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Autore: Neflehim    14/07/2015    1 recensioni
"Anche se é patetico dirlo dopo tutto questo tempo, mi dispiace Tetsu."
Il ragazzo lo fissò senza espressione, sembrava gli stesse scavando dentro, come se volesse capire se fosse sincero oppure no, stavolta.
" E' vero, é patetico Aomine-kun."
[...]
“Tu invece?”
Tetsu lo fissò “Io cosa?”
“Non fare il finto tonto! Che succede con Kagami?”
[...]
Se Taiga ci avrebbe davvero, messo un secolo prima di dichiararsi, allora era il caso che un esterno si intromettesse. E chi meglio di lui di cui Kagami era già geloso?
[AoKuro, Aokise,Kagakuro, Kurokise. Altri pairing nel corso dei capitoli.]
Genere: Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Daiki Aomine, Ryouta Kise, Satsuki Momoi, Taiga Kagami, Tetsuya Kuroko
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Angolo dell'autrice:

Che dire ! In velocità mi sono superata! Speriamo solo che anche la qualità sia buona.
Buona lettura!




Il PCM e gli strani consigli.





Si ritrovò, il mattino successivo, con un bel mal di testa e la casa sottosopra.
Piegò le gambe e poi le flesse, alzandosi e gemendo di dolore, ma non si arrese – non sia mai – e riuscì a rimanere diritto senza bisogno di sostegni. Fissò davvero male l'odiato impossibile puzzle che riversava incompiuto sul tavolo.
Si guardò attorno: alla fine pareva che Chihiro avesse rinunciato a dare una ripulita e aveva pensato bene di raggiungerli nel sonno. Takao era stramazzato per terra mezzo seduto, con la schiena poggiata al divano, in una posizione che doveva essere davvero scomoda.
Kise era spaparanzato sul parquet a quattro di bastoni e Chihiro si era sistemato composto sulla poltrona.
Sentiva la schiena a pezzi e sinceramente non era convinto che le gambe potessero reggergli.
Con la nausea che saliva, si diresse barcollante verso il bagno e rigettò tutto quello che non aveva ancora mangiato.
Sentì una mano che gli reggeva la testa e non si sorprese quando, dopo aver dato al water anche l'anima, alzò lo sguardo e incrociò quello grigio di Chihiro che lo fissava preoccupato.
Cercò di sorridergli malamente, ma non dovette essere convincente, in quanto lo sguardo del ragazzo si scurì ancora di più.
Sostenuto dall'altro si sciacquò in silenzio la faccia e si lavò i denti, cercando di togliersi il sapore orrendo dalla bocca.
“ Stai bene ?” gli mormorò dopo che si fu asciugato il volto.
Annuì un po' incerto.
“ Ti vado a preparare un caffè...” gli disse ma a quelle parole, il colorito di Tetsuya si fece ancora più pallido e sembrò quasi sull'orlo di riprovare un incontro faccia a faccia con il gabinetto.
“ Meglio una tisana...” si corresse alla fine trascinandoselo in cucina, cercando di fare il minor rumore possibile.
Quando gli mise la tazza fumante davanti, Tetsuya la fissò come se da un momento all'altro dovesse prendere vita e dichiarargli guerra.
Se la immaginò trasformare i manici in mani e che gli proponesse un duello a suon di cucchiaini.
Chiuse gli occhi cercando di ritrovare la dovuta sanità mentale.
Aggrottò le sopracciglia, mentre rivalutava l'idea avuta mesi prima di ospitare quei due sciroccati a casa sua.
La loro presenza stava avendo effetti deleteri sulla sua mente.
Li riaprì e la tazza era tornata alle sue fattezze normali. Sospirò di sollievo mentre infilava lentamente le dita nei due manici, attento a non bruciarsi, e si portava il liquido scuro alle labbra.
Assaporò un po' disgustato la bevanda ma si costrinse, per il bene del suo stomaco – che proprio non ne voleva sapere di calmarsi-, di tracuggiarla tutta senza emettere un fiato.
 Chihiro, che lo aveva fissato tutto il tempo, parve soddisfatto solo quando vide la tazza completamente vuota e il colorito dell'altro farsi un po' più roseo.
Sentì un vociare nel salone e dopo pochi minuti uno scarico che veniva tirato, segno che il wc quel giorno aveva avuto a che fare con molti amici. Gli altri due occupanti entrarono dopo poco, richiedendo a Chihiro qualunque cosa che non facesse rivoltare il loro stomaco.
Alla fine si ritrovarono tutti e tre, con una tazzona fumante -Chihiro e Kise per lo più per solidarietà verso lui e Takao- e un mal di testa coi fiocchi.
Erano praticamente un po' tutti uno straccio, anche se per motivi diversi.
“ Dobbiamo rivalutare la diceria che l'alcool é la migliore medicina per i problemi di cuore” se ne uscì Takao dopo aver fissato per dieci minuti buoni la tazza per poi saggiare un sorso emettendo un verso schifato.
“ Sono d'accordo” gli rispose subito Tetsuya poggiando una mano sulla guancia e volgendo lo sguardo verso l'orologio: erano le sei del mattino; mancava ancora molto prima di recarsi a scuola per la presenza settimanale.
Aveva decisamente scelto il giorno peggiore per ubriacarsi.
Sentì qualcosa nella tasca dei jeans vibrare e mentre tirava fuori il cellulare, si chiese come avesse fatto ad uscirne integro.
Nel momento stesso in cui però lesse il messaggio, gli passò la voglia di farsi domande inutili.
Ringraziò Kise che si era messo tra lui e Takao-kun.

-Devo parlarti, é urgente.
Midorima .-

Mantenne la sua solita espressione indifferente mentre scorreva ancora un po' lo schermo leggendo il post scriptum.

- P.S
Oha Asa dice che avrai una settimana impegnativa.
Il tuo oggetto fortunato é un cestino da picnic.-

Aggrottò le sopracciglia ma non si soffermò più di tanto sulle ultime parole, decidendo che per quella mattina di mal di testa ne aveva già abbastanza. Digitò in fretta la risposta positiva, organizzando un incontro per quel pomeriggio dopo le lezioni.
“ Torno tardi oggi...” disse ad alta voce mentre tre paia di occhi si soffermavano su di lui.
“Come mai?” gli chiese Chihiro curioso.
Rimase un attimo in silenzio,vagliando su cosa dire.
“ Mi devo vedere con un compagno di classe per una ricerca da consegnare” e probabilmente se lo avesse detto un altra persona, sarebbe parsa la più stupida delle bugie, in quanto la scuola stava finendo e i professori avevano smesso di dare compiti, ma visto il soggetto che aveva pronunciato quelle parole nessuno fece altre domande.
Aveva deciso che era meglio non dire del suo incontro con Midorima-kun, davanti a Takao.
Preferiva ascoltare cosa voleva prima di decidere cosa fare.

La giornata pareva non dover passare mai.
Era venuto a scuola solo per combattere la noia e per distrarsi, in quanto restare a casa lo avrebbe portato a soffermarsi su pensieri nocivi per la sua sanità mentale.
Quanto poco poteva essere fortunato?
Dopo una settimana in cui si era trattenuto a casa con una scusa, era tornato a scuola proprio lo stesso giorno in cui aveva deciso di farlo anche Kuroko.
Ormai mancava solo una settimana alla fine dell'anno.
Rimase tutto il tempo con lo sguardo fisso davanti a se, cercando allo stesso tempo di sparire, magari di fondersi con il banco.
Poteva sentire la leggera presenza di Tetsuya alle sue spalle e questo lo agitava al limite del normale.
Ripensò a quante volte in quei due mesi aveva pensato di andare a casa sua, per parlargli e mettere le cose a posto, ma l'ansia e i dubbi lo avevano continuamente frenato.
Suonò la campana dell'ultima ora e prendendo coraggio si voltò verso il banco dietro di lui.
Era vuoto.
Sospirò sconfitto per l'ennesima volta.
Prese lentamente le sue cose e si diresse fuori dall'aula.
Con espressione tetra attraversò i corridoi di tutta la scuola fino all'uscita .
“ Tai-nii-chan!”
Quel richiamo gli fece alzare lo sguardo e vide dietro i cancelli due figure.
Si affrettò a raggiungerli e proprio quando arrivò di fronte a lor,o la ragazza gli si buttò tra le braccia facendolo ridere.
“ Kayla, non si fa!” la rimprovero Tatsuya, ma quella ignorò il fratello e continuò a stringere Taiga che ricambiava senza nulla in contrario.
Con la coda dell'occhio notò la valigia che aveva tra le mani Tatsuya e ricordò che Kayla sarebbe partita quel pomeriggio per l'America.
“ A che ora é il volo?”
“ Tra due ore, ma voleva assolutamente salutarti prima di partire” gli rispose Himuro sorridendo affettuosamente alla sorellina.
Taiga sorrise a sua volta.
Conosceva Kayla più o meno da quando conosceva Tatsuya, solo che a quei tempi aveva appena quattro anni mentre ora era una bella ragazzina di tredici .
Era molto più alta della sua età e per questo le davano spesso qualche anno in più, proprio come il giorno prima, quando l'aveva accompagnata a fare shopping e l'avevano scambiata come la sua fidanzata.
Si erano fatti tutti e due una bella risata e avevano continuato a fare finta, divertendosi un mondo.
Gli dispiaceva vederla partire, ma i suoi genitori la stavano aspettando per un vacanza in famiglia a cui Tatsuya aveva deciso di rinunciare per quell'anno.
Li accompagnò alla stazione degli autobus che li avrebbe portati all'aeroporto e le diede un bacio sulla fronte, prima di augurarle buon viaggio e vedere il mezzo sparire in lontananza.


Arrivò con un leggero anticipo ma trovò comunque già occupato, un tavolo per il loro incontro.
Silenziosamente si sedette al suo posto e dopo aver ordinato il caffè mancato di quella mattina, poggiò una mano sulla guancia e aspettò che Midorima prendesse parola.
Fissò per qualche secondo l'oggetto sul loro tavolo.
Si, decisamente quello era uno era uno scolapiatti in ferro.
Meglio non farsi domande.
“ Quindi?”lo incalzò alla fine, visto che il ragazzo non pareva intenzionato ad aprir bocca.
“ Volevo parlarti di Takao” iniziò dopo aver preso un bel respiro.
Tetsuya alzò un sopracciglio “ Questo lo immaginavo.”
Shintaro si mosse a disagio sulla sedia “ Un paio di mesi fa si é dichiarato”  si fermò di nuovo e Kuroko si chiese se per caso stesse scrivendo un telegramma, invece di portare avanti una conversazione.
“ In risposta gli hai dato un pugno e poi hai deciso di partire per il Kanto, so anche questo. Vieni al punto Midorima-kun.”
Shintaro allargò leggermente le pupille ma non chiese come facesse a saperlo.
Non era sicuro che avrebbe ricevuto risposta.
Non riusciva mai a comprendere cosa passasse per la testa di quel ragazzo così incomprensibile.
“ Da quel giorno... non son riuscito più a guardarlo in faccia. Presto partirò per il Kanto ma non voglio andarmene senza aver messo le cose a posto. Solo... non so come fare.”
Tetsuya lo fissò scettico mentre ringraziava il cameriere che gli aveva portato il caffè – non lo biasimò per lo sguardo confuso che lanciò allo scolapiatti prima e al padrone poi- per poi iniziare a sorseggiare la sua bevanda attento a non scottarsi.
“ Iniziare con il chiedere scusa non rientrava nelle tue possibilità?” gli disse con una voce incolore ma per chi lo conosceva bene – e quattro anni erano abbastanza anche per Midorima- poteva facilmente scorgerci una nota di pungente sarcasmo.
“Ci avevo pensato,si”
“ Ma non lo hai fatto.”
“No.”
“Orgoglio immagino.”
Silenzio.
“ Credo sia il caso che tu metta da parte l'orgoglio e parli sinceramente con Takao-kun.”
Se ci fosse stato Aomine-kun avrebbe usato termini più scurrili, ma in quel caso non sarebbe stato il rispettoso ma a volte irriverente Kuroko Tetsuya.
“E cosa dovrei dirgli?”
Kuroko si alzò lasciando qualche moneta sul tavolo.
“ Prova con lo scusarti per averlo preso a pugni dopo che si é dichiarato... sarebbe già un bell'inizio” detto quello gli voltò le spalle e se ne andò lasciandolo tra i suoi pensieri.



Rimase parecchio tempo a riflettere sulle parole di Tetsuya, arrivando alla conclusione che si,aveva ragione come al solito e doveva scusarsi. Aveva già appurato che non ce la faceva ad andarsene senza aver risolto le cose con Takao gli era impossibile.Decise che lo avrebbe chiamato quando avesse messo a posto i suoi pensieri.


Il giorno seguente.


“No Akashi-kun... io e Chihiro non siamo amanti.”
La cosa iniziava a rasentare il ridicolo.
Nel giro di due giorni si era ritrovato nello stesso bar a dare consigli di cuore ai due membri più chiusi a livello emotivo, del GdM. Iniziava davvero a sentirsi il loro psicologo.
Se ci si aggiungeva Aomine-kun e Kise-kun che ormai erano suoi "pazienti" abitudinari, l'unico che gli mancava da psicanalizzare era Atsushi, ma sperava davvero che non dovesse sorbirsi anche lui perché in quel caso era molto probabile che gli sarebbero saltati i nervi.
“ Sicuro?” gli chiese il rosso assottigliando gli occhi bicromatici.
Tetsuya sospirò esasperato. Come faceva a non esserlo? “ Si, e smettila di far uscire l'Imperatore per cercare di intimorirmi. La mia risposta é sempre no.”
Alla fine parve convinto, in quanto la pupilla torno del suo colore naturale.
“ Capisco...”
Kuroko rimase in silenzio aspettando che Akashi parlasse, ma quello non pareva intenzionato a farlo, così toccò a lui prendere l'iniziativa.
“ Mi hai chiesto di venire, solo per questo? Avresti potuto farlo per telefono.”
“ No, non solo per questo.”
“Immagino sia per Chihiro...”
“ Già.”
I monosillabi iniziavano sul serio stancarlo. Possibile che dovesse sempre tirare fuori le parole con le tenaglie?
“ Akashi-kun la tua laconicità inizia a diventare irritante” e detto da lui era come il bue che dice cornuto all'asino, ma a differenza di Midorima che aveva accettato di vederlo nel pomeriggio, Akashi aveva dettato lui l'appuntamento, nonostante fosse stato proprio lui a chiedergli di vedersi.
 Così ora erano le sette e mezza del mattino e si ritrovava al secondo caffè con un tizio spaventoso che per i primi dieci minuti del loro incontro era parso molto simile ad un maniaco esaltato inquietante.
“ Pare che io non piaccia molto a Chihiro e questo non piace a me...”
Finalmente erano spariti i monosillabi!
“ E perchè?" indagò curioso ma poteva dire che sospettava già il motivo.
Silenzio.
Akashi probabilmente stava pensando ad una risposta abbastanza chiara da dargli ed era già abbastanza imbarazzante da se.
In realtà lo era tutta quella situazione.
Per quanto avesse provato a nascondere la sua fragilità facendo trapelare l'Imperatore, Tetsuya l'aveva intravista e la vedeva anche ora.
Ed era questa la cosa più scioccante.
Akashi aveva sempre mostrato a tutti il suo lato sicuro, da capitano prima e da dittatore poi.
Mostrava raramente ciò che provava davvero e vederlo in difficoltà in quel momento, era strano e confortevole allo stesso tempo.
Lo faceva apparire più umano.
“ Perché mi piace e voglio che sia mio.” Lo aveva detto come se fosse la cosa più semplice del mondo.
 Kuroko stirò le labbra in un sorriso leggermente divertito.
“ Akashi-kun se vuoi stare con Chihiro, inizia almeno a non fare queste dichiarazioni di intenti. Sono quelle che lui odia di più.” Il rosso lo fissò e annuì “ Devi iniziare a capire che non tutto si può comprare o avere con uno schiocco di dita. Certe cose devi guadagnartele. Se vuoi stare con Chihiro...”ripeté e ci pensò un attimo cercando le parole adatte “ Devi essere te stesso … il vero te e allo stesso tempo dimostrargli che per lui non sei solo un oggetto o un traguardo da raggiungere o avere.”
Raramente aveva parlato così tanto e la sensazione di apnea quando finì, non gli piacque per nulla.
Un nuovo silenzio in cui Tetsuya finì il suo caffè e alla fine aggiunse “ Chihiro non eseguirà mai i tuoi ordini fuori dal campo...”
Quelle parole non sorpresero Akashi che sorrise sinceramente dopo tanto tempo “ Lo so …é proprio per questo che mi piace.”
Kuroko ricambiò leggermente il sorriso.


9:30


Rientrò a casa e non si stupì di trovare Takao e Kise spaparanzati sul divano mentre guardavano un film horror.
Entrambi gli fecero spazio e lui prese posto in mezzo a loro, rubando una manciata di pop corn dal contenitore del moro per poi portarseli alle labbra, cercando di capire di che film si trattasse.
The Ring .
Originale.
In effetti aveva sempre avuto un strana predilezione per gli horror americani.
“ Come é andata?” mormorò Kise nascondendo il capo sulla sua spalla durante una scena piuttosto cruenta.
“Illuminante e inquietante allo stesso tempo” gli rispose Tetsuya laconico come sempre.
Per l'appunto, Kise alzò lo sguardo su di lui un po' confuso.
“ In che senso? Che voleva Akashi?”
“ Consigli su come conquistare Chihiro.”
Lo disse indifferente, come se stesse parlando del tempo e non si scompose neppure nel sentire le esclamazioni stupefatte dei due accanto a lui, continuando a cercare di seguire il film.
“ Ma che diavolo...?”iniziò Takao ma non riuscì a finire in quanto il suo cellulare prese a squillare, portando Kuroko a mettere pausa per non perdersi qualche scena.
Alzò un sopracciglio preoccupato quando vide che l'amico si era gelato sul posto, diventando immediatamente cinereo.
“ Takao-kun?”
“E' Midorima” mormorò il moro senza sapere che fare.
Tetsuya lo fissò poco sorpreso. Non immaginava di certo che ci avrebbe messo così poco ma sapeva che Midorima non era un codardo, tanto quanto non lo era Takao.
“ Pronto?”
Infatti rispose senza esitare.
“ Che vuoi? Ah ora vuoi parlare? No, non ho intenzione di farti una scenata anche perchè non sono solo... Si.”
Attaccò.
Kuroko gli lanciò un' occhiata curiosa e tesa allo stesso tempo.
“ Tutto a posto?” gli chiese vedendolo dirigersi in silenzio in cucina e sperando davvero che non stesse per prendersi una birra.
Speranza vana.
“ Takao-kun, vorrei ricordarti che non mi piace davvero Rihanna e che ti fa male ubriacarti a quest'ora del mattino.”


17.30

Quel bar pareva essere diventato il ritrovo dei Miracoli e il proprietario ormai stava meditando di creare un menù solo per loro. Quando entrò nel locale, cercò d'istinto una chioma verde e la trovò in uno dei posti in fondo che fissava fuori.
Sul tavolino notò una strana lampada e scosse la testa al solo pensiero, che avesse avuto il coraggio di andare in giro con una cosa del genere tra le mani.
Prese un profondo respiro e si stampò un sorriso ironico sulle labbra, prima di avviarsi verso il fondo del locale.
Appena si sedette al tavolo Midorima posò lo sguardo su di lui che lo sostenne sprezzante.
“ Ciao.”
Takao rispose con un cenno della testa e si rifiutò di ordinare, in quanto, parole sue: Non si sarebbe trattenuto molto.
Shintaro incassò le spalle leggermente ma cercò di non darlo a vedere.
“ Allora, che vuoi?” gli chiese il moro quando furono di nuovo “soli”- per quanto potevano esserlo dentro un bar pieno di gente.-
“ Scusarmi direi...” gli rispose Midorima cercando di mantenere la calma.
“ Scusarti? Dopo quattro fottutissimi mesi tu ti vieni a scusare?” sibilò Takao fulminandolo.
Shintaro chiuse gli occhi e prese un bel respiro.
Sapeva che poteva andare in quel modo, ma non si sarebbe fatto spaventare da quella reazione.
“Si” gli rispose sicuro probabilmente sorprendendolo.
“ E non ti é minimamente passato per il cervello che forse io mi sia stancato di aspettare le tue scuse?!”
“ Se fosse così oggi non saresti venuto.”
Aveva dannatamente ragione ma era stanco di tutto quel tira e molla.
“ Fottiti Midorima.”
Si alzò, gli voltò le spalle.
Era una cosa patetica lo sapeva, ma era davvero stanco.
Illudersi di nuovo in un qualcosa che non esisteva faceva tremendamente male.
Stava per andarsene quando una mano gli si strinse attorno al polso e lo costrinse a girarsi nuovamente.
“ Aspetta... per favore .”
Stavolta non nascose il suo stupore a quelle parole. Midorima Shintaro mai aveva chiesto per favore a qualcuno che non fosse membro della sua famiglia.
“ Fammi spiegare, ok? Siediti.”
Troppo scioccato per rifiutare, Takao tornò a sedersi  aspettò.
Shintaro rimase un attimo in silenzio, alla ricerca delle parole adatte con cui iniziare.
“Quel giorno...quando ti sei..” tentennò arrossendo d'imbarazzo “ dichiarato, era passato davvero poco tempo da quando avevamo perso contro il Rakuzan. Stavo passando davvero un brutto momento. Mi pareva che quella sconfitta non fosse altro che il compimento di quella specie di profezia che Akashi ci aveva inculcato alle medie. Che alla fine non avessi fatto altro che ballare sul palmo della sua mano.” Strinse i pugni “avevo fallito. Di nuovo. Ma non era solo questo. Mi ero ripromesso che vi avrei fatto vincere, che mi sarei assunto tutto il peso e vi avrei portato alla vittoria, ma non ce l'avevo fatta. Avevo deluso la squadra, te e me stesso...”
Takao stava per interromperlo ma Shintaro gli fece segno di non farlo o non avrebbe avuto il coraggio di andare avanti.  “Poi sei arrivato tu e ti sei dichiarato come se fosse la cosa più naturale del mondo. Come se la mia sconfitta, per te non contasse nulla … come se non fosse stata colpa mia se avevamo perso.”
Stavolta Takao lo interruppe “ Perché era così Shin-chan... non é stata colpa tua... o piuttosto non é stata solo tua. Siamo una squadra e se perdiamo, perdiamo tutti assieme. Nessuno di noi ti ha mai dato la colpa perché non stavi giocando da solo, eravamo cinque sul campo.”
Quasi non si accorse di essere tornato ad usare quel nomignolo che per quattro mesi si era rifiutato di pronunciare.
Shintaro sorrise amaramente a quelle parole.
“Oltre al senso di sconfitta mi prese la paura ..” confessò facendo dilatare le pupille di Takao “la paura di qualcosa di sconosciuto, che non capivo e non potevo controllare. Questo, unito alla rabbia e alla frustrazione, mi fece andare fuori di testa. E beh.. lo sai. Mi dispiace per quel pugno.”
Silenzio. Di nuovo.
Midorima non sapeva più cos'altro dire, mentre Takao analizzava tutte quelle parole cercando di dargli un senso.
“ Ed ora?” se ne uscì alla fine facendo alzare lo sguardo dell'altro su di lui “hai ancora paura? Sei venuto qui e ti sei scusato, ma per cosa ? Per cosa mi stai chiedendo scusa ? Per il tuo comportamento? Per non essere stato chiaro? Per cosa? Cosa vuoi?”
Shintaro parve rifletterci un bel po' prima di rispondere sinceramente “ Non so il motivo, ma so che ti voglio al mio fianco, che in questi quattro mesi mi sono sentito tremendamente solo senza la tua voce a perseguitarmi.”
Quelle parole resero Takao leggero come l'aria e felice ... oh si molto felice.
Eppure...
C'era una nota che stonava nella sinfonia generale.
Più provava ad ignorarla e più quella si faceva pressante.
Ora riusciva a capire molto bene la risposta che gli aveva dato Kuro-chan quando gli aveva chiesto come mai non si era messo con Kagami, visto che essendo finiti a letto insieme, i sentimenti c'erano.
La sua risposta non gli pareva più così strana e assurda.
<< Ma non era sicuro di amarmi... e non potevo rischiare. >>
In quel momento si rivedeva molto in quelle parole.
“ Eppure partirai.”
Abbassò lo sguardo “Si.”
“E mi vuoi al tuo fianco. Non pensi sia un po' contraddittorio?”
Midorima alzò di nuovo lo sguardo “ Potremmo...”
Takao lo interruppe immediatamente “ Non mi piacciono le relazioni a distanza. Le odio in realtà. Inoltre...” si alzò in piedi “ Tu non sei ancora sicuro di nulla , Shin-chan ed io non posso permettermi di intraprendere una relazione senza sapere che non mi lascerai da un momento all'altro.” Shintaro stava per dire qualcosa in quanto non gli piaceva per nulla il tono di quel discorso. Era una persona egoista dopotutto, lo aveva sempre saputo.
Takao lo interruppe ancora prima che potesse spiccicare parola “ Vai nel Kanto Shin-chan, avrai tempo per pensare. Ti aspetterò qui in attesa di una risposta.”
Si sporse attraverso il tavolo e a qualche centimetro del suo volto, se ne fregò degli altri clienti e poggiò le labbra su quelle del ragazzo, in un bacio leggero e semplice che fece desiderare ad entrambi qualcosa di più.
Si staccò a malincuore e ancora ad un soffio da lui gli sussurrò “ Non aspettarti però, che venga a salutarti all'aeroporto. Non ne ho alcuna intenzione.”
Si alzò e gli voltò le spalle uscendo dal locale.
 

Tre giorni dopo.


L'aeroporto era già pieno di gente, tutti con le valigie incollate alle mani.
Il ragazzo occhialuto fissava insicuro il display che annunciava gli arrivi dei nuovi voli mentre sentiva la nuca bruciargli.
Non aveva bisogno di voltarsi per incrociare lo sguardo penetrante di Tetsuya.
Sapeva perfettamente che non approvava.
E a dirla tutta neppure lui era più così certo di volerlo fare ma ormai aveva preso la sua decisione e non poteva più tornare indietro.
Aveva pensato che parlare con Takao, chiarirsi, lo avrebbe fatto sentire meglio... invece era anche peggio di prima. Una parte di sé continuava a puntare i piedi per impedirgli di avanzare verso il gate.
Takao non era venuto a salutarlo. Aveva mantenuto la sua parola e questo gli fece male, perché ricordava perfettamente lo sguardo sofferente che gli aveva lanciato quel giorno al bar.
Prese un bel respiro.
Sarebbe tornato presto da lui.
Lo stava promettendo anche a sé stesso.
Fu chiamato il suo volo.
Fece un passo avanti.


" Mi ha chiamato Aomine-kun poco fa... voleva sapere cosa fare con Kise -kun ..." iniziò Kuroko approfittando di un momento di lucidità del moro e lanciando uno sguardo al biondo che sonnecchiava più in là.
"Ancora?! Sai che potresti aprire un'attività continuando di questo passo? Ho anche il nome adatto! PdCdM! "
Tetsuya fissò perplesso l'amico lanciando un 'occhiata preoccupata al castello fatto di lattine di birra che gli aveva orgogliosamente mostrato prima.
"E cioè? " gli chiese atono facendo attenzione a non rovesciare neppure una lattina mentre portava "l'opera d'arte" - così l aveva definita e lui non aveva voglia di fargli presente che una cosa del genere era già stata fatta prima -in cucina, reggendogli il gioco solo perché Takao era ubriaco e bisognoso di attenzioni.
Il moro infatti fece un sorriso idiota " Posta del Cuore dei Miracoli!" Rivelò tutto contento mentre Kuroko si ritrovò a sospirare afflitto.
" Potremmo fare successo sai? Potremmo prendere il posto anche di quell'odiosa tizia italiana... come si chiamava? Ah si quella figlia di una grandissima..." l'occhiata raggelante di Tetsuya fu abbastanza esaustiva per fargli comprendere di fermarsi prima di essere punito per le sue parole scurrili " ... donna, Maria de Filippi!"
L'amico scosse la testa esasperato e anche un po' divertito. Infatti le sbronze di Takao erano quasi sempre piuttosto comiche, quando non iniziava a intonare la fase deprimente di Rihanna. "Se proprio dobbiamo allora sarebbe meglio PCM, non credi?"
Takao parve rifletterci su seriamente "Non male plebeo! "
Tetsuya improvvisò un inchino tenendo in bilico in una mano l'opera d'arte e nell'altra la bottiglia di vino che aveva salvato dalle grinfie del moro. Gli pareva di essere un giocoliere sul filo di un rasoio “La ringrazio sua altezza" recitò formalmente sentendosi abbastanza idiota nel farlo.
"Ora mi dia quella bottiglia di nettare che festeggiamo la nuova apertura" gli disse convinto il moro ma Kuroko gli sorrise malevolo " Mi dispiace sua maestà, ma il compito di un servo é anche preservare l'integrità morale del suo sovrano...quindi porterò il suo nettare nella nostra cantina, al sicuro da mani predatrici."
Sì e poi anche lui si poteva prenotare un posto al manicomio.
Sospirò appurando che se non portava Takao a letto al più presto... rischiava di fargli compagnia al tavolo degli ubriachi.
Lanciò un occhiata a Kise che ormai era stramazzato al suolo dormiente dopo il quinto bicchiere del liquido rosso e chiuse gli occhi cercando una soluzione.
E ora come faceva a portare a letto quei due da solo?
Dove era Chihiro quando serviva?
Ah già ...si doveva vedere con Akashi... strano era già la seconda volta che uscivano quei due...
Accennò un sorriso.
Chissà, magari i suoi consigli erano serviti a qualcosa...
Il suo problema però rimaneva.





   
 
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