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Autore: innominetuo    16/07/2015    18 recensioni
Joe Yabuki ritorna sui suoi passi, dopo un anno di dolore e di rimpianto. La morte di Tooru Rikishi lo ha segnato profondamente. Ma il ring lo sta aspettando ormai da tempo.
E non solo il ring.
…Se le cose fossero andate in un modo un po’ diverso, rispetto alla versione ufficiale?
Storia di pugilato, di amore, di onore: può essere letta e compresa anche se non si conosce il fandom e quindi considerata alla stregua di un'originale.
°°°°§*§°°°°
Questi personaggi non mi appartengono: dichiaro di aver redatto la seguente long fic nel rispetto dei diritti di autore e della proprietà intellettuale, senza scopo di lucro alcuno, in onore ad Asao Takamori ed a Tetsuya Chiba.
Si dichiara che tutte le immagini quivi presenti sono mero frutto di ricerca su Google e che quindi non debba intendersi il compimento di nessuna violazione del copyright.
Si dichiara, altresì, che qualsivoglia riferimento a nomi/cognomi, fatti e luoghi, laddove corrispondenti a realtà, sono puro frutto del Caso.
LCS innominetuo
Genere: Drammatico, Romantico, Sportivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Bianche Ceneri'
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Nota per i gentili lettori: prima che vi dedichiate alla lettura di questa storia, ritengo utile e doveroso, oltre che rispettoso nei vostri confronti, farvi un paio di precisazioni. Mi son concessa qualche piccola licenza poetica su alcuni eventi della serie originale, senza però distorcerne assolutamente la visione generale, per esigenze narrative mie peculiari. Ho cercato, tuttavia, di rimanere rigorosamente IC (cioè "in character" ndr.) per quanto riguarda i personaggi, Joe Yabuki in primis. Ho creato, infine, alcuni personaggi miei originali. Detto ciò... grazie per l'attenzione e buona lettura!



BANNER-MIO-PER-L-UNICO-DOMANI


Tokyo, quartiere di Ginza. Prime luci della città, al calar della sera.
 
Yoko sospirò, appoggiandosi allo schienale della poltrona.

Non era facile per lei organizzare incontri di boxe di qualità, come da suo precipuo proposito da diverso tempo. Come neo presidente dello Shiraki Boxing Club, Yoko teneva ad offrire agli appassionati giapponesi dei combattimenti di primo livello, facendo salire sul ring dei futuri campioni. Certo: non tutti i giorni ci si poteva imbattere in un fuoriclasse come Tooru Rikishi.

E, soprattutto, non tutti i giorni era possibile far incrociare i guantoni di uno come Rikishi con uno come Yabuki.

Chiuse gli occhi, per catturare nella mente una serie di immagini, come un colorato carosello…

Era trascorso più di un anno, ormai. Proprio il giorno prima si era svolta la commemorazione della morte di Tooru, avvenuta dopo uno sfiancante incontro con Joe Yabuki. Un mazzo di gigli bianchi era stato posto proprio al centro del ring del Korakuen Hall e tutti gli spettatori si erano alzati rispettosamente in piedi. Il gong scoccò sordamente i suoi rintocchi. Un minuto di silenzio, per ricordare una giovane vita spezzata da un pugno di troppo.

Joe.

Quel nome le venne alle labbra, spontaneamente… Il nonno le aveva chiesto spesso se lei ne avesse avuto notizie. In realtà non lo aveva più né visto né sentito: soprattutto, non dopo quel loro ultimo difficile confronto, in una discoteca di Ginza, ove si erano incontrati per caso. Yoko per stordirsi con balli e cocktails. Joe, chissà… lui forse per non pensare a nulla, fingendo di ascoltare la musica assordante.

°°°°°

“Tu non hai nessun diritto di tirarti indietro, Joe. Tooru è morto pure a causa tua. Per questo tu devi rimanere incollato al ring e tirare fuori tutto, sino alla fine. Non puoi gettare la spugna, non ora.”

“Zitta. Cosa ne sai tu di quello che sto passando? Sei solo una ricca, viziata ereditiera che si diverte ad osservare uomini che insudiciano il ring di sangue e di sudore…”


°°°°°

Le pareva di averlo visto ovunque, da qualche giorno a questa parte.

Spesso aveva chiesto all’autista di fermar l’auto, per poter scendere a piedi e guardarsi intorno, essendole parso di vedere Joe lì vicino…

Rise tra sé e sé.

Ormai era quasi ossessionata da quel ragazzo.

Sin dai tempi della condanna di Joe a tredici mesi di riformatorio*, Yoko non aveva mai smesso completamente di pensare a quel benedetto vagabondo. In bene, in male… ciò non importava. Joe non era una persona che si potesse facilmente dimenticare, una volta incrociatone il cammino.

Nel bene e nel male.

°°°°°°

In un vicolo malfamato di Tokyo, molto lontano da Ginza…

Schiacciò la lattina, dopo averla svuotata in poche sorsate, per poi prenderla a calci. Si mise a rincorrerla, facendola risuonare per il vicolo. Guardò il cielo stellato, aggiustandosi meglio il berretto sdrucito sulla folta zazzera scura, sempre un po’ scompigliata.

“È ora di tornare a casa. Basta scappare.”

Le scazzottate avvenute appena poche ore prima con quelli della Yakuza e, soprattutto, con Goromaki Gondo, capoccia di una delle bande rivali che si erano scontrate per la difesa del territorio, lo avevano risvegliato dal torpore di quella lunga e noiosa giornata estiva. E questo solo per correre in soccorso ad un suo vecchio avversario, Wolf Kanagushi, prima pugile ed ora picchiatore di un clan mafioso, cui Gondo aveva fracassato la mascella, solo per dargli una sonora lezione.

Se c’era una cosa che Joe detestava era chi si faceva beffe delle debolezze altrui, infierendo su un nemico ormai sconfitto. Pur avendolo già messo al tappeto, Gondo aveva continuato a prendere a pugni e calci il povero Wolf, il quale non poteva più attaccare e difendersi, limitandosi a reggersi la mascella fratturata con ambo le mani, mugolando dal dolore…

La scazzottata aveva rinvigorito Joe, come ormai era sua abitudine sin da quando era solo un ragazzino che scappava di orfanotrofio in orfanotrofio… Aveva sempre amato due cose nella sua vita: prendere a cazzotti qualcuno che gli avesse dato noia e scappare da tutto e da tutti, in totale libertà. Questo fino al momento in cui era stato rinchiuso in un riformatorio per una truffa in danno a Yoko Shiraki, ove aveva incrociato i guantoni per la prima volta in vita sua contro un six boy rounds**, Tooru Rikishi, condannato pure lui ad alcuni mesi di reclusione, per rissa aggravata.

Ed era passato giusto un anno da quando non aveva fatto in tempo a stringere la mano a Tooru, stavolta però su un ring ufficiale e come pugile professionista, alla fine del loro lungo e sofferto incontro. Joe gli aveva teso la mano, in segno di pace e di amicizia, dopo essersi complimentato con lui. Tooru avrebbe voluto stringergliela pure lui, la mano. Invece si era accasciato a terra, morendo sul colpo.

Qualcosa, in Joe, si era spezzato dentro, per non più ricomporsi.

Senza neppure recarsi al funerale del suo migliore nemico, aveva preferito girovagare senza meta per tutta Tokyo, come una mosca ubriaca, per imbattersi poi in una Yoko furiosa ed in lacrime, sotto le luci di una lussuosa discoteca. Questo dopo averla contemplata a lungo, seduto in disparte su un divanetto, mentre la ragazza si era scatenata sulla pista, attorniata da alcuni ammiratori.

“Assassino.”

Anche se Yoko non aveva adoperato tale parola, il concetto, stringi stringi, era proprio quello, come un’eco fastidiosa che gli ronzava da tempo nelle orecchie e sin dal preciso momento in cui, tempo addietro, aveva sollevato il drappo funebre dal volto di Tooru, disteso e ricomposto su un tavolo del palazzetto dello sport, dopo la visita del medico sportivo che ne aveva attestato il decesso per trauma cranico, dovuto ad un gancio di Joe.

Non avrebbe mai dimenticato quei lineamenti, finalmente sereni e composti.

Non avrebbe mai dimenticato… Nulla.

Ad ogni modo, Joe Yabuki intendeva risalire sul ring, per tornare a sentirsi vivo nell’unico modo che conoscesse.

Con passo tranquillo ed elastico, prese la metro per scendere in prossimità del fiume Sumidagawa. Costeggiato il parco giochi Tamahime Koen, dove spesso aveva giocato con la piccola Saki e gli altri monelli del ghetto, ripercorse pian piano il cammino che lo avrebbe portato, di lì a poco, al Ponte delle Lacrime***.

°°°°°°

“Ehi vecchiooooooooo, scendi subito!!!”

“Che cavolo hai da urlare, idiota? Mi farai prendere un infarto, fanculo a te!”

Se c’era una cosa che il vecchio Danpei Tange detestava era l’essere svegliato di soprassalto, soprattutto dopo una sbronza colossale a base di lacrime e di sakè. Dopo aver lanciato tutta una serie di maledizioni all’indirizzo di Kanichi Nishi, Danpei fece capolino dalla botola, a testa in giù, dalla mansardina ove era solito salire a dormire.

Gli parve di essere ancora nel mondo dei sogni…

“Ehi ragazzi come va? Passavo giusto di qua e volevo farvi un saluto…”

Quel benedetto ragazzo.

Ancora più magro e sciupato e più alto. Ma con il suo solito sorriso, un po’ timido ed un po’ beffardo, come solo Joe sapeva regalarti.

Danpei si lasciò scivolare, vinto da un’emozione indescrivibile, crollando indosso al povero Nishi ai piedi della scaletta e schiacciandolo con il suo peso non indifferente, non essendo propriamente una silfide ma un ex boxeur dei pesi massimi. In poche falcate, dimostrando un’agilità assai poco consueta in un uomo maturo prossimo all’anzianità, raggiunse la figura nervosa e slanciata del figliol prodigo, per stringerlo tra le braccia, piangendo dall’unico occhio rimastogli.

Il suo ragazzo era tornato, chissà da dove.

Ma solo questo contava: che il Tange Boxing Club fosse tornato a vivere.

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Note Autrice: come promesso, eccomi alle prese con una long fic dedicata a Joe Yabuki, per cui ho preferito mantenere i nomi giapponesi originali (rifuggendo dalla versione con i nomi inglesi, un po' come hanno fatto con Capitan Tsubasa) che occupa un posto speciale nel mio cuore da ormai 32 anni! Questo lavoro è solo un mio umile omaggio ad un personaggio che ho amato e che amo tantissimo: prendetelo come una mia… “dichiarazione d’amore”! Spero che vi piaccia. Di sicuro, apprezzerete il bellissimo banner creato appositamente per me da Ladyforseiya_15, autrice delicata e molto, molto promettente.

*In Giappone la maggiore età si acquisisce a 20 anni, per questo il diciottenne truffatore Joe Yabuki finisce in riformatorio anziché in carcere. All'epoca della mia fan fiction ha, quindi, compiuto 20 anni ed è ormai maggiorenne.

**Le regole del pugilato ora sono un po’ diverse; ma negli anni ’60 e '70 gli incontri di sei rounds facevano la differenza tra il pugile dilettante ed il pugile professionista.

***Se la cosa vi incuriosisce, ecco per voi un blog molto carino con i luoghi dell’anime: clicca

Avviso sin d'ora che un dettagliato file di credits verrà postato a fine storia e linkato. Preferisco fare così per non appesantire la narrazione con troppe note. Buona (spero!) lettura.

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