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Autore: trilliartic93    20/01/2009    2 recensioni
“Ma perché…” Hermione non riuscì a finire la frase. Si rese conto troppo tardi che l'affascinante rosso davanti a lei era ormai vicinissimo...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"No Ronald, io non farò i tuoi compiti di trasfigurazione" "O Herm, andiamo! Ho bisogno del tuo aiuto! Non sono andato ad Hogsmade apposta per questo!" "Non mi interessa! Te li fai da solo! Io non ho tempo da perdere!" "Perché? Per caso ha qualcosa di più interessante da fare?" "Veramente si. Qualsiasi cosa è più interessante che fare i tuoi compiti!" "E cosa devi fare? Comprare il regalo di Natale al tuo ragazzo? A no, dimenticavo. Tu non ce l'hai perché sei talmente acida e scorbutica che nessuno ti fila!" "Tu! Brutto...." Harry intervenne in tempo, prima che la ragazza scagliasse addosso all'amico un enorme volume di Storia della Magia. Quei due erano irrecuperabili. Come potevano comportarsi così anche a tre giorni dal Natale? Lui proprio non ne aveva idea. "Andiamo Herm, non ti scaldare. Sicuramente Ron scherzava. Vero?" Il rosso annuì e Hermione lasciò andare il volume che aveva ancora in mano, che cadde a terra con un tonfo. Poi lanciò un'occhiataccia al suo rivale e si allontanò infuriata, raggiungendo Ginny, sicuramente per informarla del fatto che suo fratello era un emerito idiota. Il rosso guardò l'amico, e si ritrovò davanti due iridi smeraldine alquanto infuriate. "Ron" "Dimmi" "Sei un'idiota!" "Ma che ho fatto?!" "La devi smettere di darle fastidio! Prima o poi si vendicherà, e allora io non so se avrò voglia di difenderti. Sai che Herm fa paura persino a me, quando è arrabbiata..." "O andiamo Harry. Si scherza" "Perché, invece di insultarla, non provi a dirle almeno una volta che le vuoi bene?" Il rosso avvampò. "Ma figurati! Io non le dirò mai una cosa del genere. E poi tu sai benissimo che io non le voglio bene..." Era vero. Lui non le voleva bene. Lui la amava. Ma ammetterlo era forse più difficile che fare i compiti di trasfigurazione durante le vacanze. Harry lo sapeva bene, anche se l'amico non gliel'aveva mai detto apertamente. Era talmente ovvio! "Bè, fai come vuoi. Almeno falle un regalo, così la addolcisci un pò, no?" "Se è necessario..." "Si lo è" "Ok, ok. Lo farò" "Bravo! E pensa un pò...oggi è domenica! Quindi...?" "Quindi si va ad Hogsmade?" "Esatto!" "Ginny..." La rossa capì subito che la voce dell’amica era molto irritata, e immaginava già il perché. Sicuramente suo fratello aveva fatto l'ennesima idiozia. "Ciao Herm. Dimmi" "Tuo fratello è davvero insopportabile..." "Ahahahha! Si, me lo dicono in tanti" "Non c'è niente da ridere! Proprio non lo sopporto!" "Be, magari ha solo bisogno di vedere che tu lo apprezzi. Almeno un minimo" "…” "Faglielo capire. Così risolverete in parte i vostri problemi" "Bell'idea! Brava Ginny! Grazie!" La riccia si allontanò con un sorriso stampato in volto, saltellando e facendo ondeggiare i suoi capelli ricci in modo esagerato. Era pronta a parlare con Ron, ma i suoi piani andarono in fumo quando scoprì che lui era andato ad Hogsmande con Harry. Maledizione! "Miseriaccia Harry! Ma com è difficile compare un regalo ad una ragazza! Abbiamo girato tutti i negozi! Ormai è quasi ora di tornare indietro..." "Già. Pensavo fosse più facile. Dovevamo pensarci prima. Magari le puoi regalare dei cioccolatini, no?...Ron?" Ron non lo aveva ascoltato minimamente. Stava fissando una vetrina di un negozio poco lontano. Quando si accorse che l'amico lo stava chiamando disse: "Tu va avanti, io ti raggiungo" “Ok…” "Lasciami in pace! Non voglio più vedere la tua faccia lentigginosa! Sparisci!" Ennesimo litigio. Ennesime battute cattive. E il solito volto di Hermione in lacrime. Ormai Harry non ci sperava più, e neanche Ginny. Mancava un giorno a Natale e la situazione non migliorava. Si vede che la frase "a Natale si è tutti più buoni" non valeva per quei due. Così, tra un litigio e una risata, passò anche il 24 dicembre. "BUON NATALEEEEEEEEE!" La voce della rossa preferita di Harry risuonò in tutto il dormitorio dei Grifoni. Tutti sapevano che Ginny adorava il Natale, ma nessuno immaginava una reazione del genere! "Ginny! sei impazzita per caso?!?" Hermione aveva la faccia ancora assonnata e i capelli color miele erano un groviglio indomabile di ricci. Le sopracciglia inarcate e gli occhi dorati che lanciavano fiamme erano segno che la ragazza non era di buon umore. Sicuramente svegliarsi in quel modo avrebbe fatto perdere la pazienza persino ad un santo. "Ehm...scusa Herm...non…non volevo svegliarti..." "Impossibile, visto che il tuo urlo l'ha sentito tutta la scuola!" Ginny abbassò lo sguardo, con un'espressione mista tra il dispiaciuto e il triste. Ma, quando riguardò la sua migliore amica, vide che sul suo viso era stampato un sorriso a 32 denti. Allora la rossa le buttò le braccia al collo e l'abbracciò forte. La giornata era cominciata bene. Durante tutto il giorno ci fu un continuo scambio di regali tra amici. Ron si era tenuto a debita distanza da Hermione, ma nessuno sapeva il motivo di quella reazione. Lei per prima si chiedeva il motivo di quello strano comportamento del rosso, ma neanche Harry sapeva dirle qualcosa di preciso. Bè, poco importava. Così avrebbe passato la giornata in pace. Ma prima doveva parlargli, così un problema lo risolveva. Era arrivata l’ora di cena e la sala grande era addobbata in modo fantastico. Dal soffitto scendevano tantissime candele di colori diversi che illuminavano la sale, e ogni tavolo aveva una tovaglia con i colori delle rispettive case e al centro di ognuno c’era un candelabro d’oro enorme. Ma la cosa più bella era il menù del cenone di Natale. Gli elfi domestici dovevano meritare un premio enorme per quello che avevano fatto! Tacchini ripieni, cotechini, panettoni, pandori e ogni genere di leccornia. E meno male che c’era poca gente! Così gli alunni rimasti a scuola potevano abbuffarsi senza fare troppi complimenti. Ron per primo! Mentre il rosso si avventava su una coscia di tacchino e si beveva un intero bicchiere di succo di zucca, Hermione gli si avvicinò. “Ron...” “Si?...cosa c’è Herm?” La ricca lo guardò disgustata. Ma quel bifolco non sapeva che prima di parlare bisogna ingoiare quello che si ha in bocca? Bleah! Cercando di trattenersi dall’insultarlo, Hermione continuò: “Dopo cena ti devo parlare. Mi puoi raggiungere in giardino? “Si, certo…” La ragazza sorrise e si allontanò. Ron rimase incantato a guardarla. Era proprio diventata bellissima in quegli ultimi due anni. Era diventata più alta e aveva delle belle curve. Magra, con due occhi che sembravano oro liquido, e una massa di capelli ricci color miele, un giorno indomabili l’altro giorno perfetti ma che le davano sempre un’aria ancor più dolce, che lei nascondeva spesso sotto un’espressione irritata. La cosa che aveva incantato maggiormente il rosso era il suo sorriso. Perfetto. Ron pensò che non l’aveva mai vista sorridere così spontaneamente a lui. Quando sorrideva lei, sembrava sorridere tutto il mondo. I denti erano bianchissimi, e le sue labbra erano rosa e carnose, sempre con un filo di lucidalabbra che le rendeva ancora più rosse. Quando era nervosa se le mordeva sempre, e Ron la adorava quando lo faceva. Sembrava meno sicura di se. Il rosso venne scosso dai suoi pensieri dalla voce di Harry: “Cosa vorrà dirti?” “Non ne ho idea…” “Probabilmente vorrà insultarti” Ron sorrise: “Si, possibile” Guardò verso l’entrata della sala, dove il suo angelo si era diretto poco prima. “Chissà che mi devi dire, eh Herm?” Erano le 23.30 circa, quando Ron uscì fuori dal castello. Si moriva dal freddo, e la neve non aveva smesso di cadere da due giorni. Il giardino sembrava avvolto in una calma irreale. Tutto sembrava addormentato. Non si sentivano rumori, tranne i passi del ragazzo sulla neve. Ron si guardò intorno, cercando si scorgere qualcosa tra quella coltre bianca che lo circondava. Notò che non si riusciva a distinguere neanche la foresta proibita, con i suoi immensi alberi, tra la neve e la fioca luce che emanava la luna. Vide del fumo uscire dal camino della casa di Hagrid. Sicuramente era già tornato a casa, dopo il cenonne. Al ragazzo venne voglia di andare a salutarlo, così sarebbe stato al caldo, ma il pensiero di un Hermione furiosa gli fece cambiare idea. Dopo un paio di minuti riconobbe la figura di Hermione vicino al lago. La ragazza stava osservando qualcosa e non si era accorta dell’arrivo dell’amico. Non aveva né cappuccio nè cappello, quindi sui suoi capelli si erano adagiati alcuni fiocchi di neve. Sembrava la regina dei ghiacci, con quell’espressione seria e sicura, ma allo stesso tempo dolce e anche un po’ malinconica. Era bellissima. “Ah” “Aaaaaaaaah! Sei impazzito per caso?!!?” “Ahahahahahaha! Scusa Herm, ma non ho resistito alla tentazione di spaventarti!” La riccia assunse la sua solita espressione irritata, e la regina dei ghiacci sparì. “Scusa...hahahah…Mi dispiace…” Ron continuò a ridere, e la riccia stava perdendo la pazienza. Il rosso se ne accorse, e diventò serio, o almeno ci provò. “Allora, che mi dovevi dire?” “Ah, già…Ti volevo chiedere perché tu devi sempre prendermi in giro…” Ron rimase spiazzato da quella domanda. Non ce l’aveva la risposta. O meglio, ce l’aveva, ma non poteva dirglielo. E ora? Doveva cambiare argomento. Distrarla! “Ehm…come mai questa domanda?” “Perché voglio capire se c’è un motivo…” “Ah...Pensavo fosse perché ti dispiace e volevi chiedermi di smetterla” Lo disse con tono di scherno, per sdrammatizzare un po’ la situazione. Ma questa volta aveva sbagliato tattica. Hermione diventò rossa. Era furiosa. Ron aveva oltrepassato il limite. Non riusciva a essere serio nemmeno per cinque minuti scarsi. Rimase in silenzio ad osservarlo. La faceva impazzire, ma era comunque bellissimo. Era diventato altissimo in pochi mesi e ora la superava di un bel po’. I capelli rossi era leggermente lunghi, sempre con un ciuffo ribelle che gli copriva gli splendidi occhi castani sempre spettinati, lasciati cadere sulle spalle come capitava. Aveva dei bei muscoli, merito degli allenamenti di Quidditch. Le braccia erano forti, e Hermione pensava che se l’avesse abbracciata non sarebbe mai più riuscita ad allontanarsi da lui, data la sua forza. “Bè, hai perso la lingua per caso?!” La riccia lo fulminò con lo sguardo. Calde lacrime cominciarono ad uscire dai suoi occhi dorati. Non riusciva più a smettere. Come aveva pensato che lui l’avrebbe ascoltata? Come aveva osato pensare che a lui sarebbe importato di lei, anche solo minimante!? “Hey, hey. Non volevo farti piangere. Scherzavo!” Ron le si avvicinò, cercando di abbracciarla. Ma lei si allontanò e alzò lo sguardo, guardandolo negli occhi. “O angelo mio..non riesco a vederti così…” Ron avvicinò il suo viso a quello della ragazza, mentre lei singhiozzava. Ad un tratto lei riuscì a parlare, tra un singhiozzo e l’altro: “P-perché devi sempre trattarmi così? C-cosa ti ho fatto?!” “Niente! Assolutamente niente! Io scherzo. Non lo faccio per offenderti…” Hermione si voltò dall’altra parte. Non voleva farsi vedere in quello stato da lui. Sentiva la sua presenza dietro di lei, ma non riusciva a guardarlo negli occhi. Si sentiva un’idiota. Poi si girò di scatto e urlò: “Ma perché…” Hermione non riuscì a finire la frase. Si rese conto troppo tardi che l'affascinante rosso davanti a lei era ormai vicinissimo. “Ron..” quella parola risuonò come un sussurro, ma un sussurro che accese qualcosa nell’animo del ragazzo. “Dillo ancora” “C-Cosa?” “Dillo ancora. Dì il mio nome!” “Ron…” Il rosso sorrise. Le prese il viso tra le sue mani e la baciò. Hermione spalancò gli occhi. Che stava facendo? E perché non lo respingeva? Le mani dell’amico si spostarono dal suo volto e andarono a cingerle la vita. Allora Hermione smise di lottare e non oppose resistenza. Si lasciò baciare dal ragazzo che lei aveva sempre amato. Lui se ne accorse, e approfondì il bacio. Fu lungo e pieno di dolcezza. Quando i due si allontanarono Hermione cercò si staccarsi dall’abbraccio, ma il rosso la trattenne e le sussurrò all’orecchio: “Angelo mio, non piangere. Cambierei il mondo soltanto per non vederti più in lacrime” La riccia alzò lo sguardo, sorpresa. Davvero quelle dolci parole le aveva dette Ron? Il Suo Ron?! “Come mi hai chiamata?” “Angelo mio” rispose con semplicità il rosso. Lei sorrise lo abbraccio e appoggio la testa nell’incavo della sua spalla. Rimasero così per un po’, poi il rosso si staccò dall’abbraccio e le prese le mani. “Chiudi gli occhi” … “Riapri” Quando riaprì gli occhi, Hermione si ritrovò tra le mani un piccolo pacchetto rosso con il nastro oro. “Aprilo” La ragazza scartò il regalo e vide una piccola scatola verde. La aprì e lo stupore fu grande quando vide cosa conteneva la scatolina. Prese in mano gioiello e lo osservò. Era una catenina d’oro con un ciondolo anch’esso d’oro a forma di stella, con incisa un “H” al centro. La riccia lo sollevò verso la luce, per vederlo meglio, e il gioiello brillò lievemente. Mentre lo osservava, Hermionne notò che dietro al ciondolo c’era un’altra incisione: ”Al mio angelo” LA ragazza buttò le braccia al collo dell’amico e urlò di gioia. “Grazie! Grazie! E’ bellissimo!” Ron restituì l’abbraccio e le sorrise. Le mise la catenina al collo e poi la guardò ammirato. Quanto era bello il suo angelo! Il ciondolo s’intonava perfettamente con i suoi occhi e le illuminava il viso. Quasi inconsciamente sussurrò due parole che lasciarono la riccia senza fiato. “Ti amo…” “C-Che cosa hai d-detto?!” “Ti amo Hermione!”, ripetè il rosso, questa volta urlando. Hermione ricominciò a piangere. Gli saltò addosso, o abbracciò forte e disse: “Anche io ti amo, Ron!” Il rosso prese il suo viso tra le mani e la baciò. Questa volta il bacio era carico di passione e faceva capire l‘amore che l’uno provava per l’altra. Quando si staccarono Ron disse: ” Buon natale angelo mio” Sorrise e abbracciò la ragazza amata. La sua regina dei ghiacci era tornata.
  
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