Fumetti/Cartoni europei > Angel's friends
Segui la storia  |       
Autore: SilverEmperess001    15/07/2015    1 recensioni
La seconda parte dello stage comincia,all'insegna dell' avventura.
Si stringeranno nuove amicizie,si approfondiranno vechi rapporti e si incontreranno nuovi nemici.
E qualcosa di misterioso so risveglia,portando scompiglio nelle già dinamiche vite degli stagisti.
Siete curiosi? Bene, allora leggete!
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Quasi tutti, Raf, Sulfus | Coppie: Raf/Sulfus
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
da pubblicare

Capitolo 7


Incubo


L'aria fresca sverzava la pelle del giovane demone ancora svenuto. Un profumo dolciastro di fiori?- riempiva l'ambiente circostante.

Non riuscendo a capire dove si trovasse, Sulfus aprì gli occhi: il cielo al crepuscolo era rosso fuoco, con venature viola e arancione,con piccoli cirri che ne riflettevano le tonalità.

Guardandosi intorno,si ritrovò circondato da un campo di fiori rossi,in cui si inoltrava un sentireo di terra battuta,contornato da cespugli bassi e alberelli di pesco.

Il giovane chiuse gli ochi: l'ultima cosa che ricordava era di essere sotto l'influsso malefico di suo fratello.

-Quindi dovrebbe essere un incubo?- si chiese incerto,dovendo decidere tra l'aspettare passivamente il susseguirsi degli eventi o intraprendere il sentiero che probabilmente l'averbbe condotto ad una terribile sfida.

In cuor suo,il devil sapeva che doveva proseguire se davvero voleva avere la speranza di fuggire da quel luogo ingannevole,ma le sue gambe si rifiutavano di muoversi.Prese un respiro profondo e deglutì un paio di volte: finalmente trovò la forza di far muovere il suo corpo,nonostante il cuore palpitante di esitazione e paura, preparandosi a tutte le sfide che avrebba potuto incontrare.

_-_-_-_-_-_-

Il tempo sembrava non scorrere in quel perpetuo tramonto; persino il sentiero sembrava interminabile e immutabile,finchè non scorse in lontananza un intrico di rami,che formavano un elegante gazebo.

La speranza di trovare una via di uscita si riaccese nel suo cuore e gli permise di correre verso quella meraviglia della natura,ma giunto sul posto,piegandosi poi sulle ginocchia per riprendere fiato,si sentì gelare il sangue: in quell'intreccio incantato,che proteggeva con i suoi rami un giaciglio di rose bianche e rosse e pallidi crisantemi, poggiava il corpo di una giovane donna,fasciata da un abito scarlatto,con capelli color dell'oro sparsi sul suo giaciglio e labbra rosse che spiccavano sulla sua carnagione ormai pallida. Teneva le braccia incrociate in modo che le mani si posassero sul petto,proprio dove si trovava il suo cuore oramai immobile.

Sulfus si avvicinò lentamente,con il cuore in gola.Quando raggiunse la tomba,riconobbe la sua adorata Raf: avvicinò una mano tremante al viso dell'angel e le accarezzò una guancia,indugiando con le dita sulla pelle morbida e fredda,fino ad arrivare ad accarezzarle le labbra con il pollice.

Rimase in quella posizione per un tempo che pareva infinito,fino a quando la sua immobilità fu interrotta da una lacrima calda e solitaria che corse lungo il viso,fino a cadere sul petto,come se volesse rinsaldare il suo cuore spezzato dalla sofferenza.Quando iniziò a singhiozzare silenziosamente,decise di allontanarsi da quel macabro spettacolo,ma quando ritirò la mano ,sentì qualcosa di liquido e appiccicoso sul suo palmo,che piano piano colava lungo il braccio,macchiando la manica della maglietta.

All'inizio pensò che fosse uno scherzo giocato dai suoi nervi,ma poi si convinse a guardare e rimase come paralizzato: la sua mano era ricoperta di sangue fresco,che scorreva senza sosta in rivoli lucenti e scarlatti.

Spaventato,cercò di scappare , ma quando mosse i primi passi,circondato dal pesante profumo di fiori e morte,sentì una fitta pungente alla mano,circondata da un rovo pieno di spine che lentamente e inesorabilmente risaliva lungo il braccio.

Sulfus provò a strapparlo,ma senza successo,poichè il rovo ricresceva sempre più forte e pungente.

Quando si arrese,ricominciò a camminare ,cercando una possibile via di uscita;intanto la brezza che trasportava l'odore dei fiori andava via via a trasformarsi in un vento gelido,strappando petali e fili d'erba . Confuso da quell'improvvisa bufera,Sulfus perse definitivamente la strada e la speranza,fino a quando non udì una flebile voce trasportata dal vento,che diveniva sempre più forte e furente: È tutta colpa tua!-

Sulfus non capiva a chi potesse appartenere la voce,tanto era distorta dal vento , così tese l'orecchio e si concentrò cercando di percepire qualche particolare che potesse sembrargli familiare, ma , mentre il vento lo percuoteva sempre più forte, fino a sollevarlo da terra,si rese conto di ritrovarsi in uno dei suoi incubi peggiori: riconobbe la voce della persona che più amava al mondo e comprese solo in quel momento di essere la causa della morte e della furia del suo angelo.

Raggiunta questa consapevolezza,il vento cessò e Sulfus cadde stanco e provato a terra e,sbattendo la testa, svenne.

_-_-_-_-_-

Una forte luce lo colpii in viso,facendo scoppiare dietro le palpebre una moltitudine di luci arancioni e rosse.

La puzza ormai familiare di zolfo e bruciato gli invase le narici,costringendolo ad aprire gli occhi ed alzarsi.Bastò un occhiata per capire di essere a casa , a Zolfanello City.

Fece un passo,poi un altro e un altro ancora,finchè in quel girovagare distratto,quando capì che qualcosa non quadrava,come se il terreno sotto i suoi piedi si stesse ingrandendo e la distanza da percorrere aumentasse sempre più.

Sempre più nervoso,si mise a gridare:- Ma che diamine succede?!- , quando si accorse che dalla sua gola non uscì la sua solita voce profonda, ma una vocetta stridula e infantile. Subito si coprì la bocca con le mani e contò fino a dieci,per poi avvicinare le mani al viso: erano piccole e paffute,come quelle di un bambino.

Mettendo insieme i pezzi,si rese conto di essere di nuovo piccolo e con sospiro di rassegnazione pensò:-Cavoli,ora cos'altro può succedere?-

Confuso e abbattuto,il piccolo Sulfus si sedette per terra,cercando di trovare una via d'uscita da quella situazione strampalata:-Dubito che Morgan mi faccia uscire da qui semplicemente chiedendoglielo... E non si vede che terra per kilometri!-

Non sapendo più cosa fare,Sulfus decise di fare la cosa più semplice: camminare. Era sicuro infatti che suo fratello non lo avesse spedito lì per niente e che qualunque cosa lo stesse aspettando,doveva essere raggiunta il piu velocemente possibile.

-Tolto il dente,tolto il dolore- pensò mentre raggiunse un imponente struttura abbandonata. Avvicinandosi si accorse che era una villa in mattoni di due piani,su cui serpeggiavano rami d'edera bruciacchiati. I muri presentavano molte crepe e le finestre avevano i vetri crepati o del tutto frantumati,certe presentavano persino delle sbarre.

Osservò il maniero per qualche istante,senza veramente riconoscerlo,fino a quando in un lampo non ricordò chi quella villa immensa ospitava: un brivido gelido gli attraversò la spina dorsale e gli si mozzò il fiato quando ricordò di avere passato lì un anno della usa vita. La tristemente famosa Villa Vulcano.

Nonostante lo stato di malessere in cui si trovava,il piccolo Sulfus si mosse verso l'ampio cancello di ferro battuto che segnava il confine tra l'orfanotrofio e il mondo esterno,decidendo una volta per tutte di porre fine a quella storia.

Aprii il portone ritrovandosi in un cortile ricoperto di ghiaia e sassi,circondato da erba secca e fiori appassiti e pieno di bo9ttiglie di vetro,cicche di sigarette e siringhe lasciate dai ragazzi che scambiavano quel posto per una discarica.

Il piccolo percorse qualche metro,finchè non sentii un rumore sospetto alle sue spalle.Si girò per controllare chi lo stesse seguendo e ciò che vide lo lasciò senza fiato: bambini,schierati in file ordinate,come un piccolo plotone di esecuzione pronto a sterminare la preda. Lo sguardo che rivolsero all'intruso era carico di disprezzo e un vociare maligno si levò.

Quando Sulfus cercò di allontanarsi in preda al panico,il gruppo di bambini avanzò dapprima lentamente,poi sempre più veloci,lanciandosi come dei piccoli leoni a caccia di una gazzella.

Sulfus cercò di scappare imboccando il cancello,ma senza risultati poiché il cancello si chiuse con un cigolio mesto.

Ormai in trappola,Sulfus si limitò la stringere le sbarre arrugginite del cancello, riflettendo sul perchè si trovasse in quel luogo.

Appena uscì dall'ospedale,fu portato a Villa Vulcano dove avrebbe dovuto aspettare che i documenti per il suo affidamento fossero pronti.

Purtroppo il suo incidente attirò molta attenzione e tutti i media non fecero che speculare sulla morte dei suoi cari e sul fatto che lui fosse l'unico sopravvissuto.

Appena varcò le porte della villa,si ritrovò nell'atrio, dove uno stuolo di bambini si fermò a fissarlo.

Solo dopo capì che quello era solo l'inizio del suo supplizio: ogni volta che percorreva un corridoio o si ritrovava in una delle sale da gioco veniva chiamato “ il bambino del disastro” o “catastrofe ambulante” oppure veniva semplicemente picchiato da gruppi di ragazzini che giorno dopo giorno trovavano il modo sempre più crudele di tormentarlo.

Fu un esperienza orribile,che non avrebbe mai voluto ripetere in vita sua,un esperienza che non avrebbe augurato nemmeno al peggiore dei suoi nemici.

Eppure il destino ha contorto e curioso senso dell'umorismo e in un modo o nell'altro,i nostri desideri non vengono mai esauditi.

Alla fine,Sulfus lasciò le sbarre del cancello,si girò e abbassò lo sguardo a terra,arrendendosi al suo destino ed aspettando che l'ondata di piccoli devils lo travolgesse.

Quando fu raggiunto,Sulfus fu calpestato,preso a calci e pugni.Gli misero persino le mani al collo.

Il suo primo istinto fu quello di riempire il più possibile i polmoni e gridare per attirare qualcuno e farsi aiutare,ma tutto quello che riuscì a fare fu solamente emettere un sibilo roco e soffocato.Lentamente,il mondo che lo circondava diventava sempre più distante,i suoni più ovattati e il dolore diventava solo un fastidioso pulsare.Alla fine,perse conoscenza e venne inghiottito definitivamente dall'oscurità.

_-_-_-_-_-_-

Intanto,nel mondo reale,gli altri sempiterni riuscirono a scuola senza farsi scoprire e ad infilarsi nei propri letti per godersi il meritato riposo.

Riposo,si, ma no per tutti: la giovane Raf non riusciva a prendere sonno.

Non sapeva perchè,ma il suo settimo senso continuava a darle il tormento.Eppure era sicura che non ci fosse nulla da temere,nessun pericolo dietro l'angolo, né per lei,nè per le persone che amava. Però sapeva anche che raramente il suo settimo senso si sbagliava,così decise di alzarsi dal letto il più silenziosamente possibile,si rivestì e uscì dalla finestra.

Una volta allontanata dalla scuola,chiuse gli occhi e si fece guidare da quella sensazione di vuoto che le veniva ogni volta che captava un pericolo.Si stupì quando,aprendo gli occhi,si ritrovò nella piazza dove , pochi minuti prima, stava passando una delle serate più belle dell'anno.

Confusa,si guardò intorno per capire dove potesse nascondersi un potenziale nemico,quando sentì dei passi in lontananza.Decise di nascondersi dietro un muretto che separava dei tavolini dalla piazza principale,si accucciò senza far rumore e osservò la piazza circostante.

Improvvisamente vide un ragazzo ,probabilmente della sua età,abbastanza alto; si stava avvicinando alla fontana,da dove trascinò il corpo inerme di un'altra persona.

Quando Raf sentì una stretta al cuore,capì finalmente chi erano i due sconosciuti: Sulfus e Morgan.

-Sai,non è divertente come pensavo- disse all'improvviso il rosso,

-Ti preferirei sveglio,così potrei spaccarti questo bel faccino!-,poi si alzò e gli diede un buffetto sulla guancia,che lasciò una macchia rossa sul volto pallido del moro.

Allora Raf realizzò che Sulfus doveva essere sotto l'effetto di una specie di ipnosi,così decise di utilizzare il Think Fly per penetrare nella mente del devil ed aiutarlo.Si concentrò,attivò il think fly ed aspettò,finchè le palpebre non si fecero pesanti e non si sentì come risucchiata da un vortice.

-_-_-_-_-_-_-

Raf capii di aver ripreso conoscenza quando sentì tanti piccoli scoppiettii.Appena aprii gli occhi,si guardò intorno,ritrovandosi circondata da cespugli secchi,rocce crepate e fiocchi di cenere,il tutto illuminato da una luce rossa e soffusa;in lontananza,intravide una villetta in fiamme.Si diresse verso la casa,come attirata da una forza magica: sentiva che qualcosa di importante stava accadendo e lei doveva assistere,come se un'importante mistero fosse sul punto di essere svelato.

A pochi passi dalla casa,intravide delle persone: un uomo in nero con un bambino svenuto tra le sue braccia e un'altro bambino steso a terra,ferito e ustionato,molto probabilmente in fin di vita.

Improvvisamente l'uomo in nero aprii un portale e,rivolgendo un un ultimo sguardo rabbioso verso il ferito a terra,fuggì portando via il bambino tra le sue braccia.

Appena il portale fu richiuso,Raf corse verso la casa in fiamme intenzionata a salvare il bambino in pericolo,finché non vide una figura inginocchiata a terra,intenta ad osservare il macabro spettacolo. L'angel capii subito di chi si trattava,così si avvicinò lentamente,inginocchiandosi di fronte al devil tremante e con gli occhi sbarrati:-È tutto finito. Adesso ci sono io con te.-

Lentamente,Raf sollevò le braccia e circondò la vita del devil,stringendolo in un dolce abbraccio.Sulle prime,Sulfus rimase rigido,ancora sconvolto da ciò che aveva visto,ma poi si lasciò andare,stringendo a sua volta l'angel.

Solo in quel momento Raf si rese conto della vera forza del ragazzo,che nonostante le sofferenze a cui è stato destinato,vive ogni giorno con il sorriso e quella patina di ironia e menefreghismo che caratterizza i devils.

Commossa da quella rivelazione,gli accarezzò il viso e con voce dolce gli disse:-Adesso torniamo a casa,va bene?-

Lui si limitò ad annuire,mentre l'angel richiamò a sé le forze necessarie per uscire da quell'incubo.

-_-_-_-_-_-

Nel frattempo,Morgan si rialzò per sgranchirsi le gambe,guardò il fratello addormentato e disse:- Io vado a fare un giro,vedi di non muoverti.- Ridacchiò di gusto per la battuta e si allontanò.

Intanto gli altri due sempiterni ripresero i sensi,aspettando poi che Morgan si allontanasse,così Raf si avvicinò al ragazzo rimasto per controllare che stesse bene:-Santo cielo,come ti senti? Ti ha fatto del male? Sei ferito? Ero preoccupatissima,non sapevo cosa fare!-

Raf smise improvvisamente di tempestarlo di domande e lo abbracciò forte.

-Angioletto,forse è meglio andarsene.Non siamo al sicuro qui.

Sulfus si guardò intorno per accertarsi che la via fosse libera,poi prese l'angel per mano e insieme corsero via,verso la strada opposta a quella presa dall'altro devil.

Corsero per almeno mezz'ora,finché non trovarono un vicolo appartato dove si poterono nascondere.

Raf si appoggiò al muro e, riprendendo fiato,chiese:-Cosa vuole Morgan da te?-

Sulfus non l'ascoltò nemmeno,mentre, riflettendo ad altra voce,camminava avanti e indietro per il vicolo:-Come ho fatto a non capirlo prima... Era così evidente!Dove diamine è stato per tutto questo tempo... Senza neanche cercare di contattarmi! Ed io,che lo creduto morto per tutto questo tempo...-

-Daresti qualche spiegazione anche a me,se non ti dispiace?- lo interruppe lei spazientita.

Sulfus si fermò,rivolgendole un sguardo sofferente,sospirò e iniziò a raccontarle tutto,dallo strano atteggiamento di morgan fino alla fuga di qualche minuto prima.

-Un momento- disse l'angel preoccupata – cosa dovrebbe accadere questa sera?-

-Non lo so- rispose lui- ma dubito si tratti di qualcosa di buono.

All'improvviso,una voce in fondo al vicolo esclamò:- Questo dipende dai punti di vista!-

La coppia sgranò gli occhi,ormai coscienti della presenza dell'altro gemello,Flare.

-Sapete,detesto giocare al gatto col topo,quindi facciamola semplicemente finita,ok?-

Si avvicinò ai due ragazzi e Sulfus notò che stringeva qualcosa in mano,una pietra per la precisione :- Cos'è quella?- chiese in tono sospettoso.

Flare abbassò lo sguardo sulla sua mano,poi ritornò a fissare i due ragazzi .- Oh,questa?- disse alzando la mano per far vedere loro il cristallo nero che teneva in mano:- Serve solo ad invitare qualche altro amico a questa festa,niente di più.- Si mise poi la pietra in tasca e continuò a camminare.

I due ragazzi,invece,cercarono di scappare; questa volta però,Flare cercò di non farseli sfuggire,così li inseguì fino a che tutti e tre si ritrovarono su un ponte isolato,che collegava la città ad un isolotto nelle vicinanze.

-Lo nsapete benissimo che è inutile scappare,tanto prima o poi vi trovo sempre!E comunque- disse sollevando gli occhi al cielo -ti è rimasto poco tempo,fratellino-così indicò il punto perso nel cielo che stava guardando.Gli altri due sempiterni seguirono il suo sguardo e ciò che videro li lasciò senza fiato: la luna,orma alta nel cielo, era diventata rosso fuoco ed era circondata da undici sfere ardenti e una dodicesima si stava formando.

-Cosa significa tutto questo?- sussurrò Raf nel panico.

-Significa,mia cara,che presto risveglieremo una creatura antica e molto potente-disse Flare,indicando Sulfus con un cenno del capo,che gli rispose:- E tu pensi che mi faccia usare senza dire niente?!Sai che ti dico? Vai a quel paese!-Sulfus prese Raf per mano,la guardò negli occhi e insieme puntarono le mani verso Flare,lanciandogli contro delle sfere infuocate.

Il devil,che non si aspettava un attacco del genere,non fece in tempo a schivare tutti i colpi,così si ritrovo circondato dal fumo,mentre i due ragazzi stavano già attivando il Prisma Fly,preparandosi a lanciare l'attacco decisivo.

Ma una risata proveniente dalla coltre di vapore li fece fermare improvvisamente:-Siete proprio disperati,eh? Non avete capito allora.io riesco a fare le stesse cose che riuscite a fare voi...-Flare si avvicinò ai ragazzi,sprigionando un bagliore rossastro,che diventava sempre più forte,finché no si trasformo:indossava dei pantaloni di pelle bordeaux con degli anfibi neri,una canotta nera un trench rosso.Un dettaglio in particolare colpì i ragazzi:i capelli,prima di un rosso rubino,diventarono blu notte,con striature rosse. Come quelli del fratello.

-Come vi dicevo,sono capace di fare stesse cose che fate voi.Solo,che lo faccio meglio.-

Finalmente sono tornata! Erano mesi che rimandavo la stesura del capitolo e quest'anno me ne sono capitate di tutti i colori!Chiedo umilmente perdono ae prometto che il prossimo capitolo arriverà il più presto possibile!

Baci a tutti!

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni europei > Angel's friends / Vai alla pagina dell'autore: SilverEmperess001