Io ero sbagliata per te, come solo una persona che guarda in un’altra direzione può esserlo.
Guardavamo le stesse cose e le vedevamo diverse, guardavamo il futuro e lo vedevamo colmo di emozioni differenti; ma era bello condividere quelle immagini.
Non siamo stati ingannati dalle apparenze, perché le apparenze rispecchiavano esattamente la realtà: due mondi lontani e diversi che si rispecchiavano nella bellezza di due sguardi persi l’uno nell’altro.
Tu eri sbagliato per me, come solo una persona che si culla nell’abitudine può esserlo.
Viaggiavo in Terre sconosciute, sognavo luoghi incontaminati e distese infinite di verde mentre con una catena tu mi saldavi nel cemento grigio di una realtà metropolitana e caotica.
E mentre progettavo con dedizione la mia tanto desiderata libertà, correggevi tutti i miei bozzetti per adattarli alla tradizionale banalità dell’esistenza.
Eppure tutto riusciva a risolversi nella stretta di un abbraccio, nella carezza delle tue sottili dita.
 
Io ero sbagliata per te ma lei, chiunque ella sia, può essere quella giusta.
Io la odierò, la insulterò, piangerò tutte le mie lacrime dicendo che non ti merita, che non fa per te, che non è alla tua altezza ma tu lasciami stare, non guardarmi, non ascoltarmi.
Sii felice.  
 
E tu, ragazza mia, dimenticati di me; fai finta che io non sia mai esistita.
Amalo, prenditi cura di lui, rendilo felice.
Pensa a non essere mai come me. E io allora forse, finalmente, potrò perdonarmi di non essere come te.