Fanfic su attori > Josh Hutcherson
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Autore: lallab    13/07/2015    0 recensioni
Un passato doloroso, una ferita curata male, che solo l'amore, quello vero, può guarire, un'amicizia che salva dalla pazzia, dai demoni interiori, una famiglia dolce, attenta e unita, che aiuta a crescere... piccole grandi follie, commesse tra le pagine di un libro che racconta una perdita, una perdita che non si augura a nessuno, specie ad una ragazza di appena diciotto anni. Josh con la sua dolcezza, la sua armonia, riuscirà a portarla lontano dal mondo di ombre, nel quale Cecilie si è rifugiata...
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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-Dobbiamo andare, amore- dico, tra i baci di Josh, siamo sdraiati sul divanetto, guardo l’orologio
–Josh dai … stanotte -  prometto, facendogli l’occhiolino, lui socchiude gli occhi
–bene- dice alzandosi, con un movimento fluido e trascinandomi, sorrido prendendo la borsa,
grazie al cielo il malumore di Osvaldo è durato poco, mi ha portato giù le valigie e ha raccattato
le mie cose in quella stanza, mentre io e Josh pomiciavamo sul divano.
Mentre usciamo dall’hotel, i paparazzi scattano foto all’impazzata, Lily si copre gli occhi che
sono già protetti dagli occhiali grandi e tondi, Josh abbassa il cappello con la visiera, io giro il viso
in automatico e lo tengo basso, nonostante chiamino il mio nome, tengo la mano di Josh che mi
guida verso la macchina, appena entro, la luce schermata dai finestrini , mi fa sentire più protetta,
sospiro di sollievo e guardo Josh
–ti amo- mi sussurra, gli stampo un bacio
–ti amo anche io- rispondo tenendo la mia mano sulla sua guancia, il telefono vibra, lo prendo
–ah è O.J., dice che l’aereo privato decolla alle 14.05- guardo l’orologio
–penso che ce la faremo – dico abbandonandomi sul petto di Josh, emette una specie di grugnito
e chiudo gli occhi. Sbuffo togliendomi gli stivaletti mentre passo i metal detector, la guardia mi sorride
–signorina Sanders- sorrido e faccio un cenno con il capo, mentre Osvaldo tiene la mia borsa
pazientemente
–cielo O.J. ogni volta uguale! Metto sempre gli stivaletti!- rido saltellando per rimetterli, lui alza gli
occhi al cielo
–smettila di lagnarti e muoviti, sei sempre l’ultima- borbotta contrariato, faccio una linguaccia,
prendo la borsa e seguo Josh e il resto della crew, controllando l’i-phone, mi tappo l’orecchio
–mamma? Mamma sono all’aeroporto, Heathrow, sì, privato, per l’Europa sai è meglio, no tra poco,
va bene okay ti chiamo un bacio, ciao, ciao- chiudo la chiamata e prendo la mano di Josh,
usciamo nell’aria gelida, camminiamo fino alla pista e saliamo le scalette
–fiuuu- dico entrando nel tepore dell’aereo,  mi srotolo la sciarpa, Lily entra dopo di me
–brr che freddo- dice abbandonandosi sul sedile       
–dà fastidio anche a me ormai- dico strofinandomi le mani
–ooo ha parlato la californiana!- esclama Lily, alzo un sopracciglio
–sono scozzese, anche se la California potrebbe diventare la mia seconda casa
e, sottolineo, seconda- dico facendo un gesto eloquente con la mano.
Mi stiracchio, batto le palpebre, Josh fissa l’oblò dove il sole squaglia l’orizzonte, sorrido
–sei bellissimo- si gira
–come?- chiede dubbioso
–sei bellissimo- scandisco, lui sorride 
–ora anche di più- mi stringe
–la mia cucciola, tu sei ancora più bella di me se è per questo- scuoto la testa
–naah-  dico chiudendo gli occhi, strofina il naso contro il mio
–dammi un bacio- sussurra fissandomi
–eh no!- mi alzo e vado in bagno.
Scendo, sbadiglio alla grande sbandando ovunque, mentre Josh mi tiene il braccio
–scusa- dico socchiudendo gli occhi
–il jet-lag mi sta distruggendo- scuoto la testa
–ti ci devi abituare tesoro, sarà sempre così- dice lui alzando il mento con fare snob
–ma sentilo! L’uomo vissuto!- dico prendendolo in giro, lui ride, mi guida all’interno del
recupero bagagli, Osvaldo è già lì e li ha messi a terra, mentre passiamo li prendiamo al volo
–grazie!- dico passandogli davanti, lui fa una smorfia
-se non ci fossi io!- grida
–ma per fortuna tu ci sei sempre!- dico voltandomi e sorridendogli, arrossisce e abbassa lo
sguardo, sbadiglio ancora e se Josh non mi tenesse per mano sbatterei sulle porte scorrevoli
a vetri, mi stropiccio gli occhi
–mamma mia- mugolo
–a che ora abbiamo la conferenza domani?- chiedo a Cynthia , la manager di Josh
–alle dodici, Cecilie, red carpet alle diciannove e dieci- dice controllando dei fogli in mano,
stringo le labbra
– bene, ho tempo di dormire, vero?- la fisso con occhi imploranti, lei ride inclina
leggermente la testa
–dillo a Josh che vuoi dormire, è lui che ti sfinisce- mi fa l’occhiolino, scoppio a ridere
–è il tuo cliente , fallo stare buono, non mi ascolta- dico fintamente, scuote la testa
–bugiarda!- sibila ridendo
–che confabulate?!- chiede Josh girandosi a fissarci, siamo rimasti indietro
–ti stiamo sabotando Josh!- dico maligna, torcendomi le mani, lui rilassa le spalle
–ah allora posso dormire sonni tranquilli, le tue azioni da “cattiva” sono notoriamente
gesta angeliche- metto le mani sui fianchi
–come scusa?- mi avvicino, lui alza le mani in segno di resa
–sei troppo buona tesoro- gli salto sulla schiena
–aah Cecilie! Scendi!- rido a crepapelle
–dimmi che sono cattiva!- urlo
 –okay sei perfida, il maligno in persona, Malefica in confronto a te è una poppante- dice sotto il
peso del mio corpo, scendo e lo bacio lui ridacchia e gli do una botta sul petto, usciamo e per
fortuna nessuno è lì ad aspettarci, sono le cinque del pomeriggio, metto gli occhiali da sole e mi
godo il sole in viso, respiro l’aria frizzante, anche se meno fredda di Londra, chiudo gli occhi, mi
stringo nel maglioncino di cotone e andiamo verso l’auto.
-Stai seduto amore, aspettami con calma- dico dal bagno con voce suadente, sistemo il baby
doll bianco latte e sciolgo i capelli, esco dal bagno appoggiandomi allo stipite della porta, alzando
gli occhi al cielo, Josh tossisce, diventa rosso acceso e continua a tossire, scoppio a ridere
–così mi fai morire- dice con voce roca alzandosi
-alt! Aspetta amore- si risiede imbronciato, inclino la testa come in ascolto e bussano
–come sapevi..- sorrido
–Si chiama servizio in camera, Josh- dico facendogli l’occhiolino e sparendo in bagno, rientra
con il carrello, ho ordinato fragole e champagne,esco dal bagno, prendo una fragola
–ho voglia di fare un gioco- dico maliziosa, lui si lecca le labbra, deglutisce
–apro lo champagne?- chiede, annuisco prendo la ciotola con le fragole e mi metto sul letto,
lui riempie i bicchieri e me ne porge uno, si siede
–ti ascolto- incrocia le gambe, lo faccio distendere, chiude gli occhi, passo la fragola sulle sue labbra
–mordi- dico suadente, apre la bocca e da un morso alla fragola
–buona- mugugna
–sttt silenzio- sorride
–ora rilassati- tolgo le foglioline ad una fragola e la metto in bocca,per metà, mi metto a cavalcioni
su di lui e mi chino sulla sua bocca, la apre e morde, appena trova le mie labbra si avventa sui
miei fianchi con le mani, le blocco e gliele porto sopra la testa, apre gli occhi
–siamo aggressive- mi mordo il labbro
–ho.detto.zitto.- chiarisco, deglutisce a vuoto, tolgo la maglietta grigia che indossa, mi alzo,
prendo la bottiglia e faccio cadere un po’ di champagne sulla sua pancia, lecco le goccioline,
lui sospira, chiudendo gli occhi e portando le mani dietro la testa, sorrido e mi tolgo il doll
–apri gli occhi- dico seria, credo che la vista di me in intimo di pizzo bianco lo tramortisca,
spalanca gli occhi, mi tira a se
–aah mi hai spaventato!- grido mentre mi bacia il collo, lasciando morsi di tanto in tanto, sospiro
 si mette meglio sopra di me, rovescio gli occhi all’indietro e mi abbandono al suo amore.

Apro un occhio e poi l’altro, Josh mi abbraccia da dietro, ronfa sonoramente sulla mia schiena,
la sua guancia bollente brucia sulla mia pelle nuda, mi alzo e vado a prende il cellulare,
trascinandomi dietro il lenzuolo, mentre lui è avviluppato nel piumone bianco, chiamo il servizio in
camera per Josh, apro la porta e prendo il caffè che mi porge Osvaldo, nemmeno lo lascio suonare  
o bussare ormai, è talmente preciso che mi adeguo al lui per regolare gli orologi, se ne va e chiudo
la porta e scorro le informazioni sull’i-phone, sorseggio il caffè e mi lascio cadere sul divanetto,
metto un accappatoio e vado ad aprire al servizio in camera, lascio la mancia al cameriere, finisco di apparecchiare e sveglio Josh a suon di baci, lui mi scaccia
–va bene, mangerò da sola questa fantastica colazione europea!- esclamo a voce alta
–cosa?- bofonchia aprendo gli occhi
–toast, marmellate, latte, cereali, yogurt e quant’altro Josh-  addendo un toast e lui si alza
–magari vestiti, non che non ammiri le tue grazie, ma la colazione sai..potrebbe andarmi di traverso- lui
si infila un paio di boxer
–sì dillo che non riesci a starmi lontana- mi bacia la fronte
–oh sì Josh amami, fammi tua per sempre!- metto le mani sul cuore e alzo gli occhi al cielo
–prendi in giro? Saresti un’attrice molto convincente – dice con una smorfia
-sarei la concorrenza Hutcherson, non mi va- mi alzo, mentre lui ingurgita la colazione, entro in bagno
e mi rilasso sotto il getto della doccia
–la concorrenza non mi da tutto quello che mi dai tu- dice Josh al mio orecchio, mi giro con gli
occhi spalancati
–esci! Ho bisogno di una doccia vera!- dico ridendo
–pensi che non ti so lavare bene?- ride, si sporge per prendere il bagnoschiuma e mi sfiora,
divento color papavero
–sei tenera da morire quando arrossisci così- prende una goccia sulla mano e mi fa girare,
inizia con un massaggio sulla schiena, preme leggermente i polpastrelli, mi lascio sfuggire
un gemito di piacere
–rilassati amore, sei tanto tesa- dice premendo più forte, mi lascio andare ai suoi tocchi,
mi gira e insapona le spalle, il petto, il seno, mi mordo un labbro
–stronzo- sibilo, passa alla pancia, alla mia femminilità che insapona dolcemente, scende
sulle gambe e i piedi, risale e si insapona lui veloce, riapre l’acqua e mi sciacqua dalla
schiuma bianca e profumata, mi bacia, rido
–smettila!- scuote la testa
–sei nervosa, oggi ti coccolo un po’- chiudo gli occhi ed espiro dal naso
–uffa okay- mi giro e prende lo shampoo insaponandomi i capelli, massaggia la cute
lentamente, risciacqua e mette il balsamo, mentre lo fa riposare mi giro, lo bacio lentamente
–sei bellissima, sei dimagrita o sbaglio?- mi guardo
–spero che ti sbagli o i vestiti per le premiere mi andranno larghi dato che me li hanno cuciti addosso-
sorride.
–Mmh non mi muovo da qui- sono distesa sul letto con la testa sulla pancia di Josh,
mentre mi alliscia i capelli che mi ha asciugato perfettamente, mi stringo la spugna
dell’accappatoio addosso
–devo vestirmi, non mi va- mugolo
–dai produttrice!- mi incoraggia, sbuffo dal naso ed entro di nuovo in bagno, prendo la crema
di Chanel e inizio a spalmarla su corpo braccia e viso, chiudo gli occhi ed inspiro profondamente,
metto l’intimo ed esco, Josh ha gli occhi chiusi e le braccia spalancate, sorrido dolcemente,
indosso il centesimo vestito: nero tubino, open toe di vernice lucida color cipria, gioielli e orologio in
tinta, mentre mi sistemo gli orecchini, Josh mi stringe da dietro, allacciando la collana
–sei perfetta- mormora, mi giro
–e tu ancora non sei pronto, avanti vestiti!- urlo, uscendo.
Busso alla porta di Lily, dopo due secondi apre
–oh cielo! Lily che hai?- grido, lei sbuffa
–l’influenza intestinale- borbotta, entro nella stanza mentre lei si butta sul letto,
–va a farti la doccia, ci penso io- sorrido, entra in bagno, apro il portabiti con su scritto
“press” e li distendo sul letto, abito corto bordeaux con paillette quadrate sulla gonna, senza
maniche e scarpe Jimmy Choo, appena esce le asciugo i capelli, poi chiamo parrucchiera
e truccatrice, vado da Osvaldo
–Cecilie dov’eri?- chiede fissando il suo palmare
–da Lily ha l’influenza l’ho aiutata a prepararsi, quanto manca?- mi siedo sul divanetto
–poco più di mezz’ora, va a chiamare Josh- mi scaccia con la mano, sbuffo
–un corriere fa meno strada!- borbotto
–Josh! Esci è ora!- grido, esce sorridendo sornione
–mi spieghi cosa ridi?- mi prende le mani, mi fissa dolcemente
–vederti mi fa sorridere- arrossisco
–sei un ruffiano, amore mio- lo bacio, mi alza la mano posa un bacio anche lì e andiamo da O.J.

  
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