sua camera, da sola, finché non avesse compiuto la maggiore età.
«Perché?» domandò la bambina, guardando il padre con la fronte aggrottata, l'immagine stessa dell'innocenza infantile dentro la quale, per fortuna di Percy, lei viveva ancora.
«No.»
«Perché no?»
«Perché ho detto no» rispose Percy stringendo con più forza le mani sul volante. Non voleva dover spiegare alla figlia perché un maschio e una femmina non potevano dormire assieme. Non era ancora pronto per quel discorso.
«La mamma dice che per ogni domanda c'è sempre una risposta. Quindi ci deve essere anche un perché, papà» controbatté la bambina mentre incrociava le braccia e aggrottava la fronte, diventando così simile ad Annabeth che a Percy vennero i brividi.
Lui lasciò passare qualche secondo e alla fine sospirò, pensando che se doveva proprio darle una spiegazione, tanto valeva dire le cose come stavano. Sperava che la verità gli avrebbe evitato altri problemi.
«Perché Mark Fisher è un maschio, Charlotte. E i maschi non possono dormire con le femmine.»
Wow, pensò Percy, vado proprio alla grande oggi!
«Ma tu e la mamma dormite nello stesso letto» gli fece notare la bambina.
Come non detto.
«Sì, ma è diverso, Charlie. Noi siamo grandi e quindi lo possiamo fare» rispose prontamente Percy, cercando di reprimere ogni più piccolo accenno di gelosia nei confronti della figlia al pensiero di lei nel letto con un maschio.
La bambina rimase in silenzio per un po', evidentemente concentrata sull'ultima frase del padre mentre faceva passare il modellino della Tour Eiffel da una mano all'altra.
«Quindi, quando sarò grande potrò fare anch'io le cose che fate tu e mamma la sera?» domandò con gli occhi puntati sul padre.
Quest'ultimo, all'improvviso ebbe una strana sensazione, molto simile a quella che sentiva sempre durante le pericolose imprese semidivine che compiva da giovane, poco prima di imbattersi in un mostro. Fin dal suo arrivo al Campo, dopo aver incontrato Annabeth, aveva imparato a non sottovalutare una qualsiasi frase non completa della moglie. Charlotte era sua figlia, quindi aveva capito molto presto di dover prestare la massima attenzione anche quando parlava con lei.
Eppure, contro ogni buon senso, si ritrovò a lanciare una breve occhiata alla bambina.
«Quali cose, tesoro
«I giochi che fate, ovviamente! Sai, tipo quello di ieri sera» rispose Charlie. «La mamma urlava e un po' rideva, e tu parlavi con il nonno in modo strano. Tipo “Oh, per Poseidone!”. Però sembravate divertirvi.»
«...»
«Allora, papi, potrò fare anch'io quei giochi?»


 

Ehilà!
Per chi seguisse "Love the way you live" ribadisco che mi sono presa due settimane di vacanza dalla storia, quindi approfitto del tempo per spolverare un po' di OS che ho in cantina (aka chiavetta). Ebbene, questa è una di quelle ^^
Vi confesso che ho sempre pensato che il primo figlio della Percabeth fosse un maschio, ma per motivi di trama qui è una femmina, Charlotte.
Beh, non ho molto altro da aggiungere visto che questa storiella parla da sè (ovvero, che non ha molto senso). Spero solo vi sia piaciuta ^^
Come sempre un grazie di cuore a tutti quanti, a chi segue le mie storie e a chi recensisce. Senza di voi il mio lavoro sarebbe vano, sappiatelo!
Alla prossima (e magari, se vi è piaciuta questa storiella, fatemelo sapere con un commento).
Un bacione grandissimo.



 
Come sempre, potete trovarmi qui
[
Facebook – Ask  Wattpad  Tumblr ]
  
Leggi le 13 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Percy Jackson / Vai alla pagina dell'autore: AnnabethJackson