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Autore: justpieceofyou    14/07/2015    0 recensioni
Adoravo i sorrisi la mattina presto,mi facevano pensare che,forse al mondo,esisteva qualcuno abbastanza fortunato,da potersi alzare dal letto felice ed il sorriso era il modo migliore per dimostrarlo e farlo vedere al mondo. Ricordo che quando ero bambina,lo facevo sempre anch’io:sorridevo a chiunque,specialmente alle persone tristi. Ora,invece,avrei solo voluto incontrare una bambina che mi sorridesse,proprio come facevo io.
Genere: Romantico, Sentimentale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kristen Stewart, Robert Pattinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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YOU BELONG WITH ME.

 
Salve a tutti!
Sono molto felice di condividere con voi la mia prima storia,intitolata ‘You Belong With Me’(Taylor Swift is the way u.u).
La trama non è semplice:Kristen è una ragazza californiana,trasferitasi a Londra,a causa del la grave malattia della madre. È una ragazza molto timida,che in passato ha sofferto troppo,e l’unica che è sempre stata in grado di capirla è proprio sua mamma.
Robert è un ragazzo londinese che ce l’ha con la vita,che gli ha riservato fin troppe sorprese negative. La causa della sua sofferenza è principalmente il padre,che è assente e menefreghista,per cui la cosa per lui più importante è cercare di attenuare il dolore di sua madre e della sua sorellina.
Spero che in qualche modo possa interessarvi e che abbiate voglia di iniziare con me questa nuova avventura.
Qualunque tipo di critica sarebbe ben accetta e che altro dire? Vi aspetto nelle recensioni(spero).
Alla prossima.
 
Pov Kristen.
Osservavo fuori dal finestrino da un po’ di tempo. In ogni caso,per mio padre,il silenzio di un paio di minuti era sufficiente per non rivolgermi più la parola per il resto del viaggio. Comunque non lo condannavo per questo,mi piaceva starmene in un angolino da sola,in silenzio,immersa nei miei pensieri.
Oggi avrei iniziato a lavorare in un piccolo bar-pub qui,nel centro di Londra,dove c’eravamo trasferiti da poco,più che altro per le cure che necessitava mia madre. Nonostante non me lo avesse mai fatto notare,sapevo che per mio padre,essersi trovato senza preavviso,con uno stipendio in meno,era stato uno shock. Ed io volevo solo dare una mano,nonostante lui avesse continuato a ripetermi che non era necessario. Sapevo che ce l’avrei fatta a lavorare ed andare all’università contemporaneamente e probabilmente sarei cresciuta e maturata,o almeno lo speravo.
Non appena mio padre accostò la macchina,mi resi conto che,non solo il bar era in una via centrale,per cui posizione fantastica, ma era anche abbastanza vicino a casa e all’università. Iniziavo a pensare che,forse,una l’avevo finalmente fatta giusta.
Salutai freddamente e velocemente mio padre ed entrai nel locale,dal quale proveniva già qualche leggero rumore. Non ebbi nemmeno il tempo di tirare la porta che un ragazzo mi venne incontro.
“ciao bella,tu sei Kristen,giusto?”mi chiese sorridendo.
Adoravo i sorrisi la mattina presto,mi facevano pensare che,forse al mondo,esisteva qualcuno abbastanza fortunato,da potersi alzare dal letto felice ed il sorriso era il modo migliore per dimostrarlo e farlo vedere al mondo. Ricordo che quando ero bambina,lo facevo sempre anch’io:sorridevo a chiunque,specialmente alle persone tristi. Ora,invece,avrei solo voluto incontrare una bambina che mi sorridesse,proprio come facevo io.
“sì,sono io.”risposi,il più dolce possibile.
“perfetto! Io sono Marcus e lui è Robert-disse,indicandomi un ragazzo del quale non riuscivo a vedere il viso,a causa della penombra-io sono il proprietario e lui il dipendente,per cui io ora me ne vado mentre lui resterà qui e ti spiegherà tutto. Sarà il tuo tutore,fino a quando non avrai preso la mano con il mestiere,ok?”
Annuii e lo ringraziai. Di questi tempi trovare un lavoro non era affatto semplice,figuriamoci a Londra,nel centro per giunta.
Raggiunsi il balcone dove mi aspettava il ragazzo e,non appena riuscii a scorgere il suo viso,mi resi conto di quanto fosse perfetto e teso.
“indossa il grembiule.”mi ordinò,senza neanche degnarmi di uno sguardo.
Ok che non ero la Regina Elisabetta ma non mi aspettavo nemmeno un’accoglienza del genere. In ogni caso,ero abituata ad essere trattata in questo modo,per cui feci quello che mi aveva detto,senza fiatare.
Quando sollevò,finalmente,la testa,sembrò fissarmi per qualche secondo. Abbassai lo sguardo,lo rialzai ed il suo era sempre lì,immobile,che seguiva i miei occhi. Ok,mi stava decisamente fissando. Poi ebbe come un tic:sbattendo le palpebre per qualche secondo,sembrò ricordarsi qual’era il suo compito e tornò in sé.
 
Arrivai alla sera sfinita e constatai che Robert faceva il suo mestiere decisamente bene. Mi aveva spiegato le cose da lui ritenute fondamentali(ovvero tutto)e per fortuna avevo appreso abbastanza in fretta. Notavo un segno di approvazione nel suo volto ogni volta che facevo giusto qualcosa,ma non me lo faceva notare. Ora lo stavo aspettando fuori,mentre lui stava spegnendo le luci all’interno,perché doveva spiegarmi come aprire e chiudere la serranda.
“qui siamo solo in due,io e te,e domani sarai proprio tu a dover aprire. Io inizierò il turno alle dieci.-disse,mentre mi faceva vedere come sollevare la serranda-tutto chiaro?”
“perfetto.”risposi,senza esitazioni.
“sicura?”
“certo che ne sono sicura.”
Tornò a fissarmi il viso ma,stavolta, distolse lo sguardo immediatamente.
“bene,buonanotte allora.”mi disse.
“buonanotte a te.”gli risposi,avviandomi verso casa.
 
Pov Robert
Mi avviai verso la macchina,quando mi accorsi che stava tornando a casa a piedi. Avrei voluto fermarla,dirle che faceva troppo freddo per camminare a quest’ora,che la vedevo stringersi nel giubbotto infreddolita,avrei voluto offrirle un passaggio ma non lo feci. E non so esattamente il perché. Quando Marcus me l’aveva presentata,avevo pensato che fosse la solita poco di buono con un bel fisico,che era solito assumere lui(per attirare i clienti notturni,diceva)e le avevo dato ordini,senza neanche guardarla. Quando poi alzai lo sguardo,mi resi conto che mi ero fatto un’idea completamente sbagliata. Era bellissima e aveva il viso di una bambola,gli occhi verde/azzurro brillavano mentre si legava i capelli biondo scuro,e la bocca era contratta. Era agitata. Tuttavia non fiatò per tutta la sera ed eseguì ogni cosa che gli ordinavo di fare. Vedevo l’impegno e la tenacia nel suo volto,eppure non gli dimostrai nemmeno un briciolo di approvazione. Ero fatto così e me ne dispiacevo,perché di certo non si sarebbe meritata un’accoglienza di questo tipo. Sarei migliorato nei giorni seguenti.
Entrai in casa e vidi la stessa scena,che ormai si presentava tutti i giorni da anni. Mia madre piangeva sul divano,mentre mia sorella leggeva il suo solito libro. Mio padre,ovviamente,non c’era. Sicuramente era con una delle sue puttane da quattro soldi,quelle che era solito portarsi a letto. Sapevo che,se solo avesse avuto le possibilità economiche,mia madre ci avrebbe portato via per una vita migliore. Ma non poteva perché sapeva che mio padre non le avrebbe dato niente ed il mio stipendio non sarebbe bastato.
Mi avvicinai a lei e le diedi un bacio sulla fronte,mentre lei accennava un sorriso. Poi mi avvicinai alla mia piccola Lizzie e la presi in braccio per portarla in camera,dove dormivamo entrambi. Le diedi un bacio e le augurai la buonanotte. Lei sorrise e mi abbracciò”forte forte”.
   
 
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