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Autore: Seeph    13/07/2015    3 recensioni
Quel giorno finalmente mi ero decisa a rivelare il mio segreto a Harry, ma accadde mentre mi spostavo velocemente per i corridoi, intenta a raggiungere l’aula di Divinazione che Harry mi si parò davanti con un’aria avvilita e alquanto preoccupata.
«Oh Harry, tutto bene?» gli chiesi, non vedendolo particolarmente in forma.
«Hermione, finalmente ti ho trovata. Devo parlarti.»
Genere: Generale, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger | Coppie: Draco/Harry, Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VI libro alternativo
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Quel maledetto segreto mi stava tormentando da mesi ormai, tanto da non riuscire nemmeno a dormire per più di due ore filate o mettere qualcosa nello stomaco e far sì che ci restasse. Facevo persino fatica a studiare e rimanere concentrata durante le lezioni. Quella situazione stava diventando insostenibile e probabilmente avrei avuto una crisi isterica da lì a qualche giorno.
 
Forse parlarne con qualcuno mi avrebbe aiutata a capire meglio, ma a chi potevo confessare quel segreto così malsano ma soprattutto tanto imbarazzante?
Ginny? No… mi fidavo e non aveva mai avuto modo di farmi dubitare di lei, ma sicuramente in quella situazione si sarebbe lasciata sfuggire qualcosa con qualcuno che meno avrebbe saputo, meglio sarebbe stato per me e per tutti gli altri.
Forse Luna mi avrebbe ascoltata. Certo che l’avrebbe fatto, ma probabilmente mi avrebbe rifilato una delle sue strane e insolite risposte. Ma il punto era proprio quello: a me servivano risposte chiare e concise, che mi aiutassero a capire cosa mi stava succedendo. Parlando con lei probabilmente i miei pensieri sarebbero risultati ancora più confusi di quanto già non lo fossero.
E Ron? Per Godric, no! Come diamine avevo anche solamente pensato di poter rivelare una cosa del genere a lui? Non se ne parlava. Assolutamente fuori discussione!
L’unico con il quale potevo sperare di parlare era solo ed esclusivamente Harry, forse lui mi avrebbe appoggiata o per lo meno mi avrebbe capita.
Dovevo parlare con Harry, dovevo assolutamente parlarci al più presto.
 
Harry dall’inizio di quell’anno aveva sviluppato una sottospecie di disturbo ossessivo compulsivo nei confronti di Draco Malfoy. Ormai parlava solo di lui e ogni volta che lo intravedeva nei corridoi, lo seguiva di nascosto per scoprire cosa stesse tramando. Perché Harry ne era convintissimo: Draco Malfoy era ormai diventato un mangiamorte e stava tramando alle spalle di qualcuno. Ma la cosa strana non era quella. La cosa assurda era che, in effetti un principio d’ossessione avevo cominciato a svilupparlo anche io nei confronti di quel ragazzo che avevo sempre odiato per tutti quegli anni, o almeno avevo fermamente creduto d’odiare. Beh, la mia ‘ossessione’ però non andava certo confusa con quella di Harry.
 
Da qualche tempo avevo capito che infondo non trovavo più Malfoy così maledettamente orrendo e proprio da lì erano apparsi i guai, le paranoie e anche quelle piccole bugie che mi aiutavano ormai ad affrontare la giornata. Già allora avevo sentito il desiderio di dirlo a Harry e Ron ma non sapevo se dir loro o meno una cosa del genere. Avevo una paura matta del loro giudizio. Li conoscevo troppo bene e sapevo che non mi avrebbero mai appoggiata, nonostante fossero i miei migliori amici da tanti anni ormai.
 
La brillante e diligente Hermione Granger era attratta dal mangiamorte Draco Malfoy. Era una follia, una vera e propria follia! Eppure quella situazione era folle quanto reale. Mi ero innamorata di lui. Era successo e basta e la cosa più assurda e stupida era che non avrei mai saputo spiegare –nemmeno con mille anni a mia disposizione- com’era potuto succedere.
 
Quel giorno finalmente mi ero decisa a rivelare il mio segreto a Harry, ma accadde mente mi spostavo velocemente per i corridoi, intenta a raggiungere l’aula di Divinazione che Harry mi si parò davanti con un’aria avvilita e alquanto preoccupata.
 
«Oh Harry, tutto bene?» gli chiesi, non vedendolo particolarmente in forma.
 
«Hermione, finalmente ti ho trovata. Devo parlarti.»
 
«Certo, dimmi.» Lo incitai.
 
«Non qui.»
 
Evidentemente non voleva che qualcuno potesse sentirci, così mi afferrò per un polso e cominciò a trascinarmi lungo i corridoi del castello, finché non ci ritrovammo nel bagno di Mirtilla Malcontenta. Per un attimo mi parve di sentire un rumore provenire dal fondo del bagno, così mi guardai intorno ma non trovai nulla fuori posto. Non c’era nessuno, come sempre ovviamente e a quanto pareva non c’era la minima traccia nemmeno di colei che ormai aveva preso possesso di quel bagno tanti anni prima. Appena fummo entrati, Harry si richiuse la porta alle spalle e un silenzio strano piombò tra di noi.
 
«Harry, anche io devo parlarti.» Dissi poi, dopo interminabili secondi di silenzio.
 
«Dimmi tutto.» Nonostante fosse preoccupato per qualcosa che io ancora non sapevo, si mostrò gentile e comprensivo, dandomi la parola.
 
Ma proprio in quel momento capii di non essere ancora pronta a rivelargli il mio segreto. La paura di un suo giudizio che sicuramente sarebbe stato negativo, prese il sopravvento. Mi serviva solo qualche altro minuto e poi gliel’avrei detto. Lo promisi a me stessa.
 
«Parla prima tu.»
 
«No, prima tu.» Insistetti io.
 
Cosa diamine avrei dovuto dirgli? Ma soprattutto in che modo l’avrei detto?!
‘Sai Harry, hai presente Draco Malfoy? Il tuo acerrimo nemico? Il ragazzo che è diventato un mangiamorte e che sta cercando di uccidere qualcuno nella scuola? Ecco: lo amo!’ Ma che eleganza e che tatto… andiamo Hermione! Datti un tono!
 
«No tu!» ribatté lui, quasi più deciso di me.
 
Eravamo tutti e due visibilmente agitati, eppure ero convinta che il mio segreto fosse mille volte più sconcertante di tutto quello che lui avrebbe potuto dirmi. Continuammo a passarci la palla ancora per un po’, finché riuscimmo a deciderci.
 
«Harry, parla oppure me ne vado!» gli imposi, cominciando a voltarmi per dirigermi verso la porta.
 
«E va bene…» disse infine, prendendo un respiro profondo.
 
Io mi girai nuovamente verso di lui, aspettando che cominciasse a parlare.
 
 «Hermione, credo di essermi innamorato.» Mi confessò, guardandomi negli occhi.
 
«Finalmente ti sei accorto di Ginny eh?» ammiccai, sorridendogli sinceramente. Ero davvero felice che avesse finalmente capito di provare dei sentimenti per quella ragazza. Almeno Ginny non avrebbe più stressato la vita agli altri con tutti i suoi discorsi sdolcinati su quanto Harry fosse perfetto e bla bla bla…
 
«Ginny?» mi chiese Harry, evidentemente non capendo o non volendo capire a cosa mi riferissi.
 
«Sì, Ginny. Ginny Weasley. Capelli rossi, occhi castani, sorella del tuo migliore amico. Ti sei innamorato di lei, no?!» gli risposi io, ovvia.
 
«Co-cosa? No! Certo che no!» esclamò il ragazzo di fronte a me, agitando le mani in segno di dissenso.
 
Cavoli… e se mi avesse detto qualcosa del tipo: ‘Hermione sono innamorato di te’? Pff, figuriamoci… no, non era possibile.
 
«E allora chi è?» chiesi alla fine.
 
Che Cho Chang fosse ritornata all’attacco? No, improbabile. Che Romilda Vane fosse riuscita a consegnare senza intoppi –per la seconda volta e forse quella buona- i suoi cioccolatini ripieni di Pozione d’amore? Ma no, Harry non era così sciocco, o forse sì? Magari si era preso una bella cotta per Luna Lovegood. Dopotutto la cosa non sembrava così stupida a pensarci bene. In fondo Luna era una ragazza carina e molto intelligente anche se una persona a prima vista l’avrebbe scambiata di sicuro per una svampita.
 
«Malfoy.»
 
Ma appena sentii pronunciare quel nome, ritornai alla realtà. Cosa? Avevo sentito bene? Ma ovviamente no! Non poteva essere vero. Di sicuro la mia cotta per Malfoy aveva cominciato a giocarmi dei brutti, bruttissimi, orrendi scherzi. Perfetto Hermione, ti si sta abbassando anche l’udito adesso…
 
«Come hai detto?» chiesi a Harry, convintissima di aver capito una cosa piuttosto che un’altra.
 
«Malfoy…» ripeté lui, abbassando poi lo sguardo.
 
E fu in quel momento che il mondo parve crollarmi addosso. Il mio migliore amico era innamorato del ragazzo di cui anche io ero innamorata? Da quando lo sapeva? Quando aveva capito di provare questi sentimenti? E quando aveva intenzione di dirmelo?
 
La testa cominciò a farmi male. Troppe domande e nessuna risposta. Per Gordric! Ma perché una cosa del genere doveva capitare proprio a noi? E non ero sconvolta per il fatto che fossero entrambi due ragazzi e che agli occhi di troppa gente tutta quella storia –se in qualche modo fosse trapelata- sarebbe potuta risultare come qualcosa di osceno e puramente disgustoso, no, semplicemente perché un'altra persona era attratta dal primo e unico ragazzo che mi fosse mai piaciuto davvero nella mia intera vita. Non mi sarei ritrovata a gareggiare per amore contro il mio migliore amico, non potevo e non volevo.
 
«Ne sei sicuro?» gli chiesi ancora, non sapendo cos’altro dirgli.
 
Lui semplicemente annuì, tornando poi a guardarmi. Io deglutii.
 
«Sai che Malfoy è un mangiamorte. Sai che è al servizio di Tu-Sai-Chi.» Affermai, anche se probabilmente lo dissi più a me stessa che al mio amico.
 
«Lo so, Hermione. Lo so.» Mi rispose, angosciato.
 
Harry prese a camminare avanti e indietro per il bagno. Era confuso e io lo capivo perfettamente perché anche io mi sentivo esattamente come lui, solo che questo Harry non lo sapeva. Ma lui per lo meno era riuscito ad esternare il suo segreto. Lo sapevo: avrei dovuto parlare prima io, ma ormai era troppo tardi.
 
«Tu di cosa dovevi parlarmi?» chiese Harry, ritornando di fronte a me.
 
«Nulla d’importante…» risposi semplicemente, mentre una parte di me sembrava star morendo, schiacciata dalle mie stesse parole.
 
Non è vero, Hermione! urlò una vocina nella mia testa. Diglielo! Digli che anche quello che provi tu è importante! urlò ancora, ma io l’ignorai.
 
«Sai che con me puoi parlare di qualunque cosa. Ne sei sicura?» mi chiese ancora Harry.
 
Annuii, rimanendo in silenzio per paura che il tono della mia voce potesse giocarmi brutti scherzi.
 
«Allora andiamo, faremo tardi a Divinazione.»
 
«Tu vai, io ti raggiungo subito.» Gli sorrisi. Poi lui uscì, ricambiando il mio sorriso prima di varcare la soglia e richiuderla in seguito, lasciandomi sola.
 
Tirai un sospiro, non certo di sollievo però. Lasciai che la cartella che tenevo saldamente in mano fino a un attimo prima, atterrasse sul pavimento con un tonfo sordo, non preoccupandomi di recuperarla. Mi avvicinai alla parete più vicina a me e mi ci appoggiai con la schiena, lasciandomi poi scivolare, fino a ritrovarmi seduta sulla pavimentazione sudicia di quel bagno desolato. Portai le ginocchia al petto, circondandole con le braccia e poggiando la fronte sulle ginocchia.
 
Quel giorno in quel bagno piansi come un’idiota. Piansi come probabilmente non avevo mai fatto prima di allora. Piansi perché non sapevo cos’avrei fatto dopo quel giorno, perché ero stata una stupida e soprattutto perché avevo avuto timore di confessare il mio segreto al mio migliore amico, segreto che lui non aveva pensato due volte a confessarmi così, senza nemmeno troppi giri di parole.
 
Passai quei minuti a sussurrare cose senza senso come ‘stupido furetto’ o ‘ma perché?’ o ancora ‘sono un’idiota’.
 
I miei lamenti però vennero interrotti dallo stesso rumore che avevo sentito qualche tempo prima, quando io e Harry eravamo entrati in bagno. Alzai la testa all’istante, convintissima di trovare qualcuno davanti a me e rimasi quasi delusa quando riscoprii il bagno completamente vuoto. Sicuramente Mirtilla Malcontenta si divertiva a guizzare nelle tubature e fare baccano.
 
«Mirtilla! Smettila!» dissi ad alta voce, sperando di farla smettere con quei rumori.
 
Mi rialzai in piedi, asciugandomi le guance e lisciandomi la toga, scuotendola al tempo stesso per levare la sporcizia che avevo raccattato, sedendomi per terra. Afferrai la cartella che avevo abbandonato sul pavimento poco tempo prima e scossi anche quella.
 
«Avanti Hermione, smettila di piangere, puoi farcela.» Dissi a me stessa.
 
Mi avvicinai all’entrata del bagno e afferrai la maniglia, tirandola e uscendo nel corridoio. Feci un ultimo respiro profondo e mi avviai verso l’aula di Divinazione come se stessi bene, come se non fosse mai successo nulla, come se il mio cuore e una piccola parte della mia razionalità e sanità mentale non fossero appena stati fatti a pezzi.
 
Se solo quel giorno avessimo saputo che proprio in quel bagno, nascosto dietro ad una parete, ad ascoltare la nostra conversazione c’era proprio Draco Malfoy.


 
   
 
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