Fanfic su artisti musicali > Foo Fighters
Ricorda la storia  |      
Autore: BastardKan    13/07/2015    1 recensioni
Semplicemente una ricostruzione di ciò che successe quando Taylor ebbe quel brutto incidente e di come si sentì Dave.
"Wake me when the hour arrives, wake me with my name"
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Wake me with my name










"Dave...Taylor...Taylor ha avuto un overdose" - disse Chris in lacrime - "Lo stanno portando in ospedale...Dave?...Dave?Ci sei?" - pronunciò il chitarrista disperatamente, mentre si dirigeva insieme al bassista all'ospedale.
Non sapevo come sentirmi.
Il mio migliore amico, il mio compagno, il mio sorriso, sembrava se ne stesse andando via per sempre, lasciandomi da solo. Di nuovo.
Non sapevo cosa fare, rimasi pietrificato con il cellulare in mano, mentre Chris tentava di capire se avessi riagganciato o meno. 
Ero in Virginia, l'ospedale dove stavano portando Taylor distava un paio di chilometri da casa mia. Afferrai il giubbotto e le chiavi della macchina e mi misi subito in viaggio.
Ero distratto mentre guidavo. Le lacrime incominciavano ad inumidirmi il mio viso, pallido, spento e amareggiato.
"Taylor...Resisti, ti prego" - Pregai a lungo, non so chi o cosa, che mi restituisse il mio compagno. Non ho mai veramente creduto in Dio, ma in quel momento sentii il bisogno di affidarmi a qualcosa.
Stringevo forte il volante dell'auto, i miei nervi erano rigidi, le mie lacrime erano fredde.
Un'ora più tardi arrivai finalmente a quel dannato ospedale. Scesi subito dall'auto, non ricordo nemmeno se avessi messo l'antifurto.

"Sono Dave Grohl, mi saprebbe dire dov'è il Signor Taylor Hawkins?" - dissi tutto d'un fiato, cercando di trattenere le lacrime.
"Mi spiace Signor Grohl, ma per il momento non sono ammesse visite, i dottori stanno cercando di fare il possibile per rianimare il Signor Hawkins"
Mi girai di scatto, lasciando andare un pugno sul bancone della reception dell'ospedale.
"Si sente bene Signore? Ha bisogno di qualcosa?" - disse preoccupata quell'infermiera.
Mi girai di scatto, puntandole uno sguardo agghiacciante - "Ho bisogno di vedere Taylor!" - urlai, fancendo calare un cupo silenzio e facendo incuriosire tutti i pazienti e le varie famiglie.
"Dave!" - sentii una voce provenire dal corridoio, era Chris.
Non feci altro che andargli incontro e abbracciarlo forte.
"Mi dispiace..." - disse appoggiandomi una mano sulla spalla.
Nel frattempo arrivò anche Nate. Aveva lo sguardo di una persona che aveva pianto tanto.
"Oh, amico mio..." - disse scoppiando a piangere e unendosi al nostro abbraccio.
Ormai non restava altro che aspettare. 

 
*****
 
"Signore?" - sentii una voce risvegliarmi. Dormivo su una sedia scomodissima, o almeno cercavo di dormire.
Cercai di ricompormi e risposi all'infermiera - "Ci sono novità?"
"Non ancora... Volevo solo dirle che sono le tre del mattino, non sarebbe meglio se tornasse a casa?" 
"Io non mi muovo di qui!" - conclusi alzandomi verso la macchinetta del caffè.
L'infermiera non ribattè e uscì dalla porta.
Chris e Nate erano tornati a casa. C'eravamo solo io e Taylor in quell'ospedale, insieme ai medici di turno, che non mi diedero risposta.
Non riuscivo a dormire anche se fossi stanco. Taylor era in mezzo ai miei pensieri, avevo paura di non poter più morire in mezzo ai suoi occhi castano-verdi, in mezzo al suo sorriso, alla sua voce e a tutte quelle stronzate che usavamo fare ai tempi.
Mentre buttavo il bicchierino di plastica del caffè, uscì fuori per fumarmi una sigaretta, ma lui era sempre li, tra i miei pensieri.
Forse era colpa mia se aveva deciso di farsi di eroina quella notte.
Avevamo litigato, probabilmente quella fu una delle nostre discussioni più accese.

"Finiamo di incidere quest'album e basta! E poi se i Foo Fighters sono finiti i Foo Fighters sono finiti, e per me va benissimo"

Le ultime parole del biondo mentre usciva dalla sala di registrazioni, si ripercuotevano nella mia testa. Forse era colpa mia che chiedevo troppo.
Dio, sono una testa di cazzo. 
Non pensavo che dopo quello che successe a Kurt mi sarei ripreso, ma adesso, se Taylor non dovesse più svegliarsi...
Io morirei.

 
*****
7:30 a.m.


Il sole è già sorto. Ho parlato con un'infermiera, Taylor è in coma.
Fra un pò potrò vederlo.

"Signor Grohl?" - mi limitai ad alzare la testa verso quella donna - "mi segua".
Di scatto mi alzai da quella scomodissima sedia di plastica, seguendo l'infermiera fino alla stanza 97.
L'infermierà andò via prima che potessi aprire la porta.
Il rumore della maniglia si ripercuoteva nel corridoio.
I miei occhi erano colmi di lacrime. Aprì la porta, quella figura esile era li davanti a me, attaccato da vari fili e macchinari.
Mi avvicinai il più possibile. Sembrava un angelo. La macchina segnava il suo battito cardiaco, che grazie al cielo era stabile.
Una mano mi scivolò sulla sua, la strinsi forte.
"Ciao..." - dissi fra una lacrima e l'altra - "...non pensavo che saresti arrivato a tanto..." - scostando il braccio notai vari buchi sulla sua pelle, Kurt mi apparve in mente in quel momento, e le lacrime scesero fino a colpire il freddo pavimento - "...soprattutto non pensavo che litigare fosse un bel modo per dirsi addio..." - mi sedetti accanto a lui, su una sedia.
Lo feci per mesi e mesi.
Venivo ogni giorno alle sette in punto, affittai una casa vicino all'ospedale, in modo da potermi sentire il più vicino possibile a lui.

"Ti ricordi Tay, quando dicevo che avevo intenzione di fare un album in acustico?" - dissi accarezzandogli i capelli - "ho deciso di dedicarlo a te, in tuo onore, mio caro" - presi il quadernetto dove scrissi tutte le canzoni per quell'album e iniziai a leggerglielo.


"One more day that i've survived 
Another night alone 
Pay no mind I'm doing fine 
I'm breathing on my own 

I'm here 
And I'm on the mend 
I'm here 
And I'm on the mend my friend"



"Spero ti piaccia come inizio..." - dissi stringendogli la mano e accennando un sorriso - "so che ti piacerà suonarla".

Un rumore irruppe il silenzio che vi era in quella squallida stanza d'ospedale.
"Mi scusi Signore...Per oggi la visita è finita..."
Mi rigirai verso Taylor e gli lasciai un bacio umido sulla fronte, ispirando ancora una volta il suo odore, uscì dalla stanza.
Fuori c'erano Nate e Chris.
"Come va, Dave?" - disse preoccupato Chris.
"Sono stato meglio..." - salutai i due e mi diressi a casa.


"Dying to to harm these tired eyes 
I've been losing sleep 
please come to me tonight 

hands on a miracle 
I got my hands on a miracle 
believe it or not 
hands on a miracle 
and there aint no way 
that you'll take it away "


Mentre gettavo la malinconia e la speranza di poter riabbracciare Taylor, nell'alcol, scrissi altri testi. La maggior parte, se non tutti, parlavano di lui, o di come mi sentivo, o di Kurt.
La mia vita durante quei mesi era diventata triste. Stavo appassendo. 
Ma dovevo restare forte, dovevo farlo per lui.

 
*****
 
Credo siano passati tre o quattro mesi.
Come ogni giorno, sono qui accanto a lui, a stringergli la mano, a raccontargli quello che succede in giro, a ricordargli quanto ci manci, non solo a me, ma anche ai ragazzi e a tutte le persone che gli vogliono bene e ai fan.

Scrivo l'ultimo pezzo mancante di una canzone vicino alla finestra. Il block notes è colmo dei miei pensieri. Oh, Taylor, ti prego, svegliati.

"Wake me when the hour arrives 
Wake me with my name 
See you somewhere down the line 
We're teathered once again 

I'm here 
And I'm on the mend 
I'm here 
And I'm on the mend my friend"

Sono qui, a scrivere le ultime righe, sperando che tu ti sveglia, Taylor.
Appoggio la testa sulla finestra, fuori ci sono i fan con mega striscioni per lui, socchiudo gli occhi e mi lascio andare ai ricordi.
Ricordi la prima volta che mi baciasti, T? O quella volta quando abbiamo rinchiuso Nate nel garage per un'intera giornata? O quando Pat ci vide baciarci per la prima volta, quando eravamo a quell'hotel da quattro soldi in Giappone? Sai non dimenticherò mai ogni centimetro della tua pelle. O il modo in cui suonavi la batteria. Stupido surfista californiano, proprio di te dovevo innamorarmi?

"D...Dave..."

I miei occhi si spalancarono di colpo.
Non riuscivo a voltarmi.
Non riuscivo a respirare.

"D...Dave..."

Voltandomi con le lacrime agli occhi, vidi finalmente gli occhi di Taylor puntati su di me, pieni di lacrime.
Finalmente avrei potuto abbracciarlo.
Mi avvicinai di scatto e avvolgendolo in un caloroso abbraccio, capii che quello che stava succedendo in quella stanza era frutto di un miracolo, più comunemente chiamato amore.

"Andrà tutto bene..." - dissi stringendolo.
"Fanculo, Dave" - mormorò il biondo.
Sorrisi all'udire quelle parole.
Il mio Taylor era finalmente tornato.







Image and video hosting by TinyPic
   
 
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Foo Fighters / Vai alla pagina dell'autore: BastardKan