16/07/2015
1 recensioniParalysed
Ho sempre sentito dire che quando la morte ti sfiora, tutta la vita ti scorre davanti agli occhi in un secondo, come fotogrammi della pellicola di un film.
Ma se, invece di essere tu a un passo dal morire, ci fosse qualcuno che ti sta a cuore?
Qualcuno la cui assenza sarebbe imperdonabile, asfissiante, tremenda al punto tale da sconvolgere ogni cosa attorno a te?
Se avessi davanti quella persona, con gli occhi socchiusi per lo sforzo di restare sveglia, in bilico tra il chiuderli e il non aprirli più?
Pietrificato.
E’ l’unica parola sensata che ti viene in mente per spiegare il tuo attuale stato fisico / emotivo in questo momento.
Stai sudando freddo, talmente freddo d’avvertire i brividi percorrere lentamente tutta la tua colonna vertebrale.
Ti senti svuotato di tutto, quasi come ci fossi tu al posto di Lydia a morire dissanguato sul pavimento del distretto di polizia in cui tuo padre lavora da sempre, da prima che tu nascessi.
Vorresti muoverti, compiere qualche passo, inginocchiarti accanto a lei e sfiorarle il volto, come sta facendo la signora Martin, con le labbra che tremano alla visione che nessun genitore dovrebbe mai trovarsi di fronte.
Vorresti stringerle la mano, per sentire che dentro di lei scorre ancora la vita, che niente è perduto.
Vorresti perderti nel suo sguardo lucido di dolore, per sentirti per l’ultima volta quel ragazzino che per anni l’ha amata da lontano. Quando il pensiero più spaventoso era quello che lei ti rifiutasse, non considerandoti nemmeno minimamente alla sua altezza.
Vorresti tornare a quei giorni in terza elementare quando, invece di ascoltare la maestra e i suoi sermoni sulla bellezza della natura, perdevi ore ad osservare i suoi capelli biondo fragola, desiderando di poterli toccare, giocando ad attorcigliarli tra le tue dite già lunghe ed affusolate. Perché per Stiles Stilinski non esisteva natura più bella di Lydia.
Non esisteva niente di paragonabile al verde dei suoi occhi, al suono della sua risata, alla sicurezza che mostrava nel modo sicuro di camminare. Otto anni e un portamento da nobildonna.
Era strana Lydia.
Bellissima ma strana, così fuori dall’ordinario.
Col passare degl’anni l’adorazione che provavi per lei si è trasformata in qualcosa di più scuro e profondo, in desiderio spasmodico di starle accanto, di renderti parte della sua vita.
Di condividere con lei più di un’aula scolastica, sei giorni a settimana.
E alla fine, ci sei riuscito.
Non nel modo che speravi, ma sei riuscito ad entrare nel suo cuore.
Lydia ti ha reso parte del suo mondo spaventoso, fatto di urla e voci disperate.
E sangue.
E distruzione.
Non era quello a cui pensavi da bambino, ma le sei grato comunque.
Perché Lydia è stata e sarà sempre il mistero più bello ed intrigante della tua vita.
Sei consapevole che non riuscirai mai a capirla del tutto ed è proprio questo che ti affascina di lei.
Il suo essere un’incognita continua, un’equazione matematica di cui nessuno conosce la soluzione.
-Stiles, dobbiamo andare –
La voce di Scott ti sfiora l’udito come un’eco lontano, e non puoi fare a meno di pensare che sia dannatamente sbagliata in quel momento.
Un colore accesso in un quadro dominato dal bianco e nero.
Un capello fuori posto in un’acconciatura perfetta.
Una nota stonata in una melodia dolce e al tempo stesso dilaniante.
Una voce fuori campo in un scena silenziosa tra i protagonisti della storia, intenti a parlarsi con gl’occhi.
Perché ti sta parlando, Lydia.
Col volto cereo e il sangue copioso che scorre dalla ferita, ma gl’occhi ancora forti e determinati.
Non cederà Lydia, non abbasserà le palpebre finchè tu non uscirai da questa dannata stanza, aiutando il branco a salvare un innocente.
Perché è questo a cui lei sta pensando.
E riesci a capirlo ancor prima che ti sorrida, dolce e straziante, incitandoti ad aiutare Tracy.
La sua carnefice.
L’assassina che ha tentato di uccidere sua madre e di portarle via tutto ciò che resta della sua famiglia.
Tracy è innocente. Vittima di un incubo senza fine, che non ha chiesto ma le è stato imposto.
Ed è in quel momento che pensi che non potrai mai amarla più di così, più di questo istante.
Perché è cresciuta, è cresciuta così tanto che pensarci ti fa male al cuore.
E’ lei la vera salvatrice, è lei il vero Alfa.
E’ Lydia, col volto bianco e le labbra secche.
E’ Lydia, col respiro affannoso e la lacrime trattenute malamente sulle ciglia.
E’ Lydia, con quella forza straordinaria che mantiene vivo il verde dei suoi occhi, mentre tutto il resto del suo corpo cede.
E’ Lydia, che riesce a sorriderti anche se sta crollando, e che mente dicendoti che sta bene, perché vuole renderti libero.
Libero di salvare colei che le ha fatto questo.
E alla fine, riesce a convincerti.
Ti libera dall’incantesimo, e all’improvviso riesci di nuovo a sentire il tuo corpo.
La vera battaglia ora, è staccare il tuo sguardo da lei, voltarti verso Scott e fare il tuo dovere.
Qualcuno, fortunatamente, viene in tuo soccorso.
Avverti una stretta famigliare sulla spalla e non hai bisogno di vedere a chi appartiene quella mano.
Perché ti trovi esattamente tra le persone più importanti di tutta la tua intera esistenza.
E ringrazi mentalmente tuo padre, perché senza parlare è riuscito a darti quell’ultima spinta di cui avevi bisogno.
Respiri forte, cercando un autocontrollo che non ti appartiene, e finalmente raggiungi Scott.
Salverai Tracy.
Lo farai per Lydia.
Perché, dopotutto, l’apparenza inganna.
E anche i mostri, a volte, hanno bisogno di essere salvati.