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Autore: kele_Broccolo    19/01/2009    4 recensioni
Stai seduta sul divano a leggere. A un tratto arriva una donna con una notizia. Brutta. Orribile. “Non arriverà a domani” dice.....
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Stai seduta sul divano a leggere. A un tratto arriva una donna con una notizia. Brutta. Orribile. “Non arriverà a domani” dice. Allora vai subito da lei per poterla salutare un’ultima volta. Appena arrivi la vedi lì, sdraiata sul letto -dove ha passato quasi gli ultimi due anni- con gli occhi chiusi, la bocca aperta per poter respirare. Ti avvicini. Le poggi la mano sulla spalla. Niente. Non apre gli occhi. Continua a respirare profondamente. Nella casa si sente solo lei. Davanti al letto suo marito, accanto a lei il figlio minore. Alla parete le nipoti. Tutti che soffrono in silenzio per non farsi sentire da lei. Per non farsi sentire piangere. Ogni tanto qualche gemito. Ad un tratto l’intervallo tra un respiro e l’altro dura più di quelli precedenti. È una frazione di secondo nella quale te ne rendi conto, trattieni il fiato senza rendertene conto, ti preoccupi, speri che quell’intervallo finisca. Un altro respiro. Sollievo. Arriva anche l’altro figlio. Va da lei. Le parla. Si siede. Scoppia in un pianto silenzioso. E a questa vista, rinizi anche te a piangere.
Te ne vai. Torni in casa. E pensi che potevi andarla a trovare più spesso. Saresti dovuta andare da lei ogni giorno. Ma non lo hai fatto perché non sapevi come comportarti. Non ti capisci neanche te. Poi pensi che si è appena trasferita nella nuova casa. Ha deciso i mobili, i colori delle stanze. Tutto.
I tuoi pensieri vengono interrotti dalla vista di tuo cugino che corre in casa di lei. Allora anche te torni. Raggiungi tua sorella alla parete lì accanto. Si avvicina al letto per accarezzarla. Ti avvicini anche te. Ma torni ad appoggiarti alla parete perché senti che non puoi stare in piedi senza l’aiuto di qualcosa che ti sostiene.
Torna tua madre. E tuo fratello? “è in bagno” dice. Pensi a come reagirà. Ha solo 9 anni. Ha già perso il nonno tre mesi fa. Come la prenderà? Chiedi se gli ha detto qualcosa e se verrà anche lui lì, “non gliel’ho detto.... no resta in casa...” è la risposta. Tua madre va da lui. Tuo cugino e tuo zio vanno via. Decidi di restare lì. Ti appoggi alla parete e la guardi. La ascolti respirare. Di nuovo gemiti. Ancora intervalli più lunghi degli altri, anche se di poco. Ma lo stomaco ti si stringe ugualmente.
Infine decidi di andare in casa e stare là con tuo fratello. Prima di entrare te e tua sorella vi asciugate gli occhi. La porta si apre. È lui. Lo salutate allegramente. Entrate e torni sul divano. Lui sta guardando i cartoni. Bene. Almeno è distratto e non si accorge di voi che gli state intorno.
Non resta che aspettare.
Straziante.

Dopo 30 minuti... Corri da lei. È tutto come prima. No. Le coperte non si alzano né abbassano. Se n’è andata. Per sempre. Scoppi a piangere. Fissi la coperta per vedere anche solo un minimo movimento. Ma niente. Non succede niente... e così resti lì, appoggiata al muro a guardare il corpo di tua nonna... vai nell’altra stanza. Occhi rossi, gonfi. Abbracci. Parole di conforto. Singhiozzi.
... senti una voce che dice “l’ultima cosa che ha detto è stato il tuo nome: Luca. Nel suo ultimo respiro”. È tua madre che parla con tuo padre, il figlio minore, che scoppia a piangere dicendo “non l’ho sentita...” “sarà stato quando ti sei allontanato” cerca di rassicurarlo la moglie asciugandogli una lacrima e abbracciandolo.
  
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