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Autore: GReina    13/07/2015    6 recensioni
Penso che tutti siamo rimasti con l'amaro in bocca per la fine di ''Eroi dell'Olimpo'' e che tutti abbiamo fantasticato su un ritorno al Campo di Leo Valdez. Bhe, ecco la mia versione:
Genere: Fantasy, Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Calipso, Leo Valdez, Leo/Calipso, Piper McLean
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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UN'AMICHEVOLE RIMPATRIATA

 

 

Era una mattina stupenda, l'alba stava rischiarando il cielo, e la vista era mozzafiato. Era la prima domenica di Settembre o almeno così presumeva. Quando si è in groppa ad un drago di bronzo con una bellissima ragazza dai capelli color caramello che ti cinge la vita si perde la concezione del tempo. 
Aveva promesso a Calypso che le avrebbe fatto girare il mondo e ad ogni tappa a cui si fermavano i suoi occhi si riempivano di meraviglia, niente avrebbe potuto rendere Leo Valdez più felice. C'era solo un piccolo inconveniente, stava andando al patibolo, poche ore ormai e sarebbe stata la sua fine, lo sapeva per certo. Aveva affrontato mille difficoltà nella battaglia contro Gea: aveva annientato ciclopi e giganti arrivando ad annientare la Madre Terra in persona, ma sapeva che nulla avrebbe potuto salvarlo da ciò che lo attendeva da lì a qualche ora dopo. 
Come già detto, nulla lo avrebbe reso più felice, forse solo far conosce Calypso ai suoi migliori amici, così si era deciso a dirigersi verso il Campo Mezzo-Sangue, ma sapeva che non sarebbe stata una passeggiata, che il suo ritorno non sarebbe stato solo rose e fiori. Piper lo avrebbe ucciso. Era certo. 
Mentre Leo pensava a tutti i modi in cui la sua migliore amica avrebbe potuto fargli la pelle, la testa di Calypso si sollevò dalla sua spalla:
''Ti sei svegliata, Raggio di Sole'' le disse con il suo solito tono spavaldo ''giusto in tempo per udire le mie ultime parole, e dettare a qualcuno i miei lasciti.''
''Ti riferisci ancora alla tua amica?'' chiese la ragazza con tono assonnato 
''Ah-ah, tu la prendi alla leggera, ma io dico sul serio. Quella figlia di Afrodite mi ammazzerà. Ti ho già detto della sua lingua ammaliatrice? Potrebbe anche farmi suicidare'' continuò lui stavolta col tono seriamente preoccupato ''potrebbe costringermi a restare fermo mentre mi picchia. O addirittura farmi fare cose imbarazzanti come truccarmi o andare in giro con tacchi e rossetto. No grazie, meglio la morte.''
''Suvvia sono sicura che saresti bellissimo con i tacchi e il rossetto'' cercò di consolarlo lei baciandolo sulla guancia. 
''Bhe questo e ovvio, io sono perfetto in ogni forma e dimensione! Ma preferirei conservare quel po' di dignità che ho. E probabilmente i tacchi e il rossetto saranno solo due degli accessori che indosserò nella tomba, insieme a una mini gonna, un top e tutto il resto.'' Il semidio non era mai stato così preoccupato. E di preoccupazioni ne aveva avute. Voleva levarsi il pensiero, voleva che superata la prossima montagna avrebbero incontrato la collina del campo, e così fu. 
Il sole era ormai sorto. Sulla collina spiccava il pino di Thalia. Leo vide l'Omega che formavano le capanne, e più in là la Casa Grande con le sue pareti blu; il laghetto delle canoe; il teatro greco all'aperto; l'arena; la parete d'arrampicata e tutto il resto. 
Iniziarono a scendere di quota, il cuore che batteva sempre più forte. Ora per paura, ora per emozione e felicità, solo per far tornare la paura. 
Nonostante l'orario mattiniero, molti semidei erano già fuori ad allenarsi, per Leo non erano altro che puntini arancioni disseminati su un verde prato. Man mano che si avvicinavano, iniziò a distinguere le varie parti del corpo: molti iniziarono a sollevare la testa verso il cielo, scorgendo il drago, e a puntare con le dita verso di loro. La maggior parte rimase ferma a fissare Festus che si abbassava lentamente. Una piccola minoranza si disperse invece all'interno delle cabine, sicuramente a chiamare chi ancora dormiva.
Prima che il drago potesse atterrare, gli arancioni puntini sparsi per la collina si moltiplicarono, ancora e ancora. 
Finalmente atterrarono, e Leo non poté che fare una delle sue entrate: ''CI VUOLE PIÙ' DI UNA SCINTILLA PER FAR FUORI IL MITICO LEO VALDEZ'' urlò con tutto il fiato che aveva in corpo saltando giù dalla groppa bronzea del drago.
L'effetto non fu quello immaginato: una folla in delirio intenta a sollevarlo tra le centinaia di mani idolatrandolo come un eroe. No, rimasero tutti paralizzati. Per tre interminabili secondi rimase come uno stoccafisso con le braccia allargate e un sorriso a trentadue denti. Poi, alcuni semidei iniziarono a riprendersi dalla sorpresa. La prima ad avvicinarsi a lui fu Nyssa, una delle sue sorelle della cabina numero nove, avanzò con la sua solita bandana e le braccia possenti, ma la sua solita andatura salda e determinata non la accompagnava. Nei suoi occhi si leggeva una felice incredulità, avanzò tremante e gli mise le possenti mani al petto, come se non potesse credere ai suoi occhi, e le mani sentissero il dovere di confermare ciò che aveva sotto il naso. 
''L-Leo?'' gli chiese con fragile voce
''Conosci qualcun'altro così bello e figo sorellona?''  chiese a sua volta con tono spavaldo. Due frasi 'alla Leo Valdez' dovettero aver convinto i greci che non stavano sognando. Iniziarono ad avvicinarsi e a dargli pacche nelle spalle. Fin lì tutto bene. I semidei iniziarono ad allargarsi al centro. Brutto segno, ma la scampò liscia, aveva il lusso di restare ancora in quel mondo per qualche altro secondo. Era solo Chirone. 
''ah ah ah ragazzo mio!! Sei ancora vivo'' commentò felice il centauro. Anche fin lì niente di cui preoccuparsi. ''ah ah ah eroi, eroi, lasciatelo respirare'' continuò calmo l'istruttore immortale allontanando un po' la massa dal figlio di Efesto. Fu allora che arrivò Jason. Con la maglietta arancione e quella assurda montatura a renderlo un quattrocchi. 
Quando il figlio di Giove incrociò il suo sguardo, si sentì tremendamente in colpa. Gli aveva lasciato credere che era morto per mesi senza preoccuparsi di fargli avere sue notizie. Questo però non fermò Jason che corse verso di lui senza esitare circondandolo nell'abbraccio più forte che avesse mai ricevuto 
''bro, così mi uccidi sul serio'' Jason mollò subito la presa. Aveva gli occhi lucidi di commozione, il che aumentò il suo senso di colpa, per quanto possibile. 
''è bello rivederti Superman biondo.... ma se tu sei qui...'' iniziò titubante Leo ''immagino che Mis-'' 
''LEO VALDEZ!'' le sue parole furono interrotte da quell'urlo agghiacciante. Tutti si girarono verso la fonte. Come stava dicendo il figlio di Efesto, Miss Mondo doveva essere vicina
''sono morto'' ebbe solo il tempo di dire
''OOH PUOI GIURARCI CHE LO SEI!!'' continuò la figlia di Afrodite ''E' IL CINQUE SETTEMBRE VALDEZ! HAI LA MINIMA IDEA DI QUANTO IO, JASON E TUTTI GLI ALTRI ABBIAMO SOFFERTO PER LA TUA PRESUNTA MORTE!?'' scandì bene ogni singola parola. Come se stesse parlando ad un bambino di quattro anni, cosa in cui si era trasformato sotto il rimprovero della amica ''PER GIORNI ABBIAMO PATTUGLIATO IL CIELO IN CERCA DI UN PUR MINIMO SEGNO DI TE E FESTUS'' continuò imperterrita sempre più forte avvicinandosi pericolosamente al semidio ''PERCY HA PERSINO SETACCIATO L'OCEANO PER CERCARE QUALCHE RESTO DI BRONZO'' Leo credeva di aver urlato al massimo appena sceso dalla groppa del drago. Ora capiva che le corde vocali umane potevano fare molto di più, le urla di Piper raggiunsero sicuramente l'Olimpo, dove Afrodite guardava fiera la scena accanto al padre di Leo con le mani sugli occhi a voler evitare di vedere per la seconda volta la morte del figlio. 
''Vedi Miss Mondo'' provò 
''NON PROVARE A CHIAMARMI MISS MONDO!!'' sbottò Miss Mondo. Ora era troppo vicina. Leo iniziò ad indietreggiare, ma si ritrovò la schiena contro la corazza di Festus. Tutto intorno a loro nessuno muoveva un muscolo. Jason se la rideva tra i baffi, forse con un pizzico di preoccupazione per l'amico negli occhi; Clarisse e la sua banda guardava sorridente la scena; Chirone osservava interessato con le braccia conserte, annuendo ogni tanto a dare ragione a Piper; anche Nyssa a quanto pare era d'accordo con lei; Festus non lo avrebbe aiutato. Di solito il drago lo difendeva subito in caso di pericolo. Davvero non capiva perchè non lo nascondesse sotto la sua ala, quello era il momento più pericoloso che il figlio di Efesto avesse mai vissuto in tutti i suoi 15 anni. 
''NON PROVARE A CHIAMARMI AFFATTO'' Ora Piper aveva iniziato a lacrimare ''Non hai il diritto di presentarti qui così'' continuò con la voce spezzata dal pianto. Leo fece la prima cosa che gli venne in mente, e contro ogni logica la abbracciò. Affondò la faccia sulla spalla dell'amica che smise di dibattersi dopo una prima resistenza. 
''Mi dispiace Pip, davvero. Non volevo farvi preoccupare'' Sollevò la testa e sempre tenendo le mani sulle spalle di lei continuò ''ma avevo lasciato una cosa importante ad Ogigia'' sorrise, e si girò verso la groppa di Festus, dove Calypso si godeva comoda la scena. Piper si asciugò le guance e tirò su col naso. Leo allungò un braccio verso Calypso, invitandola a raggiungerlo. Tutti le fecero largo. Lei afferrò la mano di Leo che la baciò in fronte.
''E va bene'' disse Piper ora calma ''ma non è finita qua Valdez!'' aggiunse prima di cingerlo con un abbraccio ''Dammi solo il tempo di pensare a come ucciderti e poi riprendiamo il discorso'' concluse con il broncio che in pochi secondi si trasformò in un sorriso.
L'aveva scampata, almeno per quel giorno, non gli rimaneva che attendere che a Miss Mondo venisse il lampo di genio ed era morto. Ma a lui stava bene così. Se lo meritava, dopo tutto.
Iniziò le presentazioni. Fece conoscere Jason e Piper a Calypso e viceversa. Solo allora si rese conto della mancanza di Percy. 
''emmh... dov'è Acquaman?'' chiese a nessuno in generale
''piacerebbe saperlo anche a noi, bro'' gli rispose il figlio di Giove ''ma Chirone insiste nel dire che è in missione e non possiamo sapere altro. Ovviamente Annabeth e con lui.''
''E' così infatti'' confermò il centauro ''Percy e Annabeth stanno svolgendo un'importante missione in Inghilterra. Temo che potrete rivederli solo alla fine dell'anno.''
Forse era meglio così. Non sapeva ancora bene come comportarsi con lui. Va bene, si era scusato per l'aver abbandonato Calypso, ma anche lui l'aveva amata, in fondo, e lei aveva continuato ad amare lui fino all'arrivo di Leo sull'isola/prigione della ragazza. Non poteva negare che ciò gli procurasse un po' di risentimento: mentre Percy Jackson si divertiva e scherzava con Annabeth, Calypso era sola, ad aspettare per una promessa non mantenuta. In più il figlio di Poseidone gli aveva riferito che aveva ripensato a Calypso mentre era nel Tartaro. Che razza di pensieri dovevano passargli per la testa per pensare ad un angelo così, in mezzo a quell'inferno?
Si sentì subito orribile. Il Tartaro. Lui e Annabeth avevano attraversato il Tartaro e lui insultava l'amico. Si ripromise di aggiustare le cose il prima possibile con lui. E senza perdere altro tempo, mostrò il campo alla sua ragazza.




Angolo autrice:
Ok, ho scritto la ff tipo dalle due alle tre di notte. Nella mia mente in realtà Leo e Claypso incontrano Percy e Annabeth. Ma voglio che questo sia un piccolo spin-off della mia fan fiction cross-over ancora in corso. Che poi sarebbe la missione che Percy e Annabeth stanno svolgendo nominata da Jason e Chirone. Quindi la parte dell'incontro dei quattro arriverà solo alla fine di quella. 
Spero che intanto questa piccola parte vi sia piaciuta. Ho cercato di riassumerla così da non annoiare il lettore. Spero di non essermi sbagliata. 
A presto xxx

-GReina
 



Ok, è passato un po' di tempo, ma ho scritto anche il capitolo di cui parlavo nella nota. Lo linko qua ---> http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3210237&i=1


Fan Fiction vincitrice al contest del gruppo ''Camp Half-Blood (Italian Demigods)'' 
grazie a tutti quelli che hanno votato per me
xxx
   
 
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