Eccomi di nuovo da voi con la mia ultima schifez……fanfiction. Nata come al solito in un momento di pazzia è una nuova forma di
storia che sto sperimentando, quindi cercate di essere pazienti, per favore
^__^. Comunque tutto ciò si nota più avanti.
Il nuovo personaggio che viene
proposto è un mio probabile io Serpeverde, creato
dalla mia mente malata e quindi pregherei ai lettori di non riprodurlo nelle
proprie ff. Grazie.
I primi due capitoli sono di introduzione
ai successivi, quindi poi non vi meravigliate dei possibili futuri sbalzi
temporali, ma senza di questi non sapevo come continuare la storia.
Adesso basta con tutte queste quisquiglie
se non vi addormentate subito….buona lettura, Byakko.
- MISSIONE:
SERPENTI E GRIFONI -
Capitolo 1:
Una diversa via
Il suo primo anno
ad Hogwarts, la magnificenza
d i quel castello, l’entusiasmo di imparare e scoprire, il futuro e la sua vita
che da quel momento stava iniziando.
Forse sarebbe
finalmente riuscita ad aver una sua vita? Lei si sentiva diversa dalla sua
famiglia, anche se l’aspetto non poteva che riportarla ad essa:
occhi azzurri e capelli rossi. Una Weasley
insomma, la più piccola per l’esattezza con ben sei fratelli avanti a lei.
Non ne poteva più
di loro da ormai troppo tempo.
Lei non era come loro
la volevano: non era timida, non era insicura, non era da proteggere.
Desiderava la sua
libertà, a qualunque costo. Voleva smettere di fingere per qualcuno che non la
poteva capire o forse che non voleva farlo.
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La Sala Grande era
incredibilmente meravigliosa agli occhi di chi poteva ammirarla per la prima
volta. Si sentiva così piccola ed insignificante di fronte ad essa, anche se ormai era abituata a quella sensazione.
Finalmente era
giunto il suo momento nel quale si sarebbe deciso il suo destino pei gli anni avvenire: il Cappello Parlante.
Tutti i suoi
fratelli erano stati assegnati a Grifondoro, tutti
sempre perfetti, tutti. E lei? Non era molto sicura
della fine che avrebbe fatto, ma in fondo desiderava solo andare avanti.
Quando fu
chiamata per lo smistamento camminò verso il cappello
senza paura, senza dubbi, decisa e fiera, essendo solo se stessa. Si sedette
tranquillamente sullo sgabello ed esso le venne posato
sulla testa.
- Dunque, un
altro Weasley a quanto pare, ma finalmente una bella
ragazza -
- La ringrazio
per il complimento -
- E’ solo la
verità. Però con te è tutto diverso. Vedo un animo
ribelle, libero, circondato da ostacoli. Desideri essere
semplicemente te stessa, non importa il luogo o la compagnia. Questi
sono tutti bei pensieri che ti fanno onore. Ho deciso, la tua casa di appartenenza sarà…SERPEVERDE. Abbi fiducia e continua
sempre il tuo viaggio -
- Lo terrò a
mente -
Si alzò
dirigendosi poi verso la sua tavolata, accompagnata dai commenti dei presenti,
ovviamente stupiti del responso del cappello. Ron la fermò mentre passava affianco
a lui, perplesso e preoccupato per la sorte della sorella.
- Ginny, se vuoi possiamo chiedere a Silente di cambiarti di
casa -
- Non è
rilevante. Un nome non cambia una persona, io sarò sempre ciò che voglio essere. Sai, forse questo era l’unico modo per
liberarmi della vostra ombra -
- Cosa vuoi dire? Tu fai parte della nostra famiglia - sbottò
quasi adirato
- E’ vero ma
prima di tutto io sono solo Virginia, un individuo che vuole rimanere tale -
Ron conosceva la
testardaggine che a volte mostrava sua sorella e decise che per il momento era
meglio non ribattere. Le avrebbe parlato dopo con più
calma tentando di farla rinsavire. In più non riusciva a capire quella conversazione.
Già da un po’ di tempo era strana.
Intanto lei era
fiera del suo discorso e la casa non la preoccupava, anche se sapeva che avrebbe avuto parecchi problemi iniziali, o forse
si sbagliava…
- Complimenti Weasley, bel discorso - fece la voce con fare piuttosto
arrogante
Conosceva quel
ragazzo e no le piaceva il sorriso cattivo che le stava riservando. Avrebbe
voluto prenderlo a schiaffi ma decise che era meglio
trattenersi, almeno per i suoi primi giorni di scuola.
- Malfoy, giusto? Mio fratello mi ha parlato molto bene di te
-
- Che gentile, ne sono lusingato. Piccola Weasley,
lo sai vero che la vita qui non ti sarà facile -
- Non mi importa e gradirei essere chiamata per nome. Ora, se non
vi dispiace, andrei finalmente a sedermi -
Non sentendo
risposta si diresse verso il fondo della tavolata dove un ragazzo moro con gli
occhi azzurri, molto simili a quelli di Malfoy, le
aveva fatto segno di sedersi vicino a lui. Per niente
intimidita accettò prontamente. Aveva uno sguardo piuttosto serafico e
sorrideva beato. Si chiese cosa avese da ridere ma
non gli diede molta importanza.
- Ciao, sono Blaise Zabini, del secondo anno -
- Virginia Weasley, come mai così socievole? -
- Sono rimasto
colpito dalle tue parole e devo dire che hai un bel modo di pensare. Forse
anche Draco la pensa come me. Non è veramente
cattivo, più che altro si diverte a esserlo -
- Capisco ma non
ho intenzione di diventare il suo nuovo intrattenimento -
- Non
preoccuparti, ti salvo io - disse ridendo - Draco ascolta spesso ciò che penso a riguardo di molte cose
-
- Bè, allora grazie -
Poco dopo di lei
fu smistata un’altra ragazza a Serpeverde che si mise
subito seduta vicino a lei, sorridendole. Non era molto alta ma piuttosto
carina: aveva dei bellissimi capelli lunghi e mossi, neri come una notte senza
luna e stelle, e due occhi di un intenso brillante verde smeraldo, che
sembravano penetrarti con lo sguardo e leggerti dentro.
- Posso sedermi
vicino a te? -
- Certo. Piacere,
io sono Virginia Weasley - porgendole una mano
- Aede Drow, felice di conoscerti -
ricambiando la stretta - Sai, ho sentito cosa hai detto a tuo fratello e mi è
piaciuto. Vuoi farti rispettare e proteggere te stessa. È una bella cosa e ci
credo anch’io. Ho avuto i tuoi stessi problemi e mi trovi
perfettamente d’accordo. Spero vorrai essere mia amica -
- Lo sono già.
Incredibile, sono qui solo da cinque minuti e ho già conosciuto due splendide
persone -
Era felice.
Quella strada non sembrava così terribile come poteva apparire ed era in buona
compagnia. Blaise
e Aede si dimostrarono ottimi amici, anche se li
conosceva da poche settimane, ma lo percepiva.
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Ron, non lo
sopportava più. Ancor non aveva accettato il fatto che
lei fosse entrata a Serpeverde e spesso si trovavano
a litigare, anche se continuava a ribadire che non poteva importargliene di
meno del fatto che a lui ciò non andasse bene.
Aede spesso rimaneva
con l’amica per farle da sostegno ed impedirle di fare qualche sciocchezza.
Quello che le stava accadendo sapeva di stupido e superficiale. Forse era
meglio mettere in chiaro due cose con il fratellino
mentre la rossa sbolliva la rabbia.
- Chiedo scusa…Ron giusto? -
- Sì, cosa vuoi?
-
- Aiutare la mia
amica suppongo. Vorrei farti una domanda: preferisci tua sorella felice o
infelice? -
- Felice
ovviamente, che domanda stupida -
- Appunto, non
pensi che potrebbe essere felice così? -
- Non penso
proprio dato che si trova a Serpeversde
-
- Ma lei ti ha mai detto il contrario? In fondo è già più di
un mese che continui con questa storia. Stai diventando tu un motivo di
tristezza per Ginny -
Ron non le rispose dato che non sapeva realmente cosa risponderle. Non aveva
mai guardato la questione da quella prospettiva ed ora si dava mentalmente
dello stupido, anche se non era ancora del tutto convinto.
- Vedi - continuò
la serpeverde - tu non sei Virginia, non puoi sapere
cosa prova o non prova. Lei vuole solo non avere imposizioni. Anche se è in una
casa diversa rimane pur sempre tua sorella. Non farla
soffrire per il tuo stupido senso di protezione, avresti solo da perderci.
Prima di giudicare le persone impara a conoscerle -
Non avendo più
nulla da aggiungere ed essendo sicura di essere stata abbastanza soddisfacente
se ne andò raggiungendo l’amica che la stava aspettando
più avanti, lasciando Ron piuttosto pensieroso a
riflettere su quello che gli era stato detto.
Dopo quella
discussione il grifondoro decise di parlare
civilmente con la sorella per valutare tutti i punti del contesto
in cui si trovava. Infine si convinse a lasciare più spazio alla sorellina, che
ora aveva ripreso a trattarlo normalmente.
Così Aede dovette subirsi gli innumerevoli ringraziamenti da
parte dell’amica che non la smetteva più da tipo un’ora circa.
- Aede, grazie, grazie, GRAZIE -
- Ho capito,
adesso basta che non ti sopporto più -
- Ho capito, hai ragione tu -
- Tsk, come sempre -
Si guardarono un attimo e scoppiarono a ridere.
- - - CONTINUA
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