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Autore: HoshiTaniguchi_    15/07/2015    1 recensioni
"Da quel giorno io, ho giurato vendetta"
E' così che iniziano le avventure di Himitsu e del gruppo Delta, partiti per un anno di avvenute nella speranza di passare l'esame che li vedrà diventare cacciatori di demoni a tutti gli effetti, ma solo una persona riuscirà davvero! Chi sarà mai?
Una storia che presto diventerà un manga, una storia che prevede spiriti e demoni giapponesi e non solo!
Spero vi piaccia :)
-Hoshi
Genere: Avventura, Guerra, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Salve a tutti! Propongo qua la storia del mio manga! Avrei dovuto disegnarla in stile manga a dire il vero, ma purtroppo per mancanza di tempo, mancanza di materiale e altre cose non sono mai arrivata. Anche perchè devo ancora imparare bene a fare i paesaggi, e dato che ci sto lavorando da 5 anni su questo manga, non vorrei mai fare una cazzata e rovinare tutto per la mia incapacità di fare i paesaggi x''Chiedo scusa a tutti coloro che mi seguono in pagina su facebook, so perfettamente che vi avevo promesso il manga ma come ho già detto il tempo è mio nemico(?)Vi chiedo dunque di perdonarmi e se vi va di leggere la storia, anche se non è come leggere un manga, lo capisco bene *piange*Grazie ancora per il vostro supporto, non vi ringrazierò mai abbastanza!Per tutti coloro che invece non sanno chi sono(?) (ed è un bene, davvero) vi lascio la mia pagina facebook in fondo al testo, così potrete decidere se seguirmi anche li o mandarmi a quel paese per questo abominio(?)

Vi lascio dunque al primo capitolo :''

Grazie ancora <3

-Hoshi


悪魔 ✮ ハンター

 

Capitolo 1: Gruppo Delta.

 

«Ero una bambina di appena 5 anni quando accadde.

La luna troneggiava nell’alto di quella notte buia e senza stelle, ed io  sedevo guardando fuori dalla finestra. All’improvviso un boato mi fece sussultare. Sentì altri rumori, vetro che si infrangeva al suolo, urla acutissime che si spegnevano in un attimo e dei passi che non riuscivo a riconoscere. Presi tutto il mio coraggio, rotolai giù dal mio enorme letto e mi diressi verso il lungo corridoio buio dal quale provenivano quei passi sconosciuti.

Vidi i miei genitori uccisi, ma nonostante questo provai a chiamare “mamma” e “papà” un paio di volte, ma questi non mi risposero.

I segni su i loro corpi, anche se ero solo una bambina li conoscevo bene: demoni.

Da quel giorno io, ho giurato vendetta.»

 

«Siete ormai giunti al vostro sesto anno. Questo vuol dire che ora avranno luogo i tanto attesi esami. Come avete potuto notare, al vostro ingresso in sala, vi è stato dato un biglietto. E come avete ben visto vi è scritto il luogo dove incontrerete la vostra futura squadra con la quale dovrete passare un anno insieme ad annientare demoni e purificare spiriti. Incontrerete anche l’insegnante che vi seguirà durante l’anno. Ma ricordate: solo una persona vincerà questo esame e diventerà a tutti gli effetti cacciatori di demoni. Gli altri potranno diventare assistenti, o quello che vogliono. In ogni caso, buona fortuna a tutti e che vinca il migliore!»

il buffo preside aveva appena dato il via libera, Himitsu era così eccitata di incontrare la sua nuova squadra! Aprì velocemente il biglietto dal colorito giallognolo e con sua immensa sorpresa lesse il nome del suo insegnante preferito: «Questo esame sarà più divertente del previsto» si disse e si incamminò verso il limitare della foresta, dove era il suo punto di ritrovo.

«Attenti demoni» cominciò a canticchiare «Himitsu, la futura cacciatrice di demoni è qua!»

Si era tolta la formale divisa scolastica e si era messa qualcosa di più comodo e molto più “adatto a lei”: una camicia bianca dalle maniche lunghe arrotolate fino al gomito, un reggiseno militare che lasciava scoperta la pancia, un paio di jeans cortissimi tutti sfilacciati, delle lunghe calze bianche che le arrivavano fino a più di metà coscia e degli stivaloni neri lunghi fino al ginocchio con dei richiami rosa e come ultimo tocco finale degli occhialoni da sci  bordati di nero con le lenti rosa fluo.

Himitsu era sempre stata una ragazza diversa da tutte le altre. Non era esattamente la rincarnazione della parola “femminilità”, anzi, a dirla tutta era un maschiaccio: mangiava per un esercito, ruttava senza alcun contegno ridendo delle proprie gesta e fin da piccola adorava fare i dispetti, bambino o bambina che fosse, non ci pensava due volte a lanciare vermi e insetti vari alle sue povere vittime che scappavano piangendo. Forse era per questo che non aveva molti amici, ma bene o male non le importava perchè così era riuscita a concentrarsi sugli studi dell’accademia e infatti, modestia a parte, era un piccolo genio.

«Ehy, ma non c’e ancora nessuno? Eppure il posto è giusto» si disse mentre si guardava intorno.

«Uffa», sbuffò «Sono l’unica che ha sete di avventura?»

«Lo sai che… parlare da sola è il primo sintomo di pazzia?»

Un ragazzo alto, biondo, con gli occhi azzurri e una montatura degli occhiali arancione che gli scivolava sul naso, stava avanzando verso di lei.

«Cyoukui!” urlò Himitsu sorpresa. «Non dirmi che ti manco già?»

Il ragazzo scrollò le spalle, indossava una maglietta a righe bianca e nera coperta in parte da un giubbotto di jeans senza maniche sul quale era appuntata una spilla con una faccina sorridente, un paio di jeans da cui facevano capolino due all stars nere.

«In verità sono nel tuo stesso gruppo.» disse con un ghigno.

«COSA?» urlò Himitsu. «No, non ci credo fammi vedere il biglietto!»

Cyoukui glielo porse, e la ragazza quasi svenne.

«Non è possibile» disse. «Ma vuoi lasciarmi in pace?! Fin da quando avevamo 6 anni sei sempre stato nella mia stessa classe, stesso club sportivo, stessi interessi negli altri club! Quando pensavo di essermi sbarazzata di te, eccoti che tu sbuchi dal nulla! Ma mi vuoi lasciare in pace?» Himitsu era esasperata.

Ma era proprio così. Da quando i suoi genitori furono uccisi, e lei si ritrovò nell’orfanotrofio, lui le era sempre rimasto accanto, nonostante lei cercasse disperatamente di liberarsene. Quanti vermi lanciati sulla testa di quel biondino senza che lui si lamentasse minimamente.

Era diventato una specie di rituale, non occorreva neanche leggere in che classe erano stati smistati per sapere, che ancora una volta erano l’uno accanto all’altra, ma nonostante questo, Himitsu aveva sperato almeno una volta di essersene liberata finalmente, per questo era rimasta tanto turbata quando se l’era ritrovato davanti.

«Non siamo neanche partiti, che già litigate?»

Un uomo alto, dai lunghi capelli corvini legati un un codino dietro la testa aveva fatto il suo ingresso nel comico quadretto che si stava svolgendo.

Indossava una lunga veste bianca, in stile settecentesco con tanto di bavero incorporato. Una spessa cinta di cuoio gli legava la vita. I stretti pantaloni neri di finta pelle fino al ginocchio e infine un paio di scarpe nere con la fibbia dorata e ricamata finemente.

«Professor Hankon!» Himitsu si precipitò al suo cospetto, e con gli occhi che brillavano di commozione riempì il nuovo arrivato di complimenti che fecero venire i brividi di disgusto al povero Cyoukui. «Oh, professore! Non sa come ero felice quando ho letto il suo nome sul foglietto! Non stavo più nella pelle! Lei è assolutamente il migliore! In fin dei conti, è vero no? Quel che si dice in giro? Che ha ucciso quei demoni a mani nude? E’ per questo che ha la cicatrice sull’occhio no? Oh professore! Voglio diventare come lei! Sarà sicuramente fantastico quest’anno insieme a lei! Ohmiodio non sto più nella pelle!»

Non aveva neanche finito di parlare e di lodate il suo mito che arrivò una ragazza accompagnata da due bambini che le trottorellavano dietro.

«Siete voi il gruppo Delta, giusto?»

Aveva uno stranissimo colore di capelli: vicino al cuoio capelluto, così come sulle punte erano violacei, poi si tingevano di blu scuro fino a diventare nel mezzo, color acqua marina.

Indossava una felpa grigio scuro coperta da un pesante cappotto rosso, una gonna a balze dei pantaloncini aderenti a righe verticali fino alle ginocchia e un paio di stivaletti con sia lacci che strap.

«Si siamo noi.» aveva risposto il professor Hankon.

«Sono così felice che ci sia una ragazza! Pensavo di essere l’unica in questo branco di scimpanzè! Io sono Himitsu, piacere di conoscerti!»

«P-piacere mio, Kagaku»

I due bambini che erano dietro a Kagaku, dovevano essere gemelli. Uno aveva i capelli di un intenso arancione così come gli occhi e il fiocco che portava al collo, invece suo fratello era biondo quasi accecante, un giallo quasi evidenziatore, così come gli occhi e anche il suo fiocco era del medesimo colore. Entrambi indossavano un enorme poncio bianco con ricamature dei rispettivi colori.

«Voi non sarete mica…» intervenne Himitsu incuriosita dai bambini che fino ad un secondo prima non aveva neanche notato. «i bambini prodigio di cui si parla tanto?»

«Si siamo noi.» rispose il bimbo il rosso con un tono da sapientone.

Himitsu questa volta rischiava veramente di rimanerci secca. Il suo sogno di essere la numero uno e di passare l’esame era letteralmente sparito, o meglio, non ce l’avrebbe mai fatta contro quei due!

«Io sono Oreji, e lui è il mio fratellino Kiiro.»

«Sono proprio loro! Si dice che siano passati senza alcuna difficoltà la sessione d’esame scorso! Perfino io ho avuto problemi, ma solo in chimica. Sia ben chiaro, marmocchi! Non mi farò mettere il bastone nelle ruote da due bambini petulanti!”

«Questi “bambini petulanti” come li hai chiamati tu, sono più intelligenti di te!» urlò Oreji con tanto di pernacchia a fine frase.

«Ve lo faccio vedere io chi è la migliore! Lasciateli a me, lasciateli a me!» Meno male che intervenne Cyokui, che con poco sforzo prese Himitsu per la vita e la trascinò lontana dai due gemelli.

«Ci aspetta un anno molto lungo.» disse Hankon lanciando delle occhiatacce soprattutto riferite al caratterino di Himitsu «Vediamo di andare d’accordo, di collaborare, e non litigare ogni due per tre.” Sempre più rivolto ad Himitsu. «Ora.» e guardò il registro «Siamo tutti presenti, che ne dite di partire?»

Con una sola velocissima mossa, Himitsu riuscì a liberarsi dalla stretta di Cyoukui urlando al cielo un potentissimo «SI, AVVENTURA!!»

 

E così iniziò l’esame che avrebbe visto come vincitore una sola persona.

Iniziarono le avventure del gruppo Delta, chissà come se la caveranno nel loro primo incarico!

Tutto nel prossimo capitolo(?)



-Hoshi ✮ Taniguchi


Questo capitolo più che altro è stata una descrizione dei personaggi principali, ed eccoveli disegnati dalla sottoscritta x'''
Sono solo bozzetti, fatti in fretta e male, vabbè!
Nel prossimo capitolo inizierà la vera avventura del Gruppo Delta che lo vedrà impegnato nel suo primo "esercizio" x'''
Grazie di essere giunti fin qua giù!

-Hoshi.
Ps. Ah già, dimenticavo: https://www.facebook.com/pages/Hoshi-Taniguchis-Art/166644490205999?ref=bookmarks
Eccovi il link, Bye <3

  
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