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Autore: Raeiki    12/07/2015    0 recensioni
In seguito alla guerra tra Creeps e Selen, vinta dall'ex team di Albert, Dark tenta il tutto per tutto per vendicarsi di coloro che lo hanno tradito. Nel tentativo riesce a uccidere solo Ocean, ma viene ucciso a sua volta da Selen, che gli spara in testa.
Ma grazie all'abilità di Dark di rinascere dalle ceneri, l'avatar risorge mentre Albert muore. In questi ultimi due capitoli, Dark tramutato in un virus dalle sembianze demoniache cercherà la sua vendetta contro i Selen, aiutato da 61.
Genere: Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Fumo. Fuoco. Sangue ovunque. Rovine, macerie, disperazione, panico, paura. Questo era lo scenario della battaglia tra il titano 61 e ciò che restava della squadra Selen.
Il capo del team era sul suo trono, esanime, con un buco nello stomaco che aveva smesso di sanguinare da un po’. Miku aveva chiuso gli occhi del cadavere, e i sopravvissuti alla strage erano rinchiusi nella sala del trono, seduti intorno al defunto capo.
Nessuno parlava. Death fremeva di rabbia, ma veniva costantemente bloccato dai suoi compagni; avevano ragione, uscire da solo contro quel mostro era un suicidio perfino per lui.
Juliet era rimasta al vecchio castello Selen a vegliare il “bozzolo” che le ali della versione demoniaca di Dark avevano formato intorno a lui. Miku lo aveva pulito con un antivirus, e le ali si erano improvvisamente chiuse sul suo corpo rinchiudendolo in quella gabbia. Da dentro non arrivava nessun segno di vita.

Juliet era seduta, le ginocchia appoggiate al petto. Fissava la gabbia di ali, con gli occhi sbarrati e senza emozioni. Sanguinava in più punti a causa delle ferite provocate poco prima. Pensò allo sguardo che le rivolgeva Dark prima: stava per ucciderla, ma con gli occhi sembrava implorarla di andarsene, di salvarsi, o peggio di ucciderlo per mettere fine a quell’inferno. A un certo punto le aveva anche detto: “Vattene, scappa”. Era ancora Albert, non era morto del tutto…lei lo sapeva.
Ma adesso non poteva fare molto, la persona che più amava era rinchiusa dentro una gabbia formata da ali di un materiale infrangibile, in una forma semi demoniaca. Una voce la chiamò, dietro di lei: “Ehi.”. Lei si voltò piano, e Road Eater le si presentò davanti con un’espressione affranta sul volto. Lei cercò a fatica di alzarsi, ma aveva una gamba rotta e non riuscì nel suo intento. “Ferma, non sforzarti. Non ce n’è bisogno.”. Lei gli rivolse un lungo sguardo, che avrebbe potuto esprimere mille parole, ma lei si limitò a scoppiare a piangere. Road Eater si chinò e la abbracciò: “Non è colpa tua. Non è colpa di nessuno.”. “Avrei potuto fermarlo…a-avrei potuto provarci…i-io…io…”. La voce era interrotta dai singhiozzi. Road Eater non parlò, le rimase vicino per molto tempo, in silenzio. In lontananza echeggiavano i ruggiti di 61 e il cozzare di armi. Il titano aveva sbaragliato l’esercito di cloni da solo, e si stava dirigendo verso il forte centrale del Regno Selen, dove si era rifugiato il team.

“Io vado.”. Death si era alzato in piedi e aveva preso la falce. Roger si tirò in piedi e lo bloccò per un braccio: “No. Abbiamo già subito delle perdite.” “E cosa avete intenzione di fare?! Rimanere qui aspettando che il mostro venga a massacrarci? No grazie, io morirò battendomi. Voi fate come volete, se devo scegliere come morire lo farò facendo il culo a 61.”. Tutti rimasero a fissare il guerriero che usciva dal portone e si avviava verso la bestia. Roger si voltò un’ultima volta verso gli altri, come ad esortarli, poi seguì Death. Xabb fece lo stesso e Miku lo seguì a ruota. Iggs si alzò tenendosi il braccio ferito e dolorante, ma venne aiutato da Majora. Greed e J si presero per mano, e J si asciugò le lacrime con il dorso della mano libera. Genesis era rimasto in silenzio a fissare il cadavere di Este. Amava quella ragazza, e non avrebbe mai perdonato il misfatto a 61. Si sollevò da terra con le poche forze rimaste. Enea si alzò aiutata da Katrine, e raggiunsero gli altri. Haru raccolse la sua arma da terra e si aggregò al gruppo. Infine Gegg prese il bastone di ferro e lo usò per rialzarsi.

Death si voltò e fece un sorriso stiracchiato quando vide che i suoi amici lo avevano seguito. “Grazie, ragazzi. Insieme, un’ultima volta.” “Insieme.”. Death si voltò e iniziò a camminare verso 61, accelerando pian piano. In pochi secondi il team Selen stava correndo incontro al titano. Death balzò sulla gamba del titano, e tutti coloro che avevano armi da fuoco si fermarono e scaricarono uno sbarramento contro il titano. Xabb e Roger corsero all’assalto insieme a Death, accompagnati da Gegg, Haru, Katrine, Genesis, Greed e J. Tutti attaccavano da punti diversi, ma 61 non sembrava intimorito. I colpi  servivano solo a rallentarlo, non a sconfiggerlo del tutto. Mancava qualcosa. L’elemento sorpresa. E arrivò.

“…D-dove…dove sono?”. Albert si guardò intorno. Era in uno stanzone bianco. Aveva i polsi bloccati da delle catene, che a loro volta erano incastonate nel muro dietro di lui. Tirò a lungo, ma non servì a nulla. Anche le gambe erano nelle stesse condizioni. Guardando meglio i suoi arti notò che erano totalmente bianchi. Era molto più pallido del solito, di un colore candido, innaturale, quasi angelico. Apparve davanti a lui una sua immagine riflessa e notò che i capelli e gli occhi erano dello stesso colore. L’immagine si incrinò e dal riflesso uscì qualcuno. “Crystal?” “Si. Ciao, Albert.” “…che succede? Sono morto del tutto?” “Tu si. Ma Dark no. Ricordi? Era la tua abilità.” “Oh…ma non ricordo nulla…” “Mi hai ucciso.” “C-come?” “Si. Hai assaltato il regno virtuale accompagnato da 61. Hai ucciso Chris, me e hai praticamente pestato la tua ragazza.”. Quelle parole colpirono Albert come uno schiaffo. Poi, pian piano, i ricordi vennero a galla. Ripercorse tutto: la morte di Michael, lo scontro con Light, l’abbandono dei Selen, Juliet, Road Eater, la morte di Ocean, la sua morte e la sua rinascita, il ritorno, la morte di Chris, di Selen, 61 che devasta ogni cosa, e infine il violento scontro con Juliet. “Miku ha lanciato l’antivirus, e ti ha automaticamente rinchiuso nelle ali. Sei in un bozzolo, ora come ora.” “Perché…ho perso la testa…” “Albert…per essere perdonato devi prima perdonare. Metti da parte l’odio, la rabbia, la vendetta. Ormai è passato. Nessun rancore. È finita.” “Si…m-mi dispiace…io…io vi perdono. Ma ora perdonami, ti prego…mi dispiace così tanto…” “Sei perdonato per ciò che hai fatto. Ormai è irreparabile. L’odio e il rancore non mi avrebbero riportato in vita, né avrebbero sconfitto i tuoi demoni interni. Ma non è me che devi perdonare, quanto te stesso. Ora liberati dalle catene, e ripara ai tuoi errori.”. Albert pensò a quelle parole. Non perdonò solo Crystal e il team Selen per averlo ripudiato, ma perdonò se stesso per tutti i suoi misfatti, per tutte le disgrazie che aveva causato, per tutti gli errori che era pronto a riparare. Crystal indietreggiò tenendo lo sguardo fisso su Albert, e pian piano apparvero tutti i suoi amici, vivi e morti. Apparve Lawrence, Anthony, apparve tutto il team Selen e apparve Road Eater. Per ultima apparve Juliet, che guardò Albert con uno sguardo dolce e felice.
Albert, galvanizzato dalla presenza dei suoi cari, camminò verso di loro e le catene si incrinarono. Pensò al male che aveva fatto a Juliet, mentre camminava. Pensò a Lawrence, al suo sguardo quando lo aveva ucciso, pensò a Crystal e pensò al suo team. Spinse in avanti le braccia con tutta la forza crescente che aveva in corpo e spezzò le catene che lo bloccavano, poi fece lo stesso con le gambe. Le immagini dei suoi amici si affievolirono fino a sparire, e una fessura si aprì nella parete bianca davanti a lui. Prima di entrarvi rivolse un ultimo saluto a Crystal: “Addio, Crystal. E Grazie di tutto.”. Lei si limitò a sorridergli e a fargli un cenno con la mano: “Ora và.”. Albert si voltò ed entrò nella fessura.

La battaglia stava volgendo a un termine. 61 sembrava inabbattibile, e il team se ne stava accorgendo ogni secondo che passava. Juliet e Road Eater rimasero a fissare le ali, quando accadde l’impossibile. Queste si schiarirono fino a diventare bianche. Una piccola fessura si aprì davanti, rilasciando una colonna di luce che arrivò fino a 61 e lo colpì in pieno volto, cozzando contro l’elmo e facendolo indietreggiare.  Tutti si fermarono e si voltarono. Perfino 61 rimase sorpreso da quella cosa. Juliet e Road Eater si spostarono più indietro, per paura che Dark tornasse a ucciderli, ma successe altro. Le ali si spalancarono del tutto, mostrando una persona. Quella persona aveva le fattezze di Albert solo che era interamente bianco, capelli e occhi compresi. Indossava una canottiera bianca e dei pantaloncini del medesimo colore. Le ali candide si stendevano dietro di lui. Teneva lo sguardo fiero rivolto verso 61. Si voltò verso Juliet  e le tese una mano. Lei esitò, per poi stringerla e rialzarsi di colpo. Tutte le sue ferite, anche la gamba rotta, non c’erano più. Era tornata sana e pronta a combattere. Fece lo stesso con Road Eater, senza parlare. Poi camminò verso i suoi compagni che non credevano ai loro occhi vedendo Dark tornare per la seconda volta in fattezze angeliche. Lui aiutò tutti ad alzarsi senza proferire parola, fino ad avanzare in capo al gruppo, davanti al titano 61. Lo guardò fisso negli occhi e spiegò le ali maestosamente, per poi piegare leggermente le gambe per darsi lo slancio. Infine spiccò un salto e volò verso 61, sotto le urla di gioia del suo team. Death scoppiò a ridere: “Figlio di puttana…”. “Gegg guardò in alto: “Visto, Chris? Te l’avevo detto che avremmo vinto!”. Tutto il team Selen, compresi Juliet e Road Eater, si avventarono sul titano con l’aiuto di Albert.

L’angelo si portò davanti alla faccia del titano che alzò di scatto una mano per prenderlo. Albert sferrò un calcio alla mano, che scatenò un’onda d’urto e spinse indietro il titano, per poi sferrargli un pugno in piena faccia e rompergli l’elmo. Il gigantesco casco cadde a terra rivelando le fattezze semi umanoidi e familiari del titano. La bestia indietreggiò ancora, ma Albert si volò verso di lui prendendolo a pugni in faccia ripetutamente. Death sferrava falciate sulle gambe, arrampicandosi sul gigante. Miku e Majora scaricarono tutti i caricatori su di lui. Greed e J lo tagliavano sulle gambe con l’intento di farlo cadere. Tutti combattevano contro il titano, che iniziava a trovarsi alle strette. Appena Albert notò che 61 era in difficoltà ne approfittò per sferrargli il colpo di grazie. Ma 61 fu più veloce e mosse velocemente una mano verso di lui, quando si bloccò di colpo. Death saltò dalla sua schiena alla testa, e conficcò la falce nel cranio di 61, sferrandoci un calcio per piantarla fino in fondo. 61 ruggì come non aveva mai fatto, la terra fu scossa. Death urlò: “È IL MOMENTO! FUOCO A VOLONTA’ SULLA SUA FACCIA!”. I tiratori usarono i restanti proiettili sulla faccia di 61. Albert finì l’opera caricando un pugno e volando direttamente in faccia a 61 per sferrarglielo. Il mostro, dopo ore di combattimento, cadde a terra senza forze e stremato. 61 era stato sconfitto. Lo scontro finale era concluso.

Albert parlò a tutti i suoi amici: “Ragazzi, prima di tornare qui in queste fattezze sono rimasto in un limbo dove ho visto Crystal e tutti voi. Ho parlato con lei, e ho perdonato sia lei che me stesso. Ora non mi resta che il vostro perdono per essere finalmente un’anima pura.”. I ragazzi si guardarono, ma poi sorrisero e Death parlò a nome di tutti: “Ti perdoniamo, Albert. Ci hai salvato la vita lì, e nonostante tutto ciò che hai fatto hai deciso di tornare a redimerti.”. Albert sorrise e disse: “Devo chiedere un’ultima cosa a Juliet.”. Tutti si tirarono indietro e la ragazza si fece avanti. “Juliet, ti propongo di vivere qui con me come anima ultraterrena. Immortale come me, vivremo per sempre insieme nel regno. Ti va?”. Juliet si coprì il volto con gli occhi per nascondere le lacrime, poi annuì. Albert sorrise e l’abbracciò, e lei scoppiò a piangere tra le sue braccia. Death si commosse, e Majora gli tirò una gomitata ridacchiando. “Adesso rimarrai con me, e sarai al sicuro. Voi invece, tornerete un giorno?”. Gli altri rimasero straniti da questa domanda. In effetti ora che avevano vinto che avrebbero fatto? Si, forse sarebbero tornati ogni tanto, solo per provare l’emozione di rivivere quei giorni. “Si, torneremo ogni tanto.”. Albert abbracciò tutti e li salutò per l’ultima volta.

Una volta disconnessi tutti, i ragazzi disinstallarono Login ‘n Kill da computer, ma non dal telefono. Avevano promesso di tornare, qualche volta. Tornarono alle loro vite e vissero tutte le loro esperienze senza però mai dimenticare quel programma maledetto, i loro avatar, e senza dimenticare il vecchio team Selen.
Quanto a Juliet e Albert, lei si trasformò in un’anima ultraterrena come lui, e si presero per mano camminando verso il palazzo centrale del Regno. Lei disse: “Ci sarà un bel po’ di lavoro da fare, per mettere a posto tutto.” “Già. Ma abbiamo tempo, giusto?” “Giusto.”

Fine
   
 
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