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Autore: Night Sins    20/01/2009    0 recensioni
Gakuto camminava su e giù lungo il bordo del campo da tennis senza darsi pace. Se Yuushi l'avesse visto - e soprattutto avesse saputo il motivo che l'agitava tanto - l'avrebbe preso in giro, ne era sicuro; perché Yuushi sapeva essere sadico se voleva e non c'era nemmeno una remota possibilità che potesse scoprire una cosa del genere e pensare di fargliela passare liscia. Nessuna.
(Il 'nuovo personaggio' è Gakuto, appunto. XD)
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Eiji Kikumaru, Nuovo Personaggio, Ryoma Echizen
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'One ship, one fic'
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genere commedia, romantico
rating verde (G/PG)
avvertimenti one-shot, shonen ai
parole 1183 (con Works)
personaggi Eiji Kikumaru; Gakuto Mukahi; Ryoma Echizen
pairing Gakuto/Ryoma
timeline probabilmente durante l'assenza di Tezuka
spoiler nessuno
disclaimer i personaggi non sono miei, ma degli autori e di chiunque ne ha diritto; tanto meno sono utilizzati a fini di lucro, ma solo per mero piacere personale.
note d'autore Yui91, ed io abbiamo deciso che OGNI ship di PoT, più o meno probabile, debba avere almeno una fic (di qualsiasi lunghezza) tutta per sé, quindi... ecco qua il mio secondo contributo a tale nobile causa! XD
Ah, il titolo è lo stesso di un altro manga... non posso dirvi molto di quel manga, in realtà non lo conosco affatto XD, solo che ho letto quella frase e mi ha ispirato per scrivere questa fic, quindi mi sembrava giusto lasciarlo così, anche se poi non ha moltissimo a che vedere con la fic stessa. XD



Gakuto camminava su e giù lungo il bordo del campo da tennis senza darsi pace. Se Yuushi l'avesse visto - e soprattutto avesse saputo il motivo che l'agitava tanto - l'avrebbe preso in giro, ne era sicuro; perché Yuushi sapeva essere sadico se voleva e non c'era nemmeno una remota possibilità che potesse scoprire una cosa del genere e pensare di fargliela passare liscia. Nessuna.
Ma infondo come avrebbe potuto vederlo, lì?
Cosa ci avrebbe dovuto fare lui, Oshitari Yuushi, tensai della Hyotei, ai bordi dei campi di allenamento della Seigaku?
Assolutamente nulla, certo. Non c'era nessun motivo per cui il suo compagno sarebbe dovuto passare di là.
Certo, non era che non avrebbe voluto dirglielo in assoluto - sarebbe stato impossibile comunque, giocavano in doppio e Yuushi aveva la stupefacente capacità di capirlo meglio della maggior parte delle persone che lo conoscevano -, però glielo avrebbe detto lui, con calma, con i suoi tempi e ad una certa distanza di sicurezza. (Perché il pensiero di dirglielo glielo faceva immaginare tipo un assassino? Non riusciva a rispondersi, ma una parte di sé gli diceva che doveva far le cose con cautela.)

"Ehi, cosa ci fai tu qui?!", la voce di Kikumaru lo fece riprendere dai propri pensieri.
L'acrobata della Seigaku lo guardava minaccioso, l'indice puntato contro l'avversario, intorno a lui il resto della squadra.
Mukahi osservò il gruppo, per un attimo quasi si era scordato dove era - sì, pure nel rammentare che non c'era motivo per cui Yuushi sarebbe dovuto essere lì, aveva scordato lui stesso che avrebbe potuto incontrare tutti i membri della Seigaku!
"Devo parlare con Echizen." disse dopo alcuni istanti e Eiji scattò indietro, abbracciando il loro ochibi e intenzionato a proteggerlo.
"Non ti permetterò di fargli del male, nya!"
"Cosa vuoi da lui?" domandò Momoshiro, facendosi avanti.
"Solo parlargli, in privato." rispose Gakuto a denti stretti, trattenendosi dal rispondere male a quella banda d'impiccioni, come li aveva mentalmente soprannominati.
"Okay." disse Ryoma.
"Ma Ochibi-chan, è pericoloso, nya! Chissà cosa può farti quello lì, nya!" protestò Eiji allungando un braccio verso 'quello lì' e continuando a tenerlo stretto con l'altro.
"Tranquillo, Kikumaru-senpai, non mi succederà nulla." rispose il ragazzo.
"Beh, anche se dovesse tentare di fargli qualcosa di male, non ci sono molte probabilità di riuscita, infondo non è così più alto del nostro Echizen." intervenne Inui.
"Cosa vorresti dire?!" sbottò Gakuto, arrabbiato.
"Che sei basso." risposte tranquillamente Ryoma e Gakuto si voltò a fulminarlo con lo sguardo.
Poi notò che era riuscito a liberarsi dalla guardia di Kikumaru così ne approfittò per avvicinarsi velocemente a lui, gli prese il polso destro con la mano e se lo trascinò via.
"NON seguiteci!" urlò mentre si allontanava.

"Non mi fido, nya." sbuffò Eiji.
"Nemmeno io." concordò Momoshiro.
"Sono carini." commentò Fuji, con uno dei suoi soliti sorrisi.
"Che vorresti dire, nya?"
"Che è ora di cominciare gli allenamenti." rispose Oishi posando le mani sulle spalle dell'altro membro della Golden Pair e spingendolo, come a guidarlo verso l'entrata dei campi.
"Ma io non mi fido di quello lì. Non siete preoccupato per il nostro ochibi, nya?!" domandò ancora voltandosi verso il compagno e il proprio migliore amico, seppur camminando.
"Non gli farà nulla..." rispose Oishi in un soffio, esasperato, mentre Fuji continuava a sorridere.

"Dove stiamo andando?" domandò Ryoma, atono.
"Oh... Sì..." rispose Gakuto fermandosi all'improvviso. Solo allora notò che lo stava ancora tenendo con la mano; lo lasciò andare.
"Allora?" incalzò il più piccolo, le mani in tasca.
Gakuto lo osservò a lungo, in silenzio, perso nei propri pensieri; tormentato da essi. Gli era sembrato tutto così facile, quando aveva deciso di andare lì, ed ora invece non sapeva cosa dire.
Echizen sbadigliò, annoiato.
"Torna quando saprai cosa devi dirmi." disse e si voltò intenzionato ad allontanarsi.
Mukahi lo guardò alcuni istanti, perché doveva rendere sempre tutto più difficile? Sbuffò; poi, quando già Ryoma era a diversi metri da lui, lo richiamò.
"Aspetta!" urlò e velocemente lo raggiunse, facendolo voltare verso di sé, "Volevo solo..."
"Hn?"
Gakuto si guardò intorno, non c'era nessuno, ma erano in mezzo alla strada.
Lo trascinò dietro ad un albero e quando fu sicuro che nessuno li avrebbe visti lo baciò.
"Era da tanto che non ti vedevo..." borbottò il giocatore della Hyotei spostando lo sguardo dal volto dell'altro.
"E' pericoloso... non dicevi non volevi lo sapessero?" domandò, vago, Ryoma appoggiandosi all'albero, le braccia incrociate.
"Non è che non voglio che lo sappiano... non... beh, sono preoccupato da quel che possano dire... Hai visto cosa hanno..."
Non fece in tempo a finire la frase che Ryoma lo aveva interrotto posando le proprie labbra sulle sue.
"Non sono fatti loro." disse poi prendendolo per mano e intrecciando le dita con le sue.
Gakuto sorrise appena. "Non lo sono, però, ti creerà qualche problema... Sono di una squadra avversaria e quel Momoshiro..." disse il nome con astio, non gli era mai piaciuto fossero così vicini.
"Momo-chan-senpai non ha il controllo della mia vita." sbuffò Ryoma.
"Ma non mi piace..." brontolò l'altro ragazzo.
"Almeno noi non giochiamo sempre in doppio."
Colpito e affondato; aveva scordato di quanto anche lui fosse geloso.
"Ma lo avete fatto." rispose, per puro orgoglio.
"Non certo con ottimi risultati."
"Avete vinto..." gli ricordò Mukahi.
"Quello era sicuro, ma non è il punto!"
Si stava innervosendo... erano entrambi due tipi testardi, lo sapeva, e se nessuno dei due decideva di smetterla sarebbero potuti andare avanti per ore intere.
"Okay, okay, basta. Smettiamola qui!" disse abbracciandolo "Non voglio litigare."
Ryoma ci mise alcuni secondi, ma alla fine si rilassò tra le braccia dell'altro. "Scusa..." mugugnò, non era bravo a chiedere perdono.
Gakuto scosse la testa, "Non è stata solo colpa tua."

"Ochibi-chan! Ochibi-chan, dove sei, nya?"
La voce di Kikumaru li raggiunse e Mukahi sbuffò.
Echizen uscì dal suo nascondiglio, ma Gakuto gli prese la mano e lui lo guardò sorpreso prima di venir stordito dall'urlo del suo senpai.
"Cosa stai facendo al nostro Ochibi-chan, mostro?" urlò ancora Eiji.
L'acrobata dello Hyotei lo guardò innervosito, poi fece un sorrisetto sarcastico e posò le sue labbra su quelle di Ryoma.
Kikumaru per poco non svenne, ma si riprese quasi subito. "Aaaaah! Lo sapevo, sei un maniaco!" urlò di nuovo "Ochibi-chan, allontanati da lui!"
Fece per allungarsi e 'sottrarlo alle grinfie di quel mostro', ma Gakuto fu più veloce e strinse Ryoma a sé.
Eiji prese il più piccolo per un braccio e tentò di tirarlo via, non ascoltando le sue proteste che lo informavano che andava tutto bene. Solo all'ennesimo "E' tutto a posto, Kikumaru-senpai." il ragazzo si fermò ad osservarlo.
"Cosa? Cioè... tu... voi..." Eiji lo lasciò andare, sconvolto.
Gakuto gli fece una linguaccia continuando ad abbracciare il suo Ryoma, come lo informò subito dopo.
"Oishi vuole che tu venga ad allenarti..." mormorò Kikumaru, atono, prima di fare dietro-front e tornare verso i campi da tennis.
"Mi sa che è meglio se vada, ora..." disse poi Ryoma.
"Okay, ti aspetto allora... che sono sicuro sarebbero capaci di rinchiuderti da qualche parte!"
"Mada mada dane." rispose con il suo solito sorriso strafottente, allontanandosi.
   
 
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