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Autore: Eco_90    13/07/2015    1 recensioni
Seguito di "Mo anam cara" Storie di spiriti, amori perduti e sogni infranti poi ricostruiti.
Dal testo:
"Aveva del lavoro da fare, lavoro normale: era la segretaria di una dottoressa. Ormai era quella la sua vita, non c'era più spazio per le nottate insonni al freddo solo per convincere un paio di presenze a sloggiare. Già, non c'era più tempo per quelle cavolate."
Genere: Romantico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Non riuscirò mai a farmi perdonare >.< giuro che non farò passare più così tanto tempo... e se dovessi farlo vi permetto di prendermi a parolacce!!! Spero che il capitolo possa piacervi nonostante tutto!!! Vi mando un bacione!









La targa di marmo bianco svettava tra quelle ormai consunte del cimitero dell’ospedale. La piccola cappella costruita sotto richiesta di Thomas era aperta in modo che tutti potessero depositare fiori e biglietti per il signor O’Neill.
Anche in quel momento il vento soffiava forte, sferzando gli alberi che circondavano il cimitero, ormai piegati dalle continue intemperie. Le grandi nuvole che sovrastavano i presenti sembravano cumuli di cotone grigio appesi con dei fili trasparenti a un cielo altrimenti sereno.
In molti di quelli riuniti lì piangevano la dipartita di un grande uomo, un uomo magnanimo, dolce e comprensivo; sempre pronto a dare una mano, anche, purtroppo, a costo della sua stessa vita.
Nonostante tutto anche Kelly pianse qualche lacrima ascoltando le parole tristi dei presenti. Liam le passò piano una mano sulla spalla, stringendola, per donarle un po’ di conforto. La ragazza si voltò a guardarlo sorridendogli tristemente, notando che anche lui stava piangendo in silenzio.
-Va tutto bene. - disse, avvicinandosi all’orecchio del ragazzo, per non disturbare la funzione.
-È felice! È l’unico dei presenti che sta ridendo. - Liam si rilassò sentendo quelle parole, quel vecchietto l’aveva colpito molto, e la sua dipartita era stata tanto inaspettata quanto devastante, per lui.
La funzione era finita da un po’, tutti erano andati via, tutti tranne lei ovviamente.
Si era trattenuta di più per salutare i due innamorati.
Da quando Thomas era morto, non li aveva più visti, quindi ritrovarsi davanti due ragazzi poco più che ventenni l’aveva lasciata di stucco.
Thomas ora era un ragazzotto alto e muscoloso, con i capelli neri e gli stessi occhi di sempre, anzi più brillanti che mai, senza la tristezza che per molto li aveva tormentati.
-Siete felici?- chiese col sorriso sulle labbra.
-Si, adesso si!- rispose Thomas.
-Mi fa piacere! Che farete adesso? Passerete oltre?-
-Beh vedi … - i due si lanciarono un’occhiata d’intesa prima di rispondere. Vogliamo goderci un po’ questi paesaggi prima di andare via. Pensiamo che sia giusto così. -
Il ragazzo rispose amabilmente, regalando a Kelly un sorriso carico di gioia.
-Credo che sia la scelta giusta!- assentì lei, con lo sguardo perso nel paesaggio circostante.
-Tu invece che farai?- la domanda di Thomas la lasciò senza parole per qualche minuto, non aveva per niente pensato a se stessa, quindi non aveva una risposta pronta.
-Non lo so. - disse semplicemente, tornando a guardare i due fantasmi. –Non ci ho pensato. - ammise poi.
-È che mi dici di quel ragazzo?- Wynne sorrise maliziosamente ponendole quella domanda.
- Liam? È un caro amico, lavorerà con me nella mia agenzia. - La presenza la bloccò subito, Kelly non aveva capito a cosa si riferisse, così decise di spiegarsi meglio.
-No, io parlo di quel ragazzo. - disse Wynne indicando un punto dietro Kelly, che subito si voltò a guardare.
Billy era poggiato a una quercia poco distante dalla ragazza, lo sguardo puntato sull’erba sotto le sue scarpe, le mani nelle tasche per evitare il vento freddo. Qualcosa nel petto di Kelly parve esplodere, pensava che fosse partito, che fosse tornato da Lory con la coda tra le gambe… e invece era lì ad aspettare lei.
Guardandolo bene, Kelly si accorse che aveva in viso un’espressione che non gli apparteneva, sembrava perso. Lo fissò a lungo, prima di tornare a rivolgersi alle due presenze.
-È tardi ormai. Ne abbiamo passate troppe. - i due fantasmi risero di gusto, a Kelly sembrò trattarsi di una risata di scherno, ma cercò di non darci peso. –Lo dici a noi due?-
Chiese Thomas, canzonandola.
Kelly scosse la testa in segno di diniego. –Sono due cose diverse, voi siete stati obbligati a dividervi, noi ci siamo fatti del male a vicenda per troppo tempo. Certe ferite restano.-
-Getti la spugna così? Credevo fossi una ragazza forte, piena di grinta. - Thomas aveva alzato la voce, era arrabbiato con lei, ma lui non sapeva nulla della storia tra lei e Billy.   –Tu non capisci. - stava per continuare ma il fantasma la bloccò, iniziando a parlarle sopra.
Quel suo atteggiamento cominciava a irritarla, dovette mordersi la lingua per evitare di rispondergli male. –Tu dici che io non capisco? Ragazzina sai cosa vuol dire passare la tua intera esistenza a rimpiangere il tuo unico amore? Sei una sciocca se pensi che tutto passerà alla fine, e che tu ti scorderai di lui. Questo non succede mai. - Aveva terminato la sua ramanzina con un ringhio gutturale che fece fremere la piccola guerriera, tanto da farle incassare la testa nelle spalle e stava anche per ricominciare, quando una mano afferrò il suo braccio per trattenerlo.
-Thomas basta così. - Intervenne Wynne, che dal canto suo aveva tentato di frenarlo in ogni modo.
 –Lo capirà da se, non trattarla come una stupida. - lo ammonì con lo sguardo per qualche attimo, per poi passare a Kelly. Avevano entrambi bisogno di capire quale fosse il loro posto e fino a che punto era giusto spingersi.
-Anche se in modo rude, Thomas ha detto la verità. Soffrirai tutta la vita per la tua decisione, e il peggio è che sarai stata tu stessa a farti del male. Rifletti bene su cosa può e cosa non può essere salvato. -
Detto questo Wynne la abbracciò forte, ringraziandola per averli riuniti.
Thomas era ancora un po’ contrariato, ma non voleva che il suo ultimo ricordo di Kelly fosse macchiato dall’amarezza. Wynne aveva ragione, lei avrebbe capito che valeva la pena lottare per un sentimento come quello. Attirò a se la ragazza, stringendola forte e schioccandole un bacio sulla guancia. La piccola guerriera si sentì quasi mancare, sicuramente non avrebbe più rivisto quell’uomo… si stupì sentendo che già le mancava. Inspirò forte, cercando di tenere a bada i singhiozzi che sentiva nascere in gola, sciogliendo controvoglia quell’abbraccio tanto accogliente. Tornato dalla sua donna, Thomas le sorrise un’ultima volta, per poi darle le spalle e incamminarsi sul sentiero sterrato che portava al giardino dell’ospedale, fino a sparire.
Kelly sospirò forte, l’aria fredda le batteva sul viso, senza dare sosta alla sua pelle ormai screpolata. Restò qualche altro minuto a osservare la tomba dei due innamorati prima di voltarsi e dirigersi verso Billy.
Il ragazzo studiò ogni suo movimento, ogni suo passo incerto, ogni sua occhiata al cielo. Era tesa anche lei, forse più di lui.
Nessuno dei due parve voler parlare, avevano iniziato a guardarsi intorno, lui stringendo le mani nelle tasche del giacchetto, lei sbattendo leggermente il piede sul prato.
-Bella funzione. - disse poi il riccio, cercando di smuovere la situazione. Kelly lo guardò incuriosita.
–Potevi avvicinarti, avresti sentito meglio le belle parole dei partecipanti. -
-Non volevo infastidire nessuno, per questo sono rimasto in disparte. Il ragazzino mi odia. - Billy sogghignò pronunciando quell’ultima frase.
-Con “ragazzino” intendi Liam?- chiese lei nascondendo a stento una risata.
 –Rischiava di stritolarti, è stato tutto il tempo a stringerti. - aggiunse con tono vago il ragazzo.
Un leggero rossore aveva iniziato a imporporare il suo viso, cosa che Kelly notò subito.
-Sembri infastidito. - disse malignamente. Billy spostò il suo sguardo in quello della ragazza.
–Io non sono geloso di quel microbo. - le sibilò acidamente.
-Io non ho mai detto questo. - gli fece notare Kelly, che ormai gli rideva in faccia senza farsi problemi.
Il riccio si ritrovò spiazzato, senza sapere come ribattere all’affermazione della ragazza.  –Potresti anche smettere di ridere. - sospirò con fare offeso. –E poi non ti ho mai nascosto quello che provo per te. – aggiunse ritrovando un po’ di sicurezza.
Kelly smise subito di ridere, non si era aspettata una reazione del genere, così non le restò che ritornare seria. –No, tu non lo hai mai fatto. - strinse convulsamente le sue mani, tanto da farle diventare rosse e bollenti.
-Così te le stacchi. - le disse Billy, notando lo stato pietoso dei palmi della ragazza.
-Probabilmente hai ragione. - assentì anche lei. Aveva abbassato la testa e ora non sapeva più come continuare quella conversazione.
–Credo sia ora di andare per me. C’è un taxi che mi aspetta fuori dal cancello di questo rudere, per portarmi all’aeroporto di Shannon.-
Un terremoto, si ritrovò a pensare Kelly. Qualcosa di forte l’aveva appena scossa dalla testa ai piedi. La ragazza sentì le gambe tremare, stavano per cederle. Alzò di nuovo la testa per guardare Billy negli occhi.
-Dove vai?- chiese con voce incerta. Lui le sorrise mestamente, portandosi una mano tra i capelli scarmigliati per via del vento.
-Torno dai miei, a Londra.-
Kelly sgranò gli occhi. –È così lontana. - sussurrò tra se e se.
 Billy la squadrò, era strano vederla così, totalmente disorientata. Si arrotolava i capelli attorno alle dita, forse senza neanche rendersene conto, era totalmente assorta nei suoi pensieri, sembrava essersi dimenticata che lui fossi lì.
-Kelly?- esordì il ragazzo riportandola alla realtà.
 Lei fissò bene i piedi a terra, puntando i suoi occhi su Billy senza il minimo turbamento.
Aveva deciso di prendere il coraggio a due mani e farsi avanti, non era più il momento di scappare, non poteva. Avevano sprecato talmente tanto tempo pensando di averne all’infinito, e ora lui stava andando via… Wynne e Thomas avevano ragione, doveva agire.
-Non voglio che parti. - esordì con voce calma. Billy rimase sorpreso da quelle parole.
-Scusa?- chiese incredulo.                                      
-Non voglio che parti. - affermò lei seriamente. –Londra è lontana, e poi scusa tu sei irlandese, perché vivi a Londra?- il ragazzo si ritrovò a sorridere, era così strano vederla agitata per lui.
-Mio padre lavora lì. Ci siamo trasferiti dieci anni fa, prima vivevamo a Doolin. - si bloccò aspettando che lei potesse assimilare tutte quelle notizie.
-Quindi non tornerai più?- la voce della piccola guerriera tremò un po’, la sicurezza che aveva ritrovato qualche minuto prima era già sparita, lasciandola sola e piena di dubbi.
Billy si avvicinò a lei per tranquillizzarla, la abbracciò con trasporto accostando le sue labbra all’orecchio della ragazza. –Torno tra due giorni. - le disse poi, sbottando a ridere sguaiatamente.
Kelly rimase gelata sul posto per svariati secondi, poi cercò di divincolarsi dall’abbraccio ormai soffocante del riccio.
-Sei uno stronzo!- urlò assestandogli un pugno nello stomaco. Billy si sganciò subito da lei, piegandosi in due per il dolore.
-Psicopatica che non sei altro … - ringhiò lui, tentando di riprendersi dalle fitte terribili che lo stavano torturando.
-Ritieniti fortunato … avevo pensato a una ginocchiata alle palle. - sputò lei acidamente piegandosi verso di lui per cercare di rimetterlo in piedi. Solo dopo svariati muniti Billy, ritrovò la sua postura da Homo erectus.
-Meglio?- chiese la piccola guerriera.
-Si. – grugnì lui, era ancora furioso per quella reazione spropositata. Alla fine aveva fatto tutto da sola, lui non le aveva mica detto che sarebbe partito per sempre, certo, non aveva neanche detto il contrario, ma questo non la giustificava per niente.
-Inizia a fare freddo, andiamo in un pub, ho ancora qualche ora a disposizione. -
S’incamminò senza aspettarla, calciando di tanto in tanto qualche ciottolo che si ritrovava tra i piedi.
-Ma non avevi detto che un taxi ti aspettava qui fuori?- sbuffò Kelly, tentando di raggiungerlo. Lui si voltò a malapena, lanciandole un’occhiata infuocata, per tornare subito dopo ad ignorarla.
 
 
  
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