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Autore: MissMadHatter    16/07/2015    15 recensioni
La morte arriva, veloce e spietata. Senza una parola, senza un sorriso. Ti sorprende nel bel mezzo di una risata e quella eco gioiosa si trasforma nella belva che sbrana i cuori di chi ci si lascia dietro. George, senza Fred, non è più lo stesso: tormentato, segnato, vuoto...come un vetro scheggiato che non riesce più a riflettere lo splendore di un tempo. Andare avanti non si può (o non si vuole) e il passato rimbomba nel cuore come un rombo di tuono che fa vibrare il cielo.
Terza classificata al contest "La canzone della mia vita" indetto da Merion Selene sul forum di efp
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Angelina Johnson, Fred Weasley, Fred Weasley Jr, George Weasley
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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“Never say goodbye 
because goodbye
means going away
and going away
means forgetting”





 
L’uomo si sveglia dai suoi incubi, diventati ormai amici di vecchia data. Qualche anno fa la donna che dorme alla sua destra si sarebbe svegliata, allarmata dai movimenti e dalle urla di quel marito tormentato. In un certo senso gli sta bene così: non servirebbe a niente condividere con Angelina quei frammenti del passato che ancora infestano la sua vita. C’è già abbastanza su cui piangere, si ferma a riflettere. Sa perfettamente che questa notte non riuscirà a riconciliarsi con il mondo dei sogni –no, decisamente non questa notte- e che sdraiarsi e rigirarsi dall’altra parte del letto non lo aiuterà a scacciare quegli orribili pensieri. Decide di alzarsi, facendo meno rumore possibile, per andare a sgranchirsi le ossa e far passare in qualche modo le poche ore che lo separano dall’alba. La rampa di scale che porta al piano di sotto, benché angusta, non è più un problema per lui, abituato com’è a percorrerla quasi ogni notte al buio.
“Papà” una voce infantile lo chiama facendolo voltare.
“Fred” la fitta al cuore arriva improvvisa e toglie il fiato, per questo la sua voce risulta pallida come un fantasma “Che ci fai sveglio? Torna a letto…”
“Ma, papà, mi stavi chiamando” risponde con la voce piena di sonno, biascicando le parole.
Gli riesce abbastanza semplice convincere suo figlio che va tutto bene e che non deve preoccuparsi di nulla. Lo vede fare dietro-front e tornare nella stanza dirimpetto a quella in cui si trova Angelina. Attende giusto qualche istante per accertarsi che Fred si metta di nuovo a letto ma con l’unico orecchio che gli rimane è difficile capire se sia davvero così o no. Si gira, buttando un occhio alla piccola stanza rotonda che fa da soggiorno. Si dice che il tempo lavi via le ferite, che rimargini i cuori infranti, dissipi le discordie. Questo potrebbe essere vero per la maggior parte degli essere umani, specie se Babbani, ma George Weasley sa di non far parte di quell’ olimpo di favoriti. Dopo la Grande Battaglia di Hogwarts era venuta la Conta dei Morti, a cui erano seguiti i Giorni della Disperazione. Avevano vinto, questo è certo, ma il prezzo era stato molto più alto di quanto i loro cuori potessero sopportare. I corpi distesi per terra non erano come le fotografie che tappezzano le mensole del soggiorno arredato dalle amorevoli mani di sua moglie: erano ragazzi e ragazze, amici o anche solo conoscenti fatti di carne ed ossa che avevano messo a repentaglio la propria vita per un bene più grande.
Gli occhi castani percorrono con nostalgia le fila di cornici che abbelliscono i ripiani di legno scuro, con le fotografie in bianco e nero di persone che si muovono come se fossero reali –e perché mai non dovrebbero esserlo? Una in particolare attira la sua attenzione: due ragazzi in posa, davanti ad un negozio situato in quella che anche voi riconoscereste essere Diagon Alley. L’atteggiamento spavaldo e burlone dei due non è niente in confronto alla roccaforte rossa che sembra quasi arrampicarsi sulle grigie mura dello stabile che gli fa’ da casa. I mattoni sbiaditi stridono terribilmente con gli infissi stracolmi di oggetti magici più impensabili –dalle Merendine Marinare ai Marchi Neri Commestibili, fino ai Trucchi Magici da Babbani. L’immagine datata non riflette minimamente i vividi sentimenti che George Weasley sta provando in questo istante. Seduto sulla vecchia poltrona che da anni gli fa da culla durante le notti insonni, l’uomo dai capelli rosso carota si ritrova a vagare tra ricordi che sarebbe meglio, per il suo bene, mettere da parte. E’ un dolore troppo potente e asfissiante quello che lo assale quando torna con la memoria ai giorni vissuti insieme al gemello perduto.
I provini del Quidditch per il ruolo di Battitori – «Gioco duro il Quidditch» aveva esordito Fred quando era giunta alle loro orecchie la notizia che il ruolo di Cercatore di Grifondoro sarebbe stato assegnato ad Harry in persona. «Brutale! Ma sono anni che non muore nessuno! Qualcuno sparisce di tanto in tanto...» «Ma rispunta fuori dopo un mese o due!».
La volta in cui il destino aveva trasformato l’ennesima punizione di Gazza in un’occasione d’oro, mettendo sotto il loro naso l’infallibile Mappa del Malandrino che avrebbero poi consegnato, per spirito di solidarietà, ad un bisogno Prescelto durante il loro terzo anno – «Quella la è il segreto del nostro successo!» gli avevano rivelato «Per noi è una sofferenza dartela, credici!».
Il tentativo di iscriversi al Torneo Tre Maghi che si era effettivamente rivelato patetico, scemo e balordo proprio come aveva predetto quella sapientona di Hermione e che li aveva portati ad azzuffarsi come non facevano da anni – «Eri certo!» «TU eri certo!» .
Per non parlare di quanto si erano divertiti quando un impacciato Ron era stato scelto come cavia dalla professoressa Mc. Granitt per una prova di ballo e avevano deciso in quel preciso istante, con uno solo sguardo, che non glielo avrebbero mai fatto dimenticare.
No, George non può scordare (non vuole o non riesce) quei momenti di pura felicità, ma sa bene che dove c’è luce c’è inevitabilmente anche l’oscurità. Ogni ricordo piacevole cela un rovescio della medaglia che trasforma i sorrisi in lacrime e la risate in singhiozzi di disperazione. Si sente perso, è questa la verità. Il vuoto fa parte di lui. Un fragore improvviso lo avverte che il silenzio piatto di questa sera sarà presto interrotto dal rumore della pioggia battente e quando il primo tuono squarcia il cielo, George viene assalito dalla paura. Il boato di quelle saette gli ricorda troppo spesso il rumore degli incantesimi che erano stati lanciati quella notte. La notte in cui Fred morì. Il suo amato fratello, perso per sempre. Il cuore comincia a prendersi gioco di lui, trasformando il suo ritmo pulsante in una gara impazzita.
Le prime gocce di pioggia sono proprio come le lacrime che iniziano a solcare il suo viso: inumidiscono la terra arida, scavata dalle rughe della solitudine. Istintivamente, George si alza dalla vecchia poltrona e con una mano scosta le sottili tendine che abbelliscono le finestre della stanzetta. Non guarda fuori, bensì il riflesso di se stesso. No, questo è il riflesso di Fred. Dovrebbe. Gli è difficile riconoscersi nel ragazzo della foto, persino voi stentereste a dire che sono la stessa persona. Occhi tristi che non vedono l’ombra di un vero sorriso da quella maledetta notte, la voce volutamente bassa per non dare troppo nell’occhio. I capelli rossi legati in un piccolo codino che ricade senza vita sulla schiena, il viso stanco e perseguitato dalla vita che sfugge al suo controllo.
Che fine ha fatto il vecchio George? Quello che non perdeva occasione per dare sfoggio delle sue abilità da prestigiatore, che si chiudeva in laboratorio per progettare nuovi articoli per il negozio e che andava reclutando cavie in giro per il castello? Non esiste più.
E’ morto.
Quando la Guerra era finita la sua famiglia aveva organizzato un semplice funerale, in memoria di Fred, per permettere a tutti di dirgli addio. Lui non era andato, non se la sentiva. Erano stati inutili i tentativi come quelli di Hermione, o di Ginny, di farlo ragionare: non avrebbe mai cambiato idea, perché lui non era disposto a dirgli addio definitivamente. L’unica persona che non aveva cercato di convincerlo a partecipare era stata Angelina Johnson, la ragazza del suo gemello. Il dolore per una perdita improvvisa quanto cruenta li aveva accomunati, ma ciò che li aveva uniti adesso rischiava di dividerli. Con il senno di poi lo aveva ammesso spesso, soprattutto ad una corrucciata Molly Weasley, ma nel momento in cui aveva deciso di sposare Angelina aveva sperato che, nonostante la perdita, la forza d’animo di suo fratello pottesse dargli la spinta per andare avanti. Segretamente aveva quasi pregato quel fantasma che nient’altro era se non la sua esatta metà. A quanto pare però, i gufi non volano fino in paradiso.
La tristezza aveva ceduto il passo alla rabbia, che a sua volta aveva fatto germogliare i semi della depressione fino a che nel suo petto non era nata quella voragine che ancora adesso lo assorbe, giorno dopo giorno, poco per volta. E’ una spirale dalla quale George non può uscire. Annaspa invano, alla ricerca di aria pulita che possa riempirgli i polmoni di vita nuova ma queste vorticose sabbie mobili lo stanno trascinando dove nessuno potrà più aiutarlo. D’un tratto il cielo nero come la pece si illumina, per una frazione di secondo, e al lampo segue un fragoroso tuono che squarcia la notte e fa tremare i vetri della finestra. George comincia a sentire la tipica morsa che attanaglia la sua testa quando rimugina troppo sul passato. Ogni tentativo di opporre resistenza è superfluo, l’uomo sa bene che il dolore aumenterà fino a farlo impazzire e lo tormenterà per il resto della giornata che verrà.
I lampi e i tuoni si susseguono ad un ritmo costante, interrompendo il suo solitario tuffo nel passato e ad ogni bagliore di luce George chiude gli occhi, per non farsi condizionare. Sono lampi, non incantesimi. Sono tuoni, non esplosioni. Sono lampi, non incantesimi. Sono tuoni, non esplosioni. Sono lampi, non incantesimi. Sono tuoni, non esplosioni. Ancora una volta, finché il suo cervello non assorbirà la differenza tra quella notte e questa. Sono lampi, non incantesimi. Sono tuoni, non esplosioni.
Fred è morto.
No.
Fred non c’è più.
Smettila!
Non c’è un luogo dove tu possa rivederlo.
Taci! Sono lampi, non incantesimi. Sono tuoni, non esplosioni!
Un lamento soffocato riempie l’aria e le lacrime solcano il viso distrutto di George, scivolano sulle guance e bagnano la fotografia incorniciata che ha ripreso fra le mani. Si culla nel suo dolore, per renderlo meno insopportabile, ma a cosa serve? E’ la verità: Fred è morto durate la battaglia e niente potrà riportarlo indietro. La sua vita è cessata nel momento stesso in cui l’incantesimo di Augustus Rookwood ha colpito il muro alle loro spalle. In quell’istante le loro vite sono state distrutte, sbriciolate come i mattoni che li hanno travolti nell’esplosione. George può ancora sentire le ultime parole di suo fratello.
«Hai davvero fatto una battuta, Perce... l'ultima che ti avevo sentito fare era...»
Ed il mondo era finito.
Niente sarebbe più stato lo stesso.
Niente era più lo stesso.
Niente.

Se siete arrivati qui vuol dire che avete finito di leggere questa one-shot (o che avete fatto finta perché non riuscivate a leggere questa palla di storia, ahahah).
In fondo al mio cuore spero che vi  sia piaciuta, che vi abbia suscitato qualcosa, che vi abbia fatto pensare a Fred e George e ai Tiri Vispi.
Questa shot è piena di malinconia e rammarico, le spade più affilate per tagliare a pezzi un cuore umano. Fossi stata in George, probabilmente, sarei anche io in stato depressivo e non scherzo quando dico che non mi sono divertita nemmeno un po' a scrivere queste abbondanti 1500 parole - o forse sono di più (?). La morte di Fred mi ha spiazzata: uno schiaffo in piena faccia quando meno te lo aspetti. Quando è accaduto, in quella frazione di secondo, il mio cervello di è infiammato e ha cominciato a pensare che, come personaggio, come persona, Fred meritasse di più. Si sarebbe dovuto sposare, avrebbe dovuto trasmettere la sua risata e il suo impegno ai propri figli, avrebbe dovuto vivere una vita lunga e felice. Non rinnego le scelte fatte dalla Rowling, io non sono nessuno per farlo e comunque non è nel mio stile, ma non vuol dire che la perdita di Fred non abbia fatto male. 
Alle persone che non riescono a capire queste mie ultime parole posso solo dire che la frase "è solo un personaggio di un libro" nel mio italiano, semplicemente, non troverà mai posto. Se posso immaginarli, allora sono reali.
Alla prossima!
-MMH



 
   
 
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