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Autore: Nousa    13/07/2015    1 recensioni
Sei amici si ritrovano a condividere l'ultima estate insieme tra avventure, feste, drammi, problemi e molto altro...
E' solo una storia come le altre, ma per noi è unica nel suo genere.
Genere: Commedia, Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO I

 

“L'uso di droga è inutile. Che senso ha utilizzare una cosa tanto penosa per scappare dalla realtà quando esiste il sesso che al contrario di certe sostanze fa anche bene alla salute? Non c'è nulla di più selvaggio e avventuroso al mondo di un orgasmo. Riesce a portarti in un luogo tanto personale quanto comune, in cui non esistono regole, limiti, confini. Non importa nemmeno tanto il legame esistente tra le due persone, ci si concentra sul piacere e diventa quasi una gara a chi gode maggiormente... a chi fa godere maggiormente. E' tutto un susseguirsi di provocazioni e penso sia giusto viverlo pienamente. E so cosa stai per dire, ma “farsi una canna” e poi fare sesso non è per nulla eccitante, il giorno dopo ricordi poco e niente e non capisci quale buco abbia centrato il tuo partner. O l'amico.” Kismet era talmente presa dalla sua spiegazione da non notare il viso arrossato di Ember o lo sguardo scocciato di Azure. Lilac era semplicemente incantata e già programmava mentalmente la serata col suo Will.

“Sei impazzita? Con te tutto deve essere rimandato al sesso e non si sa perchè. Avevo solo proposto di farci una canna dato che quell'idiota di Clark sa dove trovarle.” Dakota non riusciva a credere alle parole di Kismet, ma in realtà forse si aspettava una risposta simile. Come si aspettava lo scombussolamento di Ember. E l'appoggio di Lilac. Azure si sarebbe come al solito astenuta dal rispondere, ma tanto tutti sapevano che da fanatica ginnasta quale era non faceva uso di droghe o alcol. Kismet, invece, avrebbe accettato non appena avesse visto Clark e i suoi amici, ne era certa. Era un gruppo vagamente male assortito ma perfetto nel suo insieme, ognuna di quelle ragazze donava qualcosa alle altre creando un equilibrio invidiabile. Era ciò che pensava Jacob ogni volta che le osservava discutere, ridere o semplicemente condividere un momento di pace. Guardò Lilac con i suoi lunghi capelli rossi, sempre pronta all'avventura, innamorata di se stessa e un po' meno degli altri. Occhi furbi ed intelligenti pronti ad incenerire come ad ammirare, minuta ed aggraziata. Spostò lo sguardo verso Azure, magra ma tonica dopo tanto tempo passato a curare quel corpo, capelli ricci scuri, occhi eleganti, posata e mai con un capello fuori posto. Poi c'era Dakota, quella che più si avvicinava al suo carattere, che più lo capiva e con la quale preferiva passare più tempo dati gli interessi comuni. Capelli ramati, occhi azzurri, glaciale e leale allo stesso tempo. Si fermò a riflettere su come quella piccoletta riuscisse a covare tanto odio per chi feriva le sue amiche. Letale. Ember era, invece, l'anima pacifica del gruppo, capace di calmare tutti con uno sguardo o un sorriso e spesso dispensatrice di abbracci non graditi ma mai rifiutati. Con i suoi boccoli e gli occhi verdi non poteva non suscitare simpatia. L'eterna amica di tutti. La migliore amica di pochi prediletti. Infine, Kismet. Decisamente imbranata, spesso distratta e pensierosa, ma appassionata. In tutti i sensi, ripensando al suo precedente discorso. Pelle color caramello, capelli scuri, come gli occhi esotici. Non smetteva mai di ripetere quanto fosse splendido e contagioso il suo sorriso, ma in effetti molti ragazzi lo affermavano facendole montare maggiormente la testa. Non potè non pensare a cosa ci facesse lui, solo, con loro cinque quando fuori dalla porta di casa una ventina di ragazze aspettavano solo un suo cenno per cadere ai suoi piedi. Probabilmente stava esagerando, in fondo molte di loro non attendevano nemmeno un singolo segnale per iniziare a baciare il suolo su cui camminava.

“Possiamo parlare, invece, di cose più serie? Tipo quale college avete scelto.” La domanda di Azure fece scendere un silenzio pesante ed opprimente nel salotto di Ember. Nessuno aveva intenzione di alzare lo sguardo per primo e affrontare la verità. Ma come al solito fu la più schietta a prendere coraggio.

“Non parliamone adesso, per piacere. Non voglio sapere chi di voi sarà più lontano da me. E credo sia lo stesso per voi a giudicare dal vostro modo di evitare l'argomento. Azure, annunciare adesso ciò che abbiamo deciso non diminuerà l'ansia che ci attanaglia.” Dakota guardò bonaria Azure che le rispose con un lieve sorriso.

“ Propongo di passare questi ultimi mesi che ci rimangono all'insegna del divertimento. Passeremo ogni secondo insieme e soprattutto faremo follie. Dake, chiama Clark, stanotte appuntamento al solito posto.” Lilac sembrò aver finito di parlare ma si ricordò di aggiungere dell'altro “ E venite a piedi. Non sappiamo come si evolveranno le cose.”

“ Come ci arrivo alla vecchia stazione dei treni a piedi? E in piena notte, poi...” Ember non riuscì a nascondere l'espressione preoccupata.

“ Ti passo a prendere io, ci facciamo lasciare da Sam.” Affermò con noncuranza Kismet.

“ Credi che salirò in auto con uno che hai conosciuto ieri sera al Bardot? Credi che lascerò te salirci? Ti passo a prendere io un po' prima e andiamo in centro a cenare. Almeno saremo più vicine.” Ember aveva il talento di traformarsi da un'amica adorabile ad una madre insopportabile. E nessuno riusciva mai a contraddirla, infatti Kismet non fece altro che annuire impaurita.

“ Jake, sei dei nostri?” Chiese Dakota.

“ Penso di sì. Dipende da quanto ci metterà Eleonore a farmi... rilassare.”

“ Sei disgustoso.” Kismet gli lanciò addosso un cuscino che abilmente Jake evitò per poi rilanciarglielo prendendola in pieno viso.

“ Senti da che pulpito.”

“ Io sono una persona di classe. Non tratto con così tanta cattiveria le persone.”

“ Non ha tutti i torti.” Affermò Lilac facendo annuire le altre ragazze.

“ Dovresti avere più rispetto per queste ragazze.” Azure sembrò scocciata.

“ Azure, se non si comportassero da prostitute incallite le tratterei diversamente. Sono un uomo, non mi va di andare troppo oltre l'apparenza. A volte mi viene da pensare che mi consideriate un puttaniere. E poi non mi sembra di essermi portato a letto nessuna di voi.”

“ Grazie a Dio.” Risposero le ragazze per poi scoppiare a ridere facendo innervosire Jacob. 

  
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