Una figura maschile dai capelli color carota e il volto ricoperto di lentiggini stava immobile sulla spiaggia, fissando la sagoma di un promontorio lontano.

Lo aveva odiato, quel promontorio, lo aveva odiato come ogni altra cosa che gli stava intorno...e d'altro canto come dargli torto? Due stagioni segregato laggiù, insieme a un'altra dozzina di sventurati ragazzi, a farsi torturare ogni giorno da un presentatore sadico e dal suo assistente per provare a vincere un dannato milione di dollari.

C'aveva quasi lasciato le penne, laggiù, e anche più di una volta.

Ora però, a vedere da così lontano quel promontorio, gli era salita un'inspiegabile nostalgia, e anche (strano a dirsi) un'assurda tristezza.

Questi pensieri gli impedirono di accorgersi del sopraggiungere di una ragazza bassa, pallida, dai lunghi capelli biondi chiarissimi.

Sussultò quando la nuova arrivata gli sfiorò la spalla: lo faceva ogni volta.

<< Ciao Scott... >> sussurrò la giovane, volgendo a sua volta lo sguardo verso quel promontorio lontano.

Per qualche minuto i due rimasero in silenzio, a contemplare quel punto distante, fino a quando non fu il ragazzo a parlare: << Dawn... tu lo sai come mai è successo? >>

Dawn sapeva a cosa si stesse riferendo Scott, ma si limito ad accennare un segno di diniego con la testa: neanche lei sapeva cosa fosse successo in realtà. Cosa li aveva condotti nel dimenticatoio?

<< Eppure... >> proseguì Scott << ...eppure avevamo ancora tanto da dire, da poter dare, ma a quanto pare ci sbagliavamo...il nostro tempo è passato, come ci ha detto Chris...è tempo di nuovi personaggi, di nuovi reality...solo che...non so...mi sembra ci sia qualcosa di sbagliato...sono troppi, e alcuni simili tra loro. >>

Ancora una volta Dawn non rispose, ma nel profondo sperava che il compagno si sbagliasse...che Chris si sbagliasse...loro avevano ancora tanto da dare...tre cast colmi di persone dalle storie incredibili, appassionanti, che però ora parevano dimenticati da tutti e da tutto.

<< Cosa ne sarà di noi due? >> chiese Scott afferrando la candida mano di Dawn.

Ancora una volta la ragazza non ebbe di che rispondere: eppure sapeva leggere le aure delle persone, e il futuro nelle foglie del tè, ma nonostante i suoi poteri non sapeva rispondere.

I due rimasero lì, mano nella mano, a contemplare quel promontorio lontano che li aveva scacciati, tutti quanti, e non sembrava propenso a farli ritornare.

<< Avremo un seguito? >> domandò il rosso.

<< Nel ricordo di chi ci ha voluto bene, senza dubbio. >> si limitò a rispondere Dawn.

Intanto il sole calava dietro l'isola di Wawanakwa.