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Autore: HamishWatsonHolmes    14/07/2015    5 recensioni
Dal testo:
"Oggi è il 1 settembre. Da oggi sono ufficialmente all'ultimo anno. Hogwarts, preparati, perché Teddy Lupin quest'anno darà il meglio di sé!
Il baule è pronto? Certo! O almeno credo.
I capelli sono abbastanza azzurri? Sì, direi che possono andare. [...] Ultima aggiustatina davanti allo specchio e poi corro in camera mia, per prendere il mio baule, che, fortunatamente, è stato rifatto da mio padre.
Corro giù di sotto e saluto velocemente la mamma (qualcosa mi dice che la rivedrò tra un paio di giorni, massimo la settimana prossima. Le Sorelle Stravagarie sono in concerto qua vicino e lei sta sicuramente cercando i biglietti)."
Teddy Lupin, giunto al suo ultimo anno ad Hogwarts, è convinto che i suoi genitori lo accompagneranno attraverso tutta la durata di questo grande passo, il suo primo giorno di scuola, ma sarà veramente così?
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Severus Potter, Nimphadora Tonks, Remus Lupin, Teddy Lupin, Victorie Weasley | Coppie: Remus/Ninfadora, Teddy/Victorie
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Oggi è il 1 settembre. Da oggi sono ufficialmente all'ultimo anno. Hogwarts, preparati, perché Teddy Lupin quest'anno darà il meglio di sé!
Il baule è pronto? Certo! O almeno credo.
I capelli sono abbastanza azzurri? Sì, direi che possono andare. Ah, dimenticavo la ciocca rosa, in onore della mamma. Cioè, così la mamma sarà abbastanza commossa da non potermi dire quanto sarà figo l'ultimo anno e quanto sarà divertente trasformarmi nella McGrannit per spaventare quelli del primo anno. Solita roba che ripete ogni singolo anno. Se penso che, dopo un'estate passata con lei a fare gli idioti, mi tocca tornare al castello, mi sento un po' giù. Ma questo è il mio anno e nessuno potrà rovinarmelo.
"Teddy?- grida papà dal piano inferiore- Sei pronto? Faremo tardi!"
Ultima aggiustatina davanti allo specchio e poi corro in camera mia, per prendere il mio baule, che, fortunatamente, è stato rifatto da mio padre.
Corro giù di sotto e saluto velocemente la mamma (qualcosa mi dice che la rivedrò tra un paio di giorni, massimo la settimana prossima. Le Sorelle Stravagarie sono in concerto qua vicino e lei sta sicuramente cercando i biglietti).
"Mi raccomando, Teddy: fai il bravo, ma non troppo. "
"Come sempre, mamma," le rispondo, mentre lei mi guarda con quel suo sorriso che sembra dire: ti voglio bene, ma quando fai casini te ne voglio un po' di più.
Credo sia una fortuna che papà insegni ancora ad Hogwarts, così cerco di evitare di cacciarmi troppo nei guai, solitamente senza successo.
"Ti voglio bene," aggiungo abbracciandola.
Arriviamo a King's Cross ad un paio di minuti dalla partenza del treno, quindi ci lanciamo entrambi nel primo vagone che vediamo e occupiamo l'unico scompartimento libero. Aiuto papà a posizionare i bagagli sopra le nostre teste e poi decido di andare alla ricerca dei miei cugini.
"Vado a vedere se trovo i Potter, così posso terrorizza... volevo dire, augurare ad Albus un meraviglioso primo anno ad Hogwarts. Torno più tardi."
"D'accordo, ma non essere troppo crudele. Porta questa a quei poveri ragazzi," dice, passandomi una tavoletta di cioccolata. Come diavolo fa ad avere sempre del cioccolato con sé?
Non mi ci vuole molto a trovare quei diavoletti: c'è solo un vagone pieno di ragazzini dai capelli rossi. È ormai risaputo che dove ci sono i capelli rossi ci sono i Weasley, e dove ci sono i Weasley, ci sono i Potter.
"Buongiorno, cugini! " grido entrando nello scompartimento.
Improvvisamente il volto di James si illumina, mentre, dietro di lui, quello di Albus è il ritratto del terrore.
"Ciao, Teddy! " rispondono in coro.
Al ci mette un po' a capire cosa sta succedendo, poi risponde, con la voce bassa e sconsolata:
"Buon giorno. "
"Per tutti i folletti, Al. Cosa succede? È il tuo primo giorno ad Hogwarts, dovresti essere a mille dalla gioia! Così non posso spaventarti!"
Mi siedo di fianco a lui, facendo spostare James e Rose e aspetto una risposta, che però arriva dalla persona sbagliata.
"Ha paura di essere smistato in Serpeverde, perché non vuole essere tra i cattivi. Lui vuole essere Grifondoro come papà, per renderlo fiero," risponde James.
Improvvisamente la voglia di tormentare Al mi abbandona e lascia il posto alla compassione. Anche io avevo avuto paura di poter capitare in una casa non adatta a me e ancora adesso ho dei dubbi se Tassorosso sia quella giusta.
Mi giro verso gli altri e dico:
"Ragazzi, potete lasciarci soli? Raggiungete zio Remus nel suo vagone e fatevi mostrare qualche incantesimo nuovo. "
Se ne vanno immediatamente, incuriositi da cosa potrebbe fare papà, mentre Al tiene lo sguardo fisso nel vuoto, come se fosse stato svuotato di tutte le emozioni tranne la paura.
"Hey, piccolo, non c'è motivo di aver paura. Prima o poi tutti i maghi ci passano e, credimi, non è facile per nessuno. Anche io volevo essere Grifondoro, come il mio papà, perché credevo che fosse la casa a cui appartengono tutti gli eroi, l'unica casa per cui vale davvero la pena battersi, ma avevo torto. Ogni casa ad Hogwarts ha i suoi eroi e i suoi cattivi, sta soltanto a noi scegliere cosa essere per la nostra. Non lasciare che questo passo influisca troppo su chi sei veramente."
Finalmente qualcosa in lui comincia a muoversi e ad accendersi.
"Ma Teddy, hai visto i Malfoy! Sono tutti cattivi e antipatici e sono tutti Serpeverde, mentre tutti i Weasley e i Potter fino ad oggi, sono tutti Grifondoro. E se papà non volesse più parlarmi se finisco in un'altra casa?"
"Beh, allora spezza la catena! Sarai ricordato per essere il Potter che non seguì la tradizione, i tuoi discendenti ti reputeranno il più figo! Ti immagini i tuoi nipoti che guardano l'album di famiglia e dicono: 'era proprio un grande nonno Albus'? Poi, sono sicuro che a zio Harry non importa se non sarai smistato in Grifondoro, perché ti vuole bene e te ne vorrà anche se diventerai un piccolo Serpeverde combina guai. Sarei estremamente fiero di te se diventassi un piccolo Serpeverde combina guai."
Gli scompiglio un po' i capelli e un sorriso compare sul suo volto. I suoi occhi verde smeraldo sembrano cominciare a ridere e si illuminano come quelli di James prima.
"Grazie, Teddy."
Mi alzo e apro la porta dello scompartimento, che immediatamente si riempe di piccole testoline. Lancio ad Al la tavoletta di cioccolato (ne ha sicuramente più bisogno degli altri) e ritorno al mio posto, dove, con mia enorme sorpresa, trovo Victoire Weasley, la ragazza più bella di tutta Hogwarts, nonché mia fidanzata, che gioca a sparaschioppo con mio padre.
"Vicky! Scusa se non ti ho cercata appena sono salito sul treno, ho avuto un piccolo problema da risolvere."
Lei distoglie lo sguardo per qualche istante dal gioco per guardarmi e regalarmi uno dei suoi sorrisi. "Non ti preoccupare, mi sto divertendo con il professor Lupin."
Mio padre, invece, sembra disperato e concentratissimo sul gioco.
"Siamo a 10 partite vinte a 0,- spiega lei- vuole vincerne almeno una prima di arrivare ad Hogwarts. E... ci è riuscito, cavolo!"
Mi siedo di fianco a Victoire e mi sdraio appoggiando la testa sulle sue gambe.
"Oh, quasi dimenticavo,- dice, tirando fuori dalla sua borsa un pacchetto,- buon ultimo anno, Edward Lupin!"
Senza neanche tirarmi su, afferro il pacchetto e comincio a scartarlo. È una collana. Non una collana qualsiasi, ma una bellissima, fatta a forma di zanna.
"L'ho trovata quest'estate in un negozio babbano, mentre ero a Londra con zio Ron. Il negoziante mi ha detto che cambia colore a seconda dell'umore, così mi sei venuto in mente tu. Ti piace?"
Sono in adorazione di quella collana, è la più bella che io abbia mai visto.
"È stupenda!"
Me la metto immediatamente al collo e quasi le salto addosso per ringraziarla. Le do un piccolo bacio e torno a contemplare la collana. Adesso tende al rosso, chissà cosa vuol dire.
In men che non si dica, passando da uno scompartimento all'altro, si fa sera e dal finestrino si comincia a vedere il castello.
"Cominciate a cambiarvi,- dice papà- io vado ad assicurarmi che i piccoli Potter stiano bene, come mi ha ordinato Harry."
Ci cambiamo in fretta e apriamo il finestrino per mettere la testa fuori e guardare meglio Hogwarts che si avvicina lentamente. Non importa quante volte la vedi, ogni volta è come fosse la prima. Ogni volta è magica.
Il treno comincia a rallentare e una figura colossale con in mano una piccola lanterna emerge dall'oscurità. Con ancora la testa fuori grido:
"Ciao, Hagrid!"
All'inizio sembra confuso, poi mi vede e comincia a muovere la sua manona per salutarmi.
"Bentornato, Teddy! "
Una marea di ragazzini completamente vestiti di nero affolla il marciapiede davanti al treno e comincia a muoversi come piccole formiche verso Hagrid, aspettando istruzioni. Quelli del primo anno, terrorizzati, si dirigono verso le barche, mentre noi veterani raggiungiamo le carrozze. Il professor Vitious ci aspetta dal cancello d'entrata, con in mano una lunga lista di nomi.
"Hey, Vicky, aspettiamo che la folla diminuisca prima di entrare. Non ho voglia di stare nella mischia."
"Certo," risponde, con un sorriso dolcissimo.
Passiamo il tempo baciandoci e parlando di quanto sarebbe bello se Tassorosso (e di conseguenza io) arrivasse in finale con Grifondoro (cioè la sua squadra) nel torneo di Quidditch.
"Ovviamente vincerebbe Tassorosso, ne sono certo. "
"Lupin, ti sbagli di grosso, Grifondoro vi schiaccerebbe. Fidati. "
"Basta esserne convinti, Weasley."
Scoppiamo tutti e due a ridere, poi raggiungiamo Vitious, che ha appena congedato gli ultimi ragazzi.
"Nomi, prego."
"Professore, ci conosciamo da sette anni."
"Niente eccezioni, Lupin."
Si guarda intorno, come se stesse cercando un qualcosa di non meglio identificato e aggiunge:
"Deja-vu."
"Come, prego?" chiede Victoire.
"Niente, niente. Comunque, nomi?"
"Teddy Lupin e Victoire Weasley. "
Ci lascia passare e ci indica l'ultima carrozza rimasta.
Hogwarts riesce a stupirmi ogni singolo anno. La Sala Grande è illuminata e addobbata a festa; gli stendardi delle quattro case sono più grossi del solito e i quattro fantasmi si aggirano intorno ai tavoli. Saluto Victoire e raggiungo i Tassorosso, che mi accolgono come un eroe: dopo lo scherzo al professor Paciock (ho chiesto scusa in segreto, tranquilli) mi venerano.
Quelli del primo anno entrano nella Sala guardandosi intorno come se avessero visto il paradiso. In mezzo a loro, vedo Albus e Rose, uno vicino all'altra, terrorizzati più che mai.
La McGrannit fa il suo solito discorso, il cappello canta, poi si passa alla lettura dei nomi. L'elenco scorre velocemente, fino a quando non sento il nome che aspetto da tutta la sera:
"Albus Severus Potter?"

Il professor Piton, sentendo quel nome, sembra essersi destato da un profondo sonno e comincia a scrutare il ragazzo con incredulità. Al se ne accorge e si agita ancora di più. Sa cosa si aspettano da lui le persone in questa sala.
Comincia a camminare lentamente, girandosi un paio di volte verso di me. Provo a sorridergli, ma in realtà sono molto agitato: spero che finisca in Tassorosso, così potrei stare più tempo con lui. Non è una bella cosa da dire, perché ho altri cugini, ma lui è il mio preferito e devo proteggerlo ad ogni costo.

Perché diavolo ci mette così tanto quello stupido cappello?
"Serpeverde!"
Non importa, meglio così.
Tutta la sala si ferma di colpo, i rumori cessano. È ufficiale: il figlio più piccolo di Harry Potter nella casa di Lord Voldemort.
Neanche i ragazzi di Serpeverde esultano e lui è rimasto immobile sulle scale, sull'orlo delle lacrime. Devo fare qualcosa.
Corro verso di lui, lo prendo in spalla e comincio a gridare:
"Grande Albus! Whoo-hoo!"
Subito dopo, tutti i professori si alzano e cominciano ad applaudire, seguiti dagli studenti che lo acclamano a gran voce.

“Albus! Albus!”
Lo porto fino al tavolo di Serpeverde e lo faccio sedere di fianco a un ragazzino della sua età, dai capelli biondo platino.
"Tu sei Scorpius, giusto? Lui è Albus ed è terrorizzato. Sono sicuro che andrete d'accordo."
Faccio per andarmene, ma Al mi prende per la cravatta e mi blocca. Con un filo di voce dice:
"Grazie, Teddy."
"Ma ti pare? Per il mio cuginetto muoverei montagne."
Questa volta riesco ad andarmene e torno al mio tavolo. La McGrannit ricomincia a leggere i nomi e devo aspettare ancora e ancora per sentire il nome di Rose.
"Rose Weasley? "
La preside non fa neanche in tempo a posarle il cappello in testa, che subito questo grida:
"Grifondoro!"
Lei era l'ultima, quindi possiamo dare inizio al banchetto!
Mangio l'impossibile, prima di decidere che forse sto un po' esagerando. La Sala intanto comincia a svuotarsi e rimaniamo io, Victoire, Albus e James. Ci uniamo tutti in un singolo tavolo e cominciamo a chiacchierare e a dirci quanto sarà fantastico quest'anno. Albus sembra essersi abituato all'idea di non essere in Grifondoro e sembra che si stia addirittura divertendo.
"Signor Lupin? " mi chiama la McGrannit.
Mi alzo in piedi, da bravo studente e rispondo:
"Sì, professoressa? "
"Ti vorrei parlare, nel mio ufficio. "
"Professoressa, qualsiasi cosa sia successa, non sono stato io. Sono appena arrivato! "
Trattiene a stento una risata e mi invita a seguirla.
"Avanti, venga con me. "
Percorriamo i corridoi vuoti fino al suo ufficio e, pronunciata la parola d'ordine davanti alla statua, entriamo ufficialmente nel suo territorio.
"Si sieda, Lupin. Gradisce un biscotto? "
Ripenso a tutto quello che ho mangiato e decido che se mangio ancora qualcosa scoppio.
"No, grazie. Perché sono qui, professoressa?"
"Per quello che hai fatto con il giovane Potter. Albus Severus, se non sbaglio. "
Subito intervengo per chiarire che non intendevo fare nulla che potesse cacciarmi nei guai.
"Volevo soltanto rassicurarlo e fargli capire che non importa in quale casa sia finito, non intendevo fare nulla di sbagliato."
Lei mi sorride in modo materno e si siede dietro la sua scrivania. Aggiustandosi gli occhiali sul naso risponde:
"Ho visto ciò che ha fatto e volevo congratularmi. Il giovane Potter voleva palesemente evitare la casa in cui è finto, ma da quando lei è intervenuto sembra essere quasi fiero di essere un Serpeverde. Volevo farle i miei complimenti e assegnare 50 punti a Tassorosso, per cominciare al meglio l'anno. "
Comincio a ridacchiare come un idiota, incredulo a ciò che ho appena sentito: 50 punti il primo giorno di scuola? Credo sia un record.
"Spero che sia solo un inizio, signor Lupin. Sappia che mi aspetto grandi cose sia da lei che dal giovane Potter."
Sento il sangue correre alle mie guance, che diventano bollenti, e le gambe cominciano a tremare. È la prima volta in 7 anni che un professore (che non sia mio padre) mi fa i complimenti. Credo di capire perché a zia Hermione piaceva così tanto prendere voti alti ed essere la migliore della classe. È una sensazione stupenda.
"La ringrazio professoressa. Non la deluderemo."
Torno nel mio dormitorio, tentando di ricordarmi quale sia la botte giusta e mi infilo immediatamente il pigiama. Mi metto sotto le coperte e guardo il soffitto, o meglio, il baldacchino sopra la mia testa e comincio a credere seriamente che questo sarà il mio anno.

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È già passata una settimana dal primo giorno e ancora nessuna notizia dalla mamma. Cavolo, io voglio andare a quel concerto!
Mi siedo rassegnato al mio tavolo e comincio a disintegrare la mia colazione, senza mangiarne neanche un boccone.

Quando arrivano i gufi con le lettere non mi degno neanche di alzare lo sguardo, quindi non noto quello di mia madre dalle piume verde smeraldo (ovviamente non modificate da me qualche anno fa, sia chiaro) entrare insieme agli altri. Almeno non fino a quando mi lascia cadere sulla testa una piccola busta rossa.

“Grazie, mostro.” dico, porgendogli una fetta di pane tostato.

“Guardate, Teddy ha ricevuto una strillettera!” grida un ragazzino di Tassorosso.

Tutto il tavolo improvvisamente si volta verso di me e sull'intera sala cade il silenzio.

La sollevo lentamente e comincio ad aprirla, sperando che sia soltanto uno scherzo.

“Teddy!- strilla la voce di mia madre-Ho trovato i biglietti, si va al concerto! Ti passo a prendere domani a pranzo, la McGrannit sa già tutto e per lei è ok. Non dire niente a tuo padre, chiaro? Oh cavolo, questa è una strillettera? Cavolo, cavolo, cavolo! Ho fatto un gran casino! Ci vediamo,T-bello!”

Mi alzo di scatto e alzo le mani al cielo, gridando:
“Sì, vado al concerto delle Sorelle Stravagarie!” tanto ormai papà sa già tutto.

Mi giro subito verso di lui, che è piegato in due dalle risate e urlo: “Io non ti ho detto niente, chiaro? Ha fatto tutto da sola!”

“D'accordo, T-bello.” urla lui in risposta, senza riuscire a fermare le risate.

Ovviamente, la mia attenzione durante le lezione, già normalmente bassa, è pari a zero oggi. Durante pozioni sono talmente nel mio mondo che non sento Piton richiamarmi.

“Signor Lupin, sarebbe così gentile di degnarci della sua attenzione? Sarebbe un peccato doverle dare una T come voto finale. Allora, come dicevo...” E perdo di nuovo il filo del discorso. Per fortuna oggi è una lezione puramente teorica. Sarebbe stato alquanto azzardato farmi preparare una pozione in queste condizioni. Finite le lezioni, mi dirigo in biblioteca, dove Victoire mi sta aspettando e, mentre lei studia, canticchio le canzoni delle Sorelle Stravagarie per prepararmi al concerto. Ad un certo punto, lei comincia ad essere irritata dalle mie doti canore, quindi mette via i libri e mi propone di andare nella Sala Grande per cenare. In effetti, comincio ad avere fame e non dovrebbe mancare molto all'inizio del banchetto. Mangio in fretta, passo ancora un paio di minuti con Vicky e poi mi fiondo nella sala comune di Tassorosso a fare i compiti per domattina. Prima di andare a letto preparo i vestiti per il concerto: un paio di vecchi jeans strappati, la mia camicia a quadri e la maglietta delle Sorelle Stravagarie da mettere sotto. Metto i vestiti sulla sedia di fianco al letto e mi metto sotto le coperte, ma non chiudo occhio per tutta la notte. Come posso dormire? C'è un concerto che mi aspetta! La mattina dopo, nonostante la mancanza di sonno, mi sento al massimo. Infatti, rido per tutta la mattina senza riuscire a contenermi. Ringraziando Merlino, le prime due ore ho Difesa Contro le Arti Oscure. Spero che papà capisca la mia iperattività. “Allora,- comincia lui- oggi faremo pratica con l'Incanto Patronum, che avreste dovuto migliorare come compito. Vi chiamerò in ordine alfabetico, verrete qui e mostrerete il vostro Patronus alla classe.” Ok, sono ufficialmente nei guai: non solo non ho provato a farlo dall'ultima lezione, ma non riesco a produrre nemmeno un filo di luce, a differenza dei miei compagni che riescono a creare una piccola foschia. Comincio a pregare che la lezione finisca prima che arrivi alla L, ma il tempo è tiranno e dopo una ventina di minuti dice: “Coraggio, T-bello, tocca a te!” Mi alzo lentamente e raggiungo la cattedra. “Me la farai pesare ancora per molto la storia di T-bello, vero?” sussurro mettendomi di fianco a lui. Tiro fuori la bacchetta e comincio a cercare nella mia memoria un ricordo abbastanza felice. Non sono neanche sicuro che quello che trovo sia un ricordo, ma credo possa bastare. Stendo il braccio davanti a me e grido: “Expecto Patronum!" Subito dalla punta della mia bacchetta esce una forte luce, seguita da un enorme lupo, che comincia a correre per tutta la classe. Dopo qualche giro, l'animale scompare. “Ok, questa non me l'aspettavo.” dico, ridendo e passandomi una mano tra i capelli. Tutta la classe è in silenzio, tutti gli occhi spalancati e fissi su di me. Visto che nessuno dice niente, torno al mio posto e aspetto che qualcosa, qualsiasi cosa, accada. Poi, all'improvviso, papà comincia a ridere incredulo: “Complimenti, signor Lupin! Davvero stupefacente. 10 punti a Tassorosso!” Dal fondo della classe qualcuno grida: “Grande, T-bello!” “Oh, andiamo!” grido in risposta, con voce annoiata. Per la barba di Merlino, odio questo nome! Finalmente, la campanella suona e io, con la borsa già in spalla, sono pronto ad andarmene di corsa, ma la voce di mio padre mi blocca : “Teddy, vieni un attimo.” “Ma devo correre, ho Incantesimi adesso!” provo a protestare. “Edward Remus Lupin. Qui.” Quando usa il nome completo non c'è scampo, devo fare per forza come dice. Poso la mia roba su di un banco a caso e torno indietro. Lui si siede sulla cattedra e mi invita a fare lo stesso. “Sono orgoglioso di te,” annuncia, con una naturalezza quasi innaturale. È la prima volta in 18 anni che queste parole escono dalla sua bocca e mi lasciano attonito. Le aspetto da tutta una vita e adesso non ho idea di cosa dire. “Ehm, g-grazie?” rispondo incerto. Riesco a sentire i miei capelli diventare rossi dalla vergogna e lui deve essersene accorto, perché comincia a ridacchiare. Non aggiunge altro, prende semplicemente la sua bacchetta e sussurra:

“Expecto Patronum.”

Un lupo, identico al mio, viene liberato dal suo incantesimo e, esattamente come il mio, comincia a correre intorno a noi, maestoso e fiero. Rimango a contemplarlo meravigliato: come è possibile che due persone abbiano lo stesso Patronus? Lui sembra leggermi nel pensiero, perché subito dice: “Il fatto che due o, come nel nostro caso, tre persone abbiano lo stesso animale come protettore è dovuto, come è scritto nei vostri libri, da un mutamento emotivo. Nel nostro caso è l'amore: il Patronus di tua madre ha cambiato forma quando si è innamorata di me, prendendo la forma del mio; e il tuo, nonostante tu voglia fare il duro, ha assunto questa forma perché io e lei siamo le persone a cui tu tieni di più al mondo. Il tuo pensiero felice eravamo noi, non è vero?” “Certo,” rispondo, sorridendo. Rimaniamo in silenzio per un po', fino a quando non ci ricordiamo perché ero restio a fermarmi. “Su, adesso vai. Il professor Vitious ti aspetta.” Ci alziamo nel medesimo istante e ci mettiamo l'uno di fronte all'altro. Guardo il suo viso sorridente e in lui riconosco i miei occhi, il mio sorriso. Non ci avevo mai fatto caso prima d'ora. “Grazie, papà.”

Prima di andarmene, faccio una cosa che mai, in 18 anni di esistenza, avevo fatto di mia spontanea volontà: lo abbraccio.

Sembra una cosa stupida, ma noi due non lo facciamo spesso. Preferiamo evitarlo, se possiamo.

Quando rompo l'abbraccio, vedo che mette una mano in tasca e ne tira fuori una manciata di monete.

“Comprati una maglietta nuova al concerto, la tua sembra essere stata attaccata dai troll di montagna.”

“Grazie!” grido, prima di correre via.

Ovviamente, quando arrivo in classe la lezione è già cominciata da un pezzo.

“Signor Lupin, cominciavo a perdere ogni speranza.” dice, dalla cima della sua pila di libri, l'esperto di incantesimi.

“Mi scusi, professore. Il professor Lupin ha voluto che mi trattenessi dopo la lezione.” spiego con il fiatone al microb... cioè, a Vitious.

Mi siedo al mio posto e la lezione ricomincia, come se io non fossi neanche entrato nell'aula.

Per fortuna, il pranzo arriva in fretta e io mi fiondo nella Sala Grande, già affollata di studenti. Mi siedo in fondo (o in cima?) al tavolo dei Tassorosso, nel punto più vicino ai professori e comincio, come mio solito, ad ingozzarmi con tutto ciò che ho davanti. Ad un certo punto, vedo sulla porta della Sala una donna giovane dai capelli rosa, che allunga il collo alla ricerca di qualcuno. Che poi sarei io. Quando mi vede, subito sembra sollevata, poi entusiasta. Papà, dal suo posto, le fa cenno di raggiungerlo. Lei prova ad attraversare la stanza rimanendo seria, come un Auror che si rispetti, ma vedo che sta tentando di nascondere una risata. Arriva fino al tavolo dei professori, scambia due parole con papà e con la McGrannit e, in fine, si siede accanto a me.

“Ciao, Teddy!” dice, con un po' troppo entusiasmo, ma la capisco: stiamo per andarcene da Hogwarts per andare a vedere le Sorelle Stravagarie!
“Ciao, mamma!” rispondo, con lo stesso tono di voce, alterato dall'eccitazione.

Ci abbracciamo come se non ci vedessimo da mesi e sfoderiamo i nostri sorrisi più ampi.

“Allora, sei pronta per il concerto?” le chiedo, con la tesa già in mezzo al caos e alla musica.

Il sorriso sul suo volto si spegne e comincia a torturarsi una mano con l'altra. I suoi capelli diventano grigio topo e impallidisce.

“Ehm, vedi Teddy, ci sono stati degli impedimenti.”

“Cosa?! Mamma, mi hai detto che hai comprato i biglietti, sei venuta apposta qui ad Hogwarts!” comincio a lamentarmi.

Non è da lei annullare impegni del genere, perché proprio adesso? Perché ha deciso di rovinare quella che sarebbe stata una giornata perfetta? Non è giusto!

“Teddy, non posso proprio andare a quel concerto. Non nelle mie condizioni.”

“Quali condizioni? Perché i tuoi capelli sono cambiati? Mamma, ti prego rispondi.”

Non risponde subito e io comincio a piangere. Non so perché, ma mi sento come se dovessi farlo, come se avessi perso qualcuno a me caro.

A noi si unisce papà, che prontamente interviene al posto della mamma:

“Ted, non potete andare perché noi siamo morti, ricordi?”

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Mi sveglio di soprassalto, urlando. Cosa diavolo è stato?

Dal piano di sotto sento la voce di Harry che grida:
“Teddy, si sta facendo tardi! Coraggio, il treno per Hogwarts non aspetta nessuno!”

“Treno per Hogwarts? Ma che giorno è?” grido in risposta.

“È il primo Settembre, Teddy! Oggi è il primo giorno del tuo ultimo anno!”

No, non è possibile. Io ho già affrontato questo giorno, con mia madre e mio padre. Dove sono loro? Dove sono Remus Lupin e Nymphadora Tonks?

Per un istante il sogno si confonde con la realtà, poi comincio a ricordare.

I miei genitori sono morti il 2 Maggio 1998, durante la tragica Battaglia di Hogwarts. Come diavolo ho fatto a dimenticarlo?

Era stato semplicemente un sogno. Perché non me ne sono accorto subito? D'altronde, Albus e Rose non cominceranno i loro studi ad Hogwarts che tra un anno. Come ho potuto essere così cieco?

Tutta colpa di quel dannatissimo specchio nascosto al castello. Mi aveva avvertito la McGrannit, quello specchio fa impazzire. Eppure, sono tornato in quella stanza ogni singola notte del sesto anno, per poter rivedere le immagini dei miei genitori che mi abbracciavano, che mi sorridevano.

Sarebbe stato bello, però, se non fosse stato solo un sogno, se loro fossero stati al mio fianco nel giorno più importante della mia vita.

Sarebbe stato bello avere, per una volta, una famiglia vera.

  
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