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Autore: Bunny05    14/07/2015    1 recensioni
Smettiamo di credere nelle favole appena diventiamo grandi e iniziamo a vivere nella realtà. Tante volte non ci accorgiamo però che le favole le facciamo noi, quando amiamo, quando l'amore fa parte di noi tutto diventa come un racconto di una bellissima fiaba, il mondo ti sembra più bello, più luminoso, ogni cosa intorno a te si trasforma.
Martina Stoessel e Jorge Blanco
Martina è una ragazza che non crede nell'amore per quello che ha vissuto e per come è cresciuta, ma qualcosa cambierà in lei quando scoprirà che la musica può essere un ottimo elemento per aprire le proprie emozioni. Jorge è un ragazzo dei giorni nostri, ma dimostrerà di avere qualcosa in più, di non essere il classico ragazzo. Fin dall'inizio proverà una forte attrazzione per Martina, ma lei si lascerà andare?
Genere: Comico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate
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La Musica Fa Parte Di Me.
 
Mi sveglio in questo enorme e letto e mi sento da dio, mi alzo volentieri dal letto, non come in Messico dove non avrei nemmeno voluto aprire gl’occhi e rimanere lì, qua invece è diverso. Mi sveglio felice. Mi stiracchio mentre sono seduta sul bordo del letto e qualcuno bussa, << Avanti >> dico, lentamente dalla porta entra Lodo, << Ciao Amica >> dice lei << Ti ho svegliata per caso? >> domanda, << No, no entra pure >> gli rispondo. Lei entra e si richiude la porta alle spalle, indossa dei pantaloncini neri e una maglietta con stampata sopra la famiglia Simpson, quando arriva in parte a me le sorrido. << Mia madre mi ha chiesto cosa mangi per colazione così si regola a mettere le cose in tavola >> dice Lodo, << Qualsiasi cosa ci sia in tavola va bene >> rispondo io, << Allora come è stata la tua prima notte qua? >> mi guarda entusiasta, << Mi sento bene, troppo bene >> dico con un sorriso enorme, << Bene sono contenta >> e si alza dal letto << Ti aspetto giù quando sei pronta allora >> e lentamente esce dalla porta. Mi trovo bene qui con Clara e Lodo e si dai anche con Jorge, mi sento a casa e in famiglia con loro, spero di stringere un bel rapporto con Lodo anche se già è cominciato alla grande e spero di averlo anche con Clara, la trovo una donna squisita, vedo mio padre felice con lei e questo rende felice anche me. Fran mi ha raccontato che Clara suona il piano forte e sa cantare molto bene, quindi era ovvio che mio padre si innamorasse di lei quando la vista ad una serata di beneficienza su un palco che cantava, avrei voluto esserci solo per vedere mio padre all’azione. Sono certa che anche Clara si sia innamorata subito di lui, infondo è un tipo romantico, già me lo vedo mentre gli dedica canzoni, la porta in luoghi romantici e gli prepara la colazione. Mio padre è così e forse mi farà bene stare con una persona che prova così tante emozioni come io non so fare, forse mi insegrerà ad aprire un pò di più il mio cuore e a lasciarmi andare con le emozioni. Vado verso il bagno e mi lavo la faccia con acqua fresca, decido di lasciarmi i capelli sciolti un po’ selvaggi e mi trucco a malapena gl’occhi. Apro la cabina armadio e cerco qualcosa da mettermi, ho molti vestiti, troppi forse, tanti sono stati fatti da mia madre, un lato positivo di avere una mamma stilista. Scelgo di mettermi una maglia lunga bordeaux senza maniche che mi fa da vestito e indosso gl’anfibi slacciati. Mentre mi vesto ricordo un giorno di tanto tempo fa quando mia madre e mio padre stavano ancora insieme ed eravamo felici, loro portarono me e Fran allo zoo e mi ricordo che io volevo a tutti i costi rimanere a guardare una giraffa piccola e non me ne volevo più andare, forse la prima litigata che ricordo dei miei genitori, mia madre che diceva a mio padre che non poteva lasciarmi fare sempre quello che volevo e che doveva essere più duro con me e contro la sua volontà mi strappo via dalla recinzione, però il giorno dopo quando lui tornò a casa mi portò un peluche identico a quella giraffa e mia madre si infurio ancora di più, ma a lui importava rendere felice me. Sento dei strani rumori e poco dopo Jorge entra in camera mia con il fiatone e si richiude velocemente la porta dietro le spalle, io lo guardo confusa, << Che stai facendo? >> urlo io, lui si mette un dito davanti alla bocca come per dire di fare silenzio, << Tuo fratello mi sta cercando >> borbotta lui a bassa voce, << Perché? >> chiedo, << Gli ho rubato un cappello prima di partite per il Messico e prima quando è venuto a svegliarmi l’ha visto in camera mia >>, io scuoto la testa, quanto possono essere scemi questi due insieme, << E vieni nella mia stanza? >> domando seria e incrociando le braccia, << Non sapevo neanche che fosse la tua stanza >> ribatte lui, << Sei un bugiardo Blanco >> blatero io << Questa stanza Fran la sta facendo da un mese quindi si che lo sapevi >>, lui fa spallucce e poi sorride, si appoggia alla porta con l’orecchio per sentire se Fran si sta avvicinando e poi ritorna a guardare me << Si lo sapevo ma so che qua sarà l’ultimo posto dove cercherà >> dice, << E quando verrà qua a controllare cosa farai? >> chiedo io curiosa, << Tu dirai che non sono qua e che non mi hai visto mentre io mi nascondo in bagno >>, << Perché dovrei aiutarti? >>. Lui si avvicina a me e mi afferra le mani, << Ti prego >> dice guardandomi dritta negl’occhi e io mi rispecchio nei suoi << Vuoi vedermi morto? >> chiede, << Mmm può darsi >> dico e poi ridacchio. Lo osservo per un po’, indossa una canotta da basket, dei pantaloncini e un paio di Nike, ha i capelli tutti arruffati e l’aria di un ragazzo ribelle. Qualcuno bussa << Tini! >> sento la voce di Fran e Jorge mi guarda, corre in bagno e si chiude dentro. Io mi avvicino alla porta e la apro, << Che c’è Fran? >> domando, << Hai visto Jorge? >> chiede lui con il fiatone e gl’occhi che gli escono dalle orbite, << No, e forse è meglio che tu ti rilassi un po’ >> dico ridacchiando, << Sicura di non averlo visto? >> mi guarda di sott’occhio << No non l’ho visto ti ho detto >>, << Ok >> risponde lui e poi se ne va. Quando richiudo la porta Jorge esce dal bagno << Pensavo non avresti retto il gioco >> esclama, << Già non volevo farlo >> mi avvicino a lui e incrocio le braccia quando mi ci ritrovo di fronte << Ma poi ho pensato che se ti facevo questo favore beh tu eri in debito con me >> e faccio un ghigno maligno, << Lo sapevo che c’era una fregatura >> borbotta lui << Quindi cosa vuoi? >> allarga lui le braccia, << Per ora nulla, quando mi servirà qualcosa te lo chiederò >>. Lui mi fissa un po’ sconcertato << Sei perfida >>, << Si lo so >> sorrido io e ritorno a sistemarmi. << Ora starai tutto il giorno nella mia stanza? >> chiedo mentre ancora mi fissa, << N-no >> dice lui riprendendosi da uno stato di trans e avvicinandosi alla porta per poi uscirne.
 
Quando scendo sono tutti al tavolo tranne Fran, << E’ in giardino a cercare Jorge >> mi guarda Lodo alzando le spalle e io poggio gl’occhi su Jorge che si sta mangiando una brioches << Sono furbo >> risponde lui al mio sguardo. Do il buongiorno a mio padre e a Clara che mi saluta affettuosamente, << Non sapevo cosa ti piacesse così ho preparato un po’ di cose >> dice lei sorridendomi. Guardo la tavola e vedo che sopra c’è ogni ben di dio, Brioches, Muffin, Nutella, Pancake, Frittelle, barattoli di cereali, brocche di spremute, caffè e molte altre cose. << Wow >> esclamo senza pensare, << Già la mamma ci ha dato dentro oggi >> parla Lodo mentre si versa una tazza di caffè, Clara mi sorride << Non dovevi >> gli dico, << Oh non ti preoccupare >> risponde lei. Mi siedo al tavolo e inizio a far colazione, un atmosfera stupenda c’è intorno a questo tavolo, mentre chiacchiero con mio padre qualcuno entra in cucina, << Fran dove eri finito? >> chiede mio padre, << Tu >> urla mio fratello indicando Jorge << Come hai fatto a nasconderti? >> domanda e poi posa gl’occhi su di me e spalanca la bocca, mentre sto per addentare la mia brioches mi fermo perché mi sta fissando, << Che vuoi? >> chiedo, << Tu l’hai aiutato, come hai potuto metterti dalla parte del nemico >> borbotta lui, << Non so cosa tu stia dicendo Fran >>, Lodo se la ride e Jorge la segue << Cosa ridi Jorge, hai usato mia sorella per nasconderti >>, << Ehi non prendertela se non sei riuscito a prendermi >> dice tra le risate Jorge. << Fran siediti a far colazione per piacere >> dice mio padre, << Me la pagherete >> ribatte lui mentre si siede al tavolo e fissa me e Jorge. Per tutta la colazione Lodo non riusciva a trattenere le risate, << Scusate davvero non ci riesco >> dice lei << E’ più forte di me! >>, << Sappiamo che non riesci mai a smettere di ridere quindi tranquilla >> gli dice Fran << anche se stai ridendo di me >>, lei fa spallucce e poi riprende a mangiare. << Allora tesoro sei pronta ad andare allo studio On Beat domani? >> domanda mio padre, in realtà non vedevo l’ora di poter suonare e cantare, di entrare in quell’accademia di musica e fare ciò che ho sempre desiderato. Mio padre mi regalò la mia prima chitarra a cinque anni, mia madre non ne era entusiasta perché già Francisco seguiva le orme di mio padre e non credo fosse felice che anche io volessi seguirle, ma già a quell’età amavo la musica, ogni volta che partiva una canzone io la ballavo con Fran o con mio padre e con il passare degl’anni lui mi insegnò a suonare la chitarra e mia madre cercava sempre di farmi appassionare alla moda, che si mi piace ma da indossare non da creare. << Si non vedo l’ora >> gli rispondo, << Ti piacerà >> parla poi d’un tratto Jorge << Gli insegnati sono fantastici e molto bravi, se mi sono traferito qua apposta ci sarà un motivo no? >> continua lui e io lo guardo confusa, << Ok >> rispondo << Ci credo >>, mi fa strano vedere un ragazzo come Jorge così attaccato ad un posto, si vede che quando ne parla lui non desidera altro che essere la, la musica crea magia l’ho sempre detto, l’ho sempre ripetuto anche a quella testarda di mia madre che invece dice che è solo una perdita di tempo e che non è detto mi porterà un futuro, ma a me non importa io voglio provarci. Sono in giardino a prendere il sole con Lodo e stiamo chiacchierando, lei mi racconta degl’altri, di cosa fanno principalmente, i posti che frequentano. << Tuo padre? >> le domando e lei cambia espressione, << Io sono identica a mio padre >> dice lei un po’ triste << Credo che tu te ne sia accorta che non somiglio per nulla a mia madre >>, io faccio cenno di sì con il capo, << A lui non è mai importato molto di noi >> dice << Difatti andammo in Italia quando avevo sette anni a vivere con lui solo perché mia madre ne era follemente innamorata e quindi l’ha seguito, ma lui non ha mai rinunciato a niente per lei. Finché mia madre dopo cinque anni in Italia si è stufata di essere messa da parte, infondo mio padre non era mai a casa, quando viaggiava per lavoro tante volte nemmeno chiamava e quindi decise di ritornare qua, dopo un po’ di anni conobbe tuo padre e io non posso essere più che felice per lei >>. Vedo la tristezza negl’occhi di Lodo e mi dispiace molto per lei, << Non l’hai più sentito? >> domando senza essere invadente, << No, mai! Non ha mai chiamato neanche una volta, ma sai che ti dico? In realtà non mi manca molto, non è mai stato un padre presente, mi intristisce solo il fatto che abbia ferito mia madre, ha passato un periodo abbastanza triste quando doveva prendere una decisione ed infine decise cosa era meglio per lei e per me lasciando mio padre >>.
 
Oggi finalmente si va allo studio, scendo dal letto esaltata, infilo una canotta bianca che rimbocco dentro i pantaloncini di jeans e degli stivaletti neri. Mi faccio una coda alta e mi metto un po’ di mascara sugl’occhi. Quando scendo per far colazione sono già tutti a tavola, << Eccola qua >> dice Fran quando entro in cucina << Allora sei pronta? >> chiede, << Si non vedo l’ora >> e faccio un grande sorriso, vedo Jorge accennare a un piccolo sorriso mentre fa colazione. << Non vedo l’ora di arrivare per vedere i nostri nuovi compagni >> afferma Lodo quando usciamo di casa, Jorge apre il garage che si trova davanti casa e compare un auto enorme tutta nera, << Wow >> dico stupita << Andiamo con questa? >> chiedo poi indicandola, << Ovvio la mia bambina >> esclama Jorge, << La tua bambina? >> sbuffa divertita Lodo << Che hai 4 anni? >>, << Non prendermi in giro >> ribatte lui << E poi anche tu sei innamorata di quest’auto >> la rimprovera, << Già è vero >> dice guardandomi e ci metto a ridere. Vedo Fran che apre la portiera davanti per prendere posto, << No! >> urlo << Sto io davanti! >> dico avvicinandomi a lui, << Neanche per sogno sorellina >> e fa un ghigno divertito, << Primo ti ho detto di non chiamarmi sorellina, soprattutto in accademia sia chiaro. E seconda cosa… Jorge me l’ha promesso >> dico facendo spallucce. Fran guarda Jorge e lui è rimasto senza parole, lo fisso come per fargli capire che racconterò che si è nascosto in camera mia se non mi asseconda e gli conviene se no Fran andrà su tutte le furie, << Beh, sì gliel’ho promesso >> dice infine lui. << Come hai potuto? >> lo rimprovera Fran, << Non vuoi che la tua sorellina sia felice? >> lo guardo come per prenderlo in giro << Jorge mi sta rendendo felice facendomi sedere davanti >> dico e Fran sbuffando rinuncia, << Sei diventata troppo in gamba per me >> borbotta lui mentre sale sui sedili posteriore, << Meno male che lo ammetti >> gli sorrido io. Quando siamo in macchina inizio a litigare con Jorge per la radio, << E allora? Lascia quella mi piaceva >> impreco io, << La macchina è mia quindi scelgo io >> ribatte lui, io con uno scatto agile cambio canzone, << Oh tua sorella è incredibile >> dice guardando nello specchietto retrovisore per parlare con Fran, << Ti sta bene la prossima volta ci pensi due volte prima di promettergli il mio posto in macchina >> risponde lui. Finalmente arriviamo allo studio, Jorge parcheggia e scendo dall’auto. Respiro già aria di positività, calore e armonia, questo posto mi incanta ancora prima di essere entrata. Un edificio enorme spicca al centro di un enorme stesura di erba con tutti dei vialetti di ciottoli, la struttura è molto moderna, ed è bianca con dei disegni astratti tutti colorati, sopra spicca una scritta enorme e nera “On Beat “. Tutta la gente intorno ha con se strumenti musicali, spartiti e alcuni cercano di intonare delle note seduti sulle panchine del parco circostante. << Entriamo dai >> mi sorride Lodo e ci incamminiamo a braccetto verso l’entrata dello studio. Quando sono dentro rimango ancor più incantata, muri di colori diversi mi circondano, finestre enormi si affacciano su alcune delle aule di musica piene di strumenti. Fran mi fa fare un giro veloce indicandomi le stanze di canto, di musica, quelle di composizione che hanno tutte un palco al loro interno oltre agli strumenti e le aule di danza che hanno grandi specchi. Dopo una decina di minuti la mia prima lezione allo studio inizia. Entriamo in un aula di composizione, saluto tutti i ragazzi che ho conosciuto l’altra sera e sono felice che facciamo tutti parte dello stesso gruppo, almeno la maggior parte delle persone le conosco. Oltre a noi dieci ci sono altri quattro ragazzi, << Devono essere quelli nuovi >> mi dice Mechi che si trova in parte a me. Un uomo abbastanza giovanile con la barba entra nell’aula con un gran sorriso. << Buongiorno a tutti ragazzi >> lo vedo salutare i ragazzi in un modo molto amichevole, da perfino il cinque a Jorge e io li guardo confusa poi sale sul palco e noi attentamente lo ascoltiamo. << Ora io sono Pablo il vostro insegnate di composizione e anche il direttore dello studio “On Beat” >> e tutti i ragazzi a parte me e quelli nuovi applaudono e emettono gridolini, << Ok, Ok calmatevi >> sorride Pablo << Lo so che siete entusiasti ma ora vediamo i ragazzi nuovi che parteciperanno quest’anno alle nostre lezioni. Allora cominciamo, Lara chi è? >>, una ragazza non troppo alta e mora alza la mano e va verso il palco, non ha una faccia molto simpatica << Poi abbiamo Margaret >>, quest’altra ragazza invece è biondissima con due grandi occhi azzurri, sembra molto dolce e timida, anche lei va verso il palco affiancando Lara. << Martina >>, sorrido e vado verso Pablo, << Tu sei la sorella di Francisco >> dice quando mi avvicino, << Si >> risponde mio fratello e io mi volto e lo fulmino con gl’occhi. << E poi ci sono Victor e Alexander >> continua Pablo, il primo ragazzo ha i capelli scuri e gl’occhi grigi come quelli di un gatto, è abbastanza alto e magro, il secondo invece ha i capelli biondi scuri, i suoi occhi sono scuri quasi neri ed è un bel ragazzo. << Bene questi sono i vostri nuovi compagni, ora vi spiego come funzionano le cose qui. Avrete delle lezioni di composizione con me dove comporremo testi e musiche, individuali e di gruppo. Lezioni di canto dove imparerete ovviamente a cantare perfettamente, lezioni di danza dove costruirete coreografie per le vostre canzoni e infine le lezioni di musica dove suonerete gli strumenti. Avremo lezioni di gruppo ma anche lezioni individuali per ogni materia. Attenzione però, dovrete anche voi comporre testi, melodie e coreografie da soli, certamente noi siamo qua per darvi il nostro aiuto ma dovete anche imparare da soli. Avete capito tutto? >> chiede Pablo e in coro rispondiamo di sì. << Domani andate a ritirare i vostri orari, prendete quello giusto perché sono diversi uno dall’altro siccome avete anche le lezioni che farete da soli con l’insegnate >> ribadisce Pablo. Siccome è il primo giorno non facciamo lezione ma ci mostra lo studio e ci fa ambientare con il posto. Mi piace un sacco, al sol pensiero di essere qua sorrido, ancora non posso crederci di avercela fatta, di star per realizzare i miei sogni. Sono appoggiata ad un tavolo e sto parlando con le ragazze, << Tu che strumenti suoni? >> mi domanda Alba, << La chitarra e so strimpellare un po’ alla tastiera >> rispondo << Voi invece? >> chiedo alle ragazze, << Io chitarra classica e elettrica >> mi sorride Lodo, << Io tastiera e chitarra >> parla poi Cande, << Batteria e mi piace un sacco stare al Mixer >> alza la mano Alba, << Io invece la chitarra classica e il basso >> dice spavalda Mechi, << Non vedo l’ora di ascoltare ognuno di voi suonare >>. << I ragazzi sono davvero bravi, è stato Pablo a dargli l’idea del gruppo l’anno scorso >> dice Mechi guardando verso di loro, << Pablo sembra molto disponibile con loro >> dico un po’ confusa, di solito i professori sono abbastanza rigidi sul fatto di socializzare tanto con i proprio studenti, << Qui sono tutti amichevoli, si sono insegnati ma noi li vediamo più come “Amici più grandi che ci insegnano “>> borbotta Cande, << Mi piace >> dico con un sorriso. Dopo mezz’oretta sto parlando con mio fratello e Pablo che sta parlando con Facu e Jorge si avvicina a noi con quest’ultimo, << Allora Martina ti piace lo studio? >> mi chiede con un sorriso, << Si molto >> dico entusiasta << Non vedo l’ora di iniziare >>, << Brava è questo lo spirito giusto >> dice lui << Tua fratello ci ha parlato molto di te >>, io guardo mio fratello e poi torno a parlare con Pablo, << Immagino >> rispondo io, << Non vedevamo l’ora di conoscere le straordinarie capacità della sorella minore di Francisco >>, << Non sono poi così straordinaria come dice lui >>, sono abbastanza imbarazzata, mio fratello è andato a dire agl’insegnati che sono straordinaria, ma cosa gli è saltato in mente? E se deludo le loro aspettative? << Perché non ci fai sentire quanto sei straordinaria? >> mi stuzzica Jorge e dal suo sguardo capisco che sta cercando di vendicarsi, << Non credo che ora vogliano sentirmi cantare >> dico guardandolo minacciosa, << Siamo in un'accademia di musica qui chiunque vuole sentire della musica >> ribatte lui. << Si potresti farci sentire un pezzo se ti va >> mi guarda Pablo << Uno che conosci ovviamente, non mi aspetto che tu abbia una canzone scritta da te >> continua lui. Non so più cosa fare perché quello stronzo di Jorge mi ha incastrato, cantare il primo giorno che sono qua davanti a un insegnate che, per colpa di mio fratello crede che io sono incredibile. << Dai Tini cantaci qualcosa >> mi guarda mio fratello, << Ok >> rispondo. Jorge me la pagherai penso nella mia testa mentre lo fisso storto sperando che lui capisca i miei pensieri. << Posso prendere una chitarra? >> domando, << Certo fai pure >> dice Pablo << Ragazzi ascoltiamo Martina >> richiama lui l’attenzione << Che cosa canti? >> mi chiede poi, << Un pezzo mio >> rispondo e Pablo rimane un attimo di sasso, << Sicura? >> domanda, << Sicurissima >> dico. Salgo sul palco, prendo uno sgabello e mi siedo, sistemo il microfono e impugno la chitarra. La solita sensazione stupenda che provo quando l’afferro si insinua in me, mi trasforma, mi cambia. Guardo tutte le persone difronte al palco e poi lentamente come una carezza inizio a suonare.
 
P.s. : Lo so che avevo detto che avrei pubblicato la prossima settimana ma non ho resistito a scrivere un altro capitolo. A settimana prossima con questa storia, ma questa volta davvero! :P Un abbraccio a tutti voi!
 
   
 
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