Anime & Manga > Naruto
Segui la storia  |       
Autore: Reiko_Hatsune    13/07/2015    1 recensioni
Si sa che da sempre lo Yin e lo Yang si attraggono in quanto perfettamente opposti creando così l'equilibrio, c'è il bene nel male e c'è il male nel bene, tutto ruota in armonia.
Cosa succederebbe però se ad un certo punto uno dei due decidess di diventare puro e eliminare così l'altra essenza dal suo essere?
Genere: Azione, Drammatico, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai | Personaggi: Altri, Nuovo Personaggio, Un po' tutti | Coppie: Hinata/Sasuke, Naruto/Sakura, Sai/Ino, Sasuke/Karin
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Nessun contesto, Contesto generale/vago
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Failure
 
 
 
Stelle, tantissime, a miliardi, alcune piccole e altre più grandi, alcune meno luminose e altre splendenti, alcune sono bianche, altre sono bluastre, alcune sono addirittura viola o rosse. Poi c’è lei, la Luna, che gira intorno alla Terra come un’innamorata che segue chi ama; sta lì, bianca e perfetta, piena, grandissima e magnifica come sempre, la luce si rifletteva sui freddi ghiacciai che ricoprivano quella landa desolata e inospitale, perfetta per chi voleva starsene per conto suo.
La persona seduta con le gambe slanciate lasciate penzolare mollemente allungò le mani verso quel cielo, lo amava tanto perché quando era nella sua immensità si sentiva finalmente in libertà, come se le catene che aveva ai polsi non esistessero più, come se i fili invisibili che legavano il suo cuore a quella terra invisibile non ci fossero mai stati. Si rese conto solo dopo un po’ della figura alle sue spalle:
  “Toneri, smettila di fissarmi, sei inquietante.”, borbottò voltandosi e ignorando lo strapiombo ghiacciato che li circondava, erano loro due su quella colonna a mille metri dal suolo,erano loro e il cielo.
  “Sei tu quella inquietante Aoshiro, te ne stai lì a fissare il cielo immobile senza dire nulla per ore.”, ribatté il ragazzo incrociando le braccia al petto e cercò di avvicinarsi a lei che però indietreggiò fino al limite della lastra sospesa sul vuoto.
  “Non ti avvicinare, sai che odio le persone.”, l’esile ragazza si piantò stabile in controluce perfettamente immobile, non c’era nemmeno un filo di vento a smuoverla; la figura nera piantò i suoi occhi in quelli dell’altro, lo guardava dal basso verso l’alto essendo parecchio più bassa.
  “Sei troppo diffidente lo sai? Dopotutto sono il tuo istruttore, ti do anche un altro consiglio ed è quello di crescere almeno un po’ in altezza, hai diciassette anni e sei alta quanto una ragazzina di dieci.”, un ghigno si dipinse sul volto dell’albino che si guadagnò uno sbuffo da parte di Aoshiro.
  “Non è colpa mia se sono bassa.”, odiava essere stuzzicata, specialmente se ci andava di mezzo la sua statura. Toneri rise di gusto e continuò a punzecchiarla, voleva vedere se l’avrebbe fatto anche quella volta.
  “Un metro e quarantadue di puro scetticismo, eh?”, si stava proprio divertendo.
  “Zitto.”, detto ciò fece un ultimo passo all’indietro e si lasciò precipitare senza dire o fare nulla. I suoi lunghi capelli bianchi svolazzarono in modo confuso attorno a lei ed erano ricoperti dai mille e candidi riflessi della luce notturna, i suoi attenti occhi rimasero fissi sulla colonna ghiacciata  di fronte a lei finché decise di non volersi schiantare.
Ed eccole, le ali, si spiegarono e lei si bloccò a mezz’aria; puntando poi i piedi nudi sulla gelida superficie che si trovava davanti si slanciò all’indietro sollevandosi verso la Luna. Le sarebbe piaciuto arrivarci con quelle sue ali da drago bianche con le lucenti membrane argentate, solo una piccola macchia sull’ala sinistra comprometteva la loro uguaglianza; una macchia nera, un cerchio perfetto che a lei non piaceva per niente. Proprio non riusciva a non pensare alla sua voglia di essere libera una volta per tutte, al diavolo il suo sensei e il suo villaggio distrutto dimenticato da tutti, tanto ormai della sua casa non ce n’era più traccia da anni, del Villaggio delle Illusioni non se ne sapeva niente e quasi nessuno sapeva della sua esistenza.

Aoshiro Onmyō in sé non esisteva, o meglio, non sarebbe mai dovuta esistere, ma il fato volle che proprio il lei si rintanasse qualcosa di troppo grande per il suo corpo e per chi le stava intorno.
Volò, si immerse quanto più poté nel blu costellato dei colori freddi notturni, si perse nella luce illusoria della Luna che rendeva la notte più chiara solo perché c’era il Sole, andò sempre più su finché il tintinnio delle catene che aveva ai polsi non la riportò alla realtà, allora si fermò di colpo e rimase a fluttuare a mezz’aria, guardò in alto e vi trovò lo stesso cielo che vedeva quando era a terra o su quella maledettissima colonna, era lì identico, bellissimo, irraggiungibile. Onestamente non aveva mai pensato al motivo per cui a lei fosse concesso di provare a raggiungere la volta celeste con qualcosa che aveva sin dalla nascita, sapeva solo che era così e basta e che per quel motivo all’età di otto anni era stata isolata insieme al suo sensei e a suo fratello in quel posto lontano. A quel pensiero la ragazza storse il naso perché suo lui era il suo perfetto opposto; Akakuro Onmyō era il gemello maggiore, un ragazzo alto dai lineamenti angelici, dalle parole seduttrici e dai modi gentili, ma che nascondeva un cuore malvagio colmo di quello che era, proprio come Aoshiro che se all’apparenza appariva scorbutica e poco incline alla socializzazione, dentro di sé nascondeva un animo puro che rispecchiava la sua natura.
Chi erano esattamente? Be’, loro due formavano l’equilibrio e il caos allo stesso tempo, erano talmente diversi che si cercavano l’un l’altro per potersi annientare a vicenda senza però mai riuscirci per via del legame fraterno che c’era. Però si sa che il pericolo è sempre dietro l’angolo e arrivò quando il ragazzo decise di diventare pieno di sé stesso e di non voler più condividere nulla con la sorella, sarebbe diventato puro. Quando l’aveva detto la ragazza aveva pensato che stesse scherzando, ma quando lo vide spiegare le sue ali nere e andarsene, capì che in realtà era tutto vero, che lui aveva deciso di spezzare l’equilibrio già fragile che esisteva: “Riporterò alla luce il vero Drago Nero, il vero Yin, la vera Oscurità.”, quelle parole l’avevano turbata perché se Akakuro fosse riuscito nel suo intento, allora lei sarebbe diventata automaticamente il Drago Bianco, lo Yang, la vera Luce e a quel punto sarebbe stata la distruzione totale in un pianeta dove tenebra e luminosità coesistevano dalla notte dei tempi.
Aoshiro scacciò quei pensieri scuotendo la testa sconsolatamente e decise di tornare da Toneri, lo trovò mentre stava pazientemente guardando nella sua direzione:
  “Ti ho detto che sei inquietante quando mi fissi, o sbaglio?”, borbottò lei mentre atterrava in punta di piedi sulla fredda superficie.
  “Sì, rammento queste parole.”, rispose l’altro con espressione vaga sapendo quanto facesse arrabbiare la ragazza.
  “Ecco, se lo sai smettila immediatamente.”, non lo sopportava, si era giurata che prima o poi lo avrebbe ucciso.
  “Prima di progettare la mia morte sappi che hai una missione.”, Aoshiro sobbalzò e fece guizzare i suoi occhi eterocromi in quelli color ghiaccio di lui.
  “Una missione?”, la ragazza aveva degli occhi particolari, quasi inquietanti, perché mentre l’iride sinistra era celeste, quella destra era di un particolare color perla, ma a lei piaceva definirlo ‘color Luna’.
  “Sì, preparati a partire, fra due ore comincerai a spostarti verso Sud e…”, la ragazza mise in avanti una mano per dirgli di fermarsi.
  “Aspetta un attimo, cosa dovrei fare io?”, troppe informazioni e poi, perché parlava al singolare?
 “Andiamo, non ti aspetterai mica che ti accompagni, vero? Sono ricercato, mi ammazzerebbero subito.”, per rendere meglio l’idea fece scorrere il pollice sulla gola.
Aveva ragione, non avrebbe potuto, ma nonostante ciò un brivido percorse la schiena di Aoshiro, sempre abituata ad avere l’albino al suo fianco. Non aveva paura, era piuttosto brava con le tecniche ninja e grazie al suo sensei stava imparando a maneggiare anche diversi tipi di armi più o meno stravaganti e conosciute; temeva però l’idea di essere lasciata sola in un posto che non conosceva, con persone di cui non sapeva se fidarsi o meno, e poi c’erano i suoi nemici naturali, ma non per lei come persona, bensì per lei come Drago Yang: i Bijuu, accompagnati dai Jinchuuriki.
  “Cosa dovrei fare?”, stava pensando, non voleva veramente dirlo ad alta voce, detto in quel modo sembrava che avesse già accettato l’incarico.
  “Dovresti entrare in contatto con i sei Kage.”, Toneri si avvicinò alla ragazza che nel frattempo si era accorta di non aver ritirato le ali. Faceva un po’ male e ogni volta le lunghe ferite sulla schiena si riaprivano.
  “Cosa?! E poi non sono solo cinque?”, indignata si ritrasse al previsto tocco dell’uomo che stava allungando una mano verso di lei.
  “C’è uno che non viene calcolato come Kage anche se effettivamente lo è, ma sorvolando su questo ti tocca e come se non bastasse dovrai entrare in contatto con i tuoi nemici di sempre.”, spiegò lui con tono pacato e monocorde.
  “Ah, perfetto.”, sbuffò lo Yang voltando le spalle a Toneri. Tutto quello che non voleva accadesse le si stava riversando contro.
  “Ti ricordo che ti è proibito volare o anche solo spiegare le ali, e guai a te se usi quelle fiamme.”, chissà perché ci teneva a ricordarle almeno tre volte al giorno del fuoco di cui possedeva il potere.
  “Sì sì, lo so. Comunque chi sarebbe il sesto Kage?”, era arcistufa della sua lezioncina e quindi optò per una domanda seria.
  “Si trova nella Terra degli Orsi, a Hoshi. L’Hoshikage è un tipo riservato ho sentito dire, non sarà facile trovarlo e come se non bastasse il Villaggio della Stella è restio ai contatti esterni.”, non poteva andarle peggio insomma, ci mancava solo che durante il tragitto incappasse nel fratello, cosa molto probabile.
 
“Ok, capito.”, disse semplicemente, non voleva saperne di altre complicazioni.
  
“Bene, buona fortuna allora.”, Aoshiro non rispose e con un balzo si risollevò e raggiunse la terraferma più velocemente. Una volta posatasi sul suolo innevato, cominciò a correre.

 

 

 

 

 

 
______

 
NOTA DELL’AUTRICE: Ciao a tutti sono Reiko_Hatsune. È la mia prima fan fiction su Naruto e spero che il prologo vi sia piaciuto! 
Lo so, è parecchio corto, ma non potevo iniziare la storia vera e propria già qui, non credete? Però prometto che il prossimo sarà migliore. Un saluto♥
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Naruto / Vai alla pagina dell'autore: Reiko_Hatsune