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Autore: Adebaran    13/07/2015    5 recensioni
Merlino è riuscito a salvare Freya dopo che Artù l'aveva colpita con la sua spada, spezzando anche la sua maledizione. Inoltre, hanno anche un figlio: William.
Purtroppo Merlino deve tenere la loro esistenza nascosta ad Artù, finché una notte Mordred segue Merlino di nascosto e scopre la sua famiglia segreta.
Da quel giorno in poi, gli avvenimenti cominceranno a precipitare...
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Direttamente dai capitoli: Uno, tre, quattro e sei
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«E così abbiamo più di un segreto, Emrys. Chi lo avrebbe mai detto.»
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«Sei in mio potere Emrys, non c'è nulla che tu possa fare»[...]«Ho intenzione di farti soffrire come mai in vita tua»
*
«Mi chiamo William e... e… sono il figlio di Merlino.»
*
«Questo è la magia, per me. Non è diversa dell'aria che respiro o del sangue che mi scorre nelle vene. Io sono una parte della magia ed essa è parte di me. Non posso semplicemente “smettere di usarla”, capite?»
«No» rispose con indolenza Artù, scuotendo la testa con aria austera e impenetrabile. Il tono del re era freddo e affilato come la lama di un pugnale. «Mi dispiace, ma non riesco a comprenderlo.»
Genere: Angst, Avventura, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Freya, Merlino, Nuovo personaggio, Principe Artù, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Violenza | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Bene, salve a tutti!
Questa è la prima volta che scrivo una ff sulla serie tv di Merlin, nonostante mi sia sempre piaciuta molto. Spero che questa long-story possa piacere anche a voi e spero che lascerete qualche recensione!
Positiva o negativa che sia, in fondo sono tutti modi per migliorare e per trovare la voglia di andare avanti a scrivere sul fandom :)
Desclaimer: Ovviamente non possiedo nessun diritto su Merlin.


Le stelle della volta celeste brillavano splendide sopra le terre di Camelot, senza neanche una nuvola a oscurarne la luce. Una notte limpida, calma e apparentemente perfetta.

Questo era vero soprattutto per una silenziosa figura intenta ad attraversare la foresta che abbracciava il lago di Avalon. Si era lasciato alle spalle il sentiero battuto da circa mezz'ora, inoltrandosi tra il fitto degli alberi. Non seguiva nessun sentiero tracciato, ma non ve ne era bisogno. Sapeva, esattamente, dove stava andando.

Un sorriso comparve sul viso del ragazzo moro al pensiero che stava finalmente, arrivando, anzi no, tornando a casa. Sentì un rumore nel sottobosco, come un ramo che viene spezzato, ma gli occhi azzurri rimasero fissi davanti a sé. Non aveva intenzione di girarsi a guardare che animale fosse perché, lì dentro, non aveva paura di niente.

Il motivo era molto semplice.
Quella era casa sua e non c'era niente che potesse fargli veramente del male. In quel luogo lui era il padrone, non come a Camelot, dove comandava Artù.
In più, lui era il più potente stregone che avesse mai solcato e che solcherà la Terra. Di certo un animale selvatico non sarebbe stato un grande problema. Almeno, non quando era libero di poter usare la sua magia senza la paura di venir scoperto.

~ § ~

« Aaaaah, no no no no..! » esclamò il grande stregone, mentre rischiava di finire faccia a terra per un piede messo in fallo dentro una radice sporgente. Questo perché Merlino era naturalmente goffo, non importa quanto potente fosse Emrys. Allargò le braccia per cercare di mantenere l'equilibrio, in una posa buffa e inelegante.

«Fiuuuu... salvo.» sussurrò tra sé e sé quando finalmente era saldamente con i piedi a terra. Oramai però era arrivato alla sua meta e il bosco cominciò a diradarsi, rivelando la visione di una radura protetta da alte montagne e bagnata da uno splendido lago.

Immediatamente un’ondata di pace prese a scorrere dentro il suo corpo e Merlino sorrise, pronto ad abbandonarsi completamene a quella sensazione intenta a placare i suoi tumulti interiori.
In fondo era sempre stato così, fin da quando aveva visto il lago per la prima volta. Fin da quando vi aveva portato Freya, dopo che era stata ferita.
Anche nei momenti più oscuri della sua giovane vita, quel lago e il suo prezioso segreto erano in grado di quietare la sua anima.

« Merlino! » Esclamò una donna con sorpresa, rompendo il silenzio etereo e riportando così il mago al momento presente. Subito girò la testa intorno a sé, con visibile urgenza, per cercare la fonte fisica di quella voce.

Non ci volle molto a identificare la figura esile di Freya uscire da una casa in legno, poco distante, e correre verso di lui. Il sorriso sul suo viso era così radioso che, d'improvviso, tutte le stelle del cielo sembravano aver perso la propria luce. Sembrava come se si fossero concentrate tutte dentro i suoi occhi scuri.
“Questo succede perché sei innamorato” gli disse una volta Gaius, con un tono tra il dolce e il preoccupato quando una volta Merlino gli aveva confidato quella situazione.

« Freya... » rispose il giovane stregone con un sospiro che sapeva di sollievo, gioia e amore incondizionato. Di certo non si fece pregare e allargò le braccia, lasciando cadere a terra la tracolla, in modo da poter accogliere lo slancio della moglie.
In men che non si dica erano entrambi stretti uno all'altro. In ancor meno tempo le loro labbra si unirono in intenso, quanto dolce, bacio.


« Ero un poco in pensiero... » rivelò a bassa voce Freya, dopo aver essersi staccata dal contatto e aver sfiorato la fronte del marito con la propria. « Stavolta stava passando più del solito dalla tua ultima visita. » Il sorriso scemò, fino ad esser sostituto da un'espressione leggermente più severa. In realtà essa nascondeva solo la strisciante paura che aveva provato negli ultimi giorni.
Aveva avuto paura che stavolta non sarebbe tornato indietro sano e salvo.

« Sì, lo so. » ammise Merlino con un sospiro dispiaciuto, facendo scivolare le mani sui fianchi della ragazza così da tenerla vicino a sé. « Mi dispiace tanto, non volevo farti preoccupare, ma... »

« ... ma scommetto che Artù aveva bisogno dell'aiuto del suo miglior servitore. Più del solito intendo. » rispose prontamente la ragazza mora, con un sorriso e un tono dolce, cercando di frenare qualsiasi senso di colpa dello stregone. In fondo lei lo sapeva fin dal primo giorno che si erano incontrati, anni fa. Merlino aveva un grande destino da compiere e un grande fardello da portare. E lei era lì per cercare di alleviarglielo almeno un po'.

Infatti, la mano della ragazza si posò sulla guancia del marito, accarezzandola con delicatezza. Lo aveva sempre amato e niente era stato in grado di mutare quel sentimento.
Perfino la sua vecchia maledizione si era dovuta arrendere di fronte a loro due.

« Gwen era finita sotto un incantesimo di controllo mentale Morgana. » Il tono del ragazzo era iniziato cupo, prima che il viso si allargasse nell'ennesimo sorriso accompagnato dallo sbocciare di una risata ironica. L'assottigliarsi degli occhi scuri di Freya rendeva perfettamente chiara la sua muta domanda. « Ah sì sì, io e quell'asino reale ce la siamo cavata! Cioè... io ho fatto in modo che ce la cavassimo, come sempre. Lo sai, no? Lui è il solito che se non si m... »

« Padre! » E un altro urlo molto più acuto e infantile, proveniente da una figuretta in corsa verso la coppia, interruppe qualsiasi futura discussione sulle classiche mancanze di Artù.

« Will! » esclamò Merlino con il sorriso che saliva fino ad arrivargli alle orecchie larghe. Contento era dir poco. « Vieni qua, piccola peste! » continuò rapido Merlino, mentre si staccava dalla moglie per piegarsi sulle ginocchia. In men che non si dica il bambino gli era già saltato al collo e lo stregone di certo non si fece pregare a ricambiare il suo abbraccio. « Per il cielo! Sei proprio cresciuto in questo periodo, sai? »

« Sì, lo so. Di ben due tacche, sai? » replicò il bambino con sorrisetto da dolce canaglia, tipico della sua età ma con bagnato dalla spavalderia degli adulti. Dieci anni non sono tanti, ma neanche pochi quando hai per madre una ragazza druida di nome Freya e per padre il potente Emrys.

« Padre, mi hai portato qualche regalo da Camelot? » domandò all'improvviso, tirando un po' indietro il busto così da poter osservare speranzoso la faccia dell'uomo.
Merlino di contro si batté la mano destra sulla fronte, stringendo le sopracciglia e socchiudendo gli occhi in una smorfia teatrale.

« Oh mi dispiace Will! Sono stato così tanto occupato in questo mese e mezzo che mi sono dimenticato... » Mormorò lo stregone, guardando suo figlio con un sospiro fintamente desolato. In realtà si stava godendo ogni singolo cambiamento d'espressione sul volto del figlio. Prima i suoi occhi azzurri caddero verso il basso, poi le labbra si arricciarono e le spalle presero a pendere in una posa triste.


E subito dopo ecco che sul viso di Merlino si formò il solito sorriso scherzoso e bonario che rivolgeva praticamente a tutti. Soprattutto al suo amico e re. Continuò ad allargarlo finché l'allegria e il divertimento non arrivarono a contagiare anche gli occhi azzurri, identici a quelli del figlio, i quali si spalancarono di sorpresa.

« Ooooh, avanti! Come avrei potuto dimenticarmi di te? Di voi? Non potrei mai farlo, Will. » disse Merlino con la fermezza di un diamante grezzo, mentre con la mano destra afferrava la tracolla e con la sinistra il fianco della moglie. Inutile dire che Freya aveva cominciando ridacchiare divertita dalla scenetta creata dal marito.

« Ooooh, wow! E che cos'è? » domandò rapido William, utilizzando inconsciamente la stessa intonazione del padre, in fondo avevano in comune molti punti del carattere.
Merlino, però, scosse la testa e con un cenno del capo indicò la casa alle sue spalle. « Quando siamo dentro, che adesso sono tutto dolorante. Non ho una singola giuntura che non mi faccia male. »

« Merlino, ti lamenti peggio di un vecchio. » commentò prontamente Freya con un tono ironico, cominciando a muoversi per seguire marito e figlio dentro la casa.

« Eh, provaci tu a non fare altro che salvare sempre la situazione, in completo segreto, e in più a lavorare tutto il giorno. Poi Artù è il solito sfruttatore prepotente. C'è da affannarsi a stargli dietro... davvero eh! » rispose Merlino con tono di lamentela ma, facendo seguire subito un sorriso divertito.
Era una parte della propria vita che non avrebbe cambiato mai. Amava esser il servitore di Artù ed era consapevole che avrebbe fatto l'impossibile per proteggere lui e Camelot.

« Sì, sì, ti crediamo. Il mio povero stregone incompreso...» Mormorò Freya con dolce scherno mentre un bacio sulla guancia del marito, prima di sparire dentro la casa insieme a lui e a William.

~ § ~

Nessuno dei tre si accorse di una figura rimasta a osservare silenziosamente la scena, nascosta dietro un tronco al limitare delle sponde del lago.
Aveva visto il servitore sgusciare fuori dalle mura della cittadina, nel pieno del coprifuoco instaurato da quando Morgana aveva dichiarato guerra. Quindi aveva deciso di seguirlo nella sua scampagnata notturna. Voleva sapere il motivo di quell'infrazione.

Chiaramente aveva usato tutte le precauzioni possibili per evitare di farsi notare, anche se durante il percorso nel bosco aveva rotto un paio di rami con gli stivali di cuoio. Per fortuna Merlino non era sembrato ansioso d'indagare, anzi, gli era sembrato più che tranquillo.
Chiaramente si era portato dietro la spada, che adesso riposava ben infoderata al suo fianco sinistro.

Gli occhi azzurri sembravano voler penetrare fin dentro le mura sicure della casupola, perché avrebbe voluto poter seguire il moto dei suoi segreti occupanti.
Qualche istante dopo un ghigno incredulo comparve sul volto dell'uomo « E così abbiamo più di un segreto, Emrys. Chi lo avrebbe mai detto... » mormorò Mordred, scuotendo la testa. Dopo qualche altro minuto d'osservazione si rialzò dall'appostamento, prendendo poi a muoversi verso il folto della foresta, in direzione di Camelot.

~ § ~

  
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